Deleted User - 16260
Guest
Ferma davanti alla porta di casa cerchi la chiave nella borsetta di cuoio;
cianfrusaglie… le solite tremila cose inutili che ti porti dietro, una gara su chi porta più peso, o tu o la borsa… vinci sempre tu, non hai dentro tremila cose inutili.
Il palmo trova la chiave, il pollice e l’indice la serrano.
La ricerca del foro della serratura non è così semplice; hai bevuto troppo.
Spingi la porta, fai un passo indietro, il cervello non riesce a trasmettere il comando ai piedi e quando il primo entra in casa inizia a formicolare, mentre il secondo è ancora fermo sul pianerottolo, riluttante a varcare la soglia... forse è presto per tornare a casa,
nel bere conveniva esagerare.
La borsa buttata sul tavolo, tocchi la superficie liscia del piano cottura; la vista appannata, barcolli… cerchi d’individuare le forme indistinte della cucina.
Sospiri e ti rendi conto di quanto sia tardi, tra poche ore devi prepararti per un’altra giornata. Sbuffi, non stai vivendo la tua vita, non hai ancora imparato ad affrontarla,
stai facendo del tuo meglio per imparare ogni singolo dettaglio, cosa fare, dove andare...
la seccatura è, che puntuale arriva qualcuno che gentilmente ti fa sempre notare
che stai sbagliando, se gli rispondi che hai fatto tutto quello che ti ha detto,
subito ti risponde che non hai capito... mettiti in testa che quella che sbaglia sei sempre tu.
Abbracci un fantasma… parli nel vuoto, ti sorridi nel riflesso del vetro del forno e ti parli
«mamma mia sono cotta... quasi quasi dormo qua dentro...»
Terzo scaffale, è lì che tieni la tisana, la scatola è vuota.
Stanca tiri uno sgabello lasciandoti sedere pesantemente
«Sto bene qui
Ti dici
«Se lo dici tu»
Ti rispondi
e ti metti a parlare con te stessa ad alta voce, con l'altra tua te stessa che ti fa una morale che manco tuo padre e tua madre si son permessi mai di farlo, alla fine vince l'altra te stessa.
Appoggi i gomiti sul tavolo, un sorriso amaro si disegna sulle labbra.
Spaventata, i pensieri vagano nella cucina, rincorrono sogni, visioni chiare e nitide che ora sono lampi di colori, palloncini colorati che rimbalzano sul soffitto, ti chiedi se un giorno ti fermerai veramente a vedere tutti i sogni.
«direi che sto messa male...»
Ti alzi, sbatti sui muri, la testa gira veloce... no, forse è la casa che gira come una trottola.
Il letto non è caldo, non è piccolo, ma soprattutto è vuoto… già, perchè è questo che ti rode...
sei ancora tornata da sola… e ti chiedi se la tua vita sarà sempre così.
Come ci si sente a tornare dopo aver perso l’ennesima speranza di un amore?
Un amore sincero… Ubriaca fradicia sghignazzi
«missione fallita!!»
la missione o tu?... basta pensare...
Dove troverai ancora la volontà e il coraggio? Non importa! Hai già fallito e fallirai ancora!
E ancora! E ancora! Come un nastro che si ripete... all’infinito ed oltre!
e basta pensare!!!
Il lettone è morbido, accarezzi il lenzuolo, piccolo accenno di un sorriso tirato,
molto tirato… diciamo stirato come le lenzuola.
Il calore morbido del cuscino ti solletica le guance; adori il profumo delle tue lenzuola.
Il lettone è morbido, vuoto… ma morbido, e soprattutto almeno lui non t’inganna mai…
ti augura una buona notte e ti dice
«dormi felice bimba, io ci sarò sempre»
cianfrusaglie… le solite tremila cose inutili che ti porti dietro, una gara su chi porta più peso, o tu o la borsa… vinci sempre tu, non hai dentro tremila cose inutili.
Il palmo trova la chiave, il pollice e l’indice la serrano.
La ricerca del foro della serratura non è così semplice; hai bevuto troppo.
Spingi la porta, fai un passo indietro, il cervello non riesce a trasmettere il comando ai piedi e quando il primo entra in casa inizia a formicolare, mentre il secondo è ancora fermo sul pianerottolo, riluttante a varcare la soglia... forse è presto per tornare a casa,
nel bere conveniva esagerare.
La borsa buttata sul tavolo, tocchi la superficie liscia del piano cottura; la vista appannata, barcolli… cerchi d’individuare le forme indistinte della cucina.
Sospiri e ti rendi conto di quanto sia tardi, tra poche ore devi prepararti per un’altra giornata. Sbuffi, non stai vivendo la tua vita, non hai ancora imparato ad affrontarla,
stai facendo del tuo meglio per imparare ogni singolo dettaglio, cosa fare, dove andare...
la seccatura è, che puntuale arriva qualcuno che gentilmente ti fa sempre notare
che stai sbagliando, se gli rispondi che hai fatto tutto quello che ti ha detto,
subito ti risponde che non hai capito... mettiti in testa che quella che sbaglia sei sempre tu.
Abbracci un fantasma… parli nel vuoto, ti sorridi nel riflesso del vetro del forno e ti parli
«mamma mia sono cotta... quasi quasi dormo qua dentro...»
Terzo scaffale, è lì che tieni la tisana, la scatola è vuota.
Stanca tiri uno sgabello lasciandoti sedere pesantemente
«Sto bene qui
Ti dici
«Se lo dici tu»
Ti rispondi
e ti metti a parlare con te stessa ad alta voce, con l'altra tua te stessa che ti fa una morale che manco tuo padre e tua madre si son permessi mai di farlo, alla fine vince l'altra te stessa.
Appoggi i gomiti sul tavolo, un sorriso amaro si disegna sulle labbra.
Spaventata, i pensieri vagano nella cucina, rincorrono sogni, visioni chiare e nitide che ora sono lampi di colori, palloncini colorati che rimbalzano sul soffitto, ti chiedi se un giorno ti fermerai veramente a vedere tutti i sogni.
«direi che sto messa male...»
Ti alzi, sbatti sui muri, la testa gira veloce... no, forse è la casa che gira come una trottola.
Il letto non è caldo, non è piccolo, ma soprattutto è vuoto… già, perchè è questo che ti rode...
sei ancora tornata da sola… e ti chiedi se la tua vita sarà sempre così.
Come ci si sente a tornare dopo aver perso l’ennesima speranza di un amore?
Un amore sincero… Ubriaca fradicia sghignazzi
«missione fallita!!»
la missione o tu?... basta pensare...
Dove troverai ancora la volontà e il coraggio? Non importa! Hai già fallito e fallirai ancora!
E ancora! E ancora! Come un nastro che si ripete... all’infinito ed oltre!
e basta pensare!!!
Il lettone è morbido, accarezzi il lenzuolo, piccolo accenno di un sorriso tirato,
molto tirato… diciamo stirato come le lenzuola.
Il calore morbido del cuscino ti solletica le guance; adori il profumo delle tue lenzuola.
Il lettone è morbido, vuoto… ma morbido, e soprattutto almeno lui non t’inganna mai…
ti augura una buona notte e ti dice
«dormi felice bimba, io ci sarò sempre»