AnnaelSidel
Utente attivo
IL PROBLEMA DEL VERBO: “ESSERE”
Le lingue immaginarie elfiche inventate da Tolkien; il QUENYA e il SINDARIN, non furono mai portate a termine, in termini pratici quindi “non è” proprio corretto sostenere di parlare o scrivere: “correttamente in lingua elfica” Quenya o Sindarin; viene inteso di parlare una lingua straniera come se fosse la lingua corrente di quella nazione, quindi, chi pensa di imparare l’elfico e poi di andarsene in giro parlando con un “ampio” catalogo di termini e di entrare nel bar dicendo in elfico:
“un caffè e un pacchetto di sigarette”
ha completamente sbagliato strada, se proprio vuole mettersi in evidenza e prendersi tutta l’attenzione del locale, al massimo potrà dire:
“MAE AUR! – buon giorno”
Morale anche per altri dialoghi e parlare tranquillamente in elfico come se fosse il nostro italiano di “uso comune” quello che usiamo tutti i giorni per sacramentare dietro a qualche solito imbecille è anche: NO
Può essere che alcune frasi in elfico riescono a far “presa” su qualche femmina umana; attenzione perché se usate “frasi fatte” pescate in qualche sito e poi lei vi chiede:
“Come si dice in elfico… penso che tu sia il classico maschio imbecille che è convinto di vedermi cadere ai suoi piedi, ciao!”
P.S. - se si vuole dialogare in elfico si deve trovare un ELFA PASSIONARIA e con parecchia fantasia ed immaginazione, le donne umane; senza offesa, potete saper parlare benissimo in elfico ma vedranno sempre un GENERE MASCHIO con una passione “da allucinato mentale” che può piacere o non piacere; andava bene negli anni '80 farsi "bello" a parlare e scrivere in elfico, adesso ci sono alti e bassi, che è un classico di Tolkien che viene ripreso e dimenticato per poi essere ripreso, inoltre Tolkien per vari motivi non ha mai avuto un "acchiappo" sugli italiani.
Entrare nei panni di un ELFO o di un ELFA; fare del gioco di ruolo e “interpretare” è più complicato della lingua.
Ora, tornando seri, per noi italiani le difficoltà aumentano, intanto io ho scritto “italiano di uso comune” e mi scuso subito perché è un ONTA alla nostra bellissima lingua e a tutte le sue altrettanto bellissime forme dialettali “uniche al mondo”.
Quel nostro “italiano di uso comune” lo sappiamo tutti che deriva dalla nostra cultura e tradizione “antica” dobbiamo risalire al LATINO che “NOI” abbiamo inventato per poi seguire la sua evoluzione dove ci sono passaggi direi “di notevole spessore” e cito solo il nome di Dante.
Le nostre difficoltà non sono finite, gli italiani sono gli unici al mondo che si sono creati un linguaggio “gestuale” associato ad una singola parola o da associare a tutta la frase e persino al “ragionamento logico” in altri termini è la nostra tradizione “teatrale” la nostra “mimica” le nostre “espressioni” siamo un popolo di grandi ATTORI! Che ci ha condotto a livelli talmente elevati che se quando siamo al cellulare e parliamo con una persona che è distante; non importa il chilometraggio, “gesticoliamo” come se ci fosse a meno di 1 metro. Non siamo capaci di restare FERMI quando parliamo, qualcosa del nostro CORPO deve "accompagnare" una parola, la frase o appunto tutto il profondo ragionamento.
Stando in termine di linguaggio la difficoltà “incolmabile” è che la nostra lingua a un vocabolario e una grammatica tra le più complicate al Mondo, più i nostri modi di dire che fanno un MIX di parole che pure noi a volte fatichiamo a starci dietro perché usiamo la lingua italiana a “GETTO” nel senso che non stiamo più a guardare se è il verbo giusto, se va messo prima l’articolo, insomma andiamo a ruota libera perché lo sappiamo “masticare” alla Italiana, che non è difetto è ESSERE noi stessi.
Uno dei verbi più usati; non solo da noi Italiani ma dal genere umano è il verbo:
ESSERE
è quello che usiamo per “rappresentare” noi stessi, chi siamo, senza tirar fuori il documento che prova la nostra identità:
“Ehi ma ciao! Io SONO Giovanni, tu chi SEI?”
(sotto inteso: IO SONO questo, IO ESISTO, SONO IN ESSERE, SONO VIVO davanti a te e tu chi SEI?)
Nelle lingue elfiche “NON ESISTE” il verbo ESSERE, quindi gli elfi non possono usare la frase di uso comune:
“Salve, io SONO Annael Sidel? Tu chi SEI?”
Esiste per fortuna l’alternativa:
“mi chiamo Annael Sidel” > "NIN CANO ANNAEL SÍDÊL"
È utile iniziare a prendere nota della pronuncia dato che vi tornerà utile in seguito specialmente per la consonate “C” che il elfico Sindarin dovete esattamente pronunciarla con il suono della “Kappa” [K] la frase sopra avrà questo “suono” (pronuncia)
Nin Kano Annael Siideeel
Le lingue immaginarie elfiche inventate da Tolkien; il QUENYA e il SINDARIN, non furono mai portate a termine, in termini pratici quindi “non è” proprio corretto sostenere di parlare o scrivere: “correttamente in lingua elfica” Quenya o Sindarin; viene inteso di parlare una lingua straniera come se fosse la lingua corrente di quella nazione, quindi, chi pensa di imparare l’elfico e poi di andarsene in giro parlando con un “ampio” catalogo di termini e di entrare nel bar dicendo in elfico:
“un caffè e un pacchetto di sigarette”
ha completamente sbagliato strada, se proprio vuole mettersi in evidenza e prendersi tutta l’attenzione del locale, al massimo potrà dire:
“MAE AUR! – buon giorno”
Morale anche per altri dialoghi e parlare tranquillamente in elfico come se fosse il nostro italiano di “uso comune” quello che usiamo tutti i giorni per sacramentare dietro a qualche solito imbecille è anche: NO
Può essere che alcune frasi in elfico riescono a far “presa” su qualche femmina umana; attenzione perché se usate “frasi fatte” pescate in qualche sito e poi lei vi chiede:
“Come si dice in elfico… penso che tu sia il classico maschio imbecille che è convinto di vedermi cadere ai suoi piedi, ciao!”
P.S. - se si vuole dialogare in elfico si deve trovare un ELFA PASSIONARIA e con parecchia fantasia ed immaginazione, le donne umane; senza offesa, potete saper parlare benissimo in elfico ma vedranno sempre un GENERE MASCHIO con una passione “da allucinato mentale” che può piacere o non piacere; andava bene negli anni '80 farsi "bello" a parlare e scrivere in elfico, adesso ci sono alti e bassi, che è un classico di Tolkien che viene ripreso e dimenticato per poi essere ripreso, inoltre Tolkien per vari motivi non ha mai avuto un "acchiappo" sugli italiani.
Entrare nei panni di un ELFO o di un ELFA; fare del gioco di ruolo e “interpretare” è più complicato della lingua.
Ora, tornando seri, per noi italiani le difficoltà aumentano, intanto io ho scritto “italiano di uso comune” e mi scuso subito perché è un ONTA alla nostra bellissima lingua e a tutte le sue altrettanto bellissime forme dialettali “uniche al mondo”.
Quel nostro “italiano di uso comune” lo sappiamo tutti che deriva dalla nostra cultura e tradizione “antica” dobbiamo risalire al LATINO che “NOI” abbiamo inventato per poi seguire la sua evoluzione dove ci sono passaggi direi “di notevole spessore” e cito solo il nome di Dante.
Le nostre difficoltà non sono finite, gli italiani sono gli unici al mondo che si sono creati un linguaggio “gestuale” associato ad una singola parola o da associare a tutta la frase e persino al “ragionamento logico” in altri termini è la nostra tradizione “teatrale” la nostra “mimica” le nostre “espressioni” siamo un popolo di grandi ATTORI! Che ci ha condotto a livelli talmente elevati che se quando siamo al cellulare e parliamo con una persona che è distante; non importa il chilometraggio, “gesticoliamo” come se ci fosse a meno di 1 metro. Non siamo capaci di restare FERMI quando parliamo, qualcosa del nostro CORPO deve "accompagnare" una parola, la frase o appunto tutto il profondo ragionamento.
Stando in termine di linguaggio la difficoltà “incolmabile” è che la nostra lingua a un vocabolario e una grammatica tra le più complicate al Mondo, più i nostri modi di dire che fanno un MIX di parole che pure noi a volte fatichiamo a starci dietro perché usiamo la lingua italiana a “GETTO” nel senso che non stiamo più a guardare se è il verbo giusto, se va messo prima l’articolo, insomma andiamo a ruota libera perché lo sappiamo “masticare” alla Italiana, che non è difetto è ESSERE noi stessi.
Uno dei verbi più usati; non solo da noi Italiani ma dal genere umano è il verbo:
ESSERE
è quello che usiamo per “rappresentare” noi stessi, chi siamo, senza tirar fuori il documento che prova la nostra identità:
“Ehi ma ciao! Io SONO Giovanni, tu chi SEI?”
(sotto inteso: IO SONO questo, IO ESISTO, SONO IN ESSERE, SONO VIVO davanti a te e tu chi SEI?)
Nelle lingue elfiche “NON ESISTE” il verbo ESSERE, quindi gli elfi non possono usare la frase di uso comune:
“Salve, io SONO Annael Sidel? Tu chi SEI?”
Esiste per fortuna l’alternativa:
“mi chiamo Annael Sidel” > "NIN CANO ANNAEL SÍDÊL"
È utile iniziare a prendere nota della pronuncia dato che vi tornerà utile in seguito specialmente per la consonate “C” che il elfico Sindarin dovete esattamente pronunciarla con il suono della “Kappa” [K] la frase sopra avrà questo “suono” (pronuncia)
Nin Kano Annael Siideeel
Ultima modifica: