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Annael Sidel

AnnaelSidel

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Edo aveva iniziato a darle di nascosto la Polvere Bianca il giorno dopo dell’incontro con i 4 Lord Maggiori; quando i Lord non vollero firmare l’Alleanza. Da quel giorno ogni tanto mischiava la polvere bianca nelle bevande di Leslie e lei andò giù in picchiata libera. Prima dormiva ore e mangiava poco, adesso dormiva poco e mangiava tanto. Smise con la sua canzonetta. Edo non ebbe mai e poi mai a pensare che forse era stata la polvere la causa dello strano comportamento dell’amica.
Leslie iniziò a dormire di meno; 5 o 4 ore al giorno neppure continuate, un sonno molto disturbato che andò a peggiorare i suoi già strani sogni. Si svegliava di soprassalto scendendo dal letto e camminando nervosa per la stanza. Iniziò a mangiare a qualsiasi ora, aveva sempre fame, di notte si svegliava e andava di corsa nella dispensa. Fortunato che le dormiva al fianco si svegliava la mattina con graffi e lividi perché di notte Leslie lo menava. Fortunato andò a dormire sulla poltrona o per terra. Leslie peggiorò, si svegliava ed urlava frasi senza senso "ALLE ARMI! PRENDI LA SPADA! PRENDI LA SPADA! IO CORRO A CHIAMARE GLI ALTRI!" uscendo dalla camera di corsa ed andando a tirar giù dal letto tutti i soldati presenti nella fortezza. Iniziò a dire parole senza senso, astruse, poteva capitare che improvvisamente si fermava in piedi in stasi e diceva: “Ast Nath Nin An! Eg Luth!” e riprendeva senza rendersi conto di quello che aveva detto e questa iniziò a ripeterla; molto meno della cantilena.
Per la cronaca sono parole in lingua elfica, prese nell’ordine significano: polvere, tela, a me, per, spina, incanto
dovute alla Fattura di Annael? Può essere... non a caso le iniziali delle parole in elfico formano un nome, e chi mai sarà?
Una volta di notte si svegliò e andò di corsa fino alle rive del lago dicendo che aveva visto gli elfi fare il bagno, la ritrovarono il giorno dopo tutta bagnata e con la mani ed i piedi palmati d’anitra, era stata a mollo per ore. Edo aumentò la dose. Due giorni dopo Leslie corse di nuovo fuori di notte urlando:
"CAMBIA LA LUNA! TUTTI A CANTARE NEL BOSCO!"
Per fortuna venne presa prima che entrasse nel bosco, il suo viso pareva in trance ed urlò in malo modo a Fortunato "IO SONO LA FURIA! SPACCO IL CIELO! IO SON L'ABISSO DEI NEMICI!" e lì cominciò il febbrone ma era il trascinarsi della nottata passata a mollo nel lago.
I suoi stati di Trance cosciente peggiorarono, un giorno le 4 mogli dei Lord Maggiori erano venute a farle visita e stavano sedute sui divani quando ad un certo punto Leslie si alzò in piedi e saltando da un divano all’altro cantò *Brilla Brilla grande Stella, la mia strada non è dritta**Buio buio la vita slitta**Il momento è vicino**Il Rè verrà di certo verrà** Hurrà***I miei sogni vanno oltre la porta della notte**Brilla Brilla la mia Stella**Ma la strada ancor non è diritta**Il Rè verrà oh si che verrà**E la mia mano sosterrà**Hurrà**
Le Lady convinte che si trattava di una recita teatrale applaudirono, Fortunato ed Edo trovarono la scusa per portare via Leslie. Intanto i nani avevano completato la prima galleria che dalla Fortezza portava verso il Lago, una notte Leslie a piedi nudi la fece tutta di corsa con una cetra in mano inseguita dai soldati, ma lei in veste bianca leggera correva più dei pesanti soldati armati che avvertirono Fortunato ed Edo. Partirono subito le ricerche e la trovarono con i piedi immersi nel lago e con la cetra in mano pizzicava le corde

“I suoi ricordi son con i miei
riecheggiano
nel bellissimo sogno parallelo
Specchio d’acqua son le sue parole
cristalline e pure
divinando i miei pensieri
in accordi familiari
canzoni che mai ho sentito prima
ho sentito in luogo
Candido come la Neve [1]

Musica su fili di ragnatela [2]
Si è intrecciata nelle corde del mio cuore
armonizza perfettamente
il mio Essere
non posso fare a meno di essere commossa
dalla ballata mellifluente
che sale attraverso le acque cristalline
di questo lago incantanto
la Falce di Luna [3]
è un fantasma di dolce nostalgia
ed è così strano
che i fantasmi di qualcun altro
possano
perseguitarmi

Oh paura!
ho visto colui
Che vive nell’oscurità
Tra le ombre criptiche
Egli è là
Dove il sentiero lastricato si restringe
Dove i sensi tradiscono
Egli è là
Solo nella sua ombra austera
Punta son stata da una Acacia [4]
Stravolti i Pensieri
Nuove emozioni
E ho smarrito la perspicacia
Musica su fili di ragnatela
Si è intrecciata nelle corde del mio cuore
Ha messo in moto il mio disordine
Forse impazzirò
Nella speranza che il mio Essere rimanga

Oh paura!
Vedo quello che finora ho ignorato
Fate del Lago
scusate se vi ho annoiato
Con questo canto umano
La Falce di Luna
è un fantasma di dolce nostalgia
ed è così strano
che i fantasmi di qualcun altro
possano
perseguitarmi
Namarie”

[1]si riferisce al Regno Celato degli Elfi Scuri di Ire Loissea; Candida come Neve.
[2]riferito ad Annael Sidel
[3] riferito a Laitale Sidel
[4]riferito ai fatti della Radura


Riporta in braccio alla Fortezza da Fortunato, fu in quella occasione che convinse Leslie a lasciare la Fortezza.
 
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AnnaelSidel

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Edo teneva lo sguardo su Leslie "Bevilo tutto che ti fa bene, avete deciso? non posso più trattenermi oltre"
Leslie si era fatta convincere di lasciare la Fortezza e di cambiare aria; aria di mare, come aveva detto il dottore. Fortunato non andò con lei, Edo gli disse che qualcuno di loro doveva restare alla Fortezza
“Stai sereno, mi prenderò cura di Leslie e ho chiamato Otto il Pego e il Lasi a darmi una mano… vedi se riesci a concludere l’Alleanza con i tuoi amici Lord, è importante”. Fortunato gli strinse la mano e lo vide partire insieme alla sua amata Leslie, destinazione: Castello di Edo.
Edo aveva avvertito del peggiorar delle condizioni di salute di Leslie, Otto e il Pego ed non poteva mancare il Lasi erano già arrivati e nel veder il volto bianco di Leslie per poco non gli scesero le lacrime. La sera cenarono tutti insieme sulla terrazza che dava sul mare; Edo riuscì a mettere nel calice di vino di Leslie la dose giornaliera di polvere bianca. Leslie iniziò a straparlarle; parlava di elfi, orchi, draghi e di guerre che manco erano scritte nei libri di storia; Otto e il Pego non è che fossero delle cime in storia e in cultura generale, questo va detto, l'unica cosa che capirono benissimo ed era evidente è che a furia di calarsi vinello fresco Leslie si era ubriacata “Almeno dormirò!” disse bevendo d’un fiato un altro calice, il suo sguardo era cattivo, si alzò in piedi traballando e guardandoli tutti negli occhi ed indicandoli “AHAHAHAHA! GUARDATELI! mai nessuno ha sentito il mio dolore e adesso siete qui a trattarmi con i guanti! Gli spioni vestono bene! - bevendo ancora – non è bella la mia vita, è mortale…ma tanto è una finzione – bevendo ancora - mai nessuno ha capito le mie parole, neppure Fortunato! tutti voi mi avete ignorata ma adesso ho io la Fortezza!” stava per bere ancora ma venne fermata dal Pego che chiamò una dama di compagnia “Accompagnala nella sua stanza” Leslie strattonò la Dama e barcollando afferrò per il bavero di Pego, gli occhi erano spiritati “Qualcuno colpirà quando tu meno te lo aspetti! Ti colpirà! Quando lo farà ricordati di me! fa attenzione! Ti seguirà… ti seguirà… ti segu…” crollando e sorretta dal Pego e dalla Dama. Arrivarono altre Dame e Leslie venne portata nella sua stanza.

Edo si sentiva addosso gli sguardi e dopo alcuni istanti "Beh? che avete da guardarmi!? ve l'ho detto che sta male! vi ho raccontato che è successo alla Fortezza che si è messa a sparare le sue storielle alle mogli dei Lord! È chiaro che non hanno firmato l’Alleanza, ci avranno presi tutti per matti! Lasi…quando mai gli hai regalato quei due libri! Abbiamo chiamato dottori, sentiti tutti! abbiamo persino chiamato una maga zingara! ha detto che Leslie è sotto una fattura! che altro vi devo dire? che sta diventando matta? amici... la situazione è grave, mi viene quasi voglia di andare sui Monti Sacri e di cercare quel luminare!"
Otto rispose "Ma chi? quello della radura? Scusa amico mio se te lo dico ora ma tu e Fortunato ci siete cascati come due cretini! Si è mai visto un medico che pascola in un prato? i medici vivono nelle città e vanno in giro con le carrozze e sono pieni di soldi e di donne! è come prendere una barca, andare in alto mare e trovare uno su una zattera e chiedergli che lavoro fa, e lui ti risponde il Notaio! in mezzo al mare!? sei il solito pollo credulone! Siete gli unici a crederci che fossero medici, non vi abbiamo detto niente perchè tu vuoi sempre aver ragione e all'altro guai se parli della sua donna!"
Edo non volle discutere oltre, andò via, lasciandoli malamente. Andò verso la piazza principale, mise la mano in tasca e tirò fuori il flacone e lo guardò "Scusate - disse rivolto ad un passante - il miglior erborista della città?" era un anziano che gli rispose "Sei il Lord Signore della città e non lo sai?"
"Ascolta vecchio, sono il Lord ma non posso saper tutto! ho degli impegni che manco puoi sapere! Ho 3000 mila cose nella testa! allora lo sai o non lo sai!?".
Il vecchio indicò una via "Segui tutta la strada; quella almeno la conosci? al vicolo del Giglio Rosso gira a destra, fai circa 50 passi e lo troverai sulla sinistra, la via si chiama Vicolo Ginestra, e scusa se ho usato darti del TU mancandoti di rispetto, ma Vecchio lo vai a dire a tua sorella! Addio!" Edo restò fermo come un citrullo per circa 1 minuto.

Nel frattempo Otto e il Pego stavano salutando il Lasi “Già te ne vai?” disse il Pego “Non posso fermarmi, ci tenevo solo a salutare e vedere Leslie – stringendo lor mano – statele vicino io torno a casa, o almen lo spero” rispose il Lasi.
Otto fissò il Pego "Che faccia, qualcosa non va compare?" Pego sospirò è si grattò la testa "Pensavo alle parole di Leslie... al fatto che con i sogni ci ha sempre azzeccato..." Otto gli mise una mano sulla spalla e gli sorrise "Amico mio, finchè ci sarò io a guardarti le chiappe nessuno ti colpirà alle spalle!" Pego rise ma tornò subito serio "Cosa avrà voluto dire che le spie vestono bene? Ti ricordi delle spie che abbiamo preso alla Fortezza? Ne mancava una..." Otto alzò le spalle e guardandosi e poi guardando l'amico "Di certo non parlava di noi, siam sempre vestiti da pezzenti! - or serio - amico mio la nostra Leslie ha perso qualche rotella e spero che torni quella di prima - stringendoli la mano - amico... via quella faccia, l'ho detto e lo ripeto! sereno e tranquillo che a noi due insieme non ci ammazza nessuno! sei in una botte di ferro!" Pego rise "AHH! siamo a posto allora! ricordo l'ultima tua botte di ferro!" abbracciati andarono in cerca di un bordello; miglior modo per togliersi i pensieri.

Edo era fermo davanti alla bottega dell'erborista, nella mano teneva il flacone; guardò attraverso la vetrata per controllare che nella bottega non ci fosse nessuno ed entrò. "Buona sera - disse l'erborista - OHH! SANTI! il Lord Signore nella mia umile bottega! che onore! Entrate, entrate".
Dopo i convenevoli, Edo mise il flacone sul bancone "Siete in grado di dirmi di cosa si tratta?” Dall'atteggiamento del suo Signore, l'erborista intuì che egli voleva tener nascosto qualcosa o che comunque voleva molta riservatezza. Andò verso la porta e girò il cartello sul "CHIUSO" e tornò dietro il bancone “Così non ci disturba nessuno, purtroppo non c’è un retro bottega” Edo non capì.
L’erborista alitò, pulì con uno straccio ed inforcò un paio di occhiali tondi, prese un bilancino, ampolle di varie forme e accese un piccolo fornellino. Aprì il flacone ed annusò la polvere "Inodore, interessante" leccandosi con la punta della lingua il mignolino, lo infilò nel flacone; fece aderire poca polvere e mise il mignolino sulla punta della lingua. Dopo pochi secondi lanciò uno sguardo obliquo attraverso gli occhialini “Adesso capisco" Edo voleva capire pure lui.
L'erborista mise la polverina in una ampolla allungandola con dell'acqua fredda, fece lo stesso procedimento con dell'acqua calda; prese un’altra ampolla, ci mise dentro la polverina e la mischiò con una polvere di color rosa e la mise sul fornellino "Non avete la minima idea di cosa sia eppure l’avete usata lo stesso, magari non per voi, non mi sembrate sotto il suo effetto, tranquillo siamo tra amici, da quella porta non uscirà parola… l'avrete pagata un capitale, posso sapere dove l’avete presa?"
Edo cercando di restar calmo "In regalo da un medico... non la sto usando...”
“Un medico?... voi no, ho detto che si vede che non la state usando... prima sarà stata piena, direi che mancano circa 90 grammi... state tranquillo Milord, da questa bocca non esce nulla... anzi potrei darvi qualcosa di più leggero... a chi la state dando?”
“Ad un’amica…”
“Capito, la fate eccitare! ma le avrete anche tolto il sonno – togliendosi gli occhiali – questa polverina è un potente eccitante, è illegale già da anni, la sua provenienza è tipica dei Regni del Nord, mi fa strano che sia un regalo, mi duole dirlo ma per me era un trafficante di droghe e non un medico... questa polvere è purissima; scusatemi... – prendendo un libro – c’è del Salice; vietato… del Sassofrasso; vietato e dell’Assenzio; vietato… erbe costosissime… i medici non danno cure con questa polvere o quanto meno non così pura"

Edo aveva la salivazione azzerata, e chi lo diceva adesso a Fortunato che gli aveva drogato la fidanzata?
Edo chiese degli effetti e l’erborista rispose “Sicuramente uno stato di alta eccitazione! - facendogli l'occhiolino - poi non ci sono conferme, a quanto pare variano da soggetto a soggetto, sicuramente stati alterati della mente, allucinazioni, perdita del sonno”
Edo non ebbe il coraggio di rientrare subito al castello, andò in riva al mare a riordinare le idee, nervoso e pieno di rabbia con se stesso prese il flacone e lo lanciò in mare, cercò di ragionare voleva togliersi il sospetto che era tutto parte di un piano, ed invece gli salirono altri dubbi e sempre più complicati e peggiori, perché un medico gli aveva passato una droga? Quel medico e la nipote erano in combutta con Leslie? Certo che immaginarsi Leslie che trama alle spalle delle persone era veramente dura.
 
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AnnaelSidel

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Il Lasi aveva mandato il cavallo al trotto, il sentiero era abbastanza largo e pianeggiante. La serata spruzzata da un'arietta frizzante che gli aveva messo fame. Stava andando verso casa. “Era ora!” diciamo noi, il problema è che ancora non pensava che avrebbe rivisto Mirtilla... però il Cavalieri sono strani.
Nella sacca trovò un bel pezzo di formaggio stagionato; quello che puzzava di piedi, briciole di grissini andati in frantumi; si era scordato di averli messi nella sacca. Prese un bicchiere di metallo, mise dentro il formaggio, poi le briciole, mischiò il tutto con il cucchiaio ottenendo una cremina croccante che giudicò "Non male!" bofonchiando con il cucchiaio in bocca.
Andò avanti per circa 1 ora buona, la luce iniziava a mancare; il bicchiere di formaggio non aveva riempito a dovere lo stomaco che brontolava. Avrebbe voluto restar in sella tutta notte, ma iniziò a guardarsi intorno in cerca di un bel posto dove stendere la coperta e far riposare le ossa, un boschetto di faggi poco distante pareva essere l'ideale.
Stava per scender di sella quando sentì l'arrivo di un cavallo lanciato al galoppo, restando in sella si voltò lento.
Un urlo disumano gli entrò nelle orecchie, mise mano all'elsa della spada e rapido l'estrasse prendendo una postura a cavallo difensiva. Vide una donna arrivare verso di lui e stava continuando ad urlare "Tu guarda sta matta che urla di sera in mezzo ai campi" disse il Lasi.
Il mantello nero della donna svolazza, le sue mani erano sulle redini ma Lasi; Cavalier di Acquisale, ed esperto soldato, tenne la man destra sull’elsa della spada per ogni evenienza. La donna iniziò ad esser più a portata di vista, il Lasi venne prima colpito dai brividi, la mano gli tremò e per poco non cadette da cavallo “LESLIE!?” restando a bocca aperta.
La donna arrivò e si fermò a pochi metri da lui, impennò il cavallo che nitrì "LASI, DOBBIAMO ANDARE! ADESSO! GLI ELFI SI SON MOSSI! SULLA TORRE IL RE’ HA ISSATO LA BANDIERA! IL RE CHIAMA! CHIAMA I CLAN! IL RE HA RICHIAMATO I NOSS! AL NOSS! AL NOSS!".
Leslie spronò troppo il cavallo; che prima di ripartire scalciò facendo imbizzarrire il cavallo del Lasi che mezzo stralunato venne disarcionato e finì a gambe all'aria; non ebbe neppure il tempo di dir qualcosa e di urlare mentre cadeva, si rialzò veloce e quando fu in piedi, la figura dell'amica era solo un puntino nero che sparì sul sentiero. Indeciso se provare ad inseguirla, alla fine risalì a cavallo e ritornò indietro per avvertire gli altri.
Arrivarono tutti e dopo 10 giorni di Leslie non vi era nessuna traccia, fu in quel momento che Edo confessò di aver dato una polverina bianca a Leslie e raccontò tutta la storia. Fortunato chiuse la mano a pungo ma il pugno non partì, mise la mano sulla spalla di Edo “Hai agito convinto di far bene, adesso cerchiamola e troviamola, non darti colpe e non star in pena, appena la troviamo andremo in cerca dei due mascalzoni!”.
Otto e il Pego invece non furono teneri e dissero ad Edo che la loro amicizia era da adesso in discussione.
Leslie aveva già precedenti di fuga ma si era limitata nei paraggi della Fortezza, qui la zona era più vasta.
Vennero subito inviati dei soldati nella città di Leslie; magari era ritornata a casa, ritornarono e dissero di no.
Al 27° giorno di ricerche, Otto e il Pego; che non vollero restare al fianco di Edo e si erano messi a cercar Leslie per i fatti loro, trovarono l’impronta di un piede presso lo stagno di un torrente. La misura; dando per scontato che in quella zona non vi potevano essere ragazzi in giro, poteva essere solo da piede di Donna; non erano esperti esploratori ma riuscirono a trovare i resti di un fuoco. Mentre parlottavano tra di loro sul da farsi, una voce uscì da un cespuglio “PSS! PSS! Imbecilli son qui! Non mi vedete?” il cespuglio si mosse e spuntò la faccia di Leslie “Bontà Divina! Ti abbiamo trovata! Esci subito da li dentro che ti voglio abbracciare!” disse Otto.
Leslie si era dipinta il volto di verde terra, aveva foglie infilate tra i capelli che teneva raccolti dietro la nuca. Abito verde scuro e mantellina dello stesso colore con ricamate delle strisce sempre verdi di forma irregolare "Sono stata brava a nascondermi! Lo sapevate che non esiste nessuna magia delle ombre? Gli elfi si camuffano e si occultano con un inganno visivo! Hanno imparato vedendo i Camaleonti! Però sfruttano anche le ombre!” ad Otto e al Pego questa cosa non importava, l’avevano ritrovata, punto; fine… cioè… non era ancor finita.

Quando Leslie venne a sapere di esser stata drogata da Edo, per poco non lo butta giù dal torrione del castello “I colpevoli sono quei due che ti hanno salvato – disse il Pego – ma non ha senso… ti salvano e poi ti drogano? – dando uno sguardo ad Edo – o forse…era una prova… “
“Cosa intendi?”
chiese Edo
“Niente – rispose Pego dopo alcuni secondi – forse il medico avrà sbagliato flacone”
Venne scartata l’idea di andarli a cercare, c’erano troppi impegni da portare avanti; anzi da concludere in fretta. Fortunato si sarebbe recato alla Fortezza e tutti gli altri nelle loro Regioni.
Leslie voleva tornare a casa ma la cosa era assolutamente fuori discussione, figuriamoci se Fortunato l'avrebbe fatta ritornare visto che al Castello c'era il marito di Leslie, ed infatti fu il primo a dire no.
Edo disse che poteva restare con lui, ma Otto e il Pego erano contrari per via del comportamento scorretto di Edo.
Nel Regno non era un buon periodo. Per ristabilirsi completamente Leslie andò a vivere dal Lasi; anche lui viveva sul mare ed era una zona tranquilla. Fortunato salutò l'amata "Appena posso ti raggiungo" e tutti partirono per le loro destinazioni.
Per la cronaca: Leslie perdonò Edo, mentre Otto e il Pego si rifiutarono ancora di stringere la mano ad Edo e tennero ancor in sospeso la vecchia amicizia.

FINALMENTE! Il Lasi fece ritorno al suo castello e con lui c’era Leslie; vi era già stata altre volte. Leslie rifiutò di essere ospite al castello e Pego approvò; doveva restar tranquilla e non restare a corte dove avrebbe subito domande su domande. Si decise per una locanda, la miglior locanda della città.
Anche quì Leslie vi era stata già ospite e si era trovata benissimo. Felice e serena smontò da cavallo, respirò l’aria fresca che sapeva di mare, alzò la testa e lesse l’insegna “Benvenuti da ELMO & FORCHETTA”

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AnnaelSidel

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Da ELMO & FORCHETTA
Lasi aprì la porta e lasciò il passo alla Dama che subito si trovò di fronte la sagoma dell’Oste “Che piacere rivedervi Milady!” lieve chinar del capo con la coda dell’occhio a mirar l’esterno vedendo una carrozza scaricar bagagli; era periodo di bassa stagione e Guglielmo si strofinò le mani e facendo lo gnorri “Vi fermate molto? Spero di sì! Posso darvi la camera che volete, anche alle vostre dame di compagnia, magari vicine… che ne dite? Ho solo altri Quattro ospiti e non ci saranno problemi”. Leslie sorrise “La gentilezza non vi abbandona mai caro oste Guglielmo, prenderò la solita stanza, quella dove si vede il mare e lo sapete benissimo che io non uso circondarmi da Dame di compagnia; al mio castello sì, ma quando viaggio no, lascio le figlie alle loro famiglie”.
Guglielmo e il Lasi si abbracciarono e ricomponendosi “Mio Signore… lieto di rivedervi…” disse il l’oste “Amico mio lascia da parte le formalità, vieni che dobbiamo parlare”.
Lo strano trambusto mattutino attirò Concetta che uscì dalla cucina e vedendo gli ospiti “Per carità Divina! Lady Leslie!” dandosi manate energiche sul vestito alzando una nuvola di farina bianca, si passò le mani tra i capelli lasciando delle strisce bianche, in un lampo invecchiò di 30 anni “Concetta” disse Leslie sorridendo mettendosi a parlar tra di loro in attesa che il Guglielmo e il Lasi si accordassero sul prezzo della stanza.
Lasi; preso in parte l’oste gli disse che Leslie dove star tranquilla ed essere disturbata il meno possibile essendo convalescente da un brutto periodo d’esaurimento nervoso, per quanto riguardava il soggiorno gli disse che la stanza veniva Affittata, il Lasi gli diede un anticipo e la cosa rese felice il Guglielmo “Grazie ma potevi farne a meno, ci saremmo regolati alla fine” cercando di ridar il borsello in cuioio nero, ma il Lasi non ne volle sapere “Tieni, quel che è giusto è giusto, hai detto che ci sono solo altri 4 ospiti, chi sono?”.
Guglielmo disse che erano persone tranquille arrivate da 3 giorni, 4 reduci provenienti dai Regni del Nord che avevano lasciato il loro Regno ed anche a loro aveva affittato le stanze “Non è da te fare una cosa del genere a gente che non conosci… a degli stranieri e come fai a saper che son dei reduci” disse il Lasi; Gugliemo non disse che aveva ricevuto anche da loro un anticipo in piccoli diamanti, disse che tutti e 4 erano dei “Bendati”, 2 uomini e 2 donne.
Il Bendaggio o Fasciatura del corpo viene fatto dagli umani per nascondere o tenere protette le parti del corpo che hanno subito gravi lesioni, come ad esempio il volto sfigurato dalle fiamme, lasciando solo liberi gli occhi e la bocca, ma anche altre parti del corpo: mani, braccia, gambe e piedi. Il Bendaggio viene inteso anche come Rito Religioso Funebre; non più usato dagli umani essendo troppo costoso e sostituito da delle Lenzuola di lino o seta o di cotone, un Rito Arcaico che consisteva nel Fasciare il corpo dei loro defunti, il ritrovamento di antichi luoghi di sepoltura e il ritrovamento dei corpi Fasciati aveva dato origine alla parola “Mummie”.
Questo termine entrò nel gergo del Volgo che lo usò per identificare una persona FERMA che non faceva strada “Sei imbalsamato come una Mummia”

Per quanto riguarda gli elfi il Bendarsi può essere usato per Camuffarsi tra gli umani. Il primo elfo a Bendarsi fu Annael Sidel, già da piccolo; 12/15 anni si copriva il volto con un velo di seta ed usando il Codice di Min; un linguaggio inventato da lui per giocare. A quei tempi gli elfi non avevano il verbo ESSERE, il piccolo elfo andava in giro a domandare agli adulti “Io SONO Min e tu chi Veli?” o Bedi, significava “io sono Min e tu chi sei?” si entra nella Storia Antica, Annael già da piccolo iniziò a far pressione sugli elfi nel tentativo di fargli capire che non erano quelli che i Sovrani VOLEVANO che fossero, erano senza identità e la domanda risultò ESSERE pesante nel complesso ragionamento di un elfo, gli Elfi Scuri assimilarono il concetto solo quando Annael scrisse ISTA QUENDERIN che è il Credo degli Elfi Scuri “IO SONO QUESTO, SONO IN ESSERE, ESITO E SONO UN ELFO SCURO”.
Annael si Bendò quando cacciato dagli Antichi Sovrani con l’accusa di Necromanzia, ritornò tutto bendato di Rosso nei panni del NATH NUR, la Saggia Tela, ed ingannò tutti gli elfi compresa la moglie Tovie che lo nominò consigliere militare. Annael riformò prima l’esercito di Tovie creando i Noss Dagar le unità tattiche di 500 elfi scuri e sulle loro vittorie riformò tutto l’esercito elfico rinunciando a combattere in campo aperto passando all’Arte della Piccola Guerra; per voi umani è la Guerriglia:
NIBEN AUTH, Piccola Guerra.
e per 600 anni guidò gli elfi contro le Serpi Parlanti.

“Ho perso delle conoscenze al Nord - guardando Guglielmo – scusami ma ci sono troppe spie del Drago a 3 teste in giro – sospirando – mi fido del tuo buon senso, comunque io verrò ogni giorno a far compagnia a Leslie, sempre se i miei impegni lo consentiranno, quando sarò assente vorrei esser tranquillo che Leslie è in buona e sicura compagnia, ad esempio con le tue figlie che tra l’altro ancor non vedo”
“Questi 4 hanno pagato un affitto completo, fanno solo colazione nella sala superiore, poi pranzano e cenano in camera, sono molto schivi e riservati, devono aver sofferto parecchio non credo siano pericolosi”.

Leslie e Concetta si era avvicinate e sentendo delle figlie “Sì, dove sono le vostre meravigliose figlie?” chiese Leslie.
Guglielmo e Concetta si fissarono abbastanza seri in viso e lui rispose che essendo in bassa stagione, erano andate ad aiutare i parenti “Lo sapete che la mia famiglia è una tribù” disse il Guglelmo ritrovando un piccolo e forzato sorriso. Per Lasi fu un colpo al cuore, ritornare dopo tanto tempo e venire a sapere che le figlie erano assenti ma non fu l’unico a restarci male. Intanto il Guglielmo gli stava raccontando quello che lui sapeva nei confronti dei 4 ospiti.
 

AnnaelSidel

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ANALESSI (flashback)
10 giorni prima gli elfi erano giunti nelle vicinanze della città del Lasi. Annael optò per una Bendatura dei volti: Lui, Laitale, Rauco e Sanya, che camuffati da umani si sarebbero recati alla Locanda per indagare su queste “strane figlie dell’oste” basandosi su quel poco raccontato da Leslie su di loro.
Intanto va fatto notare che a non tutti gli elfi viene consentito di Camuffarsi da Umani, serve un vero e proprio addestramento perché non è così facile fingersi umani specialmente per gli elfi.
Non è un problema di lingue; gli elfi tutti conoscono tutte le lingue umane, è un problema di comportamento, di modi, di movimenti e di posture; gli elfi non possono dire bugie e questo include il fatto che faticano a Fingersi altre persone; per evitare tutto questo si potrebbe usare un “Controllo Mentale” tramite le Magie e gli Incantesimi ad esempio senza Calcar la Mano basterebbe un Incantesimo che appartiene alla MACHTA (manipolazione). Non è consigliabile andare in giro a lanciare Fatture a tutti gli umani per non farsi scoprire; a parte che una legge di Annael lo vieta, anche se la mente umana non è allenata o preparata e cede subito e facilmente alle Fatture, con il tempo anche nella mente dell’Uomo subentra una Difesa Inconscia. Il discorso è ampio e dovrebbe essere trattato a parte, nel caso rivolgetevi sempre ad Hunien Sidel per domande.
Gli elfi che possono vivere camuffati tra gli umani sono pochi, i 4 Sidel sopra citati non hanno problemi.
Dopo essersi Bendati e caricati di borsoni da viaggio, indossato vesti umane e preso la via che portava in città subentrò il secondo problema: il NOSS DAGOR.
Il NOSS DAGOR è un Clan da battaglia, ma il termine significa anche FAMIGLIA.
Un Noss è formato da 500 elfi; 499 + 1 il CONUI NOSS DAGOR, il Comandante.
Troverete altri dettagli
QUI
e
QUI

Mettendo a parte il discorso di assoluta fedeltà tra gli elfi, qui il problema era Annael.
Tutti i 499 elfi scuri che appartenevano al Noss Dagor di Rauco che aveva lasciato il comando ad Annael, appena Annael si mosse gli andarono dietro e si rifiutarono di eseguire l’ordine dato da Annael di restare fermi. La Carel Conui (Vice Comandante) del Noss di Rauco era ORELINDE FALME, vi ricordate che i Falme hanno giurato fedeltà alla Casata dei Sidel, Orelinde era anche lei una Sidel.
“Sire – disse Orelinde – non possiamo restare così lontani, il perimetro di protezione al Sovrano è di 200 metri, la città è ancora lontana” era impensabile che Annael se ne andava in città e loro dovevano restar lontani. Camuffare 499 elfi era impossibile.
Annael provò a convincerli usando persino la sua Voce Incantatrice, sparò anche qualche bugia ma nessuno cedette, provò addirittura a far valere l’autorità Assolutista di Sovrano e lì i 499 elfi scuri ebbero quell’attimo di ascolto e smarrimento, appena Annael fece 10 metri, si voltò e li vide tutti dietro alle sue spalle.
Dopo 7 giorni venne trovato un compromesso:
Perimetro di Protezione al Sovrano tra i 100 e 50 metri, unità che si sarebbero occupati della protezione 100 elfi [100 o 200 elfi si chiama HARAN] 1 Haran con al Comando Orelinde si camuffò da umani per restare nei paraggi della locanda, giornalmente avrebbe inviato rapporti al resto del Noss Dagor nascosto nel bosco vicino e che sarebbe restato nel perimetro protettivo tra i 200 e 300 metri; 300 metri per un elfo erano una sciocchezza, in pochi secondi sarebbero piombati in difesa del Sovrano. In caso di pericolo: di giorno sarebbe sventolato il vessillo di Annael, di notte la classica freccia infuocata. Contenti tutti; è dura fare il Rè… i 4 Sidel arrivarono in città e si presentarono alla Locanda di Guglielmo come appunto Reduci dei Regni del Sud, affittarono 2 stanze; 1 per i gemelli di Laitale, Rauco e Sanya, 1 ovviamente per Annael e Laitale.
I Sidel erano arrivati alla locanda per indagare sulle 3 figlie di Guglielmo e di Concetta: Zuppella, Melanzina e Mirtilla. Inizialmente Guglielmo e Concetta scambiarono i Bendati per Malati Pestilenziali, Annael gli fece notare che le vesti di tal malati erano diverse; solitamente una tunica intera bianca o un lenzuolo che copriva l'intera figura con dei nodi in testa, sulle mani e sui piedi le bende e sui nidi venivano cuciti dei campanellini. Pagarono con un anticipo in piccoli diamanti. La mattina dopo fecero colazione nel salone al primo piano; quello riservato ai clienti della locanda. Arrivò Concetta con la colazione: latte, pan imburrato, marmellate, miele, biscotti, frutta fresca e tanta altra roba. Gli elfi scartarono uova e fettine di carne, tracannarono il latte e ne chiesero dell’altro, anche il miele venne subito finito e Concetta ne portò dell’altro “Beati loro… avranno perso i denti e non hanno problemi di carie!” si era sbagliata perchè i 4 ospiti avevano bellissimi denti e li sentì masticar la frutta fresca.
La colazione era finita, gli ospiti scesero nel salone principale e andarono al bancone dove chiesero della Birra Scura, Guglielmo fu costretto ad andare nella dispensa a prendeer un barilotto e quando passò dalla cucina borbottò alla moglie intenta a preparare il pane come ogni mattina "Genti del Nord! Prima si bevono 8 litri di latte e adesso che non son neppure le 9 si bevono 8 litri di birra scura! Mi ero scordato della lor tradizione di Colazione del Campione! Montanari! Beoni!”

L’idea era di pranzare e cenare nel locale principale per indagare e vedere bene queste 3 figlie dell’oste, quando seppero che non c’erano e Gugliemo gli disse che sarebbero rientrate a giorni, pagarono per pranzo e cena nella camera di Annael per 4 persone visto che la colazione non rientrava nel servizio in camera.
Prima di tornare nel presente, vi rendiamo note alcune cose:
Laitale non usò nessuna MANIPOLAZIONE mentale contro Guglielmo e Concetta, perché secondo Annael i due umani potevano conoscere o riconoscere le magie; Guglielmo sapeva l’antica Lingua Umana Imperiale e c’erano passi e trattati di magia, per non far saltare la copertura Umana Annael decise di non rischiare.
Per camuffare 100 elfi da umani; quelli che dovevano passeggiare o sostare nei pressi della locanda, vennero ovviamente scelti i più adatti con l’ordine di fare gli indifferenti, passare per cittadini in visita… e già Annael incrociò le dita, essendo che si erano portati solo abiti per i 4 Sidel, gli elfi “rubarono” di notte in giro per la campagna 100 abiti umani… mi assumo la responsabilità e vi assicuro che verranno di certo restituiti… è dura fare il Rè degli Elfi Scuri.
Conclusa Analessi si torna nel PRESENTE.
 

AnnaelSidel

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Lasi salutò Leslie “Non ti assicuro nulla ma domani mattina facciamo un giro in città, ora la puoi vedere con calma – poi rivolto a Gugliemo – noi siamo a posto? Tutto chiaro?”
“Servo vostro!”

Annael era seduto sulla comoda poltrona immerso nei suoi pensieri, Laitale distesa sul letto con le mani giunte e gli occhi a fissar il soffitto di legno, Rauco e Sanya erano seduti sul divano.
Rauco e Sanya Sidel, sono famosi per essere letali assassini, più bravi degli due gemelli Narwain e Aranel, figli mezzelfi di Min Sidel e Leslie Vasburg.
Rauco e Sanya sono l’unico ricordo di Laitale del marito Narmo, morto nella fatale battaglia contro l’Imperatore. Laitale era rimasta orfana durante il Lungo Viaggio degli elfi e fa parte degli orfani salvati dalla Casata dei Sidel, venne adottata da Luthien. Dalla madre imparò la magia dell’incanto e del controllo della mente, poi divenne un allieva della zia Hunien e da lei imparò la magia del dominio della mente, la magia delle cure e alcune basi di magia oscura. Alla morte di Narmo, Laitale cadde nella disperazione, ogni volta che vedeva i gemelli gli ricordavano l’amato marito. Laitale iniziò ad odiare i gemelli e diverse volte venne fermata nei suoi tentativi di ucciderli. I gemelli gli furono portati via e vennero affidati a Luthien.
Da adulti vennero affascinati da Hunien, ma Hunien non recluta e non insegna nulla ai maschi e prese con se solo la Bella Sanya. Sanya insegnò a Rauco di nascosto tutte le magie che gli stava insegnando Hunien. Quando Annael affidò a Sanya il comando di un Noss Dagor si fece avanti anche il gemello, dimostrando la stessa capacità, Annael diede anche a lui il comando di un Noss Dagor. Laitale era ormai sulla via del non ritorno, più volte tentò di togliersi la vita, ma lo sguardo di Annael proiettato nel suo futuro, bloccò e anticipò tutti i suoi tentativi “Come fai a vedermi? Tu non puoi vedere nei tuoi affetti!” gli disse lei e lui “Questo è ciò che credono gli elfi ed i Sidel, io posso mentire” Laitale diventò l’allieva di Annael e lui la scaraventò nell’abisso della Morgul. Secoli dopo Laitale e con fatica riabbracciò i gemelli e la famiglia tornò unita. Sanya e Rauco con i loro Noss Dagor:
CERCH DAE [Falce dell’Ombra] Rauco
CERCH FAER [Falce Mortale] Sanya
Coprono in fianco sinistro e destro del Noss Dagor della madre:
BAL [Angoscia]

La stanza era nel silenzio totale quando la bassa voce di Laitale disse “Abbiamo un problema… la mia mente ha percepito la presenza di Leslie”.
A questo punto il Bendarsi fu dunque una decisione saggia, non c’era il rischio che Leslie li avrebbe riconosciuti come i medici della Radura: Ivan e Laura; Laitale guardò Annael ed ebbe il sospetto che Lui avesse già visto tutto questo, con Rauco che chiese alla madre come mai avesse percepito la presenza dell’umana “Ehm… riguardo alla radura – disse Laitale – mi sono permessa di mettere qualche fattura, magia, incantesimo su Leslie… nulla di serio” ed elencò le magie e gli incantesimi e concluse con “Ci sarebbe anche la fattura del Sangue del Padrone…” a bassa voce tenendo lo sguardo sugli altri “MADRE!” disse Sanya portandosi le mani sulla faccia e diventando ancor più bianca altro non disse. Già si intuisce che si tratta di qualcosa di pericoloso. Questa fattura fa parte della SERCE che significa SANGUE. E’ una tra le più potenti fatture Necromanti. La vittima “ubbidisce alla Padrona” quando il suo olfatto percepisce l’odore del sangue della Fattucchiera e manda alla mente un segnale di riconoscimento; la vittima è del tutto ignara e inconsciamente inizia a seguire il suo padrone. Appartiene alla Morgul; Magia Nera. Non dobbiamo scordarci che Leslie da quando ha lasciato la Radura è stata colpita ed è ancora nella più potente fattura di Annael: LA RETE DEL DISTURBO.
Annael si mise la mano sulla fronte è borbottò qualcosa “Lo so… ho sbagliato e scusa se non ti ho detto niente, non pensavo di rividere così presto Leslie e comunque potrebbe tornarci comoda” disse Laitale ed Annael replicò “Il problema è che io ho dato una pozione al suo amico, se per caso l’avrà usata – pausa – tra polvere e fatture abbiamo praticamente sconvolto la mente di Leslie” Laitale andò verso di lui seria e arrabbiata “La colpa è anche tua! Anche tu non dici nulla! – sospirando e guardando fuori vedendo la carrozza ripartire e un Cavaliere salire a cavallo e sparire – bisogna toglierli tutte le fatture… e dobbiamo vedere a che punto è la sua mente”
Leslie; ignara, saliva le scale ed entrò nella sua stanza, aprì le finestre e vide il mare, ebbe un brividio e decise di buttarsi sul letto a riposare.

La mattina seguente Leslie si era svegliata prestissimo e si era accomodata al tavolo per la colazione, sentì rumori di porte aprirsi e chiudersi e passi sul corridoio di legno e spuntarono i 4 ospiti “Buon giorno a voi – alzandosi – Lady Leslie, lieta di conoscervi, prego se volete sedervi con me e far colazione insieme” Leslie non ci credeva, ma quando mai aveva dato tutta sta confidenza a degli emeriti sconosciuti?
“Certamente, grazie” disse Laitale.
La colazione si fece nell’assoluto silenzio e nessun parlò finchè non scesero di sotto ed aprendo la porta della locanda si ritrovarono di fronte il Lasi con la sua bella veste da Cavaliere e con tanto di drappello di guardie, fu allora che Leslie ritrovò il dono della parola “Lasi, ti presento…” accorgendosi di non conoscere ancora i nomi degli stranieri. Pausa imbarazzante rotta dalla voce di Annael “Molto lieti Milord, grazie d’averci accolti in questa splendida città in riva al mare – lieve piegar del capo - lei lei è UMA – indicando Sanya – lui è NIGU – indicando Rauco – io sono ASTAF e lei è ESTE” indicando per ultima Laitale.
Lasi strinse le mani presentandosi, andò ad abbracciare Leslie chiedendo se tutto era a posto etc etc e poi curioso e sospettoso si buttò sugli sconosciuti sparando una serie di domande.
Gli rispose Astaf cortesemente; Annael inventò tutta una storia nella speranza di ricordarsi in futuro visto che ogni tanto perdeva la memoria… gli Elfi Scuri conosco ogni filo d’erba del Nord, e il luogo in cui arrivarono dal loro Lungo Viaggio e da un certo punto di vista il Nord è sempre stato considerato come TERRITORIO DEGLI ELFI, al lungo l’hanno difeso, perso e riconquistato, quindi per Annael fu facile andare a ripescare antiche battaglie combattute al fianco degli umani e il Lasi fu felice di aver nella sua città reduci del loro stampo, veterani di tante battaglie, talmente impegnato a sentir il racconto di Annael che sparò una sequenza di bugia a raffica inventando nomi di Lord, il Lasi non che Leslie era decisamente stralunata, si era impalata a fissare la bendata di nome Este. La mattinata come dicono gli umani, volò via, tanto che nel pomeriggio si decise di proseguire con la conoscenza, e accadde una cosa che Leslie non ci fece caso. Voleva comprarsi un altro abito e chiese il parere di Este, lei gli rispose che non era adatto alla sua figura, Leslie riconsegnò l’abito dicendo “Se non piace alla mia padrona, non piace neppure a me” ad Annael vennero i brividi e come detto, Leslie non si rese conto di aver detto quelle parole.

Una volta in camera e tolte le bende, Annael fissò Laitale “Non guardarmi così… lo so… e tu sai che non posso toglierli la fattura, poi anche tu! Ma che nomi dai? UMA, NIGU, ASTAF, ESTE… UMANI GUASTA FESTE te lo potevi pure risparmiare!”

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AnnaelSidel

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Gita in barca al Tempio delle Ere
Erano passati 28 giorni dal loro arrivo alla locanda e delle 3 figlie di Guglielmo non si vedeva manco l’ombra. Annael; noto per la sua Eterna pazienza, facendo finta di niente chiese a Guglielmo notizie delle figlie “Sento sempre parlar di loro da Lady Leslie” l’oste rispose che mancava poco al loro ritorno; ripetendo una frase già sentita. Annael ebbe il sospetto che anche l’oste non tenesse conto del tempo, ma data la sua stazza e quella della consorte era impossibile che discendevano da stirpi elfiche o mezzelfiche.
Lasi era sempre impegnato al Castello e praticamente non si vide più. Leslie si trovava bene con i 4 ospiti; aveva iniziato a chiamarli simpaticamente Mummie ed ovviamente aveva imparato e riconoscerli nonostante erano bendati; i due fratelli erano leggermente più bassi di Asfat ed Este ed essendo gemelli erano praticamente inseparabili, erano anche molto più agili ma molto più silenziosi rispetto ad Astaf ed Este che un giorno si presentarono con un lungo bastone da passeggio. Faceva tantissime passeggiate con loro, il più delle volte le faceva solo in compagnia delle due donne Uma ed Este perché ogni volta che c’era da camminare Asfat si lamentava sempre e si scusava dicendo d’aver l’artrite alle ginocchia, per farlo smuovere la distanza doveva esser breve o con poche salite. Furono giorni in cui si verificarono delle strane cose, ad esempio un giorno Leslie si trovò con Sanya a passeggiare sulla spiaggia; già fu strano che non ci fosse il fratello Nigu, Sanya gli propose un bagno e Leslie fece notare che non era ancora stagione e si accontentarono di entrare in mare fino alle ginocchia, Sanya si tirò su le maniche e Leslie notò che le braccia non erano bruciate, altra cosa che notò “L’acqua è ancora gelata come fai a non aver la pelle d’oca?” chiese a Sanya e lei gli rispose che era abituata alle temperature del Nord. Leslie aveva ripreso a dormire bene peccato che non si ricordava i sogni, aveva ripreso a mangiare rimettendo su i chili persi per colpa dello stress e della depressione, grazie anche alla buona cucina di Concetta e di Guglielmo.
La locanda si riempiva solo la sera o durante i fine settimana e Leslie aveva convinto le Mummie di non pranzare e cenare più in camera; anche per risparmiar denaro sull’affitto, loro accettarono di cuore e la sera tennero sempre prenotato un tavolo in disparte per via della questione delle Bende che avrebbe potuto dar a Guglielmo dei problemi e che comunque avrebbe incuriosito troppo le persone mentre loro; compresa Leslie, volevano starsene in pace lontano da possibili chiacchiere in cui anche il Lasi si sarebbe trovato invischiato. Leslie comprese benissimo e del resto lei stessa non poteva negare che la lontana da chiacchiere e da problemi l’aveva rasserenata; l’arrivismo dei Lord e la loro invidia che finiva sempre in una guerra tra di loro, la Ribellione e la ricerca di una Alleanza, la Fortezza, gli amici e persino Fortunato erano così distanti per non dire che erano del tutto scomparsi dai suoi pensieri.
Ogni tanto chiedeva alle Mummie di raccontargli qualcosa del loro passato, ma erano restii e lei per rispetto non fece altre domande; l’unica cosa fu appunto quella di venir a conoscenza che Uma e Nigo gli dissero di essere due gemelli, mentre Astaf ed Este erano due buoni amici e tra lor quattro non vi era nessuna parentela ma solo quell’amicizia fraterna che si crea nel combattere fianco a fianco per uscir sempre illesi dalla guerra.
C’è da dire che per tenere controllata Leslie, Laitale doveva concentrarsi di più, e per questo fu costretta a Riposarsi oltre il dovuto in modo che quando Leslie gli era vicina il suo sangue non venisse catturato dalla mente di Leslie e doveva anche concentrarsi sulle parole che a lei rivolgeva; in 21 giorni Leslie la chiamò "Padrona" 4 volte e l’ultima volta sembrò quasi rendersene conto. Altro fatto fu quello legato ai due libri di Leslie che sempre si portava nella sacca, un giorno erano in riva al mare e Astaf chiese se poteva vederne uno “Certo Astaf, magari riesci a tradurre altre pagine” disse Leslie che solitamente non dava questi due libri con tanta semplicità, lei fece spallucce e diede il libro Blu nelle mani di Astaf. Sarà stata l’aria di mare, sarà stato che appena vede qualcosa di elfico Annael si perde via, girò una pagina e buttando subito lo sguardo sulle delle lettere
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“Decisamente tutto sbagliato, qui proprio la grammatica è inesistente… poi notizie false” disse Annael e subito “Sai leggere quelle lettere?! Vai avanti!” disse Leslie. Este che era lontana ma non tanto lontana per l’udito elfico in compagnia dei suoi figli, commentò lor a bassa voce “Mai perde occasione di star zitto!… che aveva detto? Meglio che vado io così non succedono disastri…poi si lamenta della figlia – chiuse gli occhi concentrandosi e poi rivolta a Leslie – io avrei una certa fame che ne dite di uno spuntino?” Leslie tolse; strappò subito il libro dalle mani di Astaf si alzò in piedi e andò al fianco di Laitale “IO! Anch’io ho una certa fame Padrona!” e fu la 5 volta che lo disse e questa volta guardò verso Este con la faccia preoccupata. Passarono altri 20 giorni e alle loro passeggiate o quando giravano per le vie della città, ad essere assente fu Este; e Leslie sempre chiedeva come mai, preoccupata che stesse male, il suo posto venne preso da Astaf.
Un giorno bello di Sole che iniziava a mostrar l’arrivo della Primavera, Leslie notò che lui era scalzo “Astaf vi siete scordato le scarpe?” chiese lei sorridendo, lui si fermò e con voce bassa e tranquilla rispose appoggiandosi al bastone
“Sono un disadattato
non sembro appartenere a nessun posto
nessun gruppo che ho incontrato mi ha voluto
Ho pochi amici il resto di loro mi ha sempre detestato
Sono un estraneo
Riluttante... ad adattarmi agli ideali superficiali
Alle regole che sempre son come le scarpe strette che pizzicano
ho scelto di andare a piedi nudi
attraverso frammenti frastagliati delle Vostre verità
Vorrei poter tornare al mio nido sicuro
nascondermi da questo mondo crudele
troppo a lungo mi son bruciate le ali
per colpa di creature ostili
ho raccolto le lor ceneri trasformandole in sorrisi
larghi e stretti che mostro con dolci sottigliezze
Sto bene… son due semplici parole che tengono incantate la verità
e mi tengono protetto dai Predatori che sempre bramano il mio sangue
Ed anche tu devi imparar a rimaner forte
giorno dopo giorno
in attesa che qualcuno noti
quel tuo sorriso dolce che nasconde l’universo di complessità e dolore
che ti trascini nel cuore
io vedo giorni che passano e tu vedrai che nulla sembra cambiare
vedo giorni in cui non sorriderai
lo farai per mostrar una facciata
ma ricorda sempre Leslie
il Vuoto non sarà mai un Mondo dove poter fuggire
è nei momenti peggiori che diventiam Stelle!
Sta a noi bruciare o brillar per sempre! An ui!”

Per Leslie fu “Umano” prendere il braccio di Astaf, fu il cuore a farlo e con voce commossa “Ti avevo solo chiesto delle scarpe… bellissima Astaf, non sapevo fossi un poeta”
“Infatti non lo sono, ho smesso presto con la scuola, intreccio fili di parole come un ragno fa con la ragnatela”

Sanya tirò il braccio del fratello “Prendi il nonno e portalo via subito! Ma subito! Era meglio se veniva nostra madre! Io distraggo Leslie” Sanya per scherzare prese il libro dalle mani di Leslie “Prendimi!” e lei gli corse dietro ridendo “Ladra!” e Rauco portò via Annael.
Memore di questo una sera alla Locanda si ritrovarono vicino al camino; gli avventori se ne erano andati e Leslie invitò a sedersi in lor compagnia anche Guglielmo e Concetta “Venite, vi offro un boccale di birra” i due accettarono e stanchi dalla lunga giornata posarono i loro sederoni sulle sedie di legno; che dallo scricchiolio non sembrano molto contente “Grazie mille Lady Leslie ma offre la casa” disse l’oste sentendo sulla schiena lo sguardo assassino della consorte che subito tolse prendendo la mano del marito “A me una tisana… la birra ingrassa ed io son già abbastanza larga…” ad occuparsi dell’ordinazione fu la sorella di Concetta che dopo aver portato il beveraggio portò anche due vassoi che gli avanzi della giornata; dolcetti, pan dolce, frutta e poi andò via salutando tutti quanti. Le quattro Mummie ingollarono la birra in un fiato e Guglielmo dovette alzarsi per il secondo giro borbottando al bancone “Gente del Nord! Montanari! Beoni! Ho dovuto ordinar solo per loro cisterne di birra scura! Con quello che mi costa!” tornando al tavolo e pensando all’anticipo che aveva avuto in diamanti riprese subito il sorriso; a parte le sue considerazioni, i quattro erano delle bravissime persone e poi mai lamentarsi di chi a lungo aveva combattuto in trincea, pensieri che gli entrano in mente e che fecero puntar su di lui lo sguardo magnetico di colei che si chiamava Este al punto che lui diventò rosso e imbarazzato e a salvarlo arrivò la voce di Leslie “Asfat, fateci sentire una poesia della buona notte o magari un vostro racconto”
 
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AnnaelSidel

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Postilla: “L’INCANTESIMO DELLE STIRPI”
Dovete sapere che tra la stirpe degli elfi e quella umana esiste questo Incantesimo; il nome lo abbiamo dato noi Elfi Scuri perché non tutte le stirpi elfiche ne sono soggette. E’ noto che alcune stirpi elfiche NON sopportano gli umani, tollerano la loro presenza ma li GIUDICANO sempre; e male, per i loro DIFETTI:

> mortali e quindi imperfetti
> nati dopo gli elfi
> linguaggi dal suono orrendo per le orecchie elfiche

la loro compagnia è da evitare già solo per i tre punti elencati sopra, evitando altri Giudizi che tanto per gli umani non ne vale la pena, Sono così e moriranno così.
Per queste stirpi gli UMANI sono tutti UGUALI, non esistono umani con valori differenti, sotto sotto saranno sempre tutti uguali, nessun di lor ECCELLE in perfezione, in profonde conoscenze, mai nessuno ha quello spirito puro e geniale.
Eliminate queste stirpi elfiche; già si è consigliato di non frequentarle, ci sono le stirpi che con gli umani hanno una via di mezzo… non dicono che amano tantissimo la loro presenza ma li considerano in grado di compiere qualsiasi cosa, spinti dalla loro VOLONTA’ sia di far del BENE o del MALE. Sulla VOLONTA’; in elfico si dice ANIRAD, ci sarebbe d’aprir altro argomento, dico solo che gli elfi a differenza degli umani hanno meno o son meno spinti dalla VOLONTA’, gli elfi non hanno una particolare volontà nel; ad esempio, cambiar le cose perché le cose intorno a loro non cambiano e se cambiano non intervengo per la volontà di farlo ma perché sono costretti a farlo. Discorso lungo.
Le stirpi elfiche a cui piace interagire con gli umani e non li GIUDICANO mai, e che stanno piacevolmente in loro compagnia; una stirpe è quella degli elfi SCURI, sono soggette a quello che noi Scuri abbiamo chiamato INCANTESIMO delle STIRPI. Solitamente colpisce in percentuale maggiore i MASCHI ELFI, dato che le elfe sono completamente diverse dalle femmine umane. Le stirpi sono ATTRATTE e restano entrambe INCANTATE anche quando si viene a creare una profonda conoscenza, in questo caso è una evidente DIVERSITA’ che attira e che mai allontana, è quasi una RICERCA della reciproca compagnia e quando questo si viene a creare elfi e umani si dividono tutto, gioie e dolori, lottano e muoiono fianco al fianco sacrificando la vita uno per gli altri e noi elfi sappiamo che costa tantissimo questo gesto agli umani, vivono insieme e si amano. Riguardo all’amore le femmine elfe sono in percentuale meno o poco attratte dai maschi umani; razionali e contemplative come le lor pari umane, già sanno dei difetti dei lor maschi non vanno a prendersi i difetti dei maschi umani, in amore un elfo non concepisce il tradimento; questo è in generale, mentre l’umano può essere soggetto al TRADIRE e a MENTIRE per coprirlo. Va detto che sarebbe molto raro che un maschio umano tradirebbe un elfa proprio per colpa dell’Incanto che ha colpito il suo cuore.
Questo Incanto diventa talmente forte che può portare; questo vale solo per gli umani, a COMPORTASI come l’altra stirpe; NOTATE che non è stato scritto IMITARE l’altra stirpe, l’umano inizia ad aver un COMPORTAMENTO ELFICO e non si sforza per ottenerlo gli viene NATURALE. Lo Spirito o se per dirla da umano, l’anima diventa ELFICA e ripeto, non vi è nessuna FORZATURA da parte nostra è la libera e naturale VOLONTA’ dell’uomo e questi casi sono RARISSIMI e l’INCANTESIMO può essere talmente forte che l’umano colpito arrivi al punto di sentirsi immortale!
Per noi elfi non avviene, possiamo CAMUFFARCI da umani e IMITARE i loro comportamenti e modi di fare, ma; con tutto l’amore che abbiamo per voi ci è proprio impossibile che l’INCANTESIMO ci colpisca così forte da farci PER SEMPRE comportarci da umani. Può essere che dipenda dal fatto che gli elfi hanno una profonda conoscenza dell’ESSERE mentre gli umani barcollano e cedono; forse troppo spesso, sul loro ESSERE… il loro ESSERE è costantemente attaccato e le loro difese a volte son troppo deboli e li vedi spesso fermi a chiedersi chi sono? Dove vado? Per colpa di altri… abbiamo rinunciato a studiare gli umani… troppo complicati… sanno benissimo chi sono, cosa vogliono fare e dove stanno andando... spesso invidiano l’umano che sarà ricordato per sempre mentre di loro non resterà alcun ricordo… mai cadere in questo errore, tutti saremo ricordati da qualcuno per sempre, in fondo l’eroe o lo scienziato compie un sol gesto nella sua vita e lascia la traccia o la scia di una cometa mentre altri di gesta meno eroiche ne compiono più d’una al giorno senza rendersene conto e senza esser visti e complimentati, ed invece sono stelle che brilleranno per sempre.

Astaf chiuse gli occhi mentre Laitale incrociò le dita cercando anche d’entrare nella mente di Annael per dirli di non far pazzie ma la Voce Incantatrice dell’elfo gli era già entrata nelle orecchie
“Narrerò un racconto di noi genti del Nord, il racconto di una antica creatura che vagava in una foresta nascondendosi da un'ombra all'altra, silenziosa come un sussurro tra gli alberi con gli occhi logorati dal tempo e un cuore svuotato come un pozzo di pietra abbandonato… antica creatura predatrice era una minaccia in quella grande foresta incantata che sola percorreva e così spesso buttava l’occhio nei villaggi più vicini e guardava i bambini correre felici… coperta dalla sua grande ombra… si rese conto; forse per il fatto di non poter essere amata e madre premurosa della sua prole, di provar profondo affetto per quelle piccole creature che avrebbe potuto mangiarne trenta in un sol boccone! Amore… sì… la creatura comprese che amava quelle piccole creature ed iniziò a seguirli quando spavaldi entravano nella grande foresta e muovevano per gioco i lor piccoli passi o corsette veloci lungo gli stretti sentieri, e lei protetta dalla sua grande ombre li tenne protetti, scacciò le bestie che volevano mangiarli, uccise le bestie che bramavano lo spensierato sangue innocente… la creatura impose la sua legge nella grande foresta incantata! Nessuno doveva toccare quei bambini! Le bestie si unirono tra loro con l’intenzione di ucciderla e lei non catturò quei pensieri, spinta da amor sincero iniziò a lasciar e procurò del cibo a questi poveri bambini e tanto era il suo amore che a volte si scordava di proteggersi nella sua grande ombra ed i bambini si accorsero della sua forma… narrarono nei villaggi che nella foresta vi era una creatura buona che gli dava da mangiare e che rendeva i lor giochi più belli e spensierati, che li teneva al sicuro dai grandi Lupi perché tutti se li mangiava… invece la Creatura dal tanto amore si era denutrita sebbene era ancor radiosa, ma la luce della Luna metteva in evidenza la sua pelle rovinata e si rese conto che faticava a nascondersi nella sua grande ombra persino durante la notte… era un notte d’Autunno quando un fulmine perseguitò la terra ed altri ne seguirono per far capir il loro dominio scoppiettante in quella che fu una lunga e tremenda notte, un colpo singolare abbattè l’Antica Creatura… le bestie la colpirono improvvisamente ma lei fece ricorso a tutte le sue forze! Grande in magnifico e Antico Splendore esplose la Creatura! Ruggì mostrando i denti ed il suo enorme Potere! e la sua voce fece tremar la Luna “IO SON LA PADRONA! VOI NON SIETE NULLA!” La lotta durò tutta la notte e uccise tutte le bestie che inquinavano la grande foresta incantata e ferita mortalmente andò strisciando ai margini delle foresta e vide un villaggio… anima vecchia e dolorante ecco cos’era diventata… un terrore Oscuro incapace di muoversi, e vide la morte… chiuse gli occhi e la sua anima contorta accolse l’oblio con un debole piagnucolio di disperazione mentre i primi raggi dell'alba si rivelavano agli abitanti, e furono i bambini a vederla in terra e subito andaron di corsa verso l’Antica Creatura i loro cuori innocenti capirono subito che era lei colei che tanto li aveva protetti, curati, sfamati e amati… e mentre i bambini stavano vicini attenti a non entrar con i loro piedi bianchi in quella pozza di sangue nero, lei aprì gli occhi per guardarli per l’ultima volta e l’immaginò grandi, adulti di un domani che lei Immortale non avrebbe più visto e quante cose avrebbe potuto far con loro… amarli finchè vecchi non si sarebbero spenti sotto la sua Grande Ombra, ed era lì ad aspettar si sentir tirar le corde degli archi ma invece vide il fuoco di un gran falò, vide arrivar cibo e acqua e delicatamente iniziarono a curare le sue ferite e cucirono una grossa coperta, ENORME! Per coprire tutta la sua forma e tenerla al riparo… e lei non riusciva a crederci a questo destino inaspettato ed il suo cuor contorto si frantumò, la sua voce cambiò, il suo sguardo cambiò e tutti imparò a riconoscerli e iniziò a chiamarli per nome, tutti… perché per lei vennero tutti gli abitanti degli altri villaggi e tutti le fornirono protezione… e venne il giorno che quei bambini diventarono adulti e senza paura andavano ad accarezzare l’Antica Creatura e lei diede loro il consenso di salire sulla sua enorme schiena e nei giorni condivisero storie e ricordi da tramandare alle generazioni future e su tutte, tutto l'affetto accumulato nelle loro giovani anime di un tempo mai dimenticato che aveva riempito il cuore dell’Antica Creatura fino a tracimare e quando guarita aprì le sue enormi ali per volar via il suo cuore la fermò… tutti li conosceva per nome, gli aveva visti crescere ed altri bambini erano sotto la sua Grande Ombra e fu in quel giorno, un caldo giorno d’Estate che togliendosi la coperta disse con la sua dolcissima nuova voce, resterò con voi… vi amo tutti… non potrei restar senza i miei amati Elfi” concluse Annael e sulla parola elfi si prese un calcio allo stinco da parte di Laitale.
 

AnnaelSidel

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Concetta e Guglielmo; comprensibile, se la stavo ronfando alla grande, ceduti per la stanchezza o forse per colpa Voce Incantatrice di Annael che se vien caricata troppo di magia può causare questo effetto sugli umani. Concetta aprì gli occhi e diede un colpo al Guglielmo che si asciugò la bavetta alle labbra e sonnolenti salutarono e andarono a dormire. I quattro presero le scale mentre Leslie stava ancora seduta “Leslie?” disse Laitale e l’umana si alzò lenta “Non ho mai pianto così tanto… meravigliosa… un giorno mi porterete al Nord vero?” e portando lo sguardo sui quattro si rese conto che vi era qualcosa di strano e nessuno gli rispose e questo silenzio gli ricordava qualcosa.
Laitale una volta in camera e stesa sul letto “Dobbiamo andarcene… l’incantesimo delle stirpi inizia a farsi vedere… anche i gemelli si stanno affezionando troppo a Leslie, Concetta e Guglielmo… possiamo aspettare il ritorno delle figlie nascosti nel bosco, gli elfi camuffati da cittadini ci verranno ad avvisare – vedendo Annael fermo alla finestra – comunque… è sempre bello sentire la storia della nostra Grande Amica, l’avrei rivista volentieri… ma mi stai sentendo?”
Lui andò verso di lei e sedendosi sul letto “Può essere che hai ragione… ma può essere che io ho visto qualcosa… lo sguardo inizia ad aprirsi mia cara” e lei portando le braccia al collo dell’elfo “Ah si? – sorridendo – la notte è lunga e me ne possiamo parlare, cosa che non farai… conoscendoti… ed inoltre mentiresti ed io non mi rendei conto… ergo che a questo punto si potrebbe pensar di far altro… che ne pensa il Sovrano?” “Penso che nella tua follia Ombrosa ogni tanto hai geniali idee” e la baciò.

Finalmente si ripresentò il Lasi con una bellissima iniziativa, un tale al porto gli aveva venduto una mappa della zona con disegnata sopra una grande “X” in rosso “L’ho pagata un braccio ed una gamba! Ma son curioso di vedere di cosa si tratta, per me questa X è un tesoro!”.

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Il luogo segnato era locato nella piccola penisola proprio di fronte alla città di Lasi, fece la proposta di andarci in barca “Serviranno dei giorni, ci porteremo dietro tutto l’occorrente, sapete… ho sempre visto quella penisola dal terrazzo del mio castello, è nelle mie terre eppure non ci sono mai stato, andiamo!” praticamente l’iniziativa del Lasi era un buttarsi alla cieca all’avventura.

Ora… Annael è un Sovrano elfico, gli elfi scuri sono di natura nomadi, camminano chilometri senza mai stancarsi, Annael aveva in qualche modo regolamento il nomadismo elfico in epoche remote ed alla fine l’aveva vietato, nessun elfo poteva lasciare la città nascosta di Ire Loissea. A parte la giusta motivazione, Annael è sempre stato un poltrone, poco incline a camminare per lunghi tratti, anche se si trattava di camminar per boschi; cosa che rende un elfo felice. Annael ama farsi portare, non da un cavallo, ma da una barca e il Lasi stava proponendo un tragitto in mare e all’elfo brillarono gli occhi.

A parte la poltroneria del Sovrano Elfico, il problema; serio, era un altro: Leslie. Leslie non muoveva un passo senza il permesso di Laitale, Leslie stava palesemente manifestato un servilismo nei confronti della femmina bendata di nome Este. La vicinanza tra la Padrona e la Serva rendeva la fattura sempre più forte; toglierla era impossibile, si dovevano verificare le stesse condizioni di quando era stata lanciata, ovvero; se non ricordate: far addormentare Leslie, essere sottoposta al Potere di Annael e farla risvegliare, oppure Laitale se ne doveva andare di nascosto altrimenti Leslie le sarebbe corsa dietro. L’effetto della Polvere Bianca era del tutto scomparso, Leslie si era rimessa completamente; diciamo che il sangue si era purificato, però questa stranezza interiore gli era rimasta e tenete a mente che secondo quanto detto da Laitale e confermato da Annael, Leslie ha una Predisposizione alla Magia.

Intanto il Lasi si era già eccitato per questa gitarella fuori porta e stava raccontando una vicenda che gli era successa, che riguardava il suo senso dell’orientamento, praticamente aveva perso la strada in un campo aperto in pieno giorno; Rauco e Sanya tennero a fatica la risata, gli elfi hanno un senso dell’orientamento enorme, al di là della conoscenza umana, l’uomo intanto continuava “Solo in montagna non mi perdo mai, per tornare a casa basta scendere!” facendo una risata. Confortante.

L’idea di raggiungere questa penisola vicina non era affatto male; una notte avrebbero potuto far addormentare Leslie ed il Lasi, avendo il tempo necessario per permettere a Laitale di togliere la fattura, dissero al Lasi che per loro andava bene, però… agli elfi non piace molto quel lato umano di Buttarsi all’avventura perché al 90% gli umani finivano sempre nel ritrovarsi nei guai o in qualche impiccio, del tipo perdere la strada. Forse giovani elfi avrebbero subito accettato ma Annael non era più un elfo giovincello, praticamente non muove un unghia se non è tutto organizzato, è un Programmatore e Calcolatore. Annael disse al Lasi che andava bene ma la gita doveva organizzarla bene e che lui; inteso l’umano Asfat sarebbe stato a capo della spedizione visto che lui; il Lasi, solitamente perdeva la strada.

Il Lasi lo guardò e disse “Capisco che voi siete veterani di tante guerre e reduci di una atroce battaglia che ha sfigurato i vostri volti, ma le mie terre sono sicure e non serve far una Spedizione… c’è differenza da una gita, non le avete mai fatte da ragazzo?” a questo punto intervenne Laitale, parlò con Leslie e lei convinse il Lasi, tutto questo perché agli elfi serviva tempo: “Perché?”. Vi siete scordati del Noss Dagor, se Annael andava in mare per raggiungere la sponda opposta i 100 elfi l’avrebbero seguito e come spieghi 100 barche in mare? Si sarebbe potuto navigar di notte ma gli umani navigano solo di giorno. Quella notte Annael li raggiunse e faticò a lungo perché appena seppero di questa gita fuori porta andarono subito in ansia, avrebbero seguito il Sovrano a nuoto! Alla fine; per farla anche breve, non è che possiamo continuar a riempir pagine sulle problematiche e paranoie eterne degli elfi, che possono interessare o no…Annael riuscì a convincere i 100 elfi scuri giusto in tempo per il giorno della partenza.

Lasi aveva fatto le cose per bene, proprio come gli aveva consigliato Astaf. Sul molo erano legate due barche, nella prima presero posto: Astaf, Este, il Lasi e le tende, nella seconda presero posto: Uma, Nigu, Leslie e le vivande. I Sidel fecero il giro delle barche, passarono la mano sullo scafo, toccarono le corde e “sentirono il legno”; Lasi pensò ad un modo di dire delle genti del Nord che aveva fama di essere abili marinai. Tolti gli ormeggi, le prue presero le onde; Annael e Rauco che erano i timonieri si guardarono, e in quello sguardo si era accessa la scintilla della sfida; agli elfi piace sfidarsi in amichevoli scaramucce. Non dissero una parola, ma nei loro occhi si leggeva “Facciamo a chi arriva prima!”.
Nonostante sia il Lord di una città in riva al mare, il Lasi non è uomo di mare e per la cronaca non sa neppure stare almeno a galla, sul fondo arriverebbe prima lui che un mattone pieno. Se la cosa vi sembra strana vi diciamo subito che non lo è, i Cavalieri che seguono il Codice Cavalleresco hanno la Spada nel cuore e l’arma si usa sulla Terre Ferma e la sanno usare molto bene. I Cavalieri sono dunque più legati all’elemento Terra e nelle cronache vi erano scritte alcune tragedie di Cavalieri annegati nei fiumi; anche per colpa della pesante armatura, ma soprattutto perché pochi di loro sapevano restar a galla.
 
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AnnaelSidel

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“Prendete la scotta di dritta Lord Lasi” disse Astaf, e lui “Sarebbe quale corda?” toccando le corde a caso. Astaf lasciò il timone, rapido gli fu accanto “Quella corda è una manovra fissa! Prendi questa, è una manovra corrente! - tornò subito al timone e vedendo il Lord ancora in confusione – facciamo che non toccate nulla, sedete da qualche parte” mentre sull’altra barca Leslie si stava dando da fare e sorrideva con il vento tra i capelli
La vela prese il vento, Asfat sapeva il fatto suo e sparò una serie di termini marinareschi verso Este che rispose allo stesso modo “Vedo le onde! A dritta 40° gradi! Vedi che l’ha s’increspano? È un vento teso che darà velocità! Vai così… così… ancora… POGGIA ORA! POGGIA! VIA COSI’! aspetta che ti chiamo la virata” la barca prese velocità. Annael e Laitale dovevano competere contro Rauco e Sanya; essendo Gemelli avevano un’intesa perfetta e potevano contare anche su Leslie decisamente più sveglia e vogliosa d’imparare rispetto al Lasi che iniziò a sentire un leggero risucchio allo stomaco.
Rauco e Sanya virarono di dritta e finirono davanti alla barca di Annael e Laitale
“Bene sorella! Vela gonfia e gli stiamo rubando il vento!”
disse Rauco e lei rispose “Pronto che ti chiamo la strambata!” Si ebbe l’impressione che le barche “volavano sulle onde” si sentivano le corde vibrare e “cantare” ed il legname faceva da controcanto con un suono basso, arrivarono i delfini che saltavano da tutte le parti, e cantavano felici; i delfini avevano riconosciuto subito gli elfi. Leslie per vederli meglio andò a sdraiarsi a prua. Rauco e Sanya stavano prendendo sempre più velocità ed allora Laitale ci mise lo zampino “Avvicinati più che puoi, vira a tribordo, voglio che Leslie senta bene la mia voce” quando le barche furono abbastanza vicine “Leslie che aspetti? Non li senti i delfini? Dicono di andare a nuotare con loro! Buttati mia cara!” Leslie si alzò “Hai ragione Padrona!”; e 6… tuffandosi. “Donna in mare!” rivolta ai gemelli mentre il Lasi stava cercando disperato il freno della barca come se fosse una carrozza per andar in aiuto all’amica.
Sanya si tuffò in acqua e subito venne circondata dai delfini che le diedero aiuto a recuperare Leslie che se la rideva come una pazza.
La penisola non era disabitata; era parte delle terre del Lasi, dopo una breve sosta nel villaggio di pescatori; dove Leslie ebbe modo di cambiarsi ed indossare un abito del villaggio. La penisola di fronte alla città era molto diversa in tutti gli aspetti, anche i paesani erano molto più alla mano e simpatici di coloro che vivevano in città. Non c’erano gli edifici levigati e fortificati della città, i paesini erano capanne con il tetto di paglia, pescatori, contadini, cittadini regolari che avevano lasciato la città e si erano trasferiti sulla penisola preferendo la pesca e l’agricoltura e contribuivano al sostentamento della città. L’abbigliamento erano gonnellini e pantaloncini di tela, maglie colorate comode e leggere; cappellini e veli sulla testa, alla vita portavano una cintura con gli attrezzi da lavoro. Sulla costa il clima era caldo e umido, belle spiagge di sabbia bianca con un mare cristallino. Lasciata la costa iniziarono a salire verso l’entro terra; il clima divendò leggermente più freddo e videro le zone agricole e di bestiame, il Cavalier Lasi si era sistemato bene, ottime terre e brave persone. Avanzarono verso l’interno; alla guida si erano messi Rauco e Sanya. Il paesaggio cambiò; i villaggi che punteggiavano la costa sparirono ed iniziarono a presentarsi gli alberi di alto fusto, iniziarono a comparire le prime paludi e alla fine si ritrovarono in una vera e propria giungla, con la fauna locale incuriosita dal gruppo. Aumentarono il passo, Leslie notò delle farfalle volare intorno alla testa di Astaf; se la rise, poi notò delle api volare intorno alla testa di Uma ed ancora se la rise, poi vide un corvo volare alto e planare verso Este, che scioccando le dita evitò che il corvo si adaggiasse sulla sua spalla; Leslie non se la rise.

Verso sera arrivarono alla meta, un campetto rialzato proprio nel centro di una zona paludosa
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La zona era in una posizione molto protetta nell’entro terra. Le 5 forme a cerchio erano ormai quasi distrutte forse un tempo vi avevano trovato posto delle statua nel loro centro; visti i resti di marmo, al loro posto c’erano adesso delle grosse piante. I muretti di pietra che componevano i cerchi erano rimasti in piedi, in alcune parti erano invece crollati. Il cerchio più a Nord era intatto e dalla vicina roccia sgorgava l’acqua, si era creata una specie di vasca dove nuotavano rane e rospi, poco vicino sulla sua destra si videro delle mattonelle; sicuramente un antico sentiero lastricato che conduceva ancor più nel fitto della giungla e si potevano vedere ancora i resti di un cancello “Forse un tempo l’intera zona era protetta da un muro di cinta, domani scaveremo per trovare il tesoro!” disse il Lasi ridendo. Il gruppetto passò una allegra serata; Leslie era felice della traversata, del bagno e dei delfini ed anche della lunga camminata. Lasi; Cavalier di Acquisale era intento a far partir la brace, a torso nudo, con una benda legata intorno alla testa, a far aria con un ventaglio posticcio fatto di foglie di palma e dopo tutta la fatica venne a sapere che i 4 Reduci non mangiavano carne ed anche Leslie non volle carne “Strano… le costine ti son sempre piaciute” disse il Lasi buttando nello stomaco quasi 1 chilo di carne. Leslie e Lasi si coricarono e si addormentarono, i Sidel si coricarono e restarono svegli.
Laitale teneva la testa sulla spalla di Annael “Quanti anni son passati? 5.000? riconosci questo posto?”
Annael sospirò “Il tesoro non è sepolto, il Tesoro è questo… è un Tempio delle Ere, da tempo immemorabile si trova qui, questa costa si chiamava la Costa delle Divinità, chissà come la chiamano ora, ma credo che l’umano non lo sappia e spero che domani non ci faccia scavare tutta la zona convinto di trovar qualche forziere”.
“Credo che Leslie stia dormendo profondamente, passiamo al piano?”
disse Rauco.
Annael si grattò il mento “Un attimo… non immaginavo di ritrovarmi un Tempio delle Ere ancora in piedi”
“In piedi? Ma è tutto distrutto”
disse Sanya ed Annael a risponderle “Eh no, quella base di marmo è ancora in piedi, rischio troppo se entro nei sogni di Leslie in questo luogo, sotto quella base potrei Risvegliare i sogni di qualcuno che mi conosce… può essere che qualcuno avrà già percepito la nostra Aura, non dobbiamo restar qui a lungo” pensieroso “Quindi?” chiese Rauco
“Non so… direi di lasciar perdere, mi limiterò a vigilare… vedremo, ed inoltre…” pausa lunga
“Ed inoltre cosa?” chiese Laitale
“Il segno sulla mappa… riflette bene, cosa vi ricorda?” a queste parole i 3 cambiarono espressione
“Gli umani indicano con una X un luogo dove si nasconde qualcosa – disse Laitale - il punto finale… la X è la lettera iniziale della Xunlai”

“Esiste ancora?!”
disse Rauco
“Una coincidenza forse” disse Sanya
“Non so… forse sarebbe ora di puntare il mio sguardo Altrove” disse Annael.

Leslie si girò sul fianco destro e continuò il suo dolce dormire e sognò.
 
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AnnaelSidel

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“MUOVITI!” urlò una voce alle sue spalle, si voltò e vide una fila di persone “Allora l’ha davanti ci muoviamo o no? Il Cancello si è aperto vediamo di andare avanti che non abbiamo tanto tempo”. Donne, Uomini, bambini, stavano tutti in fila, tra le braccia tenevano cesti, o vasi, piccoli forzieri, oppure i neonati. La fila gli ricordò molto una processione.
Leslie venne spinta dalla folla, passò il Cancello e si ritrovò all’interno. C’erano 5 cerchi di pietra, ognuno di loro al centro aveva una statua alta più di 5 metri in marmo bianco. La gente stava in ginocchio vicino ai muretti di pietra, altri mettevano offerte, altri in piedi con la testa bassa e tra le dita tenevano intrecciato un cordone bianco e con dei nodi.
Altri stesero dei tappeti e si sdraiarono a terra allargando le braccia e le gambe e si fecero ricoprire la testa da un velo nero. Su un palchetto vi era quello che le sembrò un Sacerdote; l’unico vestito bene, nel suo vestito lungo e bianco, con la gente che gli metteva del cibo e vestiti ai suoi piedi “Oggi è la festa dei 5 Dei” disse una voce e si guardò in giro per cercarla e notò che la statua a Nord era più alta delle altre e l’istinto la fece andar verso di lei. Sentì un profumo di dolci, a pochi passi dal cerchio bianco di marmo dove al centro c’era la statua, vide una bancherella dove stavano friggendo delle frittelle “Scusatemi – disse Leslie – come si chiama questo posto? E perché questa statua non ha il muretto di pietre?” e tornò a girarsi verso la statua. Era sicura di aver fatto la domanda all’uomo che stava friggendo quando ritornò con lo sguardo, non era più un uomo ma una donna che aveva già visto e subito la riconobbe “HUNIEN? Che cos…come fai…ad essere qui?” L’elfa la prese per mano e la portò lontano dal cerchio bianco di marmo. “Potrei farti io la stessa domanda, cosa ci fai tu qui? Non puoi aver memorie di questo posto così come lo vedi ora, lo stai vedendo com’era anni e anni addietro!”
“Non capisco”
“Leslie non è tuo questo sogno! È suo! Suo e della sua fedele Complice Cornacchia!”
“Lui? lui chi? E come fai ad essere qui?”
“Lui, lui! Sta cercando i nemici con il Suo Potere! sta usando lo sguardo lungimirante! Il ragno è a caccia! Sta tessendo la tela! Tu non dovresti essere qui! Io ci sono per colpa sua! Sempre sono nella sua ragnatela! Nella sua mente!”

Leslie ebbe un fremito di gelo, una ventata gelata gli era arrivata sulle spalle. Dal cancello stava entrando una nube di nebbia e tutta la gente era sparita, anche Hunien era sparita. Tutto si era fatto silenzio. Sentì nitrire ed arrivare un cavallo, sul cancello apparì un cavaliere. Il mantello era tutto lacerato e quando scese da cavallo e lo lasciò cadere a terra, la sua faccia era un teschio. Tutta la figura era spaventosa, uno scheletro senza gambe che sfluttuava nell’aria. Andò e si fermò vicino al cerchio di marmo bianco. Le orbite vuote cercavano qualcosa, passò lo sguardo su Leslie rimasta ferma per la paura “Resta ferma – disse una voce – non può vederti, non vede i mortali” ci saranno stati meno di 3 metri tra lo scheletro e Leslie.
Era senza gambe ma il movimento che fece era l’atto di inginocchiarsi, restando a mezz’aria.
Disse qualcosa, la statua di marmo diventò d’oro e comparve uno spettro.
Non aveva volto, al posto vi era una luce centrale verde; anche lo Spettro volteggiava nell’aria, mise la mano sulla testa del cavaliere ed entrambi sparirono.
“Che razza di sogno è questo? Dove mi trovo?”
“Può essere… che lo sia un sogno… - disse la voce - se lo è non dovresti aver paura, non è reale, eppure tremi… raggiungi il cerchio Leslie e fai la stessa cosa”
“Cioè? Mettermi in ginocchio? E poi? Ma che posto è? È come l’altra volta!”
“I sogni non si possono spiegare, è il mondo dell’irreale, potresti essere entrata nel sogno di un’altro… vai al cerchio, inginocchiati, ascolta la mia Voce! Devo vedere!”
Leslie andò ma le sembrò di sentire ancora la voce di Hunien che le diceva di non farlo “Non è possibile entrare nei sogni di un’altra persona!” guardando la statua.
La voce tornò a parlare: “Non sono ancora a caccia di nemici… può essere… che lo sia… sempre il nemico mi cerca, segui sempre la mia voce… la statua raffigura il Dio della Morte”

Leslie si mise in ginocchio davanti alla grande statua “Ed ora che dovrei dire?” sentendo delle mani sulle spalle. Girò ed alzò la testa “Annael! il Rè!”.
“Silenzio umana, non dir una parola - Annael parlò verso la statua - non ho un nome, non ho un passato, sto cercando la via nascosta del Lord piangente appena entrato, che si mostri il mietitore degli Eroi!”

Lo spettro comparve, Annael lasciò le spalle di Leslie facendo un passo indietro, lo spettro volteggiò davanti a Leslie, gli mise una mano sulla testa e sentì la voce di Annael “E’ solo un sogno ma ricordalo perché dove andrai io non posso seguirti” e tutto sparì. Era ferma su un sentiero, vide un villaggio sotto le montagne, vide uomini entrare in una caverna sotto le montagne, vide dei panni stesi. Passi sul sentiero, vide un soldato; sarà stato alto oltre 2 metri, l’armatura era tutta d’oro e quando le passò al fianco lo sentì dire “Ero un grande guerriero una volta, ho dato la mia vita per difendere il Muro!” Leslie disse quello che le parve normale di dire in un sogno, perché era cosciente di essere in un sogno “Mi dispiace…” il guerriero fermò il passo, si voltò e disse “No Dama, il dispiacere no! MAI! Darò sempre la mia vita per difendere il Bene dal Male! Darei la mia vita per Voi, darei la vita per salvarne un'altra! il Dispiacere non mi appartiene! Che gli Dei siano con te! Se essi vivono ancora”. Leslie chiuse gli occhi e pensò “E’ un sogno! Svegliati! Svegliati! Mi ordino di svegliarmi!”

Madre? Sei tu?”

Aprì gli occhi, il guerriero era sparito e nello stesso punto si trovò di fronte ad una ragazza Madre…? No… non sono tua madre”
Madre ho avuto paura che non ti avrei mai più rivista”
“Mi spiace ma questo è un sogno… mi dispiace ragazza… io non ti ho mai vista e… no aspetta, mi ricordi qualcuna, possibile che ti conosca?... basta! Basta! Non so come la mia mente possa creare tutto questo! Di un luogo che non ho mai visto!”
“Ci sono ancora minacce per le nostre terre? Io e altri coraggiosi guerrieri stiamo facendo quello che possiamo, ho saputo da Hunien che dimenticheremo tutto… io non voglio scordarmi di te”
“Hunien? È qui? Dove? Chiamala! Chiama lei! Lei potrà aiutare tue e due!”
Madre questo non è un combattimento che posso abbandonare…quando tutto questo… Tormento… sarà finito io ti prometto che tornerò… che il futuro ti sia Luminoso! Ti amo madre!”
“BASTAAAAAA!”


Leslie aprì gli occhi, la notte era rotta dal gracidare delle rane e dal ronfare del Lasi. Era stanca e riprese subito sonno.

“Ho fatto uno strano sogno” disse la mattina seguente mentre vedeva il Lasi preparar la colazione
“Sì? Raccontalo”
“Non mi ricordo, eppure dovrei ricordarlo… – guardandosi intorno – dove sono gli altri?”
“Son qui vicino, sono andati in cerca di frutta”
vedendo la donna avvicinarsi “Lasi tu mi sei amico vero?”

Lui fu sorpreso ma lo sguardo di Leslie non era bello “Certo – posandole le mani sulle spalle – Leslie, dimmi… lo sai che la mia spada è al tuo servizio” Leslie sospirò “Non so… quei 4 hanno qualcosa che…”
“Sicura? Ci vai molto d’accordo ma le Spie nemiche sono molto abili”
“No… non so… zitto che sta tornando la padrona!”
e 7… vedendo Leslie andarsi a sedere accanto al fuoco
“Ma… come… padrona? – sorridendo verso i quattro – ah! Eccovi! Trovata la frutta?”
Laitale si avvicinò ad Annael, a bassa voce “Patetica recita umana, guarda la sua faccia, Leslie si sta ribellando alla fattura e deve avergli detto qualcosa o agiamo subito o sarà peggio”
 

AnnaelSidel

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Erano passati 2 giorni dalla gita alla penisola. Le figlie dell’oste non erano ancora tornare, la sorpresa fu che Leslie stava partendo per tornare a casa. Leslie salì sulla carrozza mandatagli dal Lasi insieme ad un drappello armato che avrebbe scortata fino alle sue terre. Il cocchiere stava aspettando l’ordine ed invece Leslie uscì dalla carrozza e guardò verso la finestra della stanza di Este. Non sapeva neppure lei il perché ma aveva un desiderio di salire e di abbracciarla “Non posso andare via senza salutare la Padrona” e 8…
Sbuffò “Solo un salutino… mi vuol bene la Padrona” e 9…
“Calma, risali sulla carrozza Leslie dai forza - restò ferma 1 minuto e poi - arrivo Padrona!”
e 10.

Laitale percepì i pensieri di Leslie “Presto mettiamo le bende! Leslie sta salendo qui!”

Leslie sentiva il sangue bollire, andò di corsa verso la porta della locanda aprendola con forza, dall’altra parte sentì un grido e si ritrovò una ragazza caduta per terra. Leslie si scusò, fece per aiutare la ragazza a rialzarsi, ma restò paralizzata a fissarla. La cuffia bianca sulla testa che teneva raccolti i capelli era volata via, dalle ciocche vicino alle orecchie spuntarono le punte “Ma… che? Sei una figlia dell’oste… scusami, non ricordo chi sei delle tre… ma un attimo! NO!!! TU SEI UN ELFA! NON PUO’ ESSERE! sei la ragazza del sogno!”.
La ragazza tornò in piedi con un colpo di reni, diede una spallata a Leslie e corse via. Leslie si tirò su il lungo vestito per correrle dietro “Fermati!” la ragazza si girò; non disse nulla, aumentò il passo. I soldati videro la scena e non sapevano che fare “Fermi voi! Torno subito! Ci penso io e mia Padrona!” togliendosi le scarpe andò di corsa verso il posto dove era andata la ragazza. La ragazza iniziò a correre e correva più di lei, prese una via che portava fuori dalla città ritrovandosi in un campo, corse e saltò agilmente una staccionata per andare verso il bosco vicino.
Nella stanza degli elfi “Leslie è in pericolo! – disse Laitale – Non è salita più! Rauco, Sanya fate il giro dall’altra parte!” ed uscirono veloci dalla stanza.

Leslie arrivò alla staccionata, la sagoma della ragazza era lontana “NON TI SERVE SCAPPARE! LO DIRO’ ALLA PADRONA!” e non la vide più. China a riprender fiato appoggiata alla staccionata, la ragazza fuggita gli arrivò alle spalle e la fece cadere, Leslie tornò veloce in piedi “Come hai fatto… ad esser così veloce…” la ragazza era ferma di fronte a lei, la mano destra chiusa a pugno emanava un colore viola. Parlò, ma Leslie non capì nulla, cercò invece il pugnale dietro il vestito “Ti ho vista in un sogno, sei una delle figlie dell’oste non ricordo il tuo nome, chi sei?” estraendo ed impugnando il pugnale.
La ragazza non sembrò per nulla intimorita, fece un passo verso di lei “Io son Zuppella e tu sei morta!” alzò il pugno e aprì la mano, pronta a lanciare la magia.
“Sorpresa! Chi abbiamo qui? Una delle figlie dell’oste?” l’aura viola sulla mano della ragazza si spense, la voce era quella di Nigu “Magia mezzelfa, molto antica… nulla può far contro un elfo, da dove spunti fuori? A terra in ginocchio, non ti farò del male” era comparso alle spalle della ragazza e gli aveva afferrato il polso.
Nigu, sentì una presenza alle sue spalle ma fu troppo tardi, tra la Terza e Quarta vertebra cervicale sentii il freddo acciaio della punta di una spada “lasciala! Chi sei tu?”.
La voce era maschile; molto giovanile il timbro. Indossava un’armatura d’argento e d’argento era la maschera che ricopriva la sua faccia “Lasciala ho detto!” con un tono più convinto “Curulum! Assassino nero umano in grado di cogliere di sorpresa e di uccidere anche un elfo, ma io non son mai solo! sorella!” Uma arrivò come un fulmine, con un bastone fece volar via l’elmo, con la gamba destra andò in presa e fece uno sgambetto, lo sconosciuto si ritrovò a terra con la testa tra le gambe di una donna bendata “Ma sei un ragazzo! - disse Sanya - Sogni d'oro bimbo caro! benarrivato tra gli adulti!" e lo stordì con un pugno.
“Ma io lo conosco! – disse Leslie – l’ho già visto! Si chiama Rik! – vedendo arrivare anche Este gli andò incontro - Padrona! Sei qui! Ho trovato gli elfi! Sta succedendo di tutto ed io non capisco niente! Viene che ti facc...” e non disse altro, Laitale gli coprì gli occhi “No gioia, son mezzelfi ma ora la Padrona dice Dormi” e Leslie perse i sensi.
 
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AnnaelSidel

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Rik
Sottotitolo: “Lord Edoberto Avete Un Attimo?”

“Alla Locanda AL TRUFFATORE; tra 8 giorni, ore 8 di sera, chiedi di Jenn Valefield”
Così c’era scritto sul biglietto che venne fatto in mille pezzi e buttato fuori bordo mentre la nave stava attraccando in porto. Erano passati anni, ma l’alfabeto militare del Nord se lo ricordava benissimo. Era un giorno come un altro nelle Regioni del Nord, il solito Sole invernale; di quello che a guardarlo pare che scaldi ma invece è solo una palla gialla luminosa, appesa in un cielo azzurro, appena visibile per via di quel sottile e setoso velo grigio dato dalle nuvole, un Sole che porta il desiderio di calore. La nave era arrivata nel porto di una delle più importanti città del Nord; magnifica da sembrar la Capitale del Regno, ma invece non lo era affatto. Era sita in un tipico fiordo del Nord, dove silenzio e solitudine regnano, rotti solo dai venti freddi che scendono dalle montagne. I marinai gettarono le cime sul molo. L’uomo fermo sul ponte della nave; quello che aveva fatto in mille pezzi il biglietto, venne raggiunto da un altro uomo che strofinandosi le mani alitandoci sopra disse “Resto dell’idea che non stiamo facendo una cosa buona”. L’altro non rispose, prese la passerella e scese dalla nave seguito subito dall’amico. Quando i piedi toccarono il lastricato del molo, tirò su con il naso. Gli occhi erano lucidi e rossi e l’amico nel vederlo “Commosso?” e dovette aspettar un po’ per la risposta “Ne ho validi motivi amico mio… in questo momento mi par di ritornare a casa; anche se non ricordo nulla di questo posto, non vi era questa magnifica città ma solo qualche baracca di legno ed era difficile trovar riparo dal gelo! Andavi in branda e le coperte erano un stoccafisso gelato! Si dormiva seduti per terra! Schiena contro schiena! Negli inverni più rigidi qui ti si congelano anche i pensieri! Li puoi prendere ed appendere alla finestra! Ma Si! potrei dir che… mi sento come se fossi tornato a casa! E questo posto freddo mi sta scaldando il cuore!”. “Molto poetico! Non te l’ho chiesto, quanto sei stato in questi Regni?”.

“Arrivai qui da ragazzo! Non avevo ancora completato l’accademia militare! Ero spavaldo! Con quella forza dentro di voler cambiare le cose! Avevo saputo delle storie dei Guerrieri del Nord! Ne restai colpito! Sono sempre stato convinto che è qui che i veri guerrieri vengono forgiati! Qui s’impara il vero cameratismo! Tutti uniti sempre! Sei pensi di far tutto da solo, appena entri nella foresta dopo 10 passi sei già morto! Lupi, orsi! Anche l’alce è un pericolo! Ricordo che per abbattere un orso eravamo in 6! E 2 non si rialzarono più!” e mentre continuava a raccontare, mosse i passi verso la locanda del porto seguito dal suo amico. Il giorno seguente visitarono la città e i dintorni. Due giorni dopo; alla sera si recarono all’appuntamento “Il nome non è di buon auspicio… Al Truffatore” disse l’amico mentre l’altro afferrò la maniglia, l’abbassò e mise piede nel locale.
L’ambiente era tutto di buon legno scuro stagionato, lavorato bene; la città aveva nel legname la risorsa primaria del suo commercio. C’era un enorme camino circolare proprio nel centro della locanda, sul fuoco un pentolone di rame che lascia un profumo di Vin Caldo con un aroma di arancio e chiodi di garofano; c’erano dei piccoli bicchieri di rame ed un mestolo, il primo bicchiere veniva sempre dato in omaggio a tutti; gradita cortesia che scaldava le ossa ed i muscoli dei cittadini o dei viandanti congelati.
L’abbigliamento era ovviamente adatto al clima; pelli d’orso, pelli di animale, pellicciotti, manicotti, colbacchi con paraorecchie, stivali in pelle.
Gli uomini avevano grandi barbe lunghe e baffoni, con la faccia tagliata dal gelo. Le guerriere parevano uomini… non avevano la barba! Pelle chiarissima da fantasmi, capelli biondi tutti raccolti in trecce; in testa un elmetto con il bordo in pelliccia ed una pelliccia scalda collo che teneva protetta la gola; ovvio… anche le donne del Nord dovevano tutelare la loro voce per urlare dietro ai mariti buzzurri ed ubriaconi e rimetterli in carreggiata. Se avete presente la descrizione di Concetta; la moglie ostessa di Guglielmo, queste donne ci andavano molto vicino.
Non scendiamo nei dettagli che poi dicono che gli elfi stanno a guardar tutto; a parte che si guarda ciò che piace… restando nel normale e senza scendere nel volgare, le signore del loco avevano un seno non indifferente; tanto per far paragoni le elfe non vanno mai oltre la 4° misura… qui di mele e pere poca roba ma di meloni che ballavano ne vedevi in quantità; è tipico delle zone fredde che ci siano accumuli di carne… dipende anche da madre natura che è perfetta e non sbaglia mai “Figlia mia sei sei tanta, avrai tanto, e tanto divertimento a chi ti si piglia!” la Natura non sbaglia mai è inutile contestarla.

Una piccola orchestrina cercava di farsi sentire, ma i suoni di risate, urla, rutti! E peti… erano i dominatori sonori assoluti dell’ambiente; una Lord fece un rutto che fece vibrare i baffi del marito, il quale ne fu molto felice e se la baciò tutta quanta! Immancabile sui tavoli i barilotti di birra. L’amico chiese all’altro “Ma c’è una festa in corso?” e l’altro lo spinse dentro dicendo “No, normalissima attività serale di gruppo, se ci fosse stata una festa l’avremmo sentita a 100 metri da qui! E non saremmo riusciti neppure ad entrare!”
Gli raccontò che li era tradizione che le feste si facevano in piazza; erano tutti legati da parentele, e una locanda non poteva contenere tutta quella folla; cioè… diciamo che nessun locandiere si prendeva il rischio di vedersi distrutta la locanda ma una Mandria di persone. Quindi feste di compleanno, ricorrenze etc. etc. venivano fatte in piazza sotto un grande tendone, veniva portata la cucina da campo e gli osti facevano a turno per dar da mangiare; un contratto di prezzo fisso stabilito tra le parti, evitando di farsi concorrenza.
Preso il gradito omaggio, i due andarono a sedersi e subito arrivò l’oste “Buona sera stranieri! Cosa vi porto?” con quell’accento tipico Nordico ed elencò tutti i piatti. La risposta fu “Stiamo cercando Jenn… Jenn Valefield”. L’oste chiese il perché la stavano cercando e la risposta fu “Abbiamo del Grano da vendere, siamo venuti per quello, e non per altro” l’oste annuì e andò via, passati 5 minuti ritornò “Prego da questa parte”.
Andarono verso il bagno, entrarono nella porta a destra con la scritta “DISPENSA” e si ritrovarono nella stanza piena di ogni ben di Dio; il POLMONE della locanda; la cucina è il CUORE. L’oste andò verso l’angolo destro, spostò alcuni sacchi e comparve sul pavimento un anello in corda; era la maniglia di una botola ben nascosta. L’oste gli indicò di scendere e chiuse la botola. La stanzetta aveva una finestrella ed era illuminata da un candelabro appeso. C’erano 2 soldati che gli fecero depositare tutte le armi sul tavolino; furono perquisiti ed infine varcano un’altra porta.
La stanza non aveva né sedie, né tavoli e ne finestre; sarà stata 3 metri per 3 metri, forse meno. L’aria era contata e non si poteva restare tanto. Una donna ed un ragazzo biondo li stavano aspettando.
“Lui è Rik, vi lascio alle vostre discussioni, avete 10 minuti” disse la donna; tirò fuori dalla tasca una piccola clessidra, la mise sul pavimento, la sabbia fine iniziò a scendere e lei uscì.
 

AnnaelSidel

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Il ragazzo parlò subito “Siete interessanti ad entrare nel Ministero della Luce?”
“Voglio sapere altri dettagli sono anni che sono interessato e non mi arrivano né risposte né spiegazioni, comprendo la segretezza ma vorrei almeno delle risposte, puoi darmi tutte le risposte che cerco? Io cercavo una donna comunque e non un ragazzo”.

Il Ministero della Luce era considerato “legale” ed aveva regolare autorizzazione, nella maggior parte dei Regni del Nord; era considerato una Società che aiutava gli Afflitti; i bisognosi. Se nel Nord era stato considerato Legale, in altri Regni veniva considerato una SETTA; vi erano fascicoli di indagini, anche delle querele e delle denunce già depositate, alcuni membri erano stati arrestati; vi erano processi in corso. Nessuno fece mai un nome, i membri potevano essere chiunque e di qualsiasi stato sociale, un anonimato che era sempre sotto attacchi e critiche. Si diceva che la Setta obbligava i membri al culto della Dea della Gloria. Il ragazzo disse che lui faceva da tramite; che era ancora presto per incontrare Jeann Valefield.
Lui si occupava di trovare avvocati, notai, tutta la questione burocratica e penale del Ministero; un lavoro decisamente difficile per un ragazzo, ma ovviamente dietro di lui vi erano personaggi più importanti e venne facile associarli ai Lord e alle Lady “Sono un Intermediario, un Mediatore, svolgo anche dei Mandati, ma non sono propriamente un Reclutatore. Mi serve un passaggio ed un buona copertura per il vostro Regno, documenti falsi, permessi, denaro, se mi farete questa cortesia; una mano lava l’altra ed entrambi lavano la faccia, al prossimo incontro incontrerete le persone che vi faranno entrare nel Ministero”

“Cortesia o ricatto? Come ho detto ho fatto questo lungo viaggio per incontrare una Dama e non un Reclutatore – pausa fissandolo – voi dite di non esserlo ma a me par il contrario, riguardo alla richiesta la mia città è troppo controllata dovrei rivolgermi ad altri”

“Nessuna cortesia e ricatto, forse è una prova, non so con chi avete preso accordi ma funziona in questo modo, fatemi entrare tranquillo nel vostro Regno, il Ministero mantiene sempre la sua parola”

“Potrei dirti che stò già cambiando idea, restiamo d’accordo che ti farò avere un messaggio”

“Come vuoi, sapete se nel vostro Regno ci sono persone che seguono il culto dei Luminosi?”

“Di chi?”

“Elfi, ci stiamo interessando a loro come sta facendo l’Allenza Orientale che vi ha invaso”


Facendo cenno di no con il capo, strinsero la mano al ragazzo ed i due amici lasciarono la stanza ed il Regno del Nord.
Sulla nave che li stava riportando a casa “Santissimo cielo! Io mi tiro fuori, non voglio entrare in una Setta, una Setta che adora creature delle fiabe! Non voglio ritrovarmi in qualche strano rito! Seguiranno anche la teoria del Gran Complotto… che il Mondo non è tondo ma piatto… che sotto di noi c’è un Regno Enorme che scende fino nell’antro più buio… caverne e tunnel lunghi chilometri, stanze enormi! Cretinerie che si usano in Accademia per far spaventare le Allieve e portartele a letto! No assolutamente mi tiro fuori da tutto questo, da questo Mondo di Iniziati, Gran maestri! Sacerdoti e che altro… e poi dopo che succede? ti rechi ad un incontro segreto di questo Ministero e se dici no? se è un segreto, deve restare tale, e per tenerlo tale ti eliminano? E poi… prendi accordi e ti trovi un ragazzino…ma non scherziamo!“ e andò avanti con la pletora.

“Hai finito? Sei libero di far quello che vuoi, la domanda è, stai combattendo per cosa? Per la tua libertà? Per la libertà di altri? Non si capisce più niente! Sono stanco di guerre che scoppiano senza motivazioni, dovrei fare il Lord, promuovere i valori di libertà, di coscienza ed espressione! Promuove l’educazione, le relazioni e le espressioni sociali e culturali! Interessarmi al bene della mia gente!”

“I Supremi Lord fanno di tutto per rendere il loro regno migliore! Sei tu che hai preso una visione distorta, non puoi salire oltre, tranne che perdi la dignità e ti metti a fare il verme! Contentati del tuo castello, del borgo e delle tue terre! Non sei mai stato un arrivista ed ora ti vorresti metter con queste persone!”

“Senti amico mio, lasciamo stare… non ci capiamo… i Supremi Lord… orrendo! Non c’è nulla di Supremo in loro! Comunque ognuno è libero di pensare ciò che vuole… riguardo il ragazzino, è vero, come cervello dovrà ancora crescere ed imparar ad usar meglio le parole, ma ti garantisco che come soldato non è tanto ragazzino”


Tornati nel loro Regno, si recano ad un incontro dei loro amici; il gruppo di Lord che stava cercando un Allenza, loro erano troppo pochi e quell’animo di Ribelli dovevano tenerselo in tasca. L’incontro durò ore e alla fine fu deciso di rivedersi, le cose stavano procedendo; lentamente e caute, verso la giusta direzione. I Lord ritornarono alle loro città.
Edo stava sellando il cavallo
“Lord Edoberto avete un attimo?”
“Certo, ditemi pure Lord Medoro ma chiamatemi Edo”

“Lord Edoberto avete un attimo?”
“Certo, ditemi pure Lord Medoro ma chiamatemi Edo”

“Il tuo castello, la tua città dà sul mare, giusto? Quindi c’è un porto, scusa ma ci siamo appena conosciuti e sto chiedendo”
disse il Lord.

“Sì certo… ah ma non fatevi illusioni! Non è che sia un porto adatto per i movimenti delle truppe! Navi grandi non riescono a manovrare, e ci sono le correnti del golfo! Si, si potrebbero nascondere le truppe nelle piccole navi mercantili… ma servirà una flotta per contenere il vostr...!!” il Lord lo bloccò.
“Non sto pensando a strategie militari future, sbarchi segreti di truppe etc. etc. mi stai dicendo che il tuo porto è adatto a barche di basso pescaggio, giusto?”.
Edo si grattò la testa “Ehm… non è che sono molto afferrato… credo di sì…quelle con il fondo piatto
L’altro Lord lo guardò male “Ma sei sicuro di essere il Lord Signore di quella città? – poi calmo - L’importante è che ci sia il porto! Lasciamo perdere la chiglia! ti devo chiedere un favore, senza far troppe domande – mettendogli la mano sulla spalla - mi devi garantire l’arrivo di un mio amico… qualche giorno addietro, in compagnia di Lord Isidor mi sono recato nelle Terre del Nord, ho conosciuto questa persona che mi ha detto che sarebbe venuto qui, se meno persone sanno del suo arrivo meglio è… per potersi muovere più libero nel nostro Regno i suoi documenti veri potrebbero metterlo nei guai; nel senso che sarà costretto a perdite di tempo per dare spiegazioni, sai la burocrazia… ti farò avere i documenti falsi che gli dovrai consegnare, posso contare su questa cosa o mi devo rivolgere ad un altro?”

“Assolutamente sì, posso sapere il nome?”

“E’ un ragazzo, si chiama Rik… hai mai sentito parlare del Ministero della Luce?”

“La setta segreta? Si qualcosina, ma non mi sono mai interessato… se hai bisogno d’altro fammelo sapere”.


Rik sbarcò nel porto di Edo di notte con una scialuppa. I documenti falsi non erano ancora arrivati, Edo lo tenne ospite nel suo castello. Arrivati i documenti il ragazzo sparì, Edo non lo vide più fin al giorno della riunione al Castello di Fortunato, dove lo videro tutti e lui restò colpito dai due libri di Leslie. Sparì di nuovo ed ora lo ritroviamo legato in una locanda.

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AnnaelSidel

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Zuppella, Melanzina, Mirtilla

I Sidel erano vicini alla finestra “Ci troviamo 2 genitori umani, 3 figlie mezzelfe ed un ragazzo umano addestrato con l’Arte delle Ombre; un Curulum” disse Rauco. Per i Quattro elfi la conclusione era evidente, da qualche parte, in qualche luogo, gli umani avevano ripreso lo studio delle magie ed avevano già fatto passi da gigante visto che il ragazzo era un CURULUM, alcuni umani stavano usando la Magia per far del male.
Perdonate ma una spiegazione sulla Magia è dovuta, non stiamo parlando della Magia da baraccone e da truffatori, questa è la Vera Magia, le vere Arti Magiche. Spiegarla nel suo Intero richiede un percorso lungo e complesso che recherebbe solo intralcio alla trama si cerca di dare quel minimo per capire.
CURULUM è una parola in elfico che in epoche arcaiche; quando gli elfi Scuri stavano facendo il loro Lungo Viaggio, che significava: ARTE DELLE OMBRE ed è la prima abilità che gli elfi Scuri appresero ed affinarono durante il loro Lungo Viaggio. Successivamente quando Annael scrisse ISTA QUENDERIN venne coniata la parola CARME che significa ARTE.
Per gli elfi il termine ARTE/ARTI identifica o è associato a qualcosa di MAGICO che LORO; solo gli elfi, sono in grado di fare e li rende DIVERSI dalle altre Creature. Quindi non sono le orecchie a punta a renderli MAGICI, gli elfi come tutti devono fare scuola per APPRENDERE e IMPARARE quelle ARTI che non hanno ricevuto in dono dalla Natura che corrispondo alle DOTI INNATE. La parola CURULUM non andò esistita per via dell’arrivo degli umani e la parola CURULUM diventerà simbolo di tragedia, di paura e di morte per gli elfi, i CURULUM sono gli umani in grado di uccidere un elfo, conosciuti come ASSASSINI NERI. Uccidere un elfo in una battaglia o in un corpo a corpo è possibile, il fatto che sia Immortale non significa che sia Invulnerabile. In campo aperto e nel corpo a corpo l’elfo può contare sulla sua agilità perché l’umano è sicuramente capace di ucciderlo essendo più robusto e forte, se ha delle protezioni raramente l’elfo riesce a ferirlo dato che porta il colpo con molta meno forza e potenza rispetto all’umano; gli unici elfi che possono permettersi di combattere corpo a corpo contro gli umani sono i Noldor.
Annael rinunciò ancor prima dell’arrivo degli umani al combattimento in campo aperto e sfruttò le DOTI INNATE degli elfi.
Tolta la guerra eliminare un elfo diciamo normalmente, in questo caso anche nel corpo a corpo inteso che lo si sfida apertamente è per un umano praticamente impossibile. L’elfo sarà sempre 3 o 4 mosse davanti a lui.
I CURULUM sono in grado di uccidere un elfo in 1 o 2 mosse. Non bisogna confondere l’Arte della Magia delle Ombre o Ombrosa con la Magia Nera o Necromanzia.
La Magia delle Ombre consente principalmente di tenere celata la propria Aura o di vedere l’Aura del nemico. Esistono diverse magie e incantesimi ed uno dei più pericolosi è l’incantesimo del Passo d’Ombra.
Questo incantesimo lanciato contro il nemico consente di compiere 10 passi restando completamente invisibile alla sua vista. E’ per gli umani un addestramento lungo che s’inizia verso i 10 anni e raggiunge il massimo all’età di 22 anni, poi dipende dall’Assassino nel senso che se farà uso incontrollato di questa magia ancor prima dei 30 anni sarà esaurito nel corpo, nella mente e nello spirito mettendo a rischio la sua possibilità di vita; molti giovani Assassini Neri per Fede verso l’Imperatore morirono prima dei 30 anni. Peggio ancora la Magia Illusoria o Dominatrice della mente per non parlar della Magia Nera.
Percorsi molto lunghi che terminavano a 30 anni e l’uso incontrollato di queste magie rischiava di far morire l’umano già a 35 anni completamente “consumati”; non moriva subito ma improvvisamente iniziava ad invecchiare a quel punto venivano allontanati e se arrivavano a 40 anni iniziavano a prendere la pensione Imperiale. Va detto che la mortalità dei Soldati Imperiali ebbe degli alti e bassi per via delle Dinastie Imperiali, Saggi Imperatori non portarono mai le loro truppe all’eccesso e la mortalità diminuì notevolmente, nell’ultimo periodo e con il ritorno della Dinastia dei Guerrieri la mortalità tra le Legioni tornò a livelli alti.
Per tornare alla trama, se questo ragazzo era già arrivato a livello di CURULUM significava che gli umani avevano ripreso l’insegnamento nelle loro loro Accademie.

“Queste 3 mezzelfe? Da dove arrivano? Rimaste prigioniere del Tormento? Allora potrebbero esserci Mezzelfi ancora in circolazione e non sanno di esserlo, nel senso che non sapranno spiegarsi come mai non muoiono o muoiono dopo secoli, Annael quelle 3 mezzelfe non percepiscono la nostra Aura, per loro noi siamo umani” disse Laitale. La cosa da fare era una sola “Dobbiamo toglierci le bende e verificare, può essere che solo trovandosi di fronte un Elfo; convinte che sia uno della loro stirpe, risvegli qualcosa… - pausa grattandosi la nuca – e non scordiamo il ragazzo, Ministero della Luce… pazzi esaltati dell’ultima epoca Imperiale, fanatici religiosi, eredi nati dalle ceneri della Setta della Purificazione che iniziarono ad uccidere altri umani dando la colpa a noi, e pensare che un tempo il Ministero della Luce ha sempre aiutato e coperto gli elfi” gli rispose Annael.
“Il loro tradimento non mi ha mai stupito, tutti i Ministeri Umani sono figli della Corporazione Xunlai e quella X sulla mappa a questo punto non è così causale… ma stiamo parlando di cose che esistevano quando? 3.000 anni fa? Chi mai adesso riporterebbe a galla la figura di un possibile Imperatore?”
“Hai già dato la risposta – disse Annael – la Xunlai… del resto l’ho scritto io, Mai morta sempre Risorta”
 

AnnaelSidel

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Leslie aprì gli occhi, era sdraiata nel letto di una stanza della locanda; la riconobbe subito visto che era la stessa stanza che aveva affittato per restare in pace e tranquilla. Non era cambiato nulla, a parte due figure armate ferme sulla porta e la voce delle 4 mummie. Tenne lo sguardo sui soldati; maschi, un mantello verde con cappuccio. Dall’orlo in basso spuntava la punta del fodero di una spada; vide anche chiaramente l’arco lungo dietro la schiena ma non vedeva la faretra; sicuramente nascosta dal mantello. Sul viso avevano una mascherina che copriva la bocca e il naso. Gli uomini sulla porta uscirono insieme a Nigu ed Uma.
“Tutto bene Leslie? – disse Laitale spostando leggermente la tenda – un attimo, distraggo anche questo e son subito da te” le bende gli coprivano il viso, ma la bocca libera mostrò un bel sorriso.
“Tutto bene?! – mettendosi seduta sul letto – con che barbaro coraggio mi fai questa domanda! TUTTO BENE UN CORNO!! Stavo per tornarmene a casa, con il desiderio di rivedere il mio amore Fortunato ed i miei figli, sembrava una bella giornata, al punto che mi ero detta, che bello Leslie tesoro, stai tornando a casa! Non vedevo l’ora di partire e mi ritrovo in questo letto! Aspetta… credo d’aver scordato qualcosa d’importante – un attimo di pausa alzandosi in piedi andando lenta verso la finestra – ah già! Mi ritrovo nello stesso letto dopo; ed elenco nell’ordine… essermi scontrata contro una ragazza sulla porta d’entrata della locanda, che è finita per terra, la cuffia in testa gli è volata via ed io ho visto delle orecchie a punta… e subito mi dico, Leslie è un elfa! Mi scappa e gli corro dietro sprecando pure un paio di belle scarpe, per un elfa si può fare! Salta una staccionata come una cavalletta, corre veloce come una lepre… resto senza fiato e me la ritrovo alle spalle! Ma come avrà fatto mi dico…”

Sistemata la tenda, Laitale portò lo sguardo e la parola verso Lelsie “Mi pare che tu sia leggermente agitata… quella che hai visto correre veloce era una proezione mentale, lei è rimasta nascosta aspettando il momento giusto per saltarti addosso, vecchio trucco”

“Leggermente agitata!!! Questo trucco, come lo chiami tu, mi ha rotto il vestito per non dire che mi ha lasciato terrorizzata! La ragazza che conoscevo come figlia dell’oste; bella, carina tutta tenerina, mostra un pugno viola; dico viola… dicendo che mi vuole uccidere mentre io mi difendo con un pugnale! Mi ero vista morta! Ma spunta Nigu e parla di Mezzelfi, neppure il tempo di parlare che spunta fuori Rik con la spada e manco il tempo di parlare che spunta fuori Uma facendolo volare per terra… spuntano tutti ed io non ci capisco un niente e quando cerco di capire spunti tu! – ferma ad un metro da Laitale – eh già… era da giorni che qualcosa mi girava in testa, ricordo benissimo di averti chiamato PADRONA! E che mi dici? No, non sono Elfi ma Mezzelfi… bene; penso… mi copri gli occhi e mi addormento… ed eccomi qui su un letto mezza stralunata peggio di un dopo sbronza! Scena mi ricorda un precedente… ero in una radura… e due medici mi hanno fatto passar per matta è hanno dato pure una droga ad un mio amico che mi ha rovinata!”
“Quella polvere bianca… è stato un errore perché non sapevo che”
Annael provò a parlare ma Leslie era furibonda “ZITTO EH! Che ne ho anche per voi Quattro! Cosa siete? Reduci? – ridendo – ma figurati, i reduci raccontano di battaglie, mai una volta siete andati sull’argomento! Un soldato non ha i modi gentili e garbati come voi quattro mummie! Un reduce che racconta poesie al posto di battaglie non si è mai visto, io di reduci ne ho visti parecchi, tu sembri un damerino di qualche Corte che fatica pure a camminare! Quelli di prima sulla porta erano dei soldati, siete dei Lord? Mercenari? Spie!? - pausa riflettendo - un momento, che ne sai tu che quella droga era una polvere bianca? – vedendo avvicinarsi Laitale con la mano tesa – STAMMI LONTANA!”
Durante il sonno di Leslie, Laitale le avrà tolto la fattura altrimenti non avrebbe mai potuto urlare “stammi lontana” alla sua Padrona. Se qualcuno si domanda: “Annael ha tolto la sua fattura?” la risposta è scontata visto che tenne una Rete per oltre 145 anni.

“Credo che Leslie debba conoscere la verità… prima di portarla di sotto, che ne pensi Astaf?” disse Laitale.
Leslie si stava mangiando le unghie “Chi siete voi? Perché… che succede di sotto? - scosse la testa e ritrovando la calma - ho passato dei bei giorni con voi… ho avuto dei sospetti ma non credo che siate cattive persone… cioè, anche ora, non so come spiegarmelo, non mi sento in pericolo, sono dentro questa vicenda; non so in che modo, ma sento di esserlo… adesso ho anche uno strano presentimento che... la verità sì, non sarebbe male”
“Può essere…che in questo momento lo sia, risolveremo tutto andando di sotto, seguici e non temere non siamo affatto cattive persone”
disse Asfat e Leslie dietro “Come hai detto scusa?” e lui: “Cosa? Che non siamo cattive persone”
“No… può essere…”
“Può essere… cosa?”
“Può essere l’ho già sentito”
“È un normale intercalare, può essere che anche altri lo usino”
“Si… Può essere… però boh…”
“No boh! Può essere lo dico solo io!”
aprendo la porta della stanza.

Che cosa stava succedendo di sotto? Nulla di grave. Intanto la locanda era stata chiusa per motivi famigliari, sulla porta c’era un cartello con scritto: “Siamo andati a riprendere le figlie; torniamo subito” con tanto di firma Guglielmo e Concetta. Alcune persone erano rimaste dubbiose, ma Laitale; ecco spiegata la finestra, le tenne lontane distraendo la loro mente e tra queste vi era pure il Lasi. Non sappiamo quanto tempo è passato dal momento in cui Leslie perse le scarpe, si ruppe il vestito e venne addormentata da Laitale, ma nel salone della locanda la preoccupazione di sapere che giorno e che ora era, non interessava proprio a nessuno.
Leslie scese l’ultimo scalino. Ad ogni porta ci stavano 2 soldati; come quelli che aveva visto nella sua camera.
Seduti e legati alle sedie in centro al salone; da sinistra a destra; RIK, CONCETTA, GUGLIELMO.
Sedute ma non legate, nell’angolo lontano le 3 figlie: Zuppella, Melanzina e Mirtilla, alle spalle di ognuna altri 2 soldati che facevano da guardie.
 

AnnaelSidel

Utente attivo
Uma e Nigu andarono a sedersi vicino al tavolo delle figlie, Astaf ed Este si fermarono al centro del salone con Leslie sempre dietro “Leslie, già le hai viste le 3 figlie del nostro caro oste e della sua cara moglie, Zuppella, Melanzina e Mirtilla, loro trè son Mezzelfe” disse Laitale e Leslie vide Nigu spostare delicatamente i capelli che coprivano l’orecchio destro di Mirtilla. Concetta urlò subito “LASCIATE STARE LE MIE BAMBINE MALEDETTI! CHI SIETE? COSA VOLETE DA NOI? NON VI HANNO FATTO NULLA! SIAMO GENTE SEMPLICE! CHI SIETE DA POTER FAR QUESTO? IL LORD DELLA CITTA’ LO VERRA’ A SAPERE! VI SIETE MESSI NEI GUAI! SERI GUAI! LORD LASI E’ UN NOSTRO CARISSIMO AMICO, HA UN INTERESSE PER MIA FIGLIA MIRTILLA E QUANDO VERRA’ A SAPERE DI QUESTO VI SPEDIRA' TUTTI IN GALERA!”

Astaf andò verso di lei “Bambine? Figlie? Forse sarebbe meglio dire che queste figlie erano già grandi quando voi due; padre e madre, eravate nella culla… genitori tenuti in braccio dalle figlie, è una novità anche per me che posso dir d’averne viste tante” Leslie si fece avanti “Come fate ad avere mezzelfe come figlie? Dove le avete trovate? Se sono mezzelfe… significa che il vero padre o la vera madre erano elfi… questo significa che gli elfi esistono… o che sono esistiti veramente” attimo di silenzio con Laitale che andò verso Leslie “Ottime domande e ottima deduzione Leslie, adesso risolviamo tutto, sei ancora agitata mia cara… solo una cosa… non sono in via d’estinzione” le disse Laitale.

Astaf andò ora verso Rik “Uniforme del Ministero della Luce, interessante… chi forgia ancora queste armature? Il Ministero ha conservato i disegni o li ha trovati da qualche parte? Sono state le Mezzelfe a darvi i disegni? Ad insegnarvi come farle? Se sai qualcosa il mio consiglio è quello di parlare, nessuno varcherà la porta se la vicenda non sarà chiarita” il ragazzo restò in silenzio ed in silenzio restò il salone per alcuni minuti “Le ragazze ci sono state affidate dal Ministero della Luce, da dove arrivavano non l’abbiamo mai saputo… il ministero è convinto che ci siano altri Luminosi, anzi un Regno dove si nascondo tutti i Luminosi, credono che il Regno sia questo, e noi siamo arrivati qui per indagare” la voce era quella di Guglielmo
“ZITTO IDIOTA!” urlò Rik
“Non zittire mio marito! Guarda in che guaio ci avete cacciati!” disse Concetta.
“Avete? – disse Astaf – tu e tua moglie non fate parte del Ministero?” vedendo l’oste far cenno di no con la testa. Guglielmo raccontò tutto. Da giovani avevano prestato servizio al Nord, si erano innamorati e decisero di abbandonare la vita militare. Si congedarono grazie all’intervento di un Generale a cui furono debitori. Comprarono la prima locanda, tanto lavoro, impegno e sacrifici con la tristezza di non poter avere figli per colpa di una ferita di guerra riportata da Concetta.
Tornò a farsi vivo quel Generale che chiese il cambio della cortesia, si sarebbero dovuti occupare di alcune ragazze Speciali da far passare come loro figlie. Prima arrivò Zuppella, poi Melanzina ed infine Mirtilla e le cose sembrarono andare per il verso giusto “Poi al posto del Generale si presentarono una donna ed un uomo, erano del Ministero della Luce, ci aiutarono con del denaro e ci dissero che dovevamo trasferirci in un questo Regno, ci dissero che si potevano nascondere altri Luminosi, ci ordinarono d’indagare altrimenti ci avrebbero portato via le ragazze, se avremmo trovato un briciolo di prove le ragazze sarebbero restate con noi per sempre… quando Lord Lasi andò in cerca di prove lo accompagnai nella speranza di trovar qualcosa, ma nulla… il Ministero ha fatto arrivare questo ragazzo è venuto a minacciarci e noi abbiamo nascosto le ragazze, lui è venuto a sapere dalla gente della città; quelle dannate malelingue! Ciarlatani! Che Lord Lasi ha un interesse per Mirtilla e allora si è dato da fare per cercarle…le ha trovate e voleva portarle via con lui in un posto segreto per aspettare l’arrivo di qualcuno del Ministero per portarle via da questo Regno; credo… stavamo litigando in cucina, Zuppela è riuscita a disarmarlo ed è corsa fuori per prima scontrandosi con Lady Leslie” venne interrotto da Concetta “Sappiamo che son tre Luminose ma sono le nostre figlie… non fanno del male a nessuno…le amiamo e loro amano noi”

Astaf era fermo davanti ai due genitori “Le ragazze non sono neppure sorelle, e usiamo bene i termini, non sono Luminose, Luminosi è un termine Arcaico usato dagli umani per indicare gli Elfi e non i Mezzelfi – andando verso il ragazzo – vorrei capire come mai il Ministero della Luce manda in giro persone a cercar degli Elfi, mi par pure convinto della loro esistenza e sicuro che si nascondono in questo Regno, come mai ha dei Mezzelfi? Forse prigionieri? Sei intervenuto quando hai saputo dell’interesse tra la mezzelfa e l’umano… il Ministero della Luce segue ancora la purezza della stirpe? Ancora sogna di rivedere sul trono un Imperatore o Imperatrice mezzelfa?” attimi di silenzio con Rik che scoppiò in una risata “Patetici! Siete veramente patetici! Non vi rendete conto in che guaio vi siete cacciati! Il vostro destino è già cambiato da quando quella Lady si è scontrata sulla porta con la Luminosa! - guardando verso Leslie - perché siete tornata indietro? – ridendo ancora – è proprio vero quello che si dice di te! Che sei un oca! – senza smettere di ridere - tutti quanti siete già morti, mi verranno a cercare, vi troveranno e tutto sarà inutile! Liberatemi, consegnatemi le trè Luminose ed avrete qualche speranza di restare in vita!”.
Leslie andò verso Rik e gli tirò una sberla “Piccolo bastardo infame e carogna! Meglio oca che verme!! Chi l’ha detto che gli mollo il resto degli sberloni!” Laitale le fu al fianco “Stavo per farlo io… calmati ora, le sue minacce non ci fanno paura – guardando il ragazzo – chi ti verrà a cercare? Avevi un appuntamento?”
Rik smise di ridere, diventò bianco e con voce spezzata tenendo in gola i conati di vomito “Sto male…il bagno” i soldati aspettarono un cenno di Astaf e lo accompagnarono nel bagno “Ultima porta sulla sinistra e speriamo che ci crepi in quella latrina!” disse Guglielmo.
Passarono i minuti poi la voce di Asfat ruppe il silenzio “Ma è stato perquisito?” notando i soldati fare cenno di no con il capo “Bene! Siam fuori allenamento! Anche le basi non ci ricordiamo! Andate a buttar giù la porta subito!” e Leslie “Sarà fuggito dalla finestra! Lo sapevo che non siete dei Reduci! I vostri soldati cosa sono? Mercenari alle prime armi?” Laitale che era corsa avanti “La locanda è tutta circondata, non può andar da nessuna parte, nel caso è già morto… no Leslie, i soldati non sono dei mercenari, sono un tantinello migliori!”
Si sentì il rumore della porta scardinata, i soldati che l’avevano buttata giù ritornarono indietro di corsa con la mano che gli copriva gli occhi, il corpo del ragazzo giaceva a terra “Ann… Astaf vieni a vedere” disse Laitale. Leslie che era dietro a Laitale mise la faccia in avanti, vide il corpo del ragazzo per terra aveva un colorito verdognolo e sembrava un ramo rinsecchito con delle piaghe nere sulla pelle “Oh! Santa madre! La PESTE!” tornando nel salone di corsa “COSA! – urlò Guglielmo – siamo rovinati! La peste nella mia locanda!”
“Leslie ferma, torna pure qui… non è un bello spettacolo ma non è la peste, sembra ma non è lei
” disse Sanya anche lei corsa a curiosare. Dalle piaghe si vedevano uscire dei piccoli parassiti; larve di color giallastro, arrivò Annael “Avvelenamento del sangue…questa è una Fattura…e non è rassicurante, neppure lui sapeva di averla… tu che dici Este?” Laitale si piegò sul corpo del ragazzo, annusò e lo girò, tolse le bende dalle dita mostrando lunghe unghie nere che infilò nelle orbite del ragazzo e cavò gli occhi “Per far questa fattura all’incantatore serve bava di drago, fattura delle Serpi… - alzando la testa – forse è tempo che usi il tuo sguardo”.
Asfat si rivolse a Nigu “Fai sparire il corpo, intendo sparire… e torna qui con la Corona” Rauco eseguì immediatamente.
 
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Guglielmo fissava la moglie e Concetta fissava il marito, entrambi fissavano le figlie che erano rimaste di pietra “Tranquille figlie mie, adesso finisce tutto – guardando verso Lelsie – dico bene?” disse Concetta. Leslie sospirò, aveva visto portar via il cadavere, quando la porta si era aperta aveva visto che era buio ma la cosa non l’interessò più di tanto e rispose “Non lo so, sto cercando di capire e ho uno strano presentimento… è come se improvvisamente la mente si sia aperta – andando verso Concetta e prendendole le mani – coraggio, non permetterò che vi sia fatto del male, sono una Lady e devo far rispettare le leggi”
Nigu tornò in compagnia di una ventina di altri soldati “Abbiamo trovato questo in una tasca interna e nascosta del vestito del ragazzo” dando un foglietto ad Annael che guardò e lo mise nella tasca.
Leslie andò verso Laitale “Cosa pensate di fare? Si può sapere chi siete?” notando le nere unghie lunghe della man destra “Non decido io, chiedi a lui” indicando Astaf. Leslie stava per andare ma Laitale le prese la mano “Ehi! Stavo scherzando! Hai fretta umana?” Leslie scrollò la testa.
I venti soldati entrati avevano formato un cerchio ed avevano intonato un canto basso, lasciarono cadere i mantelli, erano vestiti in cuoio nero, portavano l’arco lungo, spada e pugnale alla cintura “Vieni Leslie” disse Laitale, Leslie strinse la mano alla donna che la portò vicino ad Astaf, Uma e Nigu. Leslie tremava, stava succedendo qualcosa e il cuore gli correva all’impazzata “Calma, respira e stai calma” le disse Este. I Quattro iniziarono a togliersi le bende e Leslie non credeva ai suoi occhi “LAURA!? IVAN!?” Laitale li fece cenno con il dito sulle labbra si far silenzio e la tirò più vicino a se.
Annael venne circondato da 4 persone; 2 maschi e 2 femmine, gli misero un mantello blu sulle spalle, arrivò un’altra persona e gli consegnò un bastone, da una sacca spuntò fuori una piccola corona. Laitale si rivolse a Leslie “In ricordo dell’amicizia che da sempre ci lega a voi Umani, il Nostro Re chiede cortesemente che sia tu a mettere la corona da passeggio sulla sua testa”. Leslie fece un profondo respiro, tremava dall’emozione, la sua testa stava razionalizzando quello che stava accadendo “ELFI!” pensava e di più tremava. Emozionata come non mai riuscì a mettere la piccola corona sulla testa di Ivan; lui la sistemò meglio e disse “Cuinach milui Leslie” lei non trovò l’aria per parlare; ma anche se l’avrebbe trovata non avrebbe potuto saper risponder “che ha detto?” pensò e appena Ivan mise la corona sulla testa, il canto basso si fermò, tutti nel salone si misero in ginocchio dicendo queste parole:

A LAITA TE! LAITA TE! ARAN MALETYALDA!
ANNAEL SIDEL!
ARAN MORNEDHIL!

“Ho paura di risvegliarmi da qualche parte… Annael e Laitale… il sogno… tutti voi siete…” disse Leslie “Elfi” era Laitale che spostando i lunghi capelli mostrò le orecchie a punta e fu costretta a reggere Leslie “Non svenirmi! Che poi dai la colpa a me!”
“No ci sono…forse…”

Annael era fermo di fronte alle trè ragazze, le fissò e con un lieve chinar del capo “Elen Sila Lummen Omentielvo, mae govannen mellyn, heniach i nin lam?” Zuppella svenne andando giù come un sacco di farina vuoto, Melanzina e Mirtilla s’inginocchiarono, presero le mani di Annael e portandosele sulla fronte risposero “Henia! Nin herdir!”. Guglielmo e Concetta erano in lacrime.
“La lingua degli elfi vi è rimasta nelle mente, aspettiamo che vostra sorella si riprenda, abbiamo parecchie cosa da chiarire – togliendosi la corona ed il tutto il resto – ben ritrovate… slegate i loro genitori che si abbraccino di cuore e portate dell’acqua per far riprendere la ragazza” Laitale si era piegata sulla povera Zuppella “Caspita… alla tua veneranda età 10.000 mila e passa anni, hai ancora il fascino da far svenire le giovani mezzelfe! Ragazza… se va bene avrà 4.000 anni…”

Quando Zuppella si riprese, le trè mezzelfe raccontarono tutto, un racconto vago, l’unica cosa in comune è che tutte e trè si erano risvegliate in un deserto. Non erano mai state insieme prima, neppure quando arrivarono nelle Terre del Sud portate dal loro istinto “Sud?” disse Sanya “Possibile, conferma la loro possibile età di circa 4.000 anni, il loro ultimo Sovrano fu Firion Arnisse, io e lui radunammo tutti i mezzelfi nelle terre del Sud, se sono andate a Sud significano che erano presenti, in quel tempo eravamo in esilio nei Regni del Sud ma Firion non portò tutti i mezzelfi insieme a noi” le ragazze; continuiamo a dir che son ragazze… finirono dicendo che vennero catturate e portate al Nord, raccontarono di torture, di prigioni e di violenze finchè non vennero portate da Guglielmo e Concetta e per la prima volta si ritrovarono insieme, non sapevano se vi erano altri Luminosi. Nel silenzio che seguì si sentì la voce di Mirtilla “Io amo il Signore della città” Leslie tirò su con il naso e rispose “Sicuramente vivrete insieme e sarete felici” asciugandosi una lacrima. Seguì un lunghissimo silenzio con Leslie che si rese conto d’aver detto qualcosa di sbagliato “Che succede?” disse guardando Annael
“Le ragazze verranno portate via, vivranno tra i Mezzelfi e gli Elfi come è giusto che sia” Concetta si buttò ai piedi di Annael “NOOOO! VI SCONGIURO! Non ci separi da loro!!!”
La voce di Leslie tuonò nel salone “Siamo tornati a punto a capo! Perché non possono vivere insieme e continuare con la loro vita? – fissando gli elfi – non siete diversi dal ragazzo! Questo è accanirsi! E’ una cattiveria!”
Annael andò verso di lei “Lo so benissimo che sto dando del dolore, noi elfi percepiamo il dolore… ma non possono continuare a vivere tra gli umani, queste ragazze hanno fatto già da tempo la scelta dell’immortalità, hanno combattuto una guerra durata anni e gli sono stati cancellati i ricordi… hanno perso la loro identità, il loro ESSERE, non percepiscono più l’aura Elfica e credo neppure quella dei Mezzelfi, dovranno fare un lungo percorso e solo con l’aiuto degli elfi e dei mezzelfi ritroveranno il loro spirito… Leslie, queste ragazze son state tenute prigioniere dagli umani, torturate… le stanno usando ed io dovrei acconsentire di tenerle tra gli umani? – pausa lunga – hai sognato troppo su quei libri di fiabe, dove si vedono elfi gentili che cantano in riva al mare, cosa credevi? Che non siamo cattivi? Non è quello che ci differenzia dagli umani, come cattiveria noi elfi Scuri siamo molto peggio di voi… ma qui non si tratta di cattiveria”
Leslie non era intimidita “AH! Complimenti per la sincerità! Per fortuna che prima hai detto di non essere cattive persone! Hai ragione… sto cercando di restar calma e non nego che la decisione sia giusta, ma possibile che non ci sia un’altra soluzione?” Guglielmo scattò in piedi “Noi seguiremo le nostre figlie! Dico bene moglie?” Concetta si alzò e presa la mano del marito la strinse forte “Sì! Ovunque!”.
Laitale fissò Annael “L’avevo detto che dovevi usare il tuo sguardo… pensa se al tuo posto c’era Hunien, pensa come avrebbe risolto la questione amorosa… a quest’ora eravamo già in guerra”
Annael volle restar solo.
 

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Leslie andò vicino a Laitale, arrivarono anche le ragazze, Guglielmo e Concetta “Cosa pensi che deciderà?” chiese subito Leslie “Qualsiasi cosa deciderà sarà la sua volontà” disse Sanya seduta lì vicino “Ma la nostra libertà di decidere?” chiese Mirtilla e Sanya gli rispose “Tu sei una mezzelfa, c’è una Regina che ti aspetta, si chiama Mel… la figlia di Annael, ed è bravissima e ci sono gli elfi”.
Parlarono a lungo, Annael ritornò e disse a Rauco di raggiungere Orelinde “Che prepari 250 elfi del Noss per scortare le ragazze – Guglielmo si alzò – fermo, siedi ed ascolta… il vostro amore incodizionato verso le trè mezzelfe mi colpisce e non sono intenzionato a farlo cessare… - Concetta si alzò – ferma e siedi anche tu… pochi sono gli umani che hanno vissuto con gli elfi, le vostre parole i vostri cuori sono sinceri e potete seguire le tre mezzelfe e vivere con loro e tra di noi, ma! Nessuno di voi due potrà far ritorno nei Regni umani e sarà utile ogni tentativo di fuga – Guglielmo e Concetta si alzarono – sedete non ho ancora finito… non siete i loro genitori e loro non sono sorelle e può essere che i loro veri padri o madri di stirpe elfica siano ancora vivi, quando arriverete tutto il popolo verrà informato e se i loro veri genitori si ricorderanno di loro o loro stesse ritroveranno con il tempo il loro ricordo, saranno ufficilmente le loro figlie… ma nulla del vostro amore andrà perduto, voi due entrerete a far parte della Casata dei Sidel, dato che vi siete occupati di trè possibili orfane, potrete da subito addottare ufficilmente le tre ragazze che come voi diventeranno parte della Casata dei Sidel, se nel tempo verrano alla luce i loro veri genitori voi due diventerete i loro Tutori, altro non aggiungo, così è deciso a voi la scelta” Guglielmo e Concetta accettarono subito “Prendo i risparmi!” disse l’oste “Non ti servono, porta il tuo cuore come stai facendo ora, vale più di ogni ricchezza materiale, sii te stesso e siete i benvenuti” Leslie sospirò tra le lacrime andò verso Annael “Sire… complimenti ma… - indicando Mirtilla – con lei cosa pensate di fare?” Annael sospirò “La prossima volta resto a casa e mando veramente mia figlia! – sentendo ridere Laitale – non posso lasciarla qui, ho conosciuto il tuo amico Lasi e non posso dire che sia cattivo… faremo la stessa proposta anche per lui”
“Perfetto! E quando? Voglio essere presente! Adoro le storie romantiche a lieto fine!”
“Il verbo Volere stona alle mie orecchie, che l’oste mandi un biglietto al Lord di questa città, che scriva che lo vuole vedere immediatamente e urgentemente alla locanda che la figlia Mirtilla ha bisogno del suo aiuto e vediamo di finire questa storia”
“Ma come? Adesso? E se non verrà? Se sarà impegnato? Se Lasi dirà di no?”
disse Leslie
“Se è un Cavaliere verrà, se la ama verrà di corsa” rispose Annael
Laitale gli andò vicina “Se non verrà spezzerà il cuor di Mirtilla, se verrà e non seguirà Mirtilla cancellerò ogni ricordo di lei e di noi dalla sua memoria… il nostro Sovrano non sopporta queste situazioni amorose; è negato… in effetti prima non stavo scherzando, questo era pane per i denti affamati di Hunien”

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La sofferta decision del Lasi
Mentre si aspettava l’arrivo del Lasi, Leslie era piena di domande “Quindi voi mi avete addormentata alla radura e mi avete fatto vedere la vostra città, quindi esiste… perché vi siete nascosti? A da quando? Io vengo con voi e così mi raccontate tutto…a costo di mandare in rovina il castello! – fissando Annael è Laitale - Beh? ho detto ancora qualcosa di sbagliato?” Laitale sorrise “Che ci seguirai è un dato di fatto, non puoi andarlo in giro a raccontare con tanta facilità di essere a conoscenza dell’esistenza degli elfi”
“Siete parecchio strani… fate addormentare, cancellate la memoria… che sistema è?”

Annael intervenne “È così, è sempre stato così e sarà così finchè io sarò seduto sul trono… meglio per noi che per voi, tanti umani nostri amici sono morti al nostro fianco… tanti umani ci hanno difeso… ricordo tutti i loro nomi di questi Eroi di altri tempi… molti di loro son sepolti al fianco degli elfi… non voglio più trascinare umani verso la morte”
“Bhe Sire… anzi, Annael… dovremmo essere noi a scegliere, un umano non è tenuto a rispettare la decisione di un Sovrano Elfico, siamo liberi di decidere e comunque la morte è nel nostro destino, morir da pecore o da eroi? Vivere in catene o morir per la libertà? Siamo tutti diversi ed è questo il bello, la nostra diversità”
vedendo Annael sospirare “La logica umana è qualcosa che gli elfi non comprendono o può essere… che non vogliono sentire… può essere che ancora non comprendiamo voi umani, troppo complicati… e tu stai divendando troppo saggia per i miei gusti”
“Ditemi della magia! Posso impararla?”
Laitale rise “Leslie non conosci il livello di sopportazione umana di Annael! Devi saper che è molto bassa, posso dirti che tu sei molto recettiva alla magia, hai qualcosa dentro… sicuramente i tuoi avi avranno usato le magie, qualcosa di loro ti è rimasto dentro, hai resistito a lungo ad una mia magia”
“Ah si? Quindi potrò accendere un fuoco con una magia?”
“Per cortesia! – Annael era visibilmente seccato – ma quanto ci mette?”
“Curiosità umana - disse Laitale – le magie Elementali non sono quelle di accendere fuochi… ma sono quelle che scatenano piogge di fuoco!”


La porta si aprì ed entrò il Lasi, Mirtilla corse verso di lui con il palese gesto di gettarsi al collo del Cavaliere e di tenerlo stretto ma lui la fermò e la scostò con la mano chiedendo che cosa stava succendo “Mi si scrive che siete in pericolo e non lo vedo… che succede Leslie? Chi sono queste persone?”
Nel salone erano presenti Annael, Laitale, Rauco, Sanya, Leslie, Lasi e Mirtilla che dopo il gesto del Lasi andò vicino a Laitale che la fece in un tavolo lontano e con lei restò a guardare e ad ascoltare. Leslie fece seder il Lasi e gli raccotò tutto, tutta la storia e non tralasciò neppure il fatto che se avrebbe rifiutato l’offerta del Sovrano Elfico la sua memoria gli sarebbe stata cancellata, mai più si sarebbe ricordato di Mirtilla “Il Sovrano degli elfi ha detto che puoi andare con lei e così starete insieme e vi amerete” concluse Leslie ripetendolo per la seconda volta.
Riuscire ad immaginare lo shock del Lasi non ci si riesce, per molto tempo restò in silenzio e forse non riusciva neppure a pensare da tanto che era sconvolto. Annael teneva lo sguardo sul Cavalier e lento andò verso di lui e la voce dell’elfo ruppe il silenzio
“Umani, tanto forti e tanto fragili, con sentimenti che cambiano rapidamente, le loro mentalità delicate... con i lor lenti passi nella notte cercano risposte, riflettono troppo a lungo come del resto facciamo anche noi elfi ma per noi il tempo per la riflessione è irrivelante... riesco a vedere attraverso il tempo le ombre che scivolano sui destini della gente, la rete setosa delle conseguenze... l'illusione di una felictà così fragile ed elegante... vedo le fessure dell'esistenza, vedo i suoi fili, le oscure trame... fili che crollano... potrei restar qui per anni ma per te Cavalier il tempo è ora... adesso... solo noi possiamo ridurre l'eternità in piccoli granelli di sabbia... potrei usare il mio potere di veder nel tuo futuro ed in quello della ragazza ma so già che non sarà piacevole e non serve il mio potere, son cose che si conoscono da quando avvengono queste unioni, vivrete felici, avrete figli che saranno di stirpe umana, avranno una lunga vita ma saranno sempre mortali, ed anche tu Cavalier un destino ti attende, invecchierai felice, amato da tutti… e quando non ci sarai più lei si struggerà nel dolore potendo fine alla sua vita immortale… per questo sono sempre stato contrario a questo tipi di unioni, tanto puro amore finire in un dolore che non si riesce neppure a quantificare perché supera la soglia del dolor stesso che nessuno conosce… ho visto già queste atroci e dure scelte ed anche loro come te non hanno avuto tempo per pensarci… la tua è per la spada o andar dove dice il cuore? Il tuo tempo Cavalier è ora, scegli”

Leslie andò verso Annael “Certo che non sei di conforto! Non importa degli altri, ognuno è un caso a parte, ognuno è diverso! Queste decisioni non possono essere prese su due piedi! Non è da noi Umani!” Annael sospirò “Sicura? Io sapevo di umani che osano senza pensarci, umani che si lasciano trascinar dal loro istinto, dal loro cuore… magari sanno pure che stanno sbagliando… ma a lor non importa, specialmente se è il cuore a trascinarli, però magari i tempi son cambiati… ed ognuno è prigioniero del suo carattere… a volte si dovrebbe far l’inverso; quando ci si trova di fronte ad un No, essere capaci di vederlo come un Sì… più pensi di sbagliare e più un domani sbaglierai… verranno a bussare alla porta e Mirtilla verrà portata via ed io non tornerò indietro sulla mia decisione, ho già dato la possibile soluzione ed altri impegni ci aspettano, dubbi da chiarire ed anch’io devo tornare, come ho detto potrei tenervi qui e vedere voi umani morir di sete e di fame, gli elfi sono i peggiori carcerieri al Mondo, neppure il Male ci batte”

“Questo non è sconfortante, questa non è cattiveria, questa è crudeltà!”
rispose Leslie
“Vuoi saper cosa è crudele?” disse Annael, Leslie lo fissò cattiva e con il tono arrabbiato “CERTO! Illuminami tu che sai tutto!” le mise una mano intorno alle spalle e la girò verso il tavolo dove vi erano Mirtilla e Laitale ferme ad ascoltare “Quello e crudele, vedi lei sarebbe pronta a seguirlo subito, non importa il dove, quella è crudeltà… lasciarla là ad aspettare – girandola poi verso il Lasi - vedi lui invece sta pensando, a cosa? Cosa c’è da pensare? Le decisioni diventano lunghe quando non si ha la mente chiara, quando non sai chi sei… il tuo amico ha preso una strada, l’ha persa ed ora è arrivato ad un bivio”
“Bivio... non è così facile a parole... abbiamo una visione esterna dei fatti! Vuoi farmi vedere quello che vuoi vedere tu! Io invece vedo sofferenza nei suoi occhi! Nei suoi panni farei la stessa cosa!”

“Ho cancellato il verbo Volere, Volere non mi appartiene… non vedo quello che voglio vedere… io vedo che ci sono 5 metri tra lei e lui e mi domando, perché soffrire? Quando bastano 5 metri per Essere felice? – la fissò e Leslie vide brillar i suoi occhi verdi – mia cara, ma tu sei nei suoi panni, ci vuoi seguire, niente di farebbe cambiare idea neppure il desiderio di rivedere i tuoi figli”

Leslie sbiancò, un brivido freddo lungo la schiena e con un fil di voce “Tu sai?... Hai visto…?” strinse i pugni e Laitale disse “Fossi in te gli starei lontana, sta pensando di tirarti una sberla”
“Pensare è una cosa! Sarei tentata ma posso contenermi!”

Lasi si alzò, il salone scese nel silenzio, andò verso Mirtilla che girava nervosa una ciocca di capelli, il Lasi si fermò e lei si alzò, Mirtilla vide nella sua mente; e non seppe spiegarselo, un muro invisibile che li teneva separati. Si guardarono, lui increspò le labbra, lei tornò ad agitarsi, lui distolse lo sguardo. Silenzioso le voltò le spalle e andò verso la porta e prese la maniglia stringendola forte.
“Lasi…non farlo…” disse roca Leslie

"Amica mia… non hai idea…” disse il Lasi a bassa voce, l'espressione sul suo viso si appiattì e mise la fronte sul legno della porta “Ho passato giorni su giorni a pensare a Mirtilla, sognando e ricordando il suo bacio sul molo, tanti dubbi mi son nati e morti nella testa… averi già da tempo dovuta tenerla stretta tra le braccia e mandare tutto all’inferno! Ho cercato di tornare più volte ma ho sempre corso dietro agli impegni della città, del castello… sempre i miei Consiglieri mi hanno cercato perché son io la loro guida, mia la responsabilità… ho corso dietro agli ordini di Edo, di Fortunato, di tutti… e mai ho preso tempo per lei… io non credo di amarla… questa è la verità” Leslie andò a passetti veloci verso la porta “Ma che stai dicendo! Hai sentito quello che ha detto lui? Non dargli retta, incanta le menti con la sua voce! Se apri quella porta dirai addio alla tua felicità… vai da lei… ”
 
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