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il principio

hanshi

Guest
Cosa si può fare quando tutto ciò in cui credi, tutto ciò che sei ti viene portato via?

Vagavo per terre a me sconosciute, immemore del mio passato, del mio stesso nome, e del motivo per cui mi trovavo in queste lande desolate, nessun compagno che potesse svelarmi il mio fato, solo la luna, alta nel cielo era divenuta la mia compagna, continuavo a camminare verso est, pur non conoscendone la ragione sapevo che quella era la direzione da seguire, non sapevo dove mi avrebbero portato le mie gambe, ma sapevo che finché avessi avuto forza, avrei proseguito il cammino.
Osservavo le stelle per orientarmi, come se fosse una cosa naturale, riposavo al sorgere del sole, e, se ero fortunata trovavo riparo sotto qualche albero rifocillandomi con ciò che la natura poteva offrirmi. Non avvertivo stanchezza, neppure paura, sapevo di dover continuare a camminare, sapevo che la meta non era poi cosi lontana.
Non so quanto tempo trascorse prima di trovarli, prima di trovare lui, lui di cui ho solo vaghi ricordi, lui il cui nome mai mi fu svelato, lui che mi diede uno scopo.
Era quasi l'alba, avevo avvertito un cambiamento nell'aria, il freddo era meno pungente, la primavera era alle porte, il profumo di iris riempiva l'aria, quel profumo metteva calma, ma in quei luoghi silenziosi non si poteva mai abbassare la guardia. avevo avvertito delle presenze, le prime dopo innumerevole tempo, una parte di me era curiosa di sapere di chi si trattasse, ma non potevo avere la certezza che fossero presenze amichevoli. cercai un rifugio per la notte, e come mia abitudine estrassi le rune che portavo con me da sempre creando un cerchio magico che mi proteggesse, accesi un fuoco e mi strinsi nel mio, ormai logoro, mantello, attesi...
Giunsero a me con le prime luci del sole, mostrandosi, probabilmente per dimostrarmi che le loro intenzioni non erano malevole, erano due, notai subito che uno di loro era umano, più basso rispetto a noi, con il fisico scolpito, indossava abiti semplici, non era armato, e ciò mi sorprese, il suo compagno di viaggio era un elfo silvano, i capelli del colore dell'ebano e occhi del colore della notte più buia, anche lui, come il suo compagno non era armato, venivano in pace. sorrisi, le prime forme di vita dopo moltissimo tempo, e forse, forse avrebbero potuto dirmi qualcosa sul mio viaggio.
Oltrepassarono la mia barriera come se non esistesse, rimasi impietrita, conoscevo la mia forza e il potere delle rune, nessun essere vivente avrebbe mai potuto attraversarla incolume, eppure loro erano li dinnanzi a me, come se non ci fosse stato nulla alle loro spalle, eppure percepivo la forza della barriera.
Mi fissavano, senza proferire parola e neppure io avevo il coraggio di parlare, poi l'elfo si avvicinò ulteriormente e si sedette accanto a me, il suo compagno non lo imitò, spostò lo sguardo alle nostre spalle sussurrando "non resta molto tempo"
"ti stavamo aspettando" disse l'elfo, "ti attendiamo da molto, troppo tempo, e ora sei giunta a noi, benvenuta ad Elvenar viandante, il destino ti riserverà dure prove ma anche grandi soddisfazioni, e non sarai più sola, i tuoi compagni ti attendono, affronterete grandi battaglie, e finalmente riporterete queste terre al loro antico splendore, ma affrettati, il tempo a tua disposizione è poco, se non giungerai a loro entro le prossime tenebre, orde di golblin invaderanno queste terre e tutta la strada percorsa sarà stata vana."
"ma chi siete?" chiesi con un filo di voce "e come fate a sapere chi sono?"
"ciò non ha importanza elfa" disse l'umano "noi non siamo che ombre di un passato ormai lontano, siete voi il futuro, siete voi la speranza"
"ma come posso essere la speranza, se neppure conosco il mio nome?"
"ciò che sei stata fin ora non ha significato, è solo quello che vuoi divenire che conta" proseguì mentre continuava a fissare un luogo imprecisato
"ciò che desidero è trovare il mio posto, un luogo da chiamare casa" dissi senza neppure pensarci, poiché, era vero, e solo in quel momento me ne rendevo realmente conto.
"allora ben tornata a casa Hanshi" disse l' elfo
"Hanshi? è questo il mio nome?"
"le antiche razze utilizzavano questo nome per indicare un foglio bianco, ed è ciò che sei tu, una pagina bianca che riscrive la sua storia" proseguì.
"dobbiamo andare, addio viandante, non ci rivedremo mai più, prosegui verso est, la tua meta non è lontana, compi il tuo destino, fidati dei tuoi compagni, avrete bisogno gli uni degli altri, il vostro viaggio è solamente all'inizio"
e dopo queste parole le persone davanti a me si dissolsero come se non fossero mai esistite. Non mi soffermai a pensare se si trattasse di un allucinazione, se quello che era avvenuto fosse stato solo frutto della mia immaginazione, raccolsi le mie cose e mi diressi verso est, dovevo raggiungere Elvenar prima del calare del sole.. dovevo raggiungere la mia casa.. la mia famiglia..


Cosa si può fare quando tutto ciò in cui credi, tutto ciò che sei ti viene portato via?
Si trova un nuovo scopo... si crea una nuova vita... Hanshi, una pagina bianca, ecco cosa ero.. e presto avrei intinto il mio destino nell'inchiostro di questa nuova esistenza....
 

DeletedUser526

Guest
Benvenuta Hanshi :)
bellissima la tua storia, complimenti ;)
 
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