AnnaelSidel
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I Medici della radura
Leslie riaprì gli occhi.Era sdraiata su una brandina bassa di tela; tutto sommato comoda. Una coperta di lana dai colori Rosso, Giallo e Blu che profumava di Gelsomino la copriva. Teneva le mani giunte sulla pancia e lo sguardo verso l’alto; la stessa postura dei morti nella bara, rabbrivì al pensiero e si mise seduta. La tenda era quadrata molto simile alle tende militari e di color bianco. Un catino d’acqua alla sua sinistra con ancora dentro delle bende, un bicchiere di vetro accanto con mezza bevanda di color arancio scuro; camomilla? Dall’odore no, assaggiò ed era insapore, come se il suo palato non fosse più in grado di riconoscere i sapori.
Una brocca di metallo, una sacca in pelle da cui uscivano dei strani ciuffi di pianta; forse piante medicinali, infatti notò anche un pestello di marmo. Appesi vi erano anche i suoi abiti e dall’esterno un vociare basso. La testa pesava come un macigno e girava peggio di una trottola, portando la mano alla fronte si accorse che era fasciata, notò che anche il polso destro era fasciato. Trovò le forze di alzarsi e di vestirsi; appeso e nascosto dagli abiti c’era uno piccolo specchio tondo “Mamma mia… orribile… se passa una strega mi scambia per sua parente” disse a bassa voce, i capelli sparavano ovunque, non trovando una spazzola usò le dita e fu come passarle su un vecchio tappeto “Orribile è dir poco… e la fasciatura alla testa non aiuta, quasi quasi la tolgo - tirando fuori la lingua – è viola!” tirandola subito dentro.
Scostò di poco la tenda per sbirciare fuori, vide un fuoco con intorno delle persone, sgranò gli occhi dallo stupore, uno di loro era Fortunato, l’altro Edo e poi altre 2 persone, un uomo e una donna. Corse fuori “Amor mio!” l’uomo si girò, si alzò e corse subito verso di lei abbracciandola e baciandola “AMORE! Sei sveglia! Non dovresti alzarti però, ancora non ti sei rimessa” Leslie aggrottò le ciglia, stava per dire qualcosa ma fu sollevata e fatta girare da Edo “Che spavento che ci hai fatto prendere! Per fortuna ti è andata bene! Però che ti avevo ordinato? Ma non importa! Vieni ti presento i tuoi salvatori!” posandola a terra.
L’uomo vestiva in bianco e bianchi; ma più simile all’argento, erano i suoi capelli lunghi, “Ti presento Ivan! E sua nipote Laura! Ti è veramente andata bene! Sono due medici”. L’uomo chinò il capo in cenno di saluto, Leslie rimase un istante a fissare gli occhi verdi, poi si voltò verso la donna su cui tenne a lungo lo sguardo in silenzio. “Leslie? – tutto bene?” disse Fortuanto rompendo il silenzio “Si… certo… - era stranamente attratta dal volto della donna e dalla tinta viola dei capelli; pure gli occhi erano viola – avete detto che vi chiamate?” la donna sorrise e disse “Laura, piacere di conoscerti ma soprattutto di vederti in piedi Leslie”. Leslie sentì un brivido gelato lungo la schiena “Lau…ra? Avete detto Laura… Lai…ra…Laura si dice anche Laitale… non ricordo… forse si dice Gloria…”.
Fortunato premuroso la fece sedere accanto al fuoco, Leslie non capiva che cosa stava succedendo e che cosa gli era successo, peggio ancora dal risvegliarsi dal peggior degli incubi. Fortunato le disse “Hai voluto venir qui di nascosto, in cerca di cosa poi? Hai provato a salire sulle cime, deve esserti successo qualcosa di grave, ti sarà mancata l’aria e sei svenuta, sei rotolata a terra picchiando la testa – Leslie si toccò la fronte – per fortuna devi aver ritrovato un mimino di forze e sei scesa più in basso dove lor due ti hanno trovata, ho detto bene?” concludendo e guardando Ivan “Esattamente, io e mia nipote vi abbiamo trovato semi coperta dalla neve, vi abbiamo soccorso e medicato nel nostra tenda, eravate caduta nel sonno letargico che noi medici chiamiamo Coma; uno stato noto dai tempi antichi nel campo della medica, uno stato di assenza di coscienza” la Voce dell’uomo era pacata, calma e dolce; una ninna nanna.
Leslie non capiva “Non ricordo nulla, da quanto tempo è successo tutto questo? E perché voi siete qui?” Fortunato le accarezzo il volto “Amore, è venuta lei a cercarci” indicando la donna, ma a parlare con la sua Voce fu sempre l’uomo “Il vostro Coma non era profondo, parlavate nel sonno e avete fatto i nomi dei vostri amici, io ho incaricato mia nipote di prendere il vostro cavallo e di trovare ed informare i vostri amici, siete dei Lord ed i vostri nomi sono noti”. Leslie scattò in piedi “ALT! Qui c’è qualcosa che non va! Ricordo di essere salita sui monti e ho trovato una colonna! Non ricordo di essere caduta! Io ho trovato gli Elfi! è vero che esistono! Io so che c’è qualcosa!” Fortunato l’abbracciò “Tesoro non c’è nulla” lei testarda “Ti dico di sì! Io ricordo la colonna! Con quelle scritte strane! Non è neppure tanto in alto” e lui “Non c’è niente! Fidati!”
“Come lo sai?!” a risponderle fu Edo “Perché ci abbiamo provato anche noi Leslie, mentre aspettavamo che ti riprendevi, non c’è niente, solo neve, ghiaccio e vento… Leslie che ti è saltato in testa? la Questione Elfi era stata tolta dagli atti, è stato un gesto insensato ed assurdo… scusa se te lo dico ma hai rischiato di morire e solo la fortuna ti ha salvata”. Leslie scosse la testa “Siete saliti? Da che parte siete passati? dal bosco? Nel bosco c’è lei che devia le menti! Non potete vedere la maga del bosco! Ma c’è! lei vi avrà letto nell’anima! La mente! non vi avrà ritenuti degni! Solo a me ha concesso di passare!”.
Fortunato lanciò uno sguardo serio e preoccupato verso il dottore che disse “Ci sono tantissimi altri casi documentati di strane cose avvenute sui monti, non per niente gli chiamano Sacri, la Sacralità del luogo, il Misticismo ne hanno fatto un luogo di fatti inspiegabili e leggendari; non so se vi ricordate, girò la voce che su questi monti viveva un essere enorme, altro oltre i 3 metri e peloso, con gente che diceva di averlo visto e di essere stata anche aiuta da lui… nessun uomo è riuscito ad arrivare sulle cime, a volte si pensa che neppure hanno una cima, non sempre è possibile vincere contro la natura – la sua Voce zuccherata entrava nella testa di Leslie - a parte le varie e per carità, credenze Religiose riguardanti il luogo, credo che nel caso della vostra amica il problema sia da cercare altrove, mi spiego… è possibile che stava passando un momento veramente delicato, intendo una malattia difficile da vedere e difficile da curare, lo stress… una mente sotto stress perde la lucidità e spesso viene colpita da altri mali, la paranoia, l’ansia, il panico… se non curata c’è il rischio di perdere il lume della ragione, la diagnosi è la pazzia - Leslie ascoltava e più questa Voce rimbombava nella testa – nella pazzia; nelle sue svariate forme, ci si autoconvince… può essere visto anche come una autodifesa per non vedere ad esempio un fallimento, la mente crea una realtà alternativa ma il cuore e la stessa mente si rifiuta di accettare, è una lotta contro se stessi e si finisce in quel che noi medici chiamiamo Abisso nell’IO Cosciente che lotta con l’IO Incosciente, dove i danni sono irreparabili, non è che sia sempre così, ogni caso è diverso, da medico devo sempre dare una speranza, può essere…che sia irreparabile”. Fortunato; che di medicina non sapeva nulla, idem Edo, disegnarono un volto ancor più preoccupato, mentre Leslie “SPERANZA! HA DETTO SPERANZA! una stella di speranza! Ha detto anche PUO’ ESSERE! Lo dice sempre il RE’! - la testa tornò a farsi pesante e si appoggiò alla spalla di Fortunato – ancor sulla tua spalla poggio la testa, come nella stanza della fortezza… ricordi? Ho sonno ma ho il terrore, dove mi risveglierò la prossima volta? Sul verde prato davanti alla città degli elfi, sulla sedia di fronte al Sovrano o nella stanza della fortezza?” chiuse gli occhi e Fortunato la sollevò e la riportò nella tenda.