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Il Rubasogni: un'altra avventura

DeletedUser4026

Guest
Mi permetto di prendere in prestito il Rubasogni da Manax per raccontare anch’io una novella semiseria.

Se anche è vero che il Rubasogni risponde a solo tre domande, va precisato che lui si sente in diritto e dovere di farne molte di più a chi, per caso, dovesse incontrare nel suo lento e mesto girovagare. O quanto meno è ciò che è successo al sottoscritto nelle rare volte in cui ho avuto la fortuna di incontrarlo.

La nostra storia tuttavia si svolge in un’altra terra, col tempo scandito dagli encierros, dal sangre del los toros, dalle espadas des toreros, e dai fazzoletti che come giudici implacabili sventolano nelle arene.


Don Chisciotte incontrò il Rubasogni giusto ieri mentre lentamente procedeva, lancia in resta, col suo fedele scudiero Sancho Panza, all’ombra dei mulini a vento e sotto un cielo grigio che preannunciava un violento temporale.

“Buongiorno Don Chisciotte. Entrambi sempre in cammino. Io a cercare di fare miei i sogni migliori degli ignari viandanti e non è escluso che possa prendere qualcosa pure da te. Dimmi, dove sei diretto?”

“Oh, riecco il Rubasogni, era un po’ che non avevamo occasione di conversare. Mi sto recando a Barcelona.”

“Barcelona? Perché? Non ci sei forse già stato? Non ti è bastata la meraviglia quando osservasti il mare per la prima volta? Cos’altro ti porta lì? E poi, permettimi, ma Barcelona sta dall’altra parte e visto il maltempo sarebbe opportuno raggiungere il caldo riparo di una taverna il più in fretta possibile.”

“Caro Rubasogni, vado a Barcelona per visitare nuove ambasciate. Nuove razze si sono manifestate: niente meno che fate e nani, e non vedo l’ora di conoscerle e tornare a stupirmi. Ah, sì, hai ragione, Barcelona sta dall’altra parte ma è crollato il ponte sul fiume, e quindi mi tocca fare il giro delle montagne per giungere in città.”

“Ma no, caro Don Chisciotte, ti sbagli. Sono giusto passato or ora in prossimità del ponte e non c’è un solo cartello che avvisi del crollo, nessuna transenna a bloccare la strada. Dammi retta, vai da quella parte, e in un paio d’ore raggiungerai la meta.”

“Il ponte non c’è più, è crollato oltre un mese fa. Anch’io arrivo da là ma, per esserne certo, sono arrivato fin sull’orlo del baratro. Vista orrenda, i cadaveri dei tanti viaggiatori che, ignari, sono precipitati nel vuoto trovando la morte e ora, abbandonati sulle sponde, cibo per animali. Probabilmente erano sulla strada di notte, e col buio non si sono accorti del pericolo. Purtroppo i lavori per ricostruirlo sono lunghi e impegnativi e non si sa quando saranno ultimati.”

“Ma dai, Don Chisciotte, non farti beffe di me. Il ponte, come tutte le strade del regno, è gestito dal nostro amato monarca. Ricco e potente e vuoi insinuare che non si è preoccupato di sbarrare la strada? Di mettere degli avvisi affinché nessuno cadesse nel vuoto?”

“Ahimè, così stanno le cose. Se hai tempo puoi ripercorrere i tuoi passi e sincerarti di persona dei tanti viaggiatori che hanno trovato una morte tanto inutile quanto beffarda.”

“Non voglio ripetermi ma, concedimelo, stai forse insinuando che il nostro magnifico re ha fatto finta che il problema non esistesse, cercando di ricostruirlo in fretta e furia senza avvisare nessuno? E infischiandosene dei tanti viaggiatori che, come tu affermi, hanno trovato lì la morte, come dei tanti che potrebbero incontrare la stessa tristissima fine nei prossimi giorni, mesi, o … chissà quando?”

“Confermo la mia triste storia. Sarebbe bastato un solo cartello, una transenna a sbarrare la strada ma hanno deciso di soprassedere.”

“Sono molto perplesso. Sinceramente non comprendo il motivo di una tale scelta. Alla lunga, il nascondere l’evidenza non migliora l’immagine del nostro sovrano, mentre le tante inutili morti la offuscano pesantemente. Ma, dimmi, sempre a rincorrere le ingiustizie, perché non hai fatto presente il problema a chi di dovere? Forse troppa fatica? Preferisci le gioie e le meraviglie che ti attendono nelle taverne e nei postriboli di Barcelona? Perdonami ma, da te, non me lo sarei mai aspettato!”

“Oh Rubasogni, perché infierisci su un uomo morto? Mi conosci e non appena ho avuto notizia della cosa mi sono presentato a corte, chiedendo a gran voce di avvisare la cittadinanza onde evitare ulteriori decessi ed inutili sofferenze. Ma, ahimé, mi hanno accusato di aver insultato i muratori che stanno ricostruendo il ponte.”

“Piantala per favore, Don Chisciotte, non sono fesso. Cosa c’entrano i muratori che si stanno occupando della ricostruzione con l’avvisare la cittadinanza del pericolo. Non si può far finta di nulla di fronte a un problema simile, tacendolo, e per avvisare la popolazione bastano e avanzano araldi e messaggeri, perché scomodare i muratori?”

“Non ne ho idea, i muratori sono comparsi come per magia dal nulla. Probabilmente una scusa come un’altra per definirmi arrogante e presuntuoso e mettermi alla pubblica gogna in piazza, per una settimana intera. Mi resta una piccola consolazione: oltre a sputarmi addosso e a tirarmi ortaggi di vario genere posso solo augurarmi che molti si siano chiesti il perché e si pongano in viaggio prendendo le dovute precauzioni. Forse non tutti i mali vengon per nuocere. Ad ogni modo il portavoce del re, prima di scacciarmi dalla città, mi indirizzò alla favolosa corte del regno di Betannia, dicendo che là avrei potuto avere le informazioni che cercavo."

"E tu che hai fatto?"

"Ma è ovvio, ubbidiente alla parola del portavoce e fedele al suo supremo insegnamento, mi sono recato in Betannia a chiedere lumi. Ma, ahimè, mentre il Gran Ciambellano di corte stava ancora cercando di comprendere quale fosse lo scopo della mia visita e delle mie richieste, ecco comparire il nostro ambasciatore in loco a tirarmi le orecchie perché, in Betannia, non si possono chiedere informazioni relative alla nostra amata e disperata Spagna. Tutto ciò che ho ottenuto è stata solo un'altra settimana di pubblica gogna. Meglio lasciar perdere e pensare a donne e vino nelle taverne di Barcelona e alle tanto decantate meraviglie di nani e fate."

“Bah, come credi, contento tu. Che ci sia del marcio pure a corte? Da parte mia sono molto seccato. Faccio miei i sogni altrui ma li voglio limpidi e chiari, traboccanti di gioia e felicità mentre la tua storia è solo tristezza, buio e oscurità e neppure i tanti sogni che ho raccolto in una vita bastano per ridarle un po’ di luce.”

E la Plaza de Toros si riempì di fazzoletti bianchi seguiti, sul palco presidencial, da un solo fazzoletto arancione che si agitava nel vento del crepuscolo.

Note dell’autore:

  • “perché infierisci su un uomo morto” liberamente tratta dalla frase attribuita a Ferrucci e rivolta a Maramaldo «Vile, tu uccidi un uomo morto!»
  • “Che ci sia del marcio pure a corte?” liberamente tratta dall’Amleto di Shakespeare: “C’è del marcio in Danimarca” e con specifico riferimento al castello di Elsinore (Helsingor).
  • Il paradosso che si si verifica in Betannia riprende il Comma 22 di Heller. Per chi non lo conoscesse ricordo che fu ripreso anche da Bonvi per le sue Sturmtruppen
 
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