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Annael Sidel

AnnaelSidel

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Leslie e Lim si erano sdraiati in silenzio nell’erba alta; mano nella mano… con il cuore di lui a correre come un giovane puledro nelle praterie sconfinate dell’amore, con le loro menti ancora in contatto per non disturbare il silenzio della foresta e forte gli arrivava il pensiero di Lim
"Ti ho vista entrare nel nostro regno, ti ho seguita con lo sguardo... ti ho vista seduta sul prato mentre leggevi un libro... ti ho vista un giorno triste e avrei fatto di tutto per farti sorridere...adoro quando i tuoi occhi catturano la luce di qualcosa di cui non sono a conoscenza, parlo di qualcosa di silenzioso e potente che rende ogni cosa al mondo senza significato se non vedo il tuo sguardo... quello di cui non sono a conoscenza è l'amore... e credo che non sia così perfetto... "

"Da ragazza trovai una lettera d'amore nascosta in un libro, l'autore ha dimenticato o aveva troppa paura di inviare... quelle frasi le tengo ancora in ricordo... l'amore è così bello e hai ragione... potente ed imperfetto... forse e per questo che spiazza gli elfi, la sua imperfezione... l'amore non è razionale... è così forte quello che provi per me... lo sento… come mai successo prima…"

"E sarà così per sempre… vorrei vederti e sentirti sempre felice... "


Leslie si girò andando sopra di lui mentre una leggera pioggia iniziò a scendere, un gesto istintivo umano a cui gli elfi non sono preparati
"Tra poco ti bacerò... e ti chiedo di non lasciarmi andare e tienimi stretta a te... perché non sarà per sempre… sei un angelo per me e ricorda sempre come mi vedi... ho le imperfezioni e le perfezioni... "

"Sei come sei ed io ti amo per come sei... sei un Regina per me... e le tue labbra curve sono falci di Luna...su cui andrò a morire… sii tu a non lasciarmi andare…"
Chiusero gli occhi e le loro labbra si avvicinarono iniziando ad aprirsi “Disturbo!?” disse una voce di uomo facendo sobbalzare i due dallo spavento.
“NON CI CREDO!” urlò Leslie.
Orelinde catturò l’urlo e corse immediatamente “LESLIE!” urlò l'uomo e fece per abbracciare ma venne colpito da un sasso tirato da lontano che lo centrò in piena fronte e finì a terra svenuto.
“MA! SEI SCEMAAA!” urlò Leslie vedendo arrivar di corsa Orelinde “Perché lo conosci?”
“Ma è il mio amico Pego!!”

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AnnaelSidel

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Regine a confronto
Sottotitolo: Hunien, Regina delle Elfiche Censure e la Regina delle Umane tentazioni
La Capitale era piena dei Lord Fedelissimi alla Regina, tutti accorsi per decidere un contro attacco nelle terre del Sud. Se durante la giornata si discuteva di tattiche e strategie militari, alla sera il clima cambiava, un giorno sì e un giorno no c’era sempre una festa perché la Regina amava mettere in mostra il suo Potere.
Alle feste non trovavi solo i Lord, erano anche l’occasione per delle Delegazioni Straniere d’iniziare un rapporto amichevole con la Regina che tutti davano ancora per vincente; si parlava di truppe in arrivo dal Nord e dell’Est e di Mercenari dall’Ovest, ovviamente la domanda “Ma quanti amici ha questa donna?” non trovava risposta. Comunque la corte si riempiva di Delegazioni ed anche di ricchi Mercanti; questi dovevano essere accompagnati dai loro Lord Signori, tutti quanti godevano dell’entrata libera; inteso coloro che avevano il denaro per pagare l’entrata… più che il biglietto d’entrata era proprio una Tassa di Lusso imposta dalla Regina, un modo per tenere fuori i pezzenti o quei Lord che dicevano di aver tanti soldi; il Lord a lei fedeli erano gli unici che non pagavano mentre le Delegazioni straniere godevano di bonus a conforme della loro provenienza, quelle più lontane pagavano meno rispetto alle più vicine.
Il Salone del ricevimento era enorme; neppure gli elfi vanitosi ne avevano mai avuto uno del genere, come minimo poteva contenere un 500 anime e se non ci stavano avrebbero trovato posto nel giardino esterno anche lui molto grande.
La Regina era ai tavoli imbanditi e si stava facendo riempire due piattini d’oro dalle sue Dame; indicò del Salmone e del Caviale ed altre prelibatezze che solo 1 cucchiaio era l’equivalente di un prezzo di un Castello. L’orchestrina partì con una danza e subito i Lord andarono ad invitare la Regina che dopo aversi fatto pregare un po’ accettò l’invito di un giovane Baronetto che pronti via gli pestò due volte i piedi “Volete che guidi io Ser?” disse con aria seccata guardando negli occhi il giovanotto, che al terzo tentativo riuscì a partire per il ballo. Il ballo era lento e il giovanotto la faceva girare come una trottola “Ser, o seguite il tempo della musica o vi vomito sulla giacca tutto il Caviale!” il Baronetto si fermò chiedendo scusa chinando il capo ed anche lei rispose con un piccola riverenza e proprio in quel momento qualcuno la urtò facendole pure volare il ventaglio dalla mano. Cercò il colpevole con lo sguardo, visto che non aveva neppure avuto la cortesia di chiederle scusa e vide dei lunghi capelli rossi e mossi andare verso il giardino, una figura femminile che seguì con lo sguardo fino alla finestra per poi perderla anche per colpa dell’altezza della donna. Qualche giorno dopo si tenne un’altra festa, la Regina era impegnata a parlare con dei Lord quando nuovamente venne urtata dalla stessa donna che andò ancora dritta e spedita verso il giardino e questo fatto capitò altre 2 volte e la Regina ne era talmente infastidita che si fece seguire dalle guardie ordinandogli di bloccare qualsiasi donna dai capelli rossi che si stava avvicinando a lei, fece passare 2 giorni e organizzò un altro ricevimento dove passò gran parte del tempo seduta su un seggio Regale. Invitata a scendere per un ballo da uno dei suoi fedelissimi Lord, si alzò e ancora venne urtata e si girò di scatto.
Stava per urlarle dietro ma per la prima volta la donna; era una ragazza, si fermò e si girò verso di lei e lei la vide. La ragazza sorrise e fece un piccolo inchino. La Regina guardò l’abito bianco con una miriade di fronzoli rossi e altri dettagli mentre la campana dell'abito si espandeva con l'aggiunta di sempre più strati di sottoveste. Ninnoli di tutti i tipi iniziarono ad apparirle e notò sul capo un piccolo diadema in argento con incastonati diamanti e pietre preziose, anche la collana della ragazza gli brillò negli occhio ed anche il bracciale vide quando la ragazza con un gesto della mano alla bocca gli tirò un bacio. La Regina si concentrò sul viso della ragazza e restò a lungo a fissare quelle piccole labbra rosse, gli zigomi perfettamente truccati e le ciglia nere che muoveva come ali di farfalla, quella giovane ragazza sembrava sfidarla mostrando una ricchezza superiore alla sua.
Hunien lanciò così l’incantesimo nella mente della Regina e quando lo fece due strane figure vestite in un lungo abito nero, nell’angolo opposto della sala si guardarono tra loro e gli venne in automatico portar la mano alla cintura come per cercare un’arma che non trovarono, ma questo lor pensiero diede una scossa nella mente di Hunien che portò lo sguardo nella loro direzione; non li vide per colpa della folla ma gli bastò percepire la loro presenza. Andò con lo sguardo verso altre donne e con lo sguardo e con la mente gli indicò l’angolo apposto della sala e tornò con lo sguardo verso la Regina rimasta ferma, incantata ad osservarla.
La Regina non mosse passo e vide la ragazza farle cenno di seguirla con il dito indice e la vide andare verso un corridoio laterale, e la seguì scostando Dame e Guardie a cui diede l’ordine di non seguirla. Le sembrò di essere una gatta che inseguiva vorace una topolina e la vide passare un atrio danzando tra le fioriere e salire delle scale e lei dietro per non farsela scappare. Altre scale prese la ragazza e sembrava che conosceva alla perfezione il Palazzo mentre i corridoi diventavano sempre meno affollati e si sentivano solo il rumore dei tacchi della Regina e la sua mente cominciò a cambiare, ricordi e pensieri le stavano uscendo rapidamente sostituiti con qualcosa di molto più meraviglioso, nelle vene girava solo il desiderio e si preparava ad incontrarla. La ragazza prese un corridoio semi buio ed aprì una porta entrando in una stanza, la Regina gli era dietro e mise la mano sulla manopola ed aprì e chiuse la porta entrando nella stanza e la vide vicino alla finestra. Lenta la Regina la raggiunse e vide quel petto alzarsi dai sospiri e suoi occhi verdi la fissarono intensamente con un sorriso soddisfatto sulle sue labbra della ragazza. La campana del vestito si estendeva almeno un metro più a lungo di quanto fosse alta la ragazza e la mente pensò all’importante occasione in cui si trovava di fronte e si preparò a sperimentare quello che sarebbe probabilmente stato uno dei momenti più incredibili della sua vita.

“Come ti chiami?” chiese la ragazza e la donna a risponderle “Sei sfrontata, dare questa confidenza alla Regina”
“Quello che rappresenti non m’interessa anch’io sono una Regina del mio mestiere!”
con una risatina mentre con la mano andò a sfiorare il braccio della donna “Arata… Seseta Arata, e tu ragazzina? E che mestiere fai?... Che sembri più ricca di me!” prendendole la mano.
Hunien non è sicuramente appassionata di storia ma sentendo il nome si ricordò del 26° IMPERATORE ARATA ZHO (Dinastia dei Maledetti) un prodotto della Xunlai “Io mi chiamo Desideria Dei Toglivoglia – fissandola e riprendendo l’incantesimo – conoscevo degli Arata in un Regno del Sud, parenti? Il mio è il mestiere dei mestieri! Che dà, che prende e rende libere!”
“No… non sono miei parenti... - andandole vicino con il viso – che posso fare per te Desideria? – sembrandole strana questa Gentilezza – forse dovrei farti arrestare e frustare dato che più di una volta mi hai urtato e neppure le guardie sono riuscite ad evitarlo! Ma anche per la noia di starti qui a sentire con queste tue frasi impertinenti, senza senso e senza verità!”
“Quando desideri una cosa, e ti vien la voglia!... niente può essere d’ostacolo – di malizia disegnò il volto – preferirei essere frustata da te… io non mento mai! La mia lingua sa quel che dice e sa quel che fa! cosa puoi fare per me? – accarezzandole i capelli – vendermi una tua Dama di Compagnia”
“Sempre più sfrontata e impertinente! Le mie Dame non sono in vendita”
“Ti ho trascinata fin qui dato che tutto ha un prezzo”
“E quanto saresti disposta a pagare? Che cosa hai da offrire ad una Regina che già non ha?”
“Io ovviamente, ma costo cara”
 

AnnaelSidel

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La Regina gli accarezzò il viso “Devi essere brava nel tuo mestiere ma purtroppo non ti posso accontentare, intanto una Regina non si abbassa a ricatti! E non dovrebbe pagare!”
“Nessuna si è mai lamentata – andò con le labbra vicino all’orecchio della Regina – non puoi nascondere il tuo vero desiderio, io sono tale e quale a te! Non fingo per far piacere al tuo Potere, per questo non sopporti le altre donne che farebbero di tutto per restare lontane dalle tue mani! Loro sono vuote! Io sono come te! Questo non è un ricatto, questo è uno scambio di favori, se preferisci pagare; cosa che sarebbe alquanto misera e deludente, ti lascerebbe anche un vuoto e saresti uguale agli uomini che percorrono le strade della disperazione in cerca di piaceri effimeri e passeggeri!”

la Regina la scostò e seria in volto “Una ragazzina che viene a farmi la morale! – non riuscendo a togliere gli occhi da quelli della ragazzina; prigioniera dell’incantesimo che aveva oltre i limiti accesso il desiderio – mi amano! Non hanno paura perché io amo loro!” vedendo la ragazzina ridere “Menti sapendo di mentire! Vendimi la Dama e ti farò provare quello che neppure riesci a sognare! Io so cosa sogni Arata!”
Troppo potente l’incantesimo, la Regina le prese le spalle “Allora mostrami e vieni con me!” mentre la ragazzina le prese il mento con un mano “EHI! BELLA TU! Prima firmi la vendita! Sempre prima i soldi! Voglio Isabella, Isabella Millecrine!”
“Perché proprio lei?”
“Che t’importa? È una come le altre, se vuoi me mi devi dare lei! Veloce che il tempo passa! Prendere o lasciare e nel caso pensa a cosa perdi!”
e gettandosi al collo della Regina la baciò.

Quello che accadde nella camera della Regina è irrilevante dal punto di vista della trama ed è tutto parte della Regina della Censura degli elfi, quello che interessa sapere è che Seseta Arata; la Regina delle umane tentazioni, firmò la vendita di Isabella che all’alba venne svegliata e lasciò il Palazzo Reale, si recò a salutare Roys e si prese il pugnale. Ad aspettarla nella Piazza Principale la nuova “padrona” con le sue amiche, salirono a cavallo ed uscirono dalla porta principale verso le 6 del mattino e raggiunsero il Villaggio e il bosco dove erano nascosti il resto degli elfi.
La Regina si svegliò verso le 12 con l’aria soddisfatta ma gli rovinarono la giornata, nel giardino avevano ritrovato 2 cadaveri; sicuramente vittime di un duello amoroso visto le varie impronte e prove sparse in giro. Da un lato a lei la cosa non gli era di particolare importanza, ma i Funzionari che la Corporazione “X” gli avevano messo dietro le spalle la obbligarono ad indagare più a fondo “Altri 2 agenti persi… ancora in questo Regno... il Commissario non sarà felice quando leggerà il rapporto” disse uno di loro mentre la Regina ritornò nei suoi appartamenti e restò ore a fissare il letto ancora disfatto e ribaltato. Solo nel tardo pomeriggio diede l’incarico di indagare ad uno dei suoi Lord Fedeli.
Nel bosco dove erano nascosti i gruppi di Hunien e Narwain partì un elfo a cavallo che arrivò da Annael consegnandoli il messaggio
“Isabella liberata, domani ripartiremo per la Radura. H.S”

I gruppi si riunirono alla Radura dove gli elfi diedero tempo agli umani di prendere le loro decisioni, in quella stessa Radura dove tutto era iniziato e dove eventi mutarono. Leslie presentò la sua nuova famiglia al Pego e ad Isabella; ovviamente non li presentò come Elfi e furono felici per lei.
Mai Pego e Isabella sospettarono che la nuova famiglia di Leslie erano di stirpe Elfica; fu in quei giorni che Isabella decise di farsi chiamare per sempre Kian.
Restarono 1 settimana alla Radura, alla fine Annael prese Leslie e gli disse “Una volta ti dissi che avrei capito il tuo desiderio di restare con gli umani e che mai ti verrà cancellata la memoria… è giunto il momento di tornare a casa Meleth, questo Mondo non ti appartiene” strano lo sguardo e strane le parole dell’elfo. Le sue notti non erano state tranquille e spesso si era addormentata con il pensiero di restare con Pego e Kian e per non pensarci si stringeva a Lim Sidel e sentiva il loro amore diventare sempre più forte. Lui sarebbe rimasto al suo fianco e si chiedeva se era giusto strapparlo alla sua gente.
Annael non era in grado di leggere i suoi pensieri, Leslie ebbe il presentimento che l’elfo già aveva visto il suo futuro e le sue strane parole “un consiglio” per non restare?
Annael non era più intenzionato a continuare ad andare avanti e la cosa era strana anche per gli elfi “Lascia le cose in sospeso… la ricerca dei mezzelfi… questa Corporazione forse erede della Xunlai… io stessa ho percepito due agenti Neri” disse un giorno Hunien, e la domanda era di tutti “Che cosa aveva visto Annael per lasciare tutto in sospeso?”
Leslie salutò Pego e Kian chiedendo loro che cosa avrebbero fatto “Andremo al Sud, ci uniremo alle Genti Liberi e vedremo di restituire il pugnale al suo proprietario” le disse Pego e Kian gli prese la mano. Leslie usò la mente per leggere nelle loro e vide che l’amore tra i due stava sbocciando “Io seguirò la mia famiglia – prese la mano di Lim – ho trovato l’amore e vorrei essere serena”

Si salutarono così gli umani e gli elfi ritornarono nascosti nel loro Regno Celato di Ire Loissea.

Mesi dopo si tenne un matrimonio Meleth Sidel prese in sposo Lim Sidel e dalla loro unione sono nata io e mio fratello gemello: Alyon e Pella Sidel.

[Dopo la scelta di Alyon di andare tra gli umani rinunciando all’immortalità, Pella Sidel inizierà a scrivere l’ELENILLOR PELLA]

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AnnaelSidel

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CAPITOLO V°
Molti, molti anni fa, questo Regno fu colpito da una delle guerre più disastrose fino ad oggi. Il terreno stesso era stato rimodellato dal potere di una Tirannia.
Fu durante la battaglia finale che le cose divennero veramente chiuse per tutti.

La pioggia devastava il paesaggio già spezzato dalla battaglia, gli squilli di trombe e rulli di tamburi erano cessati e sul campo di battaglia pieno di morti erano rimasti pochi soldati con i lori comandanti.
Due gli schieramenti. Da un lato le truppe della Regina che ancora si illudeva di poter vincere, molti le avevano voltato le spalle e solo una vittoria gli avrebbe ridato credibilità e lustro di quel Potere andato perso.
Dall’altra parte le Genti Libere; la Coalizione dei Lord del Sud aveva dato un ulteriore colpo ma i costi erano diventati troppi e non era solo un costo in denaro ma il costo delle troppe perdite umane.
Subentrò anche un discorso di Etica e di Morale, per alcuni Lord e Cavalieri non si doveva colpire a fondo la Regina e non andarono oltre con la loro avanzata; anche se qualcuno gli ricordò che quella donna si era Auto Proclamata Regina del Loro Regno, a conti fatti non era Regina di niente.
Il discorso forse era un altro, essendo dei Lord appartenenti alla Casta Nobiliare, non vollero infierire sulla Donna e Lady che era a loro Pari.
Il Lord lasciarono liberi i soldati di decidere e di aderire alle Genti Liberi, e molti lo fecero e la guerra andò avanti fino al punto finale.

Due uomini si fecero avanti dagli opposti schieramenti, si lanciarono una sfida a duello e nessuno ne capiva la causa. Si misero in contesa faccia a faccia combattendo a mani nude. L’esito fu subito evidente per la capacità di combattimento di uno dei due, il meno esperto si prese un pugno alla base del collo che lo fece volare a terra. Per trovare un vantaggio mise mano alla cintura ma non trovò niente, l’altro gli urlò qualcosa e gli si gettò sopra con un ghigno sulle labbra, e senza mostrar pietà “Riprenditi ciò che è tuo e che tanto ti sta a cuore! Verme infame e traditore!” lo tenne stretto forte in una presa al collo riportandolo in piedi e arrivò una donna che lo pugnalò al cuore.
Fu così che Patroclo Enrico dei Gapeti Olenti; per gli amici Pego, e Isabella di Millecrine, che tutti chiamavano Kian, uccisero Lord Edoberto D'Amistro, che nessuno chiamava più Edo visto che di amici non ne aveva, quel poco di respiro che gli restò lo buttò strisciando nel fango.

La Corporazione “X” mandò in aiuto una Legione interamente vestita di nero con al comando un tale Commissario senza un nome. Le Genti Liberi seppero di questo arrivo e mandarono delle truppe per intercettare la Legione e si dice che una donna; di statura bassa, armata di spada alla testa di 500 Donne, era a capo delle truppe delle Genti Libere e fu lei a farsi avanti dicendo queste parole “State sprecando il vostro tempo, mortali! Incontrerete la morte se andrete oltre! Ciò che rappresentare con i vostri neri stendardi era una Bestia Malata, che nessun uomo libero vuole rivedere e non ci vuole neppure credere!” in risposta ottenne una risata generale ed un urlo di rabbia, la Legione partì all’attacco.
In un luogo non ben precisato morirono 5.000 Legionari vestiti di Nero e le truppe delle Genti Liberi ritornarono verso la Capitale, ma la donna che aveva guidato l’attacco era sparita.

Seseta Arata fece l’errore di uscire dalla Capitale; mal consigliata dai suoi Lord, e quando vide il suo ultimo Lord Fedele morire per mano di Isabella di Millecrine, maledì il giorno che l’aveva venduta ad una ricca prostituta. La Regina diede l’ordine di attaccare e quando le loro armi si scontrarono, le scintille volarono da tutte le direzioni. Infuriava la battaglia ed arrivarono dei soldati dall’Ovest che non si capì da che parte stavano, erano guidati dai Leader del Ministero della Luce.
Prima che scendessero in combattimento, una donna volle parlare con i due Leader per cercare di farli desistere dal combattimento, ma quando seppero chi era la donna, si accanirono ancora di più e fu lì che trovarono la morte Jenn Valefield, Engel Treuer e tutti i loro mezzelfi.

Seseta Arata fuggì dalla battaglia e tornò di corsa nella Capitale nella speranza di restar in vita. Il Palazzo era deserto e andò in giro disperata tra sale e corridoi finchè non vide una piccola porta lasciata aperta, si chinò e andò dentro nel cunicolo stretto e si ritrovò nel magazzino del Museo dove il Curatore aveva tratto in salvo tutte le sue dame di compagnia. Sicura di sé, altezzosa e convinta di fuggire facendosi scambiare per una Dama di compagnia.
L’esercitò delle Genti Libere entrò nella Capitale, Seseta Arata mise in atto il suo piano ma venne trafitta dal Curatore quando la vide frantumare con un busto di marmo, la teca di vetro che conteneva lo splendido vestito che a lui piaceva tanto.
Roys diventò Governatore della nuova città e il suo nome venne scritto negli annali della storia.

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SIDEL
LA CASATA DELLA STELLA BRILLANTE
La Torre Dei Sidel e il Potere di Annael Sidel

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“Ossessionata dai ricordi

le parole mi sfuggono
sono vuota...
tempo fa
feci la mia scelta...
Il mio desiderio
è dimenticare tutto questo,
dimenticarmi di voi...
madre, padre e fratello...

tutti...”
P.S

Una voce pareva il vento, un canto ed una danza in quel giorno luminoso e soleggiato. Non c'era una nuvola nel cielo e questo era sicuramente un bellissimo giorno per l’umore di un elfo ed anche di un mezzelfo.
Anche quando nel tardo pomeriggio il Sole cominciò a calare e lanciò un bagliore arancione sulle terre, si poteva asserire che quella era stata una perfetta e splendida giornata Elfica.
La mezzelfa era lì, su una piccola collina erbosa che si affacciava su alberi verde brillante a perdita d'occhio, vicino alla sua casa, la Torre dei Sidel, la mezzelfa in questione era Pella Sidel.
In teoria il suo nome alla lettera avrebbe significato LA DEVIAZIONE DELLA STELLA BRILLANTE, ma la lingua elfica deve essere dedotta e il significato era
AL DI LA’ (della) STELLA BRILLANTE
questo avevano inteso la madre e il padre quando gli diedero il nome. A parte tutte queste cose era una Sidel, e per i tutti i Sidel questa non era una bellissima giornata. Era la ricorrenza della morte di Min Sidel, e in quel giorno venivano ricordati tutti i Sidel; sia quelli defunti che quelli in vita. Per gli umani potrebbe avvicinarsi ad un giorno di festa, ad una loro particolare ricorrenza del calendario.
Pella era rannicchiata sotto un albero, assorta nei suoi pensieri e nella mente. I suoi occhi verde grigiastri fissavano il tramonto e tanto era distaccata che non sentì né i passi e ne la voce che la chiamava, fu un destarsi di scatto guardando la persona di fronte a lei che andò lenta a sedersi al suo fianco
“Mia Signora” disse Pella
“Pella…” rispose Mel Sidel, Sovrana dei Mezzelfi.

E come spesso accade ci fu il Silenzio, poi Mel allungò il braccio verso di lei mostrandole ciò che teneva in mano “Una corona di fiori – disse Pella – grazie Mia Signora…”
“Ho pensato che ti potrebbe far piacere”
“Fiori Blu… uno dei nostri colori”
“China il capo per me, per favore”

Pella sorrise mentre Mel gli mise la corona di fiori sulla testa ed altro lungo silenzio seguì con le due donne a veder l’ultimo lembo di Sole
“Mia Signora…”
“Dimmi”
“E’ possibile non presentarmi?”
“Pella è da tempo che sei strana, ti isoli e ti sei chiusa peggio di Annael e di Laitale… - sospirando – sei libera di fare come credi ma sei bene che per noi Sidel è un grande giorno di festa”
“E’ questo che non capisco! Come fate ad essere felici!!”


Mel la fissò “L’anno scorso ed altri anni non la pensavi allo stesso modo – pausa fissando Pella – sai a volte succede che il lato umano riaffiori anche dopo anni dalla scelta, è questo che ti affligge? Sai benissimo che le risate, i balli, i canti e le poesie nascondono lacrime… ma è che così che si devono ricordare” notando dei fogli alla base dell’albero, Mel allunga la mano cercando di prenderli, ma la mezzelfa è veloce
“NO! è orrenda! – lasciandole il polso - non riesco a scrivere il finale… il finale che ho scritto è deludente! Ho inserito un Quinto Capitolo per trovare il finale ma niente! Non andrà avanti! Tutto il racconto fa pena! Ho dovuto chiedere ad Annael che ha messo parti di storia… Intermezzi che solo lui conosce! Anche a Laitale ho chiesto di darmi un aiuto e persino ad Hunien! Ho dovuto censurare gran parte di quello che mi aveva scritto! La verità è che non sarò mai come loro…”

Altro silenzio con la voce calma e pagata di Mel a romperlo “La verità è che percepisco invidia e non è da elfi… sapevo che tua madre ti aveva raccontato tutto e quello dovevi riportare… - sorridendole - Hunien è pietosa nello scritto – ridendo forte – Annael e Laitale sono uguali, gli elfi non sono scrittori, tengono tutto a mente, Annael non ha mai fatto leggere ad umano… tranne che ad uno solo, quello che ha scritto, quando scrivono lo fanno di getto perché se iniziano a pensare che stanno scrivendo, si rendono conto che non è ESSERE da elfo!”

“Mia Signora… potreste aiutarmi voi nel finale?”
“IO!? Assolutamente no, scriverei cattiverie su Hunien e ti rovinerei il racconto e pure la vita! Ci viene a cercare e farà di tutto per cancellare le frasi che la riguardano o togliere il racconto dalla circolazione! E non sarei tenera neppure con mio padre! – alzandosi a dandole le mano – non ci pensare Pella, inoltre gli elfi non usano mettere la parola FINE… non c’è mai una fine… - passandole la mano tra i capelli - stai benissimo con questa corona, vatti a cambiare che manca poco all’inizio della festa e mi raccomando colori Sidel! Rosso, giallo e blu!”

Pella raccolse le sue carte, fece un inchino e se ne andò.


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AnnaelSidel

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Seduto su un trono di legno decorato con i gioielli più raffinati, con la corona degli elfi scuri sulla testa, c'è un elfo che tutti giudicano troppo misterioso per essere un elfo. Che il loro Sovrano era diverso dagli altri elfi scuri questo era da secoli una certezza assoluta.
Una figura in un sudario nero con corvi sulle spalle si estendeva dietro di lui, si mosse lenta e si adagiò sulle gambe del sovrano ed i loro capelli si unirono insieme intrecciati dal filo di un ragno nero che sbucò fuori dalla nuca dell’elfo.
Il Sovrano inizia a fissare il salone e gli ospiti, il suo udito riesce anche a sentire il brusio di tutti gli elfi scuri accorsi e rimasti fuori, muove le dita ed impugna una spada; quanto tempo è passato dall’ultima volta che l’ha usata per colpire la paura nei suoi nemici? Governa sugli elfi scuri anche grazie a quella spada leggendaria che porta tanti nomi, il Fanciullo Brillante, La Vendicatrice.
Quando brandiva quella spada non era ancora un Sovrano ma un Generale, lo è stato per tanti anni ma a lui non serve essere stato Generale o essere il Sovrano, lui è l’Unico da quando fin da bambino CONOSCE gli elfi Scuri, lui è loro e loro sono lui, e molti elfi sostengono che in realtà questo sia il VERO POTERE di Annael.

La sala freme per l’attesa; nessuno pensa che sia una ricorrenza funebre, perchè non l'ho è mai stata. Freme, scalpita dalla fretta che il loro Sovrano dia inizio alla gioia di ricordare i Sidel, e lui aspetta il momento giusto, fa crescere l’attesa e quando scosta con garbo e gentilezza la figura nera seduta sulle sue ginocchia e si alza in piedi cala il silenzio.
Lento si fa largo e raggiunge il balcone circondato da tutta la sua Casata; un sospiro di sollievo perché il Sovrano ha il brutto vizio di farsi desiderare a lungo, lo sanno tutti che è un grande attore e tutto questo fa parte della "recita" ed è anche il suo modo di fare e di Essere; è fatto così.
Le figlie gli sono al fianco, la maggiore tiene lo stendardo della stirpe degli elfi Scuri, la seconda lo stendardo dei Sidel e sulla torre più alta sventola alla luce delle Stelle lo stendardo del Sovrano, Annael Sidel.

Chiama al suo fianco la nera figura che lascia cadere in terra il Nero sudario, volano via i corvi e compare lei, Laitale la Necromante.
Veste un abito lungo Giallo Brillante con lunghi guanti Blu, i lunghi capelli nero corvino sono legati da strisce Rosso sangue, l’unica pecca è il tono della sua voce che proviene direttamente dall’oltretomba “Fratelli, Sorelle, il nostro Re darà inizio al giorno dei Sidel! Preparate le spade!”
La folla si agita e tutti guardano il Sovrano.

Annael alza la spada al cielo e la sua voce è sempre quella di un tempo, che forte e chiara entra nei cuori del suo popolo
“Due Stelle brillano per me! Sono mia Madre e mio Padre! Brillano sempre di desiderio ardente e guidano il mio sguardo nel nostro destino che io sempre e per sempre vedrò! Ecco il Fanciullo Brillante! L’arma della Vendetta! La Vendicatrice! Fratelli, Sorelle sempre una Stella Brillante vi guiderà!
IAS BEREN ISTATHA CUIA!”

Si alzano al cielo le spade; tutte armi della Vendetta forgiate da Annael, e tutti in coro a rispondere
“AN UI!!”
E fu l’inizio del giorno della festa dei Sidel. Casata nata per sostenere ed accudire gli elfi rimasti orfani da una sicura morte, per fortuna non vi era più questo grave problema.

Annael venne circondato dagli orfani cresciuti dai Sidel ed ovviamente dai piccoli elfi; il punto debole del Sovrano, non per niente Annael è detto PADRE DI TUTTI. La devozione per un Sovrano è intrinseca negli elfi e i bambini sono i primi a mostrarlo, gli andarono a frugare nelle tasche e lo presero d’assalto, chi gli salì in groppa, chi si attaccò alle gambe, chi lo tira per le braccia e desideravano sentire un racconto di quelle epoche ormai dimenticate quando il popolo degli Elfi Scuri combatteva per le sorti del Mondo, un racconto che solo la Voce di Annael riesce ad rendere particolare facendo rivivere la battaglia.
Gherarda salvò Annael dall’assalto dei piccoli bambini portandoli fuori a giocare in riva al laghetto e sbuffò nuvole di vapore per giocare a nascondino.

La festa andò avanti con le Casate che venivano a salutare Annael che quando non faceva l’Eremita della Torre mostrava il meglio del suo Essere Annael.
Lote Kemmotar l’abbracciò forte e gli accarezzò il viso dicendogli che era sempre lo stesso bambino di un tempo e furono loro due a dar inizio alle danze sotto l’occhio vigile di Laitale sapendo il vizio di Annael di “allungar le mani” verso le elfe; Lote era la più anziana, la prima amica di Annael, cresciuti insieme e poi.... Gallina vecchia fa buon brodo "Non si butta mai niente!" era solito dire Annael.

Altra coppia “strana” del ballo fu quella formata da Hunien e da Mel; qui si entra nel pettegolezzo elfico… pare che Hunien disse alla sorellastra che non era “affatto brutta” e ci si poteva fare un “pensierino”, per anni si parlò delle sue sorellastre che ballarono insieme e negli anni la versione cambiò e si ampliò come è tipico far degli elfi; gli elfi amplificano tutte le storie, se ad esempio nel bosco lontano ti capita un lieve taglietto che neppure esce del sangue, la voce che arriva in città è quella che il poveretto ha perso una gamba ed è morto dissanguato!
Altro fatto fu quello che dal soffitto della sala; dove negli angoli bui i ragni femmina tessevano le loro ragnatele, una di loro calò un filo e scese sulla spalla di Annael che in mezzo a tutto quel bordello ad un certo punto disse rivolto a Mel Sidel
“Dov’è Pella?”

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AnnaelSidel

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Pella era convinta di essersi distesa sul terreno soffice, invece lo sentì duro e freddo come la panca di marmo di una cella. Odore di muffa e pareti di marmo, si alzò rapidamente e vide la finestra con le sbarre, le afferrò scuotendole con rabbia. Riprese la calma, doveva capire dove diamine era finita; confusa? Di sicuro.
Si concentrò per aumentare la sua percezione, non vedeva nessuno ma non era sola
"C'è qualcuno qui?"
"Oh, finalmente, pensavo di essere l'Unico qui!" sentendo una Voce risponderle
"Dove sono tutti?"
"Ma chi? – gli rispose la voce - Chi volevi qui?”
Persa nei suoi pensieri, sentì scricchiolare la porta della cella vedendo aprirsi un lungo corridoio illuminato da qualche torcia. Pella varcò la porta di quella cella dai muri chiazzati di muffa verde, tenne la mano a sfiorare il muro facendo passi nell’oscurità perché quelle poche torce si erano spente. Contò ogni passo con la mano sulla parete per darle una sicurezza, pronta ad affrontare qualsiasi cosa poteva ritrovarsi di fronte.
Camminò contando 200 passi poi si fermò; dove stava andando? Stava andando verso il Nulla? Ebbe paura.
"... tutto questo che cosa ha a che fare con me? ..."
"Il Re ti sta chiedendo di venire fuori!”
Rimase ferma, uscire? Uscire da cosa? Da quel labirinto?
Voleva capire che cosa stava succedendo e pur non vedendo nessuno, si sentì afferrare le braccia ritrovandosi i polsi legati da semplici manette, provò a toglierle usando le sue abilità, le manette erano efficaci nel tenere a bada il suo spirito e la sua forza da Mezzelfa, quindi quelle manette erano state fatte da degli elfi; la logica deduzione non servì a dargli coraggio. Di nuovo, pur non vendendo nessuno si sentì spingere con forza. perse il conteggio dei passi e la speranza di ritornare indietro "Non è così che si tratta una mezzelfa! Garbo e cortesia! Bastava chiedere!” cercando di lottare contro quella spinta e cercando di capire verso chi stava parlando.
Il corridoio? Sparito… si ritrovò in una sala mai vista ma che aveva tutta l’aria di essere una sala del trono e vide all'altra estremità una figura misteriosa che le dava le spalle
"Saluti, straniero" disse Pella
"Straniero?"
"Sì, è quello che sei, dimmi, chi sei e perché sei qui”
"Beh ... io sono Unico ma anche Diversi… se devi per forza saperlo, io sono il Re, sai perché sei qui?"
"Capisco… voglio dire, sì, suppongo… aspetta, no! la tua voce mi sembra troppo giovane per essere un Re… perché non ti mostri? Qui, dove sarebbe di preciso?"

La figura si girò ma fu lo stesso, un ombra gli copriva il viso
“Giudichi un Re dal tono della sua voce? Devo informati che io ho diversi Voci”
“Devo informarti che NON sei simpatico e neppure il benvenuto! – disse lei rabbiosa – potrai essere gentile; forse lo sarò anche io… ma resti sempre NON desiderato!”

"E perché? – rispose pacata la Voce – parli come se tutto questo fosse tuo… hai capito cos’è qui?”
"In realtà… hai ragione - dando uno sguardo al trono dove brillarono gemme incastonate – tu saresti il Re di questo QUI… i Sovrani hanno modi migliori di presentarsi”

"Parli su delle basi? Per delle esperienze?
“Non ho capito…”
“Quanti Sovrani hai conosciuto per fare un raffronto?”
“In effetti solo uno”

“Noi abbiamo MODI strani – disse la Voce – questo è uno dei più comuni per portare avanti le divagazioni”
“Parli al Plurale come un vero Re… mi dispiace, non credo di sapere di cosa stai parlando… non credo che Voi siete un Re! Divagazione? ... sarei dunque una distrazione? Uno Svago!? – alterandosi – se per te io sarei un Divertimento ti dico, non mettere alla prova il mio coraggio, non sai in cosa ti stai cacciando! – non riuscì a trattenere la sua frustrazione - sei un vero Re? Come mai questo posto non ha illuminazione? E’ anche sporco e puzza di vecchio! Sei povero? La tua nazione è tutta così?"

"Faresti meglio a calmarti adesso ragazza, altrimenti non ti piacerà quello che ti farò!"
le rispose la Voce ancora con tono pacato e calmo
"Fai cosa!? Non puoi fare niente! Minacciare è da Re? Allora devo informati che mio padre è un elfo! Mio fratello non tollera che mi sia fatto del male! Io stessa sono molto pericolosa! Ho sulle spalle lunghi anni d’esperienza alla magia e alle armi! – portando avanti le braccia – togli queste manette e ti farò vedere!”
"Sai una cosa? Mi ha stancato… qui anche la mente più forte non può far niente… ho la cosa giusta da fare per te"
"Oh sì, che cos'è?"


All'improvviso una mano scheletrica saltò fuori dall’oscurità e afferrò forte il braccio di Pella.
La guardò con disgusto e orrore mentre osservava le dita ossute toglierli le manette.
Poi sparì e lei si strofinò i polsi e le mani e sentì un calore sul dorso della mano destra e gli parve di vedere un puntino nero muovervi, se la vista non l’ingannava era un cimice nera, ebbe un senso di ribrezzo e senza pensarci due volte si colpì il dorso della mano ma l’insetto si muoveva ancora, colpì ancora e con più forza e alla terza volta urlò di dolore, si sentì il corpo piena di altri orrendi insetti e si colpì con forza per fermarli.
Voleva urlare, provò persino a saltare. Dopo un minuto passato a colpirsi cadde a terra sfinita e vide l’ombra dello sconosciuto farsi avanti, non aveva mai visto una oscurità così piena e densa. Si sentì afferrare per il bavero e sollevata da terra, lei provò a vedere il volto ma trovò solo altra ombra
“Ora so che non sei un Re ma un mostro! Questa è Magia Nera! MORGUL! Vattene spirito del Male! Mai cedo all'oscurità!”
"Guarda che sto solo facendo il mio dovere, proteggendo il mio mondo ed il Regno… tua madre a lungo ha vissuto in questo posto per mio volere”
"Che ne sai di mia madre?”
Lo sconosciuto la teneva in mano come se lei fosse senza peso, sollevata da terra e come una freccia venne scagliata lontano, Pella rabbrividì e sentì la paura nelle vene mentre stava letteralmente “volando” chissà dove.
 

AnnaelSidel

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L’impressione era quella di essere sospesa nel Vuoto Totale, forse era in piedi, forse seduta o forse stava ancora volando o cadendo, tutto intorno era bianco, Vuoto, una tela bianca che aspetta i colori e la mano del pittore. Impossibile usare il forte senso dell’orientamento, non sapeva neppure dove era l’Alto e il Basso, la sinistra e la destra
“Non farti prendere dal panico… Re? Ci sei?”
“Dimmi”
fu la parola che gli entrò nella mente come una vibrazione
“Cos’è qui?”

“Finalmente la giusta domanda!
Qui è dove Regno, non c’è nulla di pianificato e nessuno tranne me può anticipare un disegno, un disegno che potrei rendere diverso messo insieme dai più piccoli colpi di scena del destino, questo non Esiste, è Irreale ma potrebbe anche essere Reale, legato così strettamente che potresti credere che fossero la stessa cosa… qui si crea qualcosa di nuovo e vivo; più vivo di tutto ciò che era venuto prima o che potrebbe mai essere di nuovo… questo potrebbe Esistere in questo preciso momento, o può essere… la parte mancante della vita… qui è dove Irreale e Reale guardano nel destino la Verità… qui è dove l’Irreale e il Reale possono diventare simili tra loro ma può essere… che non potrebbero mai esistere da qualche parte… qui è dove il Destino è scritto nelle stelle ed io potrei bruciarlo e cambiarlo trascendendo il tempo e lo spazio… questo non c'è, questo è altro, ma tu sei qui e ora”


“Allora sei pronta?”
disse una voce di donna.
Pella si voltò e vide una madre con una bambina “Non toglierti il braccialetto! E’ pericoloso se lo fai!”
"Ma mamma!"
piagnucolò la bambina cercando ancora di togliere il braccialetto dal polso.
Il braccialetto era di color Blu Mare, a quella bambina capricciosa dava molto fastidio, lo sentiva troppo pesante. Alla fine lo tolse e lo gettò lontano sorridendo nel vedere il suo braccio libero e leggero.
“Un attimo… ma quella sono io! Lo ricordo quel braccialetto! Voi due mi sentite?! MADRE! sparite... Re che succede! Re… ci sei?”
Sua madre; Meleth Sidel, glielo aveva regalato come regalo del suo 10° compleanno, Pella ricordò benissimo che dopo si pentì tantissimo di averlo buttato via; per essere sicura che non venisse ritrovato l’aveva gettato in un profondo crepaccio dei Monti Sacri quando un giorno con il padre era andata a passeggiare.
Pella vide il braccialetto volarle davanti e cadere, lei allungò la mano per prenderlo ma non ci riuscì e l’istinto fu quello di buttarsi nel Vuoto “Sicura di volerlo fare?” disse la Voce nella sua mente. Pella vedeva ancora il braccialetto cadere “Re… se lo faccio? Che succede?”
“Non hai sentito prima le mie parole? Che tutto questo potrebbe prendere un Disegno diverso”
“Ho seguito… ma lo decidi tu? No?... Re ma se questo è Stato… come fa a prendere un destino diverso?”
Non ci pensò oltre e nel Vuoto si buttò.

Notte; questo era certo. Guardò le stelle e sicuramente era tarda notte, anzi ben oltre il calar della notte, le stelle sono accese e luccicano nel cielo. La luna splende sul terreno sottostante, luminosa e piena facendola apparire ancora più luminosa. C'erano nuvole scure nel cielo in avvicinamento che oscuravano la vista del brillante cielo notturno. Tuttavia, era comunque stupendo. L'aria era frizzante e fredda, la prateria prese fiato e la nebbia iniziò ad alzarsi. Sicuramente una fredda notte in arrivo, c’era bisogno di trovar un riparo ma non sembra essercene uno.
La domanda era sempre la stessa “Re, ci sei? ...Ora dove mi trovo?” e aspetto a lungo perché la Voce non gli rispose, parlò con se stessa
“Se questo è… o potrebbe essere una parte mancante della mia vita… lo vivrò… direi che di logica se questo è Reale, dovrei trovarmi un rifugio per la notte… normalmente ci sono delle caverne in cui dormire, tunnel sotterranei in cui andarsi a nascondere” non c'era niente.
Terra sterile con appena alberi e qualche laghetto qua e là "Fantastico! Sembra che adesso QUI! Debba dormire fuori al freddo stanotte! Re questo disegno non mi piace! ...Re? ...”

Il paesaggio si modificava, si rese conto che come lo pensava, così gli appariva, ed allora provò a pensare ad una grotta. Voci lontane indistinte sopra di lei, alzò lo sguardo e vide qualcosa di luccicante cadere sentendo un rumore tra le rocce. Curiosa andò avanti e le rocce diventarono sempre più strette, qualcosa di piccolo brillò in terra, mise a fuoco o lo vide “Oh! Il braccialetto!”
Andò di corsa a prenderlo e fermandosi sentendo ancora le voci provenire dall’altro, alzò la testa e vide la bambina sul bordo del crepaccio che faceva cenni di saluto “Oh diamine! Sono io! Ricordo di aver salutato come una stupida il braccialetto quando lo gettai!”
Con sua grande sorpresa quando tornò per prendere il braccialetto era sparito, sentì un rumore e si mise a seguirlo e si trovò davanti a quella che sembrava essere quello che aveva pensato prima, una grotta “Ho capito che cosa è QUI! QUI quello che sogni diventa reale… giusto Re? ... Re?”
Nell’aria un profumo che le ricorda qualcosa, entra cauta e con voce ferma "Ciao? C'è qualcuno? Giuro che non ti farò del male… sto solo cercando il mio braccialetto… mi è caduto… se l’hai trovato, ti chiedo la cortesia di ridarmelo… c’è anche inciso il mio nome… Pella Sidel” ha buttato la frase nell'oscurità e questa non le risponde.
L’istinto fu quello di entrare più in profondità per seguire quella scia di profumo visto che il rumore era scomparso, ma l’istinto elfico le fermò i passi e restò vicina all’ingresso della grotta, cosa c’era da mandare in allerta il suo istinto elfico? Sentì di nuovo il rumore, questa volta molto più vicino, gli occhi cercarono invano di bucare l'oscurità "Ciao?"
Un ombra comparve minacciosa dall’oscurità, Pella la vide caricare proprio su di lei. Cerca di scappare ma prima ancora di fare un passo sente afferrarsi. Artigli che la fanno piangere dal dolore, occhi gialli che entrano nei suoi e viene spinta verso le rocce nude e un sibilo di morte rompe il silenzio
“SIDEL! Già il nome mi mette fame! Penso che ti terrò un po’ qui con me! Sembri una buona esca per il Lungimirante! Dimmi stolta ragazzina mezzelfa che entri in questo mondo dove il mio nemico mi ricorda sempre d'avermi sconfitto! Dimmi dove si nasconde colui che Guarda Lontano?” occhi gialli penetranti mentre lo dice, con un altro sibilo nell'oscurità.
Un bagliore accecante entra nella grotta, gli artigli lasciano la presa e lei è libera, si sente prendere la mano e alza lo sguardo
“MADRE!?”
“PELLA! Che ci fai qui!”
Madre... io non so neppure che cosa sia QUI!”
“Seguimi ora, non ho tempo di spiegarti!”

“Si madre”

Scosse la testa Pella, era appoggiata ad un albero e non sapeva spiegarsi come mai i suoi passi l’avevano portata nel luogo dove era sepolta la madre. Si tolse la corona di fiori sulla testa e la mise sul freddo marmo della tomba che la mano passò con rispetto con le lacrime che si tolse dal volto strofinandolo con l’altro braccio e rovinando tutto il trucco. Era un giorno di festa e non di lacrime. Sentì la presenza di qualcuno e si voltò
“Pella…”
“Mia signora”
rispose lei a Mel che le andò vicino “Annael mi ha mandato a cercarti, chiede cortesemente che tu lo raggiunga, che devo rispondergli?”
Pella sospirò “Mia Signora è possibile sognare ad occhi aperti?”
“Umm… intendi il modo di dire degli umani? Tenere la testa fra le nuvole e fantasticare? Distaccarsi dal mondo per pochi secondi? Per noi non esiste, io ho perso questa cosa e non sono mai stata una Fantasticatrice… stavi Riposando la mente?”
“No… non stavo riposando ero sveglia… io sinceramente non mi sono neppure accorta di essere venuta qui… non era mia intenzione farlo”
rispose Pella
Mel la guardò seria e preoccupata “Da come dici potrei capire che sei una sonnambula… ma se eri sveglia… sognare da svegli… c’è solo un elfo in grado di colpire i sogni… tu sai di chi parlo”
“Ma… io ero sveglia… cioè, stavo sognando ad occhi aperti…”
“Questo è già sufficiente per la sua fattura… entri nel suo Mondo”
“Allora può farti vedere quello che… - dando uno sguardo alla tomba – non desideri vedere nei sogni?”

“Hai visto tua madre?... cioè... ti ha fatto vedere tua madre...? Pella mi piacerebbe darti una risposta… la fattura di Annael è tra le più potenti e misteriose... tua madre era nella rete del ragno... ci sei finita pure tu? – prendendole e stringendole la mano – senti… ti va di venire alla festa? Così mentre andiamo; e se vuoi, mi racconti cosa hai visto… non pensarci Pella, magari Annael ha saputo che non riesci a trovare il finale del racconto; qui le voci girano… lo sai… e a modo suo ti sta dando un aiuto… - fissandola – allora? Vieni alla festa?”
“Si… certo… Mia Signora”


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AnnaelSidel

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La festa si era spostata nel giardino del regno dove sotto il tendone si stava ricordando Tug Sidel [Guglielmo] e Tara Sidel [Concetta]
Melanzina, Zuppella e Mirtilla avevano mandato avanti l’attività di famiglia, si erano sposate sfornando già dei pargoli. Pella vide vedersi arrivare incontro Mirtilla che indossava un abito Rosso con una “A” in oro ricamata sul cuore; Mirtilla lavorava anche come Mastro Birraio nel famoso birrificio di Annael, la sorella Zuppella ed il marito erano diventati anche i cuochi personali di Annael
“Pella! – abbracciandola – finalmente! Oh scusatemi! – lieve inchino verso Mel – benarrivata Mia Signora” Mel rispose al cortese gesto “Nulla di male Mirtilla – guardandosi furtiva in giro – non vedo Hunien…” tempo di uscir con queste parole che l’elfa nana gli arrivò alle spalle saltandogli sulla schiena “Eccoti qui! Dov’eri finita?!”
“Sorella oggi hai deciso di non darmi tregua!”
“Mi sono messa d’impegno per rimediare al tempo perso! – guardando le altre due mezzelfe – Mirtilla, il rosso della birreria di dona! Ma non vedo il giallo e il blu!”

Mirtilla gli lanciò uno sguardo molto diretto, sollevando il mento e le sopracciglia che si contorcevano in un leggero cipiglio "L’indosso quei colori ma non sono a Tua vista!”
“AHH! Interessante! – guardando poi Pella – Oh! Che faccia brutta, per non dir spaventata! Che ti è capitato mia cara? Hai visto un fantasma? Da quella faccia pare che tu abbia visto una Serpe Parlante!”
“Ehh… non ci scherzerei su questa cosa…dovrei chiedere a tuo padre...”
rispose Pella
Hunien non diede peso alla risposta ed in groppa e spronando Mel “Avanti sorella! Riprendiamo il ballo!”
“Come desideri elfa nanetta! Guarda che non sono una cavallina ma una cavalla!”
“Opinabile! Mezzaumana!”


Hunien e Mel andarono via ridendo, Mirtilla venne chiamata per aiutare le sorelle e Pella si ritrovò a guardarsi in giro cercando la voglia di restare, scontato che lo sguardo andò in cerca di Annael e lo trovò in piedi su una sedia circondato da bambini impegnato a raccontare una storia.
Lenta andò verso il gruppo finché l’udito gli consentì di sentire la voce del Sovrano, notò che Annael era zuppo dalla testa ai piedi, la colpa era della Dragonessa Gherarda che stava alle spalle di Annael, dai suoi occhi scendevano lacrimoni che cadevano sulla testa di Annael “Adoro questo elfo! Lo sposerei! – e subito percepì lo sguardo di Laitale – bhe? Hai qualcosa da dirmi Necromante?”
Annael stava raccontando di una famosa battaglia avvenuta nelle Terre del Nord; i bambini la sapevano a memoria, tutto il popolo la sapeva a memoria, ma Annael sapeva riproporla e sempre metteva delle novità, inoltre usando la sua Voce Incantatrice il risultato era sempre lo stesso, tutti Incantanti a fissarlo con la bocca spalancata ed ogni tanto si sentiva un “OHHHHH!”.
Arrivò il momento della famosa carica a cavallo, qui Annael avrebbe dato il meglio del suo essere grande attore.
Tenne il bastone come una spada e subito i bambini andarono ad imitarlo tenendo in mano dei piccoli bastoni e si videro in quella vallata sconfinata a caricare gli orchi, e quando Annael disse "Gli elfi erano schierati tutti e pronti!" i bambini si alzarono in piedi.
Annael si concentrò aumentando l’incanto della Voce e quando disse
“Terror non c’era!
Splenditi gli elfi scuri non avevan timor delle orrende creature!
Ed una sola voce si alzò!
CARICATE FRATELLI!
CARICATE SORELLE!
CARICATE ORA!
Lo spirito dell'impavido vivrà!
PER SEMPRE!”
fu una bolgia.
I bambini si misero a correre da tutte le parti gridando e urlando, e lo cosa generò un sorriso ed una felicità di tutti. Annael continuava a narrare e con il bastone dava ordini alle truppe di caricare e spostarsi sul campo di battaglia ed i bambini nel vederlo gli andarono dietro ed iniziarono a menar fendenti, stoccate, seguiti da sgualembri, montanti, tondi e ridoppi dritti e roversi con i bastoni e la cosa finì dall'essere così divertente. Le madri entrarono in azione e subito che cercavano di riprenderli preoccupate che si potevano far del male dandosi bastonate in testa. Una madre passò vicino al sovrano tenendo in braccio la figlia agitatissima che menava il bastone nell’aria e urlava "A MORTE GLI ORCHI!" severa guardò il Sovrano “Sante Stelle Annael! Era necessario usare tutta quella magia? E sì che dovresti essere esperto di come si crescono i piccoli elfi scuri! mi serviranno litri di camomilla per calmarla!” Annael fece un lieve inchino e scese dalla sedia “Scusami sorella… hai ragione, mi sono fatto trascinare…”
I bambini si diedero alla fuga generale e Gherarda fu costretta ad alzarsi in volo ed usare la sua potente vista per andare al recupero di tutti, l’ultima piccola elfa venne ritrovata dopo 2 ore; scaltra si era nascosta in un cespuglio ed essendo che la madre l’aveva vestita di verde, fu necessario ricorrere a Luthien che con la sua mente riesce a catturare la presenza di tutti gli elfi scuri presenti nel regno, la madre mandò il marito a far la predica al Sovrano "Vai tu! perchè se vado io lo annego nella sua birra!"

Pella non incrociò mai lo sguardo di Annael restando defilata dietro un albero.
Si fece giorno e la festa entrò nel vivo e sarebbe finita alla mezzanotte e l’unica a desiderare che il giorno passasse velocemente era Pella.
Era di nuovo riuscita ad allontanarsi, di certo non stava passando un bel momento e tanti pensieri la tormentavano.
Mancava poco alla mezzanotte e finalmente il Giorno dei Sidel sarebbe finito.
Per non pensare a quello che gli era successo cercò di trovare questo finale del suo racconto, mise la mano nella tasca prendendo i fogli e mentre stava rileggendo arrivò Lui
“Oh…” Pella fece per alzarsi inviando uno sguardo timido verso il Sovrano
“Pella, ti ho cercata per tutta la giornata… ti serve il mio aiuto?” sorridendole
“Che cosa?” vedendo Annael sedersi al suo fianco
“A finire di raccontare la storia”
“No… direi che il finale è abbastanza semplice… scontato... davvero grazie, non serve”
“Non è quello che mi è stato detto, so che hai usato anche i miei appunti, mi fa piacere”
“Hai parlato con Mel vero?”
“Mel non è solo la tua Regina, ti vuole bene e… ed anche mia figlia… potrei usare una bugia volendo… ma sì, mi ha detto che non stai bene”
“No vedi… io sto benissimo… più che altro…”

Solita lunga pausa di silenzio
“Cosa?” chiese lui
“Domande…”
“Le domande chiedono risposte… mai far domande ad un elfo…”
“Significa che è inutile allora? ... vorrei capire che cosa ho visto oggi ed il perché…”
“Credo che quello che hai visto sia il finale che vai cercando… non riesci a trovare il finale perché non vuoi trovarlo”
“Spiega…”
“Che sei arrivata al punto che dovresti spiegare la scomparsa di tua madre… chi lo leggerà si domanderà che cosa è successo a Leslie…”
“Forse è argomento che non voglio trattare! Che deve essergli successo! Era una mortale! E quando è scomparsa mio padre si distrutto dal dolore! Non è piacevole trovare le parole per dire che tua madre è scomparsa per colpa tua! Per un braccialetto che io buttai via! E che lei andò a cercare!
Visto che hai avuto la gentilezza di farmelo ricordare!”
rispondendo con tono.
Pella lo guardò prima con rabbia, poi il volto si fece triste ed in lacrime abbracciò Annael "Scusami... è che..."

L’udito di Pella cattura un lungo sospiro e mentre guardava cosa stava accadendo intorno a lei, si accorse di non avere forma corporea
“Questo non è reale… è un sogno…”
Era nello Spazio e vedeva milioni di Stelle e sentì una Voce
“Certo che è Reale, questo è l’Universo… questo è come l’immagino io…”
“Meraviglioso… Annael perché siamo qui? Perchè quelle visioni... non voglio scriverlo quel finale...”
“Stiamo cercando un segno… quello di non essere troppo duri con noi stessi…”

Vide una luce blu lampeggiante proveniente da una stella e Pella sorrise Madre…è lei…?”
“Può essere… sempre una Stella Brillerà…
dicono che i Mondi si uniscono in pace, lavorano in armonia… dicono che ogni Stella ha dentro un anima… guerre, separazioni, amori, girano e ruotano come Pianeti, anche loro costretti ad eseguire un ciclo perenne…”

Pella sospirò, restò abbracciata forte all’elfo e lo guardò sentendo voci lontane che cercavano i loro nomi “Vorrei star ancora stretta… ma penso di aver trovato un finale… non scriverò nulla di mia madre…”
l’elfo l’alzò in piedi “Penso che sei libera di fare quello che vuoi, la storia è tua Pella… Al di là delle Stelle… bel titolo…”
“Vuoi sentirlo il finale?”
“Certamente, molto volentieri”


Arrivarono Laitale e Mel e videro Pella prendere la mano di Annael e con l’altra mano puntare il dito verso il cielo Stellato

Due stelle
Insieme è la loro forza
bruciano via la notte
Rimane una stella
Non sente più i suoi dolori
Sorgete ora!
Splendon tutte le Stelle dei Sidel
dichiarando i lor nomi
io le vedo tutte
io son PELLA!
AL DI LA'
DELLE STELLE!

Una Stella Blu brillò, Laitale andò vicino ad Annael “L’hanno sentita… sta sorgendo Min…” stringendosi al suo amato Sovrano che le diede un bacio e perdendosi negli occhi viola della Necromante, disse

I Sogni sono onde
che si infrangono calme
perenni e implacabili
I Sogni sono onde
che gettano qua e là
i detriti irrilevanti
I Sogni sono speranze
che evaporano...
su una vita che vien portata avanti

I sogni non avranno mai una


FINE
(Ringraziamenti: Annael, Laitale, Hunien)
Dedicato a mia madre
P.S
 
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AnnaelSidel

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APPENDICI
Racconti di Ragnatele


Il tradimento di Edo
"Mio signore, si sta facendo tardi, perché non restate ospite della Fortezza, anche qualche giorno, ci farebbe molto piacere, potete restare fino al ritorno di Lady Leslie” disse Edo, sapendo già la risposta del Prelato
“Grazie ma dico no, ho già dato ordine di allestirmi una tenda ed un bagno, ho parecchio lavoro da sbrigare, resteremo accampati nella pianura, andremo via all'alba... - mettendo il piede destro sul gradino della carrozza – Lord Edoberto potreste venire anche voi alla capitale, stiamo cercando dei diplomatici e voi ne avete la stoffa, avete una lingua sciolta, potreste entrare a far parte del nostro Corpo Diplomatico, la paga è buona” Edo chinò il capo “Ci penserò” sentendo la porta della carrozza chiudersi.

Tratto dal: IL PRETE

E lui lo fece.
Non sappiamo quando Edo iniziò a sognare un Impero dalla forza distruttiva, aveva letto di antichi Imperi che tenevano il popolo sotto un pugno tirannico di ferro. Imperi costruiti su corpi, uniti dal sangue, dove le alte sfere erano fanaticamente devote fino alla morte.
Edo era arrivato alla Città dove risiedeva il Prelato, aveva chiesto subito udienza ma gli venne negata; il Prelato era impegnato per alcuni giorni, per scusarsi lo fece ospitare a sue spese nella più bella locanda della città. Edo accettò cortesemente e con il suo voluminoso zaino sulla schiena prese la via selciata che recava alla locanda. La città del Prelato era magnifica, a parte che nelle strade si vedevano uomini e donne che soffrivano; cosa che non turbò Edo, anche se aveva attirato gli occhi di ogni povera persona che incrociava e che gli chiedeva qualcosa vedendolo vestito da Lord Signore.
Nella sua testa quella "miseria" era… positiva… è normale che durante lotte e scontri ci siano intere famiglie che restino affamate.
Edo ci mise poco nel ragionare; a suo modo, che se c'era una ricchezza, ci doveva per forza essere una "miseria" in senso generale.
Edo veniva da una famiglia benestante, aveva gli occhi di suo padre e lo stesso carattere, era stato istruito per Comandare; non era particolarmente abile nella spada come il padre, ma aveva imparato a lanciare i pugnali grazie alla sua ottima mira e alla mano ferma.
La locanda era veramente bella e ottima per ospitare un Lord, era stato accompagnato da un Capitano e questi disse l’oste che il conto era tutto a carico del Prelato.
Non sapeva che nei giorni passati alla radura quando con Fortunato era andato a riprendere Leslie, il Medico che gli aveva dato la polvere bianca, in realtà era un Elfo Scuro, con la capacità di “Vedere i Sogni” ed anche di plasmarli. Edo si era addormentato alla radura e durante quei giorni, Annael lo mise sulla Tela del Ragno.

Edo entrò nella sua stanza, lasciò cadere lo zaino e dopo essersi lavato andò a provare il materasso; soffice e comodo, la stanchezza del viaggio si fece sentire e subito si addormentò e sognò.

Era fermo ad osservare le guglie del castello, gli piaceva come apparivano minacciose e nere contro un cielo di colore grigio, amava quelle torrette alte che andavano a pungolare il cielo, con l'architettura appuntita; senza dubbio erano le stanze private per i Nobili Signori come se fossero più vicini agli Dei.
Venne distratto da un volto, un bambino con i capelli bianchi come la neve e gli straordinari occhi verdi, un abito bianco semplice ma soffice.
“Fratelli!”
disse una Voce strappando la vista di Edo dal bambino, le parole erano un sermone di quelli pesanti che tanto davano noia ad Edo
“Non abbiamo sopportato abbastanza di questa follia? Quante notti abbiamo dormito per strada? Quante volte i nostri bambini hanno avuto fame?”
Edo voleva andare via ma non riuscì a fare un passo e stette lì a veder la folla radunarsi, tutta gente che Edo mal sopportava, persone senza lavoro, senza casa, senza soldi…
“C’è ancora bisogno di pulizia!!” commentò a bassa voce e si concentrò sulla Voce dell’uomo.
Era un tizio ben rasato che indossava un vestito nero e rosso, sul bavero portava il bottone dei rivoluzionari, un simbolo che lo avrebbe fatto impiccare immediatamente se fosse passata una guardia, gli sarebbe stata tagliata la lingua dalla bocca.
Un bottone che anche Edo portava ma che aveva preferito giustamente lasciare a casa.

L’uomo iniziò poi a raccontare di qualcuno che era stato pugnalato e che la stessa lama d’acciaio dell’assassino si sarebbe vendicata su di lui.

Edo pensò alla Rivoluzione; nel preciso pensò ai suoi cari amici che non avevano nulla di diverso dall’uomo che stava andando avanti ancora con il sermone. Era stanco di queste persone, capaci solo a richiamare l'attenzione della gente identificandosi con la loro condizione. Cosa ci voleva a convincere i giovani a firmare per la loro causa con promesse di pane per le loro famiglie? Edo sorrise nel sentire le parole dell’uomo, un sorriso che si tolse quando la voce disse
“Il destino che ti è stato dato, può cambiare!”

Il cielo scurò e tuonò sopra la testa di Edo, venne avvicinato da due guardie che vestivano delle uniformi da legionari, la loro armatura era sporca di sangue, gli occhi stretti contenevano pensieri oscuri e di morte, nei loro muscoli c'era spavalderia e potenza che dicevano che erano uomini in grado di usare le lame, uccidere era il loro mestiere.
“Tu? Chi sei?” gli disse una guardia
“Sono venuto a servire il Prelato”
L'altra guardia sbuffò, i suoi occhi guardarono il corpo di Edo e poi si rialzarono.
"Può fare di meglio" disse una voce non ben identificata, non era quella delle guardie.

La guardia che sembrava essere al comando, diede al suo collega uno sguardo sempre più debole prima di riportare la sua attenzione su Edo; anche lui lo scrutò da capo a piedi con gli occhi stretti e incisi che ricordavano un cane stanco “Aspetta qui un momento”
Le guardie fecero alcuni passi ed Edo sentì chiaramente uno di loro dire all’altro


“Le spie mi hanno sempre disgustato!”

e tuonò ancora sulla testa di Edo.
 

AnnaelSidel

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Edo si svegliò e ricordò pochissimo dello strano sogno. Erano passati due giorni dal suo arrivo e finalmente il Prelato l’aveva ricevuto. C’erano altri uomini in sua compagnia e gli avevano dato un pergamena marrone da leggere, e nel leggerla Edo si rese conto che il suo cuore batteva forte dalla paura e cercò di rilassare il battito nel suo petto.
“Ti è tutto chiaro? Sembri essere l’uomo messo al posto giusto per risolvere tutti i problemi” disse il Prelato
Edo alzò la mano destra per giurare “Non vedo problemi”
“E’ così che ragiona la nostra Corporazione – disse uno degli uomini presenti – non ci sono problemi”

Dettagli su dettagli fornì Edo e restò di stucco quando gli venne chiesto se aveva sentito parlare i suoi amici di “Elfi” e li parlò di Rik e di Leslie
“Bene – toglieremo questa Lady dalla lista e tu gli starai vicino e vedi di scoprire più che puoi”
"Intendete degli elfi? - fissandoli - avrei delle domande su questa vostra corporazione"
disse Edo
"La curiosità uccide l'uomo" gli venne risposto e lui non fece altre domande.
Prima di lasciare la città gli venne dato il contatto a cui riferire “Sarai anche informato di quando verrà attaccata la fortezza, dovrai farti trovare là”

Edo lasciò la città dando l’ultima occhiata alle belle strade lastricate con il peso dei soldi in tasca che gli ricordava la sua missione. Sentiva già un Potere nelle sue mani, si vedeva già al fianco della Regina Tiranna e mangiare insieme a lei tutto quello che c’era da mangiare.
Arrivò alla fortezza e abbracciò tutti come se niente fosse, mai si sentì Vile. Dormiva sereno e tranquillo in attesa della data dell’attacco e non vedeva l’ora di prendersi cura di Leslie che ancora raccontava della sua avventura alla Radura. Iniziò anche a sognarla… inteso Leslie… e nei suoi sogni la vedeva al suo fianco e non di certo a quello del Fortunato. La mattina si svegliava e si chiedeva se; forse, si era innamorato di lei… già un dubbio dovrebbe far pensare che di amore non si trattava… era un desiderio di vedersela nel letto. Sognare Leslie gli riportò alla mente il sogno fatto tempo prima.
I giorni passavano e lui non riusciva a togliersi dalla mente quel bambino con i capelli bianchi come la neve e gli straordinari occhi verdi, dall’abito bianco semplice ma soffice. Neppure se si sforzava a non pensare, la mente gli riportava puntuale quel bambino.
I suoi sogni non erano tranquilli, strane voci gli entravano in testa e; non ne era certo, era proprio quel bambino a parlargli
“Sono già stato dove tu sai e guarda…” e gli appariva un campo dove lui era vestito in una armatura squallida che mostrava segni di ammaccature.
Vedeva occhi che lo guardavano dall’alto e capì di essere steso a terra
“Beh… - la voce del bambino – questo è… nel destino… nel caso in cui decidessi di farlo…”

Ricevette il messaggio del giorno dell’attacco alla fortezza, e sappiamo quello che Edo fece.
“NOOO!” Urlò una voce, sorprendendolo con i cadaveri della moglie e dei figli del Mero ai suoi piedi, lui mise una mano alla cintura e prese il pugnale “NON POSSO CREDERCI!” urlò ancora Lady Alla
“TU!! INFAME BASTARDO!!” e con la spada andò verso di lui per sferrare il colpo, ma lui lanciò un pugnale che andò dritto nel cuore della Lady che terminò la corsa cadendo di schiena ai piedi di Edo “Ti maledico Edo!!... morir…ari… sei stato tu… spi…a… cana…g…l….“ rantolando altro non disse.
“Alla fine lo sapevo che sarebbe successo…” disse Edo e corse via raggiungendo Leslie e il Pego.
Edo tradì gli amici e tradì l’ideale della Rivoluzione, aveva fatto l’errore di crederci e aveva perso tempo a dar retta a quattro Lord bifolchi. Adesso le cose sarebbero cambiate.

Quando lasciò Leslie e tornò a riferire al Prelato gli venne detto che era morto. Si fecero vive le persone della Corporazione e gli ordinarono di recarsi dalla Regina. Edo sorrise e vide il viale della gloria aprirsi davanti a lui e quando lo sognò, si vide a cavallo con la folla che lo acclamava, ma alla fine del viale trovò lo stesso bambino ed una bambina seduta su un cumulo di ossa. Edo scese da cavallo e di petto andò dal bambino sollevandolo da terra chiedendogli chi era, ed il bambino gli sorrise dicendogli

Dove vai marionetta?
Sei fatta per ballare su altrui desideri
Non sei una nuova progenie di Marionette

altri come te son già passati
attraverso la porta
degli

INFAMI!

Dove vai marionetta?

Ti muovi per i fili
Non ti viene il dubbio?
Non vedi segni confusi?
Non vedi la via di fuga dal controllo dei fili?
Ohhh! Loro tirano! E tu esegui!

Tu sei loro ma sei anche MIO!
IO QUI REGNO! E VEDO MORTE!

Tu pensi di seguire quello che il tuo cuore crede…
Ma questo…
non è l’agio e la comodità per chi ha tradito!

Dove vai marionetta?
Tu pensavi di aver seguito quello che il cuore credeva…
Ma sarai solo ossa…
Ossa che ti dicono:

"Cosa ho fatto?"
 

AnnaelSidel

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ARAVIR
Dopo la Guerra contro le Serpi Parlanti tenuta nelle Terre del Nord, gli elfi scuri uscirono alla fine vincitori ma sapendo dell’arrivo degli umani e della Profezia della Serpe: “Verranno gli Uomini a dominare in Mondo” il NATH NUR [il consigliere militare della Regina Tovie; sotto i suoi panni si celava Annael] ordinò di lasciare ugualmente le Terre del Nord e di recarsi oltre il mare verso SUD, in questo modo le Serpi Parlanti non avrebbero mai avuto modo di raggiungerli.
Annael lasciò nelle Terre del Nord un porto elfico attivo; un piccolo lembo di territorio chiamato:
ESTEL; Speranza
Annael sapeva che elfi scuri non volevano andare via da quelle terre che sentivano e giudicavano come “appartenenti a loro” per colpa di Antichi Concetti completamente opposti allo “spirito degli Elfi”
“Non siamo noi a POSSEDERE le terre, le terre sono di tutti e accolgono con amore e rispetto chi le difende, siamo NOI ad ESSERE soggetti a tutte le terre” furono le parole del NATH NUR alla partenza verso le terre del SUD.
Giunto al SUD, Annael tolse i panni del NATH NUR che come era misteriosamente arrivato, sparì dalla circolazione; Annael riuscì ad ingannare gli elfi grazie all’aiuto del figlio MIN SIDEL, che anche lui entrò nei panni del NATH NUR per farlo vedere di fianco ad Annael, togliendo ogni sospetto.
Arrivati al SUD con la rabbia di aver lasciato le Terre del Nord, Annael fece la “PROMESSA” che avrebbe riportato gli elfi scuri al NORD per Vendicarsi della strage degli elfi scuri per colpa dei NANI MALEFICI.
Da notare che:
“PROMISE” ma NON disse MAI di AVER VISTO nel futuro il ritorno degli elfi scuri al Nord.
“PROMISE” nonostante lui NON ERA sul trono e poteva ugualmente dare un ordine così importante.
"PROMISE" sapendo che le promesse fatte da un elfo sono "sacre" a vanno mantenute.
Che lo stesso Annael fosse dispiaciuto di andarsene dal Nord si venne a sapere dopo, ma non era per le Terre; Annael non è mai stato interessato a POSSEDERE TERRE, era furente per aver lasciato i NANI MALEFICI impuniti e salvi.
E' storia che quando Annael riportò gli elfi scuri al Nord, viene scritto che "Gli Elfi Scuri INVADONO le terre del Nord"
si capisce che le intenzioni di Annael non furono "amichevoli" non andò contro gli UMANI DEL NORD che lo aiutarono contro i NANI MALEFICI, andò contro gli UMANI che appoggiavano i NANI MALEFICI e che andarono contro all'allora Governatrice del Nord: MARIEL ABD ARAVIR

Il piccolo regno di ESTEL venne affidato nelle mani del figlio di Annael: MIN SIDEL; venne richiamato al SUD per la lotta contro l’Impero, ESTEL venne affidato alla Casata dei MAERUI.
Nelle terre del Sud avvenne la disastrosa sconfitta contro l’Imperatore ed Annael ordinò agli elfi scuri di celarsi completamente nel loro regno di IRE LOISSEA.
La popolazione degli elfi era al minimo storico, le perdite in battaglia erano seguite dalle perdite per il dolore. Annael mandò ad ESTEL la figlia minore di Hunien: MARILLA e richiamò tutta la casata dei Maerui.
Marilla non riusciva a governare da sola e temeva gli Umani che da tempo si erano insediati nelle Terre del Nord. Quando l’Imperatore mandò i suoi eserciti ad invadere le terre del Nord, Annael richiamò Marilla e affidò il regno di ESTEL nelle mani di LAITALE, da lui salvata dalla perdita del marito e salvando anche i figli di lei; i due gemelli Rauco e Sanya, che Laitale aveva più volte cercato di uccidere perché le ricordavano troppo il marito e l’amore perduto.
Annael aveva insegnato la MAGIA NERA a Laitale e lei iniziò a radunare gli UMANI contrari all’espansione imperiale e fondò il MANTELLO BIANCO agli ordini della DAMA BIANCA [era Laitale] conosciuta anche come la STREGA BIANCA o CORVO NERO.
CORVO NERO fa parte dei racconti epici delle genti del Nord, non viene chiamata ELFA ma LUMINOSA, veste anche i panni della MAGA o STREGA BIANCA; Bianco e Nero come simbolo del BENE E DEL MALE

In quel periodo un uomo di nome:
GHERES ABD ARAVIR
Fondò la fratellanza ARAVIR, e si alleò ai Cavalieri del Mantello Bianco.
Gheres accolse nella sua fratellanza tantissimi uomini e donne che avevano perso tutto, tra di loro entrarono a farne parte:
MORGWEN
MARIEL
MIFUNE
MEASSE


Gheres mandò Morgwen ad essere addestrata dalla Maga o Strega Bianca [Laitale]
Grazie alla prima, durissima lezione impartitagli dalla Strega Bianca (lezione mai dimenticata, sebbene la magia della strega avesse cancellato ogni ricordi della presenza della Dama) fu in grado di conservare, anche se a stento, il controllo sul Buio e sulla sua mente. A 16 anni, due anni in anticipo rispetto alle consuetudini, alla giovane Morgwen fu dato il primo incarico da portare a termine da sola, per i fini della fratellanza. La buona riuscita della missione avrebbe comprovato il valore della giovane come membro a tutti gli effetti della fratellanza.
Superata la prova, fu la più giovane a portare a termine l'addestramento.
Per i 17 anni seguenti Morgwen servì bene la Fratellanza che le aveva dato un nuovo cognome [Aravir] e un nuovo scopo.
All'età di 33 anni era riconosciuta come una delle più forti corporate, la prima a cui venivano assegnati i compiti più difficili, lei l'insegnante a cui affidare i giovani più promettenti. In tutti questi anni, le vicende che la portarono, da semplice bambina nomade a esperta seguace della magia nera non le furono mai rivelate, né i suoi ricordi ripristinati. Mai aveva rincontrato la Strega Bianca, che tuttavia restò ben informata dei suoi progressi.

(Tratto dal diario di Morgwen Abd Aravir)
 
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AnnaelSidel

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L’imperatore SHOGO trova il Regno Celato degli Elfi Scuri e successivamente bandisce la PRIMA CROCIATA contro gli ELFI SCURI. L’allora capostipite della Fratellanza Aravir era deceduto e si doveva nominare il nuovo. MORGWEN era la prima candidata ma tutti sapevano che non era particolarmente incline a dare confidenze e alleanze agli elfi.
MARIEL ABD ARAVIR prese questa occasione e fece di tutto per avvicinarsi agli elfi al punto di mandare le truppe del Nord contro gli elfi al fianco dell’Imperatore Shogo.
Fermata sul campo di battaglia proprio dalla stessa Morgwen, tradì l’Imperatore e conobbe Annael Sidel e con lui strinse un profondo legame e si aprì la strada per diventare la Governatrice delle Terre del Nord, sotto l’avvallo del Sovrano degli elfi scuri che anni dopo mantenne la promessa e riportò gli Elfi Scuri nelle terre del Nord.
Mariel potè governare finchè Annael gli diede il suo appoggio.

Morgwen fu quindi una allieva di LAITALE SIDEL e molto amica di HUNIEN SIDEL, Morgwen fu l’unica umana a cui venne dato il comando di un NOSS DAGOR composto da soli elfi scuri nella battaglia di IRE LOISSEA e nella SECONDA BATTAGLIA di PONGMEI.
Non amava gli elfi e li considerava molto pericolosi, specialmente Annael Sidel, eppure diventò amica fidata degli elfi scuri.

MIFUNE ARAVIR era una Assassina ed aveva una passione smodata per gli elfi e mai mise in discussione un ordine di Annael.
Annael gli diede l'ordine di uccidere Shogo e lei prontamente eseguì, non venne particolarmente apprezzata e ricordata tra gli Umani per questo suo gesto.
C'è una fonte; non precisa, che Mifune chiese consiglio a Morgwen se eseguire l'ordine di Annael e lei gli rispose che l'elfo scuro "vedeva nel futuro" ma che era anche un bugiardo ma su queste cose non avrebbe mai mentito "Se Lui ha visto nel futuro... Shogo deve essere eliminato... esegui l'ordine"

MARIEL
e MEASSE ARAVIR erano guerriere; Mariel si dedicò completamente alla politica e quando diventò Governatrice delle terre del Nord, la sua politica fu una vera dittatura, peggio di quella dell’Impero.
Finchè Annael fu impegnato nella guerra contro i NANI MALEFICI, diede tutti gli aiuti anche a Mariel, successivamente gli Umani andarono contro Mariel che al posto di ascoltare Annael decise di fare di testa sua. Annael le tolse tutti gli aiuti e le genti del Nord si rivoltarono subito contro Mariel che mandò a chiamare Annael dicendogli di mettere in salvo la loro figlia MEZZELFA: MEL ARAVIR, ed Annael prese con se la figlia e la tenne nascosta per evitare lo scandalo che proprio lui; contrario alle unioni ELFO/UMANO aveva avuto una figlia MEZZELFA.
MEL ARAVIR venne affidata all'allora sovrano dei mezzelfi FIRION ARNISSE; molto legato guarda caso ad Annael.
Mel visse all'EST e poi andò al SUD dove un tempo vi era il regno celato degli elfi scuri, che Annael; diventato Sovrano, diede in concessione ai mezzelfi.
I mezzelfi devono eleggere un nuovo sovrano e sul trono sale MEL ARAVIR, tempo dopo Mel venne a sapere di essere figlia di Annael e si recò nel Regno Elfico del Nord, incontrò Annael che la riconobbe subito:
"In realtà il tuo vero nome è MEL SIDEL"
Annael toglie il divieto ai mezzelfi di vivere insieme agli elfi e con Mel li richiama tutti al NORD.

MARIEL ABD ARAVIR venne sconfitta e le genti del Nord diventarono completamente libere.
Possiamo sapere qualcosa tramite Hunien Sidel che è stata presente in ogni guerra o battaglia importante.
Hunien non era di certo amica di Mariel; non sapeva ancora nulla della figlia avuta tra lei e il padre, considerava Mariel una furba arrivista che era riuscita a raggirare il padre colpendolo nel suo punto debole: la solitudine d’amore.
Quando Annael s’innamorò di Mariel, era stato colpito da una Fattura delle Serpi Parlanti; Hunien sostiene che fu per colpa di Mariel che Annael per la prima volta non riuscì a vedere con il suo sguardo le mosse dei suoi acerrimi nemici, e che fu per colpa della fattura che Annael cedette a Mariel, mai e poi mai proprio lui si sarebbe unito ad una umana.
Annael non ha mai dato una sua versione “CHIARA” dei fatti, essendo in grado di “mentire” sapeva bene che gli elfi scuri non avrebbero mai creduto alla sua versione. Ha sempre sostenuto che lui “amava veramente Mariel, e che la loro figlia MEL venne concepita per amore e non per errore”
Questa versione viene accettata dagli elfi Scuri.
Nella GUERRA CIVILE delle GENTI DEL NORD, Hunien si schierò contro Mariel, che venne catturata e imprigionata.
Measse Aravir morì in un combattimento.
MIFUNE e MORGWEN non furono, MAI d’accordo con MARIEL e prima dello scoppio della guerra civile tra le genti del Nord, uscirono dalla fratellanza ARAVIR pur mantenendo i loro nomi e andarono via.
Mifune andò verso Ovest mentre Morgwen andò all’Est.

La discendenza ANNAEL e MARIEL ABD ARAVIR, mantenne il nome ARAVIR pur prendendo nomi elfici di SIDEL.
MEL ABD ARAVIR [Mire SIDEL]
ebbe la figlia
ECILA ABD ARAVIR [Fumiel SIDEL]

La figlia di Ecila rinunciò alla particella nobiliare di ABD
BERIT ARAVIR [Ghetiel SIDEL]
ebbe un figlio
OILASS ARAVIR [Urer SIDEL]

La figlia di Oilass mantenne sia il nome ARAVIR che SIDEL

SADIRA SIDEL ARAVIR [Lastande SIDEL]
Ma gli elfi scuri tolsero negli anni il nome ARAVIR chiamandola solo SADIRA SIDEL

Uno dei figli di Sadira: LIM SIDEL, prenderà in sposa LESLIE [Meleth SIDEL]
Ebbero due gemelli: ALYON e PELLA SIDEL, che discendono dalla linea di MARIEL ARAVIR
 
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AnnaelSidel

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A PROPOSTO DI HUNIEN SIDEL E MORGWEN ABD ARAVIR
Negli scritti si legge quasi sempre “ELFA NANA; ELFA NANETTA” si precisa che HUNIEN SIDEL NON E' UNA NANA.
La Natura giocò un brutto scherzo alla figlia maggiore di Annael e Tovie, che non raggiunse la media di altezza elfica di 1 metro e 70 centimetri.
Hunien restò a quota 1 metro e 56 centimetri; 1,60 con i tacchi che non portava mai.
Hunien non trasmette “simpatia” e sa rendersi “volutamente” antipatica e la prima persona ad “offenderla pesantemente” chiamandola “ELFA NANA” fu MORGWEN ARAVIR.
Il termine venne preso anche da MEL ABD ARAVIR; figlia di Mariel.

Hunien e Morgwen litigarono parecchio ma nello stesso tempo erano molto legate da profondo rispetto e stima, leggenda vuole che le due donne chiarivano i loro screzi a letto… Hunien da buona elfa discreta e rispettosa nelle vicende di “vero amore” non disse mai nulla a riguardo; le sue elfe sostengono che nella battaglia di IRE LOISSEA contro le legioni di Shogo, Hunien diede un bacio a Morgwen… nel diario di Morgwen si legge:
“L’elfa nana è insopportabile! La ucciderei all’istante! Ammetto che tra tutti è la più forte e che sa come rendere felice veramente una donna”
Le due donne combatterono fianco a fianco per molti anni e mai persero una battaglia.

Hunien ha sempre commentato così la sua statura:
“La Natura mi ha reso un piccolo concentrato di POTENZA PURA!”
Hunien conoscere tutte le arti magie; anche la MORGUL [magia nera] che però non usa mai, nessuno conosce esattamente fin dove la MENTE di Hunien riesce ad arrivare, è sicuramente la più potente Elfa Scura.
Gli elfi scuri amano tantissimo la loro Principessa; forse più di Annael, i maschi farebbero carte false per avere i suoi insegnamenti magici ed entrare nel sul Noss Dagor.
Erede al trono per legge elfica, ha sempre detto che a lei quel trono non serve a nulla e che altre Sidel sono più adatte di lei che non conosce l'arte della diplomazia.
Hunien ha addestrato tantissime elfe e lei è fiera nel vedere cosa sono diventate le sue allieve.
Le sue amanti più note sono state:
ORELINDE FALME
MORGWEN ARAVIR [umana]
CALIME KEMMOTAR
e si sospetta che stia "corteggiando" la sorellastra MEL ARAVIR.
Hunien non ha mai detto di "amarle" nel vero senso della parola
"io non appartengo a nessuna e loro non sono mie! io sono di tutte! e tutte le elfe son mie!"
Hunien è nota per essere l'elfa scura "DEVIATA" per eccellenza dalla natura.
 

AnnaelSidel

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SUGLI IMPERATORI
Quando si legge di IMPERO e di IMPERATORI si riferisce a quel periodo in cui gli elfi scuri lasciarono le Terre del Nord e navigarono verso SUD fino a raggiungere un CONTINENTE già conosciuto anni prima grazie ai viaggi di Min Sidel.
Gli elfi scuri chiamarono quel continente EDLENDOR [terre dell’esilio] ed è lì che arrivò la stirpe umana che diede origine al loro prima forma di IMPERO, ed è su quella isola che avvennero la maggior parte degli scontri e delle battaglie per fermare l’espansione di quell’Impero.
La nascita dell’Impero segnò anche la nascita della CORPORAZIONE COMMERCIALE XUNLAI
Negli anni a seguire; intesi quelli dopo la CADUTA dell'IMPERO, furono molti gli storici umani a sottolineare il fatto che fu la XUNLAI a far nascere l'Impero e di conseguenza doveva essere più inteso come un IMPERO COMMERCIALE molto potente.
Gli elfi scuri non riuscirono ad ostacolare l’espansione verso altri regni, riuscirono solo a fermare e bloccare ogni espansione verso il SUD.

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Gli Umani di questa stirpe arrivarono 1.000 anni DOPO gli elfi scuri, su navi provenienti da OVEST.
Questo conteggio non risulta essere del tutto esatto, in quanto questa stirpe Umana non fu la PRIMA ad arrivare. Sempre in epoche seguenti; intese quelle dopo la "CADUTA DELL'IMPERO DEL DRAGO" vennero svolte delle indagini e rifatti i conteggi, questi umani arrivarono 3.000 anni DOPO e NON ERANO di origine OCCIDENTALE, erano una stirpe con diverse provenienze, arrivarono divisi in tanti CLAN o FAZIONI e con svariate lingue e dialetti.
Gli Umani diedero il nome solo a delle isole:
ISOLA DEGLI DEI, ISOLA DELLA XUNLAI
Il Continente; la grande isola, non ebbe mai un nome preciso, veniva chiamata SEDE IMPERIALE

Dato che gli UMANI tengono il conteggio del tempo è possibile avere una esatta cronologia riguardante l'entrata in carica degli Imperatori.
Ci sono stati 46° IMPERATORI, dal 1° al 46° Imperatore sono passati 1.835 ANNI, non abbiamo altre fonti di IMPERI UMANI, quindi con i suoi 1.835 ANNI di durata, è stato il longevo Impero Umano.

La morte di SHOGO segna la FINE DELL'IMPERO DEL DRAGO e all’inizio della crisi politica degli umani, che li porterà a raggiungere altri luoghi più tranquilli e di sola pace.
Tra i 46° Imperatori, molti di loro appartenevano alla Corporazione Xunlai

1° KAINEN TAH [Xunlai] NASCE L’IMPERO DEL DRAGO

Figura leggendaria, dubbi sulla sua vera esistenza. Unì tutti i Clan Umani e fondò la Capitale.
La scomparsa di due CLAN importanti e prestigiosi; gli XUN ed i LAI, probabilmente spariti nella Gola del Drago alla ricerca di alcuni loro parenti, diede origine alla XUNLAI.
Curiosità: in altre culture umane è presente il nome di KAINEN ma venne chiamato KAIN o KAINO.

2° RAIUGYON

3° AKEMI

Autorizza dei Coloni a lasciare la Capitale; i primi umani entrano nella FORESTA DI ECHOVALD

4° HONLO

5° LINRO TAH [Xunlai]

Da inizio dell’Espansione dell’Impero

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6° KAI PHI [Xunlai]
Nel tentativo di espandersi verso SUD, la flotta e l’esercito Imperiale viene sconfitto.
Inizia l’amicizia tra gli Elfi Scuri e le genti della Foresta

INIZIO DELLE DINASTIE

Dinastia dei Sanguinari
7° YIAN ZHO [Xunlai]

Riforma militare è il Fondatore della Legione; istituì il MINISTERO CELESTIALE

8° BUNZO

9° HIRO HOGAJ

Sconfitto alla ROCCIA DEL PERGOLATO dalle Genti del Bosco.
Nascono i 5 Clan umani PROTETTORI DELLA FORESTA che viene chiamata ECHOVALD.
ECHOVALD è un termine di lingua dialettale delle genti della foresta, la sua traduzione dovrebbe essere:
VALLE DELL’ECO
Che è la grande valle che inizia dalle CASCATE DEL LUTTO e che segue il fiume fino al mare interno.
Gli Elfi Scuri diventano amici delle GENTI DELLA FORESTA.
I 5 Clan verranno in seguito chiamati LE 5 CASE di ECHOVALD
Hunien Sidel va a vivere nella PRIMA CASA degli umani ed aiuta la QUINTA CASA a creare i famigerati Guerrieri Vasburg.

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AnnaelSidel

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10° JUN TAH [Xunlai]

11° KEIZO

12° HAI CHANG il Mistico

Dinastia dei Maghi

13° SINGTAH [Xunlai]

Anche se non era in ottimi rapporti, è da considerare un prodotto della Xunlai.

14° CHANG HAI
Primo Imperatore Eletto a totale maggioranza del Ministero Celestiale.

15° IZO HOGAJ

16° RAZAN TAH [Xunlai]

Fa catturare e torturare circa 2.000 GENTI DELLA FORESTA per scoprire i loro segreti.
Gli umani amici degli elfi mantengono il segreto della loro esistenza

17° SHINZO PHI [Xunlai]
Primo Imperatore che prese coscienza dell'esistenza degli ELFI SCURI.
L’Imperatore scrive di suo pugno e in via UFFICIALE i nomi di: MIN SIDEL e HUNIEN SIDEL e li chiama ELFI SCURI.

18° ZENHO

19° ANGSIYAN il Buono

Cercò di arginare i semi della corruzione e della burocrazia e di eliminare il potere e il monopolio della Corporazione Xunlai



Dinastia dei Maledetti

20° NINSEJ

21° ENGO ZHO [Xunlai]

22° GYOU ZHO [Xunlai]

23° CHOMEI

24° KANBE PHI [Xunlai]

Attacca e viene sconfitto alla Roccia del Pergolato dalla PRINCIPESSA DI ECHOVALD; Hunien Sidel.

25° DENBE KEI

26° ARATA ZHO [Xunlai]

Probabile Antenato della Regina SESETA ARATA

27° ISEI ZHO [Xunlai]

28° MASAHIRO

29° GENTA ZHO [Xunlai]

30° JORUBEI

31° NEJAKY KEI

32° OBOYEN

33° IWAO PHI [Xunlai]


Nessuna Dinastia
34° SENVHO il Sanguinario > III° IMPERATORE di tutti i tempi <
Tolse la Maledizione sugli Imperatori; Istituì la Congrega degli ASSASSINI NERI.
Pressato dalla Xunlai NON volle mai occuparsi degli elfi e si occupò di mantenere il potere Imperiale nelle altre terre.
Grandissimo esperto della MAGIA NERA e potente NECROMANTE, si sospetta che ebbe contatti ed amicizie con le SERPI PARLANTI; forse l’Imperatore è sceso nell’ABISSO.

35° JUN ZHO [Xunlai]
Sconfitto a più riprese dal Generale MIN SIDEL; il figlio di Annael, dovette trattare la resa e la pace perdendo gran parte dei territori anche negli altri Regni che insorsero contro di lui.

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AnnaelSidel

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36° HANJAI il Crudele, detto il Longevo [Xunlai] > IV° IMPERATORE di tutti i tempi <
L’imperatore MEZZELFO; allarga i poteri del Ministero Celestiale e dalla Corporazione Xunlai.
Invia ASSASSINI NERI e fa uccidere a tradimento: MIN SIDEL e sua moglie LESLIE VASBURG.
E’ da considerare un prodotto della Xunlai anche se non era imparentato con nessuna loro famiglia.
Pesantemente sconfitto alle CASCATE DEL LUTTO da una coalizione ELFI/UMANI

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Dinastia dei Brevi o Dinastia degli HARU
37° SEKY HARU detto il Martire

38° MEJI HARU detto il Mezzo Morto

39° KAZU HARU detto lo Sbavoso

40° SADAY HARU il Cieco

41° YOIFUM HARU detto il Quinto


Dinastia dei Guerrieri
42° KINTAH IL GUERRIERO, il TERRORE DEGLI ELFI > MIGLIORE IMPERATORE di tutti i tempi <

Sebbene apparteneva alla famiglia TAH non è considerato un prodotto della Xunlai.
Riprese tutte le terre perse dell’Impero e ne conquistò delle altre.
Scampato al tentativo di essere Assassinato per mano della Xunlai, ruppe tutti i rapporti.
Unico Imperatore a sconfiggere gli Elfi Scuri, amava combattere tra i suoi soldati ed era solito camminare per le vie delle Capitale portando personalmente supporto ed aiuto alla popolazione.
Il suo regno durò 80 anni e non perse mai una battaglia.
Alla sua morte gli Elfi Scuri fecero un sospiro di sollievo.
La Xunlai non riesce a trovare un degno successore di Kintah e si astiene alle nomine Imperiali.

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43° TOYOZO IL GUERRIERO
Sconfitto nei Regni dell'EST da una coalizione ELFI/MEZZELFI/UMANI

44° OSOKU IL GUERRIERO
Anche lui cercò di replicare le gesta di KINTAH; subì delle sconfitte.
L’Impero inizia a perdere delle terre nei diversi Regni.

45° TAKERU IL GUERRIERO
Dopo alcune vittorie nelle terre dell’Ovest che fanno ben sperare alla ripresa dell’Impero, subisce delle sconfitte e perde gran parte delle terre conquistate.
Sconfitto anche lui nelle terre dell’Est, si vedono ormai i segnali del Declino dell’Impero.

46° SHOGO [Xunlai] > II° IMPERATORE di tutti i tempi <
Ultimo Genio tra gli umani è considerato un prodotto della Xunlai; venne anche chiamato l'ULTIMO DEGLI XUNLAI anche se in seguito la Corporazione gli voltò le spalle.
Scampato a tantissimi tentativi di ucciderlo da parte della Xunlai, andò avanti con la sua politica Giovanile e fu amatissimo dal popolo.
Richiama in patria tutte le Legioni stanziate in altri regni e stringe una Alleanza con la Stirpe dei NANI MALEFICA.
Si concentrata unicamente sul problema degli ELFI nonostante sia sempre di più ostacolato dalla Xunlai.
Sicuramente SHOGO ha avuto contatti ed è amico delle SERPI PARLANTI, forse ha ricevuto dei loro insegnamenti.
Unico Umano ad aver INGANNATO Annael Sidel e tutti gli elfi scuri e di aver scoperto il loro Regno Celato.
Sebbene apparteneva alla dinastia dei Guerrieri, non lo era, era un Potentissimo Mago e negli ultimi anni venne sopraffatto dalla Magia Nera che ormai fuori controllo lo rese pazzo.
Considerato pericolosissimo venne Assassinato da MIFUNE ARAVIR per ordine di ANNAEL SIDEL.

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Annael ordina agli elfi scuri di radere al suolo la CAPITALE IMPERIALE, viene lasciata in piedi solo la statua che raffigura l’Imperatore KINTAH.
La distruzione della CAPITALE porterà alla rottura tra gli ELFI SCURI e la maggior parte delle stirpi UMANE.
Annael Sidel nominato Sovrano degli Elfi Scuri, abbandona le TERRE DELL’ESILIO ed invade le Terre del Nord.
INIZIA IL REGNO ELFICO DEL NORD

i 4 Imperatori più forti secondo Annael Sidel
42° KINTAH IL GUERRIERO
46° SHOGO
34° SENVHO il Sanguinario
36° HANJAI il Crudele [mezzelfo]
 

AnnaelSidel

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LE FALSITA’ DEGLI UMANI RIGUARDANTE GLI IMPERATORI
O PER I TEORICI DEI COMPLITTI
LA MANO SCURA DELLA XUNLAI


Ci furono degli Imperatori che non vennero mai apprezzati e la Xunlai tentò di cancellarli dalla storia, vediamo i più famosi.

SHOGO
Amatissimo dal popolo e da MAMMA XUNLAI, con il passare del tempo diventò odiatissimo e fastidioso per la Xunlai.
Shogo per poter ingannare gli elfi si FINSE BUONO mosso dalla sua politica di CAMBIAMENTO.
Shogo aveva avuto ed aveva contatti con le SERPI PARLANTI, e le serpi mirano da sempre a catturare o ad uccidere ANNAEL SIDEL.
Shogo irretito desiderò la stessa cosa ma con il tempo venne sopraffatto dalla MORGUL; la magia nera, che lo rese pazzo.
Già dopo 1 anno dalla sua morte, la sua figura storica era disprezzata, la stirpe umana scampata alla distruzione della CAPITALE IMPERIALE e che migrò in altre terre; molti di loro erano degli XUNLAI, tentarono di "cancellare" la sua "esistenza" ma non fu possibile.

Andarono a modificare i racconti, ad esempio in questi “RACCONTI UMANI”
vedi:
~~ LE 12 CAMPANELLE CHE CAMBIARONO IL DESTINO DEGLI UMANI ~~

L’Imperatore a cui fanno riferimento è SHOGO, ma viene scritto con un nome diverso: SHONTO
E’ possibile che SHONTO era il nome dialettale di SHOGO che non era nato al Sud e non apparteneva alle famiglie della XUNLAI.
Anche il nome della moglie e Imperatrice MASEIKO; che diventò Amica degli Elfi, è cambiato con il nome di:
MAKEIKO
Anche lei come Shogo non era nata nel continente a SUD, ma come Shogo era originaria probabilmente delle terre dell’Est.


Altro caso fu quello riguardante un altro Imperatore “SCOMODO” dove la sua figura viene scarsamente ricordata con cambi di nomi e di date. Questo caso riguarda:

ANGSIYAN il Buono
Ucciso da una Cospirazione della Xunlai.
Gli umani scrivo di lui qui “RACCONTI UMANI”
vedi:
~~ LA MALEDIZIONE DELL'IMPERATORE ~~

Il nome non compare per intero ANGSIYAN, ma solo SIYAN
Questo perché secondo gli studiosi umani, ANG è una parola elfica che significa FERRO, e secondo loro ANGSIYAN significava: VOLONTA’ DI FERRO.
Vi erano dei sospetti che l’Imperatore aveva conosciuto di “persona” gli elfi e che tramite loro aveva ricevuto degli insegnamenti.
ANG significa veramente FERRO ma si tratta di una coincidenza, MAI gli elfi vennero a contatto con questo bravissimo Imperatore.

Il periodo storico della Dinastia dei Maledetti non fu di certo un vanto per l’Impero e di conseguenza per la Xunlai.
Si tratta del periodo più buio. Tutto il racconto è stato modificato; si tratta sicuramente della più grande mistificazione a opera della Xunlai.
Tutti gli Imperatori che sono venuti dopo ANGSIYAN e che sono stati ritenuti inetti ed incapaci o che avranno combinato disastri, o che si vuole tener nascosta la verità, sono stati modificati.

19° ANGSIYAN il Buono > SIYAN > sparisce ANG > termine considerato elfico > FERRO

20° NINSEJ > SEJ >
sparisce NIN > termine considerato elfico > A ME

22° GYOU ZHO > GYO >
questo potrebbe essere un errore di scrittura


MOJ
Se andate a consultare la lista degli Imperatori scritta in precedenza, noterete che NON troverete MAI questo nome nella Dinastia dei Maledetti.
MOJ è stato volutamente inventato e “Supponiamo” che si tratti anche di un errore di Ordine di successione.
Dovrebbe trattarsi del:
21° ENGO ZHO che tra l'altro era uno della Xunlai. Sicuramente per essere trattato in questo modo; altro nome e fuori dalla giusta cronologia, deve aver regnato malissimo.
Vi è poi un'altra versione, gli ZHO sono una delle famiglie potenti della Xunlai, quindi ENGO ZHO era uno Xunlai.
Siamo durante il periodo della MALEDIZIONE, tutti gli IMPERATORI muoiono misteriosamente alla fine del loro 30° Anno di Regno, adesso si entra nel Complotto... la Maledizione colpiva i maschi, ma se sul trono fosse salita una donna? La Xunlai provò a mettere sul trono una donna?
La Xunlai non ha MAI tenuto fuori da cariche importanti le donne, anzi i migliori agenti Xunlai erano delle donne.
Secondo alcuni il 21° Imperatore fu una donna MOJA ZHO travestita da maschio, la Xunlai riuscì ad ingannare tutti ma non ingannò la maledizione, anche LEI morì dopo 30 anni di regno.
il suo successore: 22° GYOU ZHO, era il figlio di MOJ o MOJA ZHO o ENGO ZHO
La verità non si saprà mai, tra il 21° e il 22° Imperatore, c'è la più grande mistificazione o complotto.

23° CHOMEI > OMEY > anche questo potrebbe essere un errore di scrittura

Altri nomi restano invariati come quello di:
26° ARATA ZHO.
Anche l’ultimo Imperatore della Dinastia dei Maledetti ha il suo vero nome:
33° IWAO PHI


Gli elfi non sono “Immuni” nel nascondere i fatti durante i 1.800 anni dell’Impero del Drago.
La questione riguarda sempre la figura di SHOGO, per Annael è stato il Secondo Migliore Imperatore mentre gran parte degli elfi scuri lo mettono al primo posto.
Ovviamente Annael non tollera il fatto che Shogo sia riuscito ad ingannare il suo Sguardo, tante cose sono state scritte su Shogo ma sempre Annael “evita” di renderle note.
A ben vedere quello che riuscì a fare SHOGO fu una grande cosa, la fece di persona e per fortuna arrivarono solo 2 legioni ad Ire Loissea altrimenti Shogo sarebbe riuscito ad "eliminare" il problema degli elfi.
Per Annael resterà secondo per sempre, dato che quello che riuscì a fare fu anche per opera ed il grande aiuto che Shogo ebbe dalle Serpi Parlanti.

Eventualmente la cosa potrebbe essere resa nota solo su:
“cortese richiesta”

Avvertiamo i lettori che su SHOGO si sono scritte tantissime pagine; sicuramente più di KINTAH, ma Kintah era un guerriero e sconfisse gli elfi in battaglia, Shogo invece usò la sua “mente” ed il suo "genio" e questo “scoccia” ancor di più… la figura di SHOGO è veramente complessa da trattare...

“Solo su cortese richiesta… può essere… che daremo lettura di questo Geniale Giovane Imperatore
A.S”

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AnnaelSidel

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ANTICIPAZIONI SU SHOGO

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Servono tanti fili per tessere il destino
ma solo uno
per forgiare una catena
di azioni e reazioni
con tutte le loro interazioni,
alle loro conseguenze durature.

Si fondono e si intrecciano insieme,
tracciano una traccia,
un sentiero che sono pronto a seguire,
portando chi finisce nella tela
alla mia prigione.

Cancello e creo sogni nella mente
su fili di seta
dove l’ignaro marcia verso la sua sorte
dove io incateno
dove io sono incatenato nelle stesse catene
che ho creato.

A.S.
 
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