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Annael Sidel

AnnaelSidel

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IRE LOISSEA; 8°MILLENNIO
** Tempo Odierno **
~~ IL PESO DI UNA FIGLIA ~~
La cena tra padre e figlia fu piacevole; a ben dire i due non mangiarono molto, passarono i primi 30 minuti a fissarsi senza dire una sola parola, gli altri 30 a stuzzicar qualcosa conversando del più e del meno senza entrare in scottanti dettagli. Nella stanza non vi era quel «gelo» che sarebbe giustamente stato logico da ambo le parti, ma ormai la fatidica domanda era pronta a bussare alla porta, e con lei tutte le dovute spiegazioni.
Fu Mel a chiedere per prima se lei era nata per capriccio o per vero amore e Annael «sincero» rispose
[ANNAEL] ci sono stati anni in cui ho amato veramente tua madre, poi mi accorsi dello sbaglio... sebbene il mio matrimonio fu combinato e tramato alle mie spalle, non avrei mai potuto lasciare mia moglie... su questo tua madre ebbe ragione... non ti potevo portare tra gli elfi, farti passare per un'altra, i mezzelfi non possono vivere tra gli elfi sebbene fanno la libera scelta di diventare immortali
Parole che Mel non capì, il padre sarà stato sincero solo nella prima parte, immaginò che dietro e sotto vi era dell'altro ma quello che voleva sentire l'aveva già sollevata, era nata per una scelta d'amore.
Poi toccò ad Annael chiedere come fu la vita passata dalla figlia e Mel rispose, e andò sul pesante, cercando di far capire al padre solo il «minimo» dell'inferno che aveva passato
[MEL] chiedi della mia vita?... non fu mai bianca come la neve che cade in Dicembre e rende tutto intorno a te un silenzio ovattato, camminai sempre sulla lastra di ghiaccio nero percorrendo una strada senza il luccicare delle stelle... di mia madre mi era stato raccontato il meglio e il peggio, di mio padre invece non sapevo nulla... ho camminato per anni sui margini persistenti del crepacuore mentre intorno a me iniziarono a comparire i primi amici, i primi sorrisi, i primi amori... pensai di trovare la felicità ma invece furono soltano tragedie, tutti costoro morivano ed io restavo sola negli angoli dei miei giorni da immortale trascorsi a piangere... l'immortalità diventò una fobia! una maledizione! pensai di togliermi la vita non so quante volte! e da pazza andai in cerca della morte impugnando la tua spada! e quella spada mi dava forza e mi accorsi che m'impediva di morire! dovevo accettare che ero immortale... io ancora non sapevo cosa significasse, camminavo e lasciavo dietro di me desolazione e campi incolti... non potevo vivere serena tra gli umani perchè erano tempi che cacciavano i mezzosangue... un giorno il mio cuore venne invaso dal vero amore, di lui ho ancora il ricordo ed ogni uccello che canta mi ricorda la sua voce, ogni angolo di strada che svolto penso ancora di poterlo incontrare... per anni ho inseguito questi fantasmi... tutt'ora sono ancora spaventata nel ridare speranza al cuore... di lui ho un grande ricordo, mia figlia... lei mi ha dato la forza di andare avanti e con lei sono arrivati altri parenti... ora so che non sono stata un capriccio tra un elfo e una donna umana, il nome che porto è vero... sono nata per amore... posso ritornare da dove sono venuta, se la mia presenza ti toglierà dal trono...
Annael sorrise e prese le mani della figlia
[ANNAEL] no, tu non vai da nessuna parte... tu, tua figlia, e i tuoi parenti resterete qui... prenderete i nomi Sidel perchè vi spettano di diritto dal giorno in cui sei nata... non sei tu a togliermi dal trono, un capitolo di questa storia si è appena concluso, ed ora tu, io e i lettori stiamo fissando una pagina vuota...
il prossimo capitolo è ancora sconosciuto e... può essere... che inizierà...

FINE


Cambiano le stagioni
e intanto vado avanti ad invecchiare
senza vedere nuove opportunità
e nuove emozioni.
Passati sono gli anni
sulle tante perdite ed il poco guadagno,
e se mi metto a pensare
mi viene in mente che ci sono cose
che mi sono venute a mancare.
Manca la risata spensierata,
i momenti emozionanti,
l'innocenza della gioventù,
la gioia dell'infantilismo...
ma suppongo che;
tra tutte queste ed altre cose,
chi mi manca sei tu.
tutto.jpg

 
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AnnaelSidel

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«...eeeeee... esattamente... cosa dovrei fare per voi?» chiese l'uomo.
Era grosso e alto, un Omone di come se ne vedono pochi in giro. Era anche vecchio, probabilmente la folta barba bianca copriva alcune cicatrici, segni di antiche battaglie mai dimenticate che gli si leggevano ancora negli occhi. L'omone vestiva anche bene ed aveva tutto l'aspetto di un soldato Veterano, e lo era.
Apparentemente pareva distratto dall'ambiente che lo circondava; in realtà lo stava studiando senza darlo troppo a vedere. Passò la punta del dito indice della mano destra sul bordo del bicchiere di vino, una nota debole ma acuta e fastidiosa per alcuni istanti si sentì nell'aria, l'omone attirò completamente ogni sguardo su di lui e lui ebbe così il modo di studiare tutti i presenti. Finezze, strategie o se preferite tecniche che s'imparano anche a proprie spese, con il tempo, con l'esperienza che matura. L'omone distolse lo sguardo dai presenti e tornò a fissare gli arazzi alle pareti; ben consapevole dei molti sguardi fissi su di lui. Gli aveva già squadrati e catalogati tutti, persino il cane sdraiato vicino al camino che si stava leccando il pelo non era sfuggito alla sua profonda indagine, e a tutti; cane compreso, aveva dato un unico giudizio: deboli, e quel cane era buono solo per far da casa alle pulci.

L'omone continuava a fissare gli arazzi in attesa di una risposta che forse non sarebbe mai arrivata. Arazzi di pregievole fattura, pregiati, sicuramente anche di un certo valore se messi sul mercato al momento giusto, nel posto giusto, affidandoli nelle mani di uno scaltro e furbo mercante, uno dalla lingua sciolta che ti fa sembrare qualsiasi cosa un buon affare, anche una carota mangiata dai vermi sarebbe stata un buon investimento che sarebbe anche durato nel tempo. L'omone fece un sorrisino e pensò che, sì, un mercante ci avrebbe ricavato una buona cifra. L'omone era particolarmente attratto dall'arazzo alla sua destra che raffigurava un guerriero impegnato a combattere una creatura che veniva chiamata: Drago. In tutta la sua lunga vita aveva sentito parlare di questi «draghi» ma; sfortunatamente per il Drago, lui non li aveva mai incontrati ne visti di queste creature mitologiche legate alle antiche leggende. L'arazzo era fatto talmente bene che il drago sembrava quasi vivo nel bagliore arancione del sole al tramonto che brillava attraverso la finestra di fronte.
Mentre aspettava ancora una risposta, l'omone immaginò la scena finale, il guerriero evitava gli artigli del drago e la potente fiammata uscita dalla bocca della bestia con uno scatto laterale, una finta, e con una abile mossa tranciava la testa del drago! in seguito il guerriero sarebbe tornato a casa con la testa del drago, e gettandola nella piazza principale sarebbe stato nominato Eroe! ma un simile bottino avrebbe meritato di meglio! la gioia di essere incoronato Re!

«stiamo facendo tutto il possibile... i rinforzi sono in arrivo...» disse una voce.
L'omone si girò in direzione della voce, congiunse le mani giocherellando con i pollici e con un sorrisino ironico rispose
«rinforzi?... potete far arrivare tutti i rinforzi che volete... ma prima vorrei capire... e mi ripeto...
- fece una pausa e sospirò -
che cosa dovrei fare esattamente per voi... è così difficile darmi una risposta?...
- altra pausa, sguardo truce -
intendo una risposta soddisfacente!»

L'omone ebbe la chiara impressione che tutte le persone presenti nella stanza degli arazzi; cane compreso che ora si stava grattando l'orecchio, fecero finta di non sentire le sue parole, e lui senza altro aggiungere si alzò senza neppure finire il suo vino; tra l'altro di pessima annata, e andò verso la porta, l'aprì sapendo benissimo che nessuno si sarebbe alzato o gli avrebbe detto di fermarsi. L'omone si trovò così all'esterno a fissare il bel tramonto. Pensò al drago e scosse la testa, sputò, osservando la bella chiazza di catarro rossastra e grattandosi il culo come se al posto della mano avesse una raspa di metallo «deboli, inetti e pure impotenti!!» sputò ancora liberandosi del tutto la bocca del sapore di quel orribile vinaccio da quattro soldi. Mise la mano sull'elsa della spada e prese il sentiero. L'omone come era arrivato, così sparì e nessuno ebbe il coraggio di fermarlo o di corrergli dietro per fargli cambiare idea.

L'omone era uscito lasciando la porta aperta, uno dei presenti la chiuse con rabbia e ci mise tanta di quella forza che il pomello della maniglia si staccò rotolando per terra e con voce ancor più carica di rabbia: «ANCHE UN CANE SAREBBE MEGLIO DI TE!!» le goccioline di saliva volarono in un arco di luce e andarono a colpire proprio il cane che se stava ancora seduto vicino al camino. L'uomo verso cui era diretta l'offesa si grattò la testa e con voce piatta rispose «Ah... bene... ne prendo atto di questo... ne vogliamo discutere?
- osservando i presenti -
mi pare che non sono stato l'unico che è rimasto zitto!... quindi è inutile che adesso ti metti a fare tutta questa sceneggiata! SEI VUOI FARE A GARE A CHI URLA DI PIU' SONO BRAVO ANCH'IO!!»
andando verso la finestra osservando la luna piena che brillava attraverso il vetro, dando le spalle ai presenti.
«ma tu senti... ma tu senti questo! - rispose la voce di prima - ehi! rimbambito! noi abbiamo delegato e scelto te per parlare con il mercenario!»
Il cane andò verso la porta, la grattò e poi iniziò ad abbaiare.
«mercenario? seee!! ...mercenario dei miei... - epiteto colorito aprendo la porta al cane - quello era un guerriero!»
«appunto! un tempo era di certo un grande guerriero! e non quello che stiamo cercando? che importa di cosa era o di cosa è oggi! a noi servono uomini come lui!»


Il tipo richiamò il cane con un fischio e poi tornò a parlare ai presenti
«le verze che hai mangiato a cena ti hanno riempito la testa d'aria! a noi non servono uomini come lui! questi sono... sono... tarati!... hanno le loro idee... le... ohh santo! è gente convinta! inquadrata! non hanno la vista a 360 gradi! hanno i paraocchi! no! no! gente così sarebbe troppo pericolosa! ci scapperebbe di mano... noi dobbiamo avere il controllo della situazione...»
Intervenne un'altra voce, più pacata e dai toni morbidi e assonati
«sentite, siamo stanchi e credo che le nostre idee siano ancora troppo confuse... di certo; parlo per me, non voglio passare alla storia come colui che ha portato la guerra su Elvenar... abbiamo fatto bene a restare zitti... se posso dire una cosa... è verò, si è visto che era un guerriero... a noi non servono le sue convinzioni, le sue idee... a noi serve qualcuno che sappia fare il suo lavoro e al momento giusto, quando sarà convinto di averci in mano... lo useremo come agnello sacrificale... lui si prenderà ogni colpa e noi ne usciremo puliti... la notte porta consiglio... io vado a dormire...»
L'ultima lampada che si spense, andò prima ad illuminare gli occhi del drago raffigurato nell'arazzo, e quello sguardo per alcuni istanti parve essere vivo. Poi il buio regnò sovrano nella stanza degli arazzi, ma qualcuno a molta distanza riusciva a «bucare» quel buio grazie al potere del suo sguardo.
 

AnnaelSidel

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«cosa vede il mio signore?» disse Laitale.
Annael era; stranamente, vestito di grigio, fermo a fissare l'orizzonte pareva una statua di pietra ben levigata, talmente immobile e in pendant con il colore del marmo della torre, che lì fermo nell'angolo lo si poteva scambiare per un Gargoyls; la parte terminale dello scarico del canale di una grondaia, è di fattura umana e viene usato sui tetti per esorcizzare i luoghi sacri, tipo Templi o Cattedrali. Non si voltò ma appena sentì stringersi la mano diede uno sguardo a Laitale.
L'elfo si perse subito, si sciolse nel fissare i profondi occhi blu della necromante, sentendo quelle unghie affilate come rasoi intorno al polso.
Bella, incredibilmente bella, bella e letale, tremendamente letale come l'amore che ti prende il cuore, un cuore già donato a lei, lei, la necromante senza anima... così bella, così letale, così Laitale
[Annael] «muri che cedono, urla e pianti...»
[Laitale] «ohhh... ohimè.... il mio amato signore vede guerra nel futuro degli elfi scuri?
e la domanda è... perchè il mio amato signore ha lo sguardo del pauroso?
solo i pazzi muovono guerra contro gli elfi Scuri!
e non c'è guerra nelle terre beate di Elvenar

- indicando le mura della città -
se un esercito; qualsiasi, verrà a bussare a queste porte, i nostri amici verranno subito in aiuto
come noi faremmo con loro... a volte... spesso... quel tuo lato elfico, ti fa scordare che Annael,
e con lui gli elfi scuri, stanno a cuore a molte persone...
insomma anche se parli e ti fai vedere poco... diciamo che sei... abbastanza noto...
e che vedo? il mio amato signore disegnare sul volto la paura?»

[Annael] «io non scordo niente mia cara... si... va bhe, può essere... che la memoria non è più quella di un tempo...
e comunque questo non è propriamente uno sguardo da pauroso...

- sospirando a lungo -
nulla è così facile mia cara... mai pensare di camminare sulla Via Facile...
e poi che gusto ci sarebbe?... la vita deve avere un mordente...»
[Laitale] «non ti basto io a morderti?»

sorridendo e mimando un morso al collo

[Annael] «quello è un'altro genere di mordente... intendevo che la vita...
se è piatta... finisce per andare in noia...»
[Laitale] «caspita!... non ci posso credere!!... tu che parli di vita piatta... e di noia...
non mi pare che Annael sia famoso per saltare la corda e darsi ai bagordi!!...
va bhe che... pure io dovrei in questo caso star zitta...
non avevamo noi prima una vita piatta? eravamo i cultori del piattume!!
tu il vedovo inconsolabile chiuso nella tua torre,
ed io la crudele necromante senza cuore chiusa nella mia...
più piatti di noi non lo era nemanco il mare quando è calmo...»

[Annael] «no... le nostre vite non erano piatte, erano solitarie, è diverso....
e per nostra scelta e per nostro desiderio lo erano... non siamo mai stati piatti... »
[Laitale] «già inizi a trovar false giustificazioni... potrai anche aver ragione,
ma non avevamo neppure una vita a tutto tondo!
non fare un giro di parole, nella solitudine io ci vedo sempre del piattume...

- baciandolo dolcemente sulla guancia -
adesso invece ho smesso di essera piatta... direi che sono una pentolona!
bella piena e desiderosa d'esser mangiata!»


Annael non afferra, lo sguardo è puntato all'orizzonte, Laitale sospira
[Laitale] «non ti stavo offrendo una minestra riscaldata... ti stavo offrendo me....
ma vedo che nulla di smuove, che stavi dicendo sulla guerra?»

[Annael] «dico che hai ragione, Elvenar è una terra di pace e dovrei stare sereno...
ma ci sono orchi sparsi, creature malefiche, assassini, briganti, ladri, le genti si stanno disperdendo...
province desolate, i vicini, i nostri amici, sono sempre più lontani e il loro aiuto;
o il nostro a loro può essere che non sia così tempestivo e rapido come un tempo...»

[Laitale] «comprendo... tu usi il tuo potere e ti preoccupi anche se non vedi nessun pericolo,
sei un Sidel, un militare, sei vecchio ma non hai perso il gusto della spada...
capita a chi la guerra la vive come l'unica sua esistenza...
i lunghi periodi di pace diventano piatti e noiosi... tolgono il sonno...
i nemici di cui parli sono zecche!
le grandi città sono tutte amiche e se pur lontane controllano le provincie con le loro armate...
garantiscono un aiuto e mantengono la pace... e poi!

- sorridendo -
chi sarebbe in grado di mantenere, addestrare e muovere un tale esercito da inviare contro una grande città?
no, non passerebbe inosservato! e tu che ci stai a fare? il tuo sguardo; che noto già puntato,
ci consentirebbe d'intervenire prima che il nemico faccia la sua mossa!»



[Annael] «ummm... vedi mia cara ed amata signora, non è detto che un esercito deve per forza essere in arme!
un esercito può muoversi nelle ombre e tramare, e al momento giusto colpire!
e io non amo la guerra... non mi sono mai sentito un guerriero!
io devo intervenire e bloccarla prima che scateni il suo dolore e le sue atrocità su qualsiasi gente... »

Laitale gli tappa la bocca con un bacio, lasciando le labbra dell'elfo con un sorriso
[Laitale] «...non ti sei mai sentito un guerriero?.... sei un bugiardo...
il tuo vero potere non è di riuscire a guardare nel futuro, ma di essere in grado di sparare bugie!
l'unico elfo in grado di farlo! ma le spari troppo grosse!

- ridendo -
tu non saresti un guerriero!?...
- ridendo ancora -
di certo non ami la guerra, quella non piace a nessuno... odio ripetermi...ma allora tu che ci stai a fare?
Nessuno riesce a tramare nell'ombra se Annael ha lo sguardo puntato verso il futuro,
queste mura sono sicure come la cintura di castità di una giovane vergine umana...
quello che protegge è inviolabile!»

dandogli un'altro bacio

[Annael] «come paragone non è male!
- ridendo a sua volta -
ma vorrei ricordare alla mia amata signora che; e di questo mi è stato detto,
che codeste mutande di ferro che custodiscono ambito, pregiato e gradevole tesoro...

- diventato serio e rosso in viso -
un buon fabbro trova sempre la chiave giusta per entrare...»
[Laitale] «sei incredibile! il fabbro potrà avere tutte le chiavi che vuole! ma la volontà della vergine mai si piegherà!
solo con la forza e con la violenza la porella cederà!
mentre solo con l'amore aprirà le gambe... opss! volevo dire... aprirà la porta di sua volontà!...
l'hai scritto tu sull'entrata della porta principale...
nessuno entri in questa città impugnando la spada! scatenerà l'ira degli elfi scuri!»

[Annael] «certo... ma quando ho fatto scrivere quella frase non pensavo alle mutande di ferro di una vergine umana!

- guardandola male -
ma... mi stai prendendo in giro?... e prima mi hai dato pure del vecchio...»
[Laitale] «ma mi stai prendendo in giro?... cosa?

- guardandolo di traverso -
ma mi stai prendendo in giro è la domanda che faccio io a te!
io odio questa tua ironia! si! fai discorsi tediosi da vecchio elfo!
che nervi!!... ti pianterei le unghie nel collo!

- afferrandolo alla gola e stringendo -
hai parlato di vita piatta e hai rifiutato la mia offerta di buona pentola! mi hai trattata come un brodino!
le mie unghie potrebbero bucarti la carne e infettare il tuo sangue!
hai solo il fiato per una parola mio amato e piatto signore!
PIETA'!!
dilla o stringo a morte!»

[Annael] «c...a...d...i...»
con un fil di voce
[Laitale] «eh??»

Nonostante la sua veneranda età che lo fa il più vecchio tra gli elfi Scuri, Annael ha mantenuto una discreta agilità. Afferato il polso e allungato la gamba, la necromante cade a terra con un semplice sgambetto. Annael ridacchia mentre la necromante impreca e con uno strano idioma indica il capo di Annael. Pochi attimi e l'elfo si trova circondato da 4 nere cornacchie che lo beccano facendolo sfuggire all'interno con Laitale che dritta in piedi se la ride
[Annael] «basta! fermale!»
[Laitale] «troppo tardi! ma le fermo lo stesso!
il divertimento è mio!!

- correndo dietro ad Annael saltandogli sulla schiena -
OPP!! PRESO! se deve uscire sangue voglio essere io l'artefice!
adesso te la mostro io la vita piatta!»

dandogli un morso sul collo.
Tra le urla, i sorrisi ed i baci, i due elfi spariscono all'interno, dove ad aspettarli c'è un tappeto, un camino acceso e due boccali di birra scura.
 
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Una piccola elfa tiene lo sguardo in alto
[Calime] «Hunien! smettila di guardare in alto!»
Hunien non riusciva a togliersi quello sguardo cagnesco ma soprattutto non riusciva a levarsi di dosso quell'aurea che sapeva di sconfitta
[Hunien] «mi pare di averli sentiti urlare... l'ha in alto si divertono quei due... si danno alla pazza gioia... si staranno rotolando a terra come lontre in amore! disgraziati! con lei che potrebbe essere sua nipote!
- stringendo i pugni e mordendosi le labbra -
ma che sto dicendo! QUELLA E' SUA NIPOTE!
LA FIGLIA DI MIA SORELLA LUTHIEN! MA VOGLIAMO SCHERZARE! MIO PADRE CHE SI SPOSA...
CON QUELLA... QUELLA... NECROMANTE DA CIRCO EQUESTRE!
LA MAGHETTA MEZZA CALZETTA! MA CI RENDIAMO CONTO!
MIO PADRE E LAITALE!!!
AHHHHHH!!!!
E SONO STATA IO A METTERLI NELLO STESSO LETTO!!»

[Calime] «ma che ti urli! abbassa la voce...sotto la torre di tuo padre e di Laitale,
io starei attenta a dire che è una necromante da circo equestre...

na mezza calzetta... già vedo volare cornacchie... quelle vedono e spiano...»
[Hunien] «BUONA SORELLA! RICORDA A CHI STAI PARLANDO! A ME DI ABBASSARE LA VOCE NON LO DICE NESSUNO!
SI!! E LO RIPETO! QUELLA NON VALE NULLA!
IO SONO L'ELFA PIU' FORTE E POTENTE TRA TUTTE LE ELFE SCURE!
NESSUNA E' IN GRADO DI EGUAGLIARMI! IO SONO....»

[Calime] «E BASTA!! BASTA CON STA LAGNA! TU SEI UNA CRETINA!! UN ELFA NANA GONFIATA E BORIOSA!
ed io; per fortuna... non sono tua sorella! ma la tua cara e devota amica che deve sopportarti!
voglio vedere quando finirà sta storia!
e io sono la più forte, e io sono la più potente!...io qui! io là!!
ripeti sempre le stesse cose!! na lagna!!
stai sempre a fare questa gara, nessuna che io sappia ha mai messo in discussione questa cosa,
neppure tua sorella Luthien! e neppure Laitale... ma che problemi ti fai!?
tu stai pensando ancora al trono, tu sul trono non ci puoi andare!
PUNTO! PUNTO E BASTA! FINEEEEEE!
forse se ti sposi... allora metteresti fine ad ogni voce che gira su di te...
anche se ormai tutti lo sanno ma nessuno ha il coraggio di dirlo apertamente...l'hanno capito anche i sassi!»

[Hunien] «hai finito? no perchè se devi dire altro fallo che tanto non ti ascolto!
tu vieni a dire a me! A ME! HUNIEN SIDEL! che dovrei rimangiarmi ciò in cui credo solo per andare sul trono?
rinnegare ciò che sono!?
se non mi sono mai sposata ci sarà un valido motivo?... O NO!?
ho sempre detto e sostenuto che i maschi sono inutili! ancora non ho capito perchè costoro si aggirano per il mondo! spandendo in lungo e in largo, per mare e per fiumi, per pianure e montagne la loro rinomata cretinaggine!
sono bacati!... nascono già bacati! il loro cervello sta dentro il guscio di una noce!
e ti dirò, ci balla pure da tanto che è limitato! ...perchè esistono!? la perfezione è donna! DONNA!
femmine difetti zero... maschietti difetti a valanga!»

[Calime] «ahhh! e vai! vai avanti ancora con sta storia! vai avanti con questi bei ragionamenti! la scala di Hunien! Femmine in alto e maschi manco sul primo gradino! la sanno tutti la tua canzone!... e nessuno la canta...
è un tuo punto di vista... ehm... tra l'altro malato... si cara mia, tu sei malata...
sei una misandropa di prima categoria! questo tuo pensiero è poco apprezzato pure negli ambienti femminili...
questo tuo modo d'essere ti costa e ti è costato parecchio...
specialmente quel trono dove tu vorresti andare a posare il tuo culo da elfa nana!»

[Hunien] «misan... dra... che?... ignoro quel termine.... visto che sai tutto, dimmi un pregio dei maschi?!
sono tutta orecchi! e gli ambienti femminili che dici tu, so quali sono!
elfette che diventano rosse quando un elfo dallo sguardo perso e da pesce lesso gli passa al fianco e le guarda...
e loro fanno le smorfiose! elfe senza dignità sono quelle! oche da cortile!
QUA! QUA! QUA!... io ho tenuto alta la mia dignità e quelle di tutte le elfe come me!
senza di me voi eravate ancora tutte nascoste tra le fresche frasche a darvi bacini e bacetti!
grazie a me potete andare in giro a testa alta! ma ovvio... riconoscenza zero, quando c'è da ringraziare qualcuno,
quando c'è da dare del merito a ME!... TUTTI SPARITI!... ma io so, e li conoscono chi parla alle mie spalle!»

[Calime] «ma porca di quella porca! sono ragazze! hanno 200 anni! sono giovani! vuoi sapere i pregi dei maschi...
così su due piedi e con te che fai uscire dalle labbra sono boiate non è che mi vengono in testa!
il concetto è che ogni creatura ha il genere maschile e quello femminile, la loro unione fa si che...»

[Hunien] «blablablabla!!! pfffff! siamo andati sull'accoppiamento! uno da e l'altra prende...
a volte senza tanto divertimento e appagamento... ne conosco di donne che al posto di sentirsi felici... si disperano...
attenta a ciò che dici...»

[Calime] «specifica donne... stai parlando delle tue amichette umane?... visto che insisti ti farò un esempio...
dunque vediamo.... se ad un elfa piace... che ne so... un elfo che si tiene le dita nel naso per tenerselo pulito,
per lei è un pregio che lui si tenga pulito il naso... mentre per altre è uno schifo!
ognuna vede dei pregi che altre non vedono!»

[Hunien] «le dita nel naso??... da quando scaccolarsi il naso è un pregio?»
[Calime] «no che non lo è!!... ho dovuto fare un esempio stupido! devo fare esempi al tuo livello di stupidità!
devi farti curare sorella! lo dico per il bene tuo e di quei poveracci di elfi che ti passano a cento metri di distanza come se puzzazzi di fogna aperta!»

[Hunien] «grazie sorella... mi hai appena dato della stupida, e della cloaca a cielo aperto!!
sarebbe questa la complicità femminile?!... per questo i maschi sono forti, tra loro sanno essere complici,
si difendono tra loro! mentre noi siamo rivali! infatti sei qui a farmi le morali....»

[Calime] «Dei santissimi!! no, no! sono io che mi devo far curare! io che ti vengo dietro!!
sapendo che tanto vuoi sempre aver ragione! incredibile che sia ancora qui ad ascoltarti sapendo che è impossibile,
ragionare con te! mi rendo conto di quanto ti sia amica... Hunien, non farmi dire ciò che penso...
io non posso mentire come tuo padre!... potrei farti del male... »

[Hunien] «no! no! sputa fuori! sentiamo! sentiamo cara sorella!»
 

AnnaelSidel

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[Calime] «e va bene! testa quadra! è inutile girarci intorno! tuo padre ha ragione! e lo sai! non ha mai detto che quello che sei è sbagliato... gli elfi rispecchiano la natura, la difendono, la proteggono e quello che sei tu, io e le nostre elfe è...
visto come andare contro natura... ma mai nessuno ti ha detto che sbagli!!... quello che hai fatto è stato giusto,
hai portato avanti la tua idea, ma poi come tuo solito hai esagerato! ehmmm... per gli elfi è stato difficile... accettare... comprendere la tua natura... lo sai bene che tuo padre, per colpa tua... ha coniato la parola.... Avaquetima...
presa dagli umani, che significa Tabù... tu sei stata troppo al fianco degli umani, troppo a contatto delle loro femmine... direi incollata... ti sei fatta coinvolgere nelle loro.... strane usanze amorose.... secondo tuo padre sono state loro...
le femmine umane a portarti verso questo... strano pensiero... e tu hai trasmesso questo pensiero alle elfe...
e diciamolo tra me e te... è vero.... e hai usato tutto il tuo potere... il tuo carisma per portarle dove ora sei tu...»

[Hunien] «STOPPPP!! alla faccia della cara amica!! io non ho traviato nessuna elfa! e lo sai!!!
non ho mai usato il mio potere e il mio carisma per sedurre una di loro! va bhe...
diciamo che con alcune ho usato tutte le mie carte per ottenere lo scopo... ma mai le ho costrette con la forza!
sempre lasciate libere di decidere!
poi... ammettiamo... e dico, ammettiamo... che sia stata una femmina umana a farmi vedere l'amore sotto un aspetto... diverso... diciamo che era pure carina... perchè se era na vecchia ciabatta che pesava una quintalata...
forse non ci sarei andata a provare questa nuova emozione... ma a parte questo, cosa c'entra tirare in ballo gli Umani?! questa diceria è falsa!... e lo sai!!!
già da piccola ho subito capito che quella era la mia strada... mia madre e mio padre mi hanno coperta finchè non sono esplosa! quindi sono innaturale!? non appartengo più al regno della natura!?
SONO UN TABU'!!
sai cosa vuol dire quando il tuo stesso padre ti ritiene un tabù? ma questa sono io, l'ho deciso io...
forse non sono un elfa... sono arrivata da qualche stella lontana dove esiste solo il genere femminile!
mi hanno trovata da piccola, mi hanno imbucata a forza nella pancia di mia madre,
io ho spinto e sono riuscita di nuovo dal buco!! cucù! sorpresa!! è arrivata Hunien!
mio padre ha sempre dato la colpa alle femmine umane unicamente per trovare una scappatoia,
una falsa giustificazione! non ha mai ammesso che io sono nata così!
lui può farlo, può mentire e gli elfi gli hanno creduto!
mio padre ha una... sopportazione molto bassa nei confronti degli umani e le loro usanze!
ma questa non è una strana usanza... qui si parla d'amore! e non penso che mio padre sia in grado di dare a me,
lezioni d'amore! ed io sono libera di amare chi e come voglio io!!»

La discussione; pur se interessante anche se decisamente poco in stile elfico; dicevo, la discussione sarebbe potuta andare avanti per giorni, settimane, mesi, anni e forse anche per secoli, e alla fine le due elfe non sarebbero arrivate a concludere un bel niente, ma fortuna volle; o può essere che qualcuno, dall'alto le sentì discutere animatamente... dicevo, fortuna volle che a fermarle arrivò un paggio con un messaggio per Hunien
[Hunien] «scommetto che sarà di mio padre, solo lui mi manda missive con paggio maschio...
- fissando il paggio -
bhè?! dai vai! levati dalla mia vista! puoi andare!»

[Calime] «sempre delicata e gentile... una femmina dai modi di rozzo cavernicolo maschiaccio...

GRAZIE PAGGIO!!!... see già sparito...
- riportando lo sguardo su Hunien -
è tuo padre? che dice?
che vuole?»
[Hunien] «si è lui, scommessa vinta

- guardando in alto verso la torre -
di sicuro quei due ci hanno sentite... ecco un suo modo gentile per allontanarmi dalla città,
e ci sarà pure il becco di Laitale! ..mi ordina di richiamare il Noss e di andare in esplorazione nei villaggi tra i monti»

Anche Calime alza per un momento lo sguardo verso la torre
[Calime] «ci, plurale... TI... avrà sentita urlare...
villaggi? tra i monti? ma sono abbandonati da anni... forse secoli... appartenevano ad antichi coloni umani...
nessuno si reca più verso quei monti»

[Hunien] «appunto... come ho detto, lui e lei non mi vogliono tra i piedi!
io ci vado lo stesso cosi mi faccio i fatti miei e mi diverto con le mie elfe! perchè non vieni con me?»

[Calime] «a fare? no mia cara sorella... hai 499 elfe a disposizione per i tuoi giochetti amorosi!
che vengo a fare? la candela?... l'elfa di scorta? o pensi forse di buttarmi nell'ammucchiata?
e comunque stai attenta, non pensare subito al peggio... questo è pur sempre un ordine diretto del nostro Sovrano,
e tu sai che con il suo sguardo avrà visto qualcosa...»

[Hunien] «seee! lo sguardo!... questo ordine non ha senso! faceva prima a dirmi di levarmi di torto!
e tu non fare la preziosa! vieni o no!?... lo sai... io ti voglio bene...»

[Calime] «non andiamo su questo argomento... il tuo voler bene ha sempre il solito fine!
ma ovvio che vengo anch'io! saresti capace di metterti nei guai anche in un villaggio fantasma!»

[Hunien] «grazie sorella! avrò per te mille e dolci attenzioni!»
[Calime] «amica... meglio dire amica...»
 

AnnaelSidel

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La mano grande andò sull'impugnatura della spada e con lentezza uscì dal fodero. L'omone camminava lento su un ponte di legno mangiato dal tempo e dagli insetti, ma non era lo scricchiolio e renderlo palesemente nervoso in viso.
Arrivò dove un tempo vi era la piazza del mercato, il villaggio era abbandonato da anni, ricoperto da detriti, pietre rotte e legno bruciato; qua e là, un paio di casse intatte ancora in piedi dove ancora vi erano i resti delle merci lasciate dai mercanti quando erano fuggiti, sicuramente fu una fuga veloce, visto la qualità delle merci abbandonate. L'omone fece un respiro profondo, di rilassamento, ma la spada non tornò nel fodero, aveva quella strana sensazione nella parte posteriore del collo, come se qualcuno lo stesse osservando, ma ogni volta che si voltava non c'era nessuno, vuoto e silenzio.

Rimase fermo alcuni istanti al centro della piazza, poi sempre lentamente e sempre impugnando la spada, andò a sedersi sul muretto del pozzo. Buttò giù il secchio sentendo il sordo eco del tondo nell'acqua, quando il secchio ritornò alla superficie, l'acqua puzzava di rancido ed era verdastra. Aveva appena raggiunto la sicurezza andando a rimettere la spada nel fodero, quando nell'aria si sentì il rumore di passi pesanti, un gruppetto di mostri della palude comparve nella via principale che recava alla piazza. L'omone si mise in piedi, sguainò nuovamente la spada, prese una postura fiera ed eretta, tenendo la spada tra due mani perpendicolare al terreno.
I mostri della palude sono abbastanza «ottusi» hanno bisogno di una voce forte ed autoritaria che li guidi nei combattimenti, un «conducente», se combattono da soli non sono altamente pericolosi.
L'omone conosceva ogni sorte di unità da combattimento ed ovviamente grazie alla sua grande esperienza sul campo si era fatto una personale graduatoria sulla «pericolosità» di chi gli si sarebbe parato di fronte.
Ad esempio con questi mostri di palude, al posto della spada avrebbe usato un arco; un buon arciere o balestriere poteva ucciderli senza troppe difficoltà, sfruttare la distanza per sfuggire allo «sberlone» e al controattacco. Una volta ucciso il mostro di palude, si prendeva una bella sega e ci si ricavava una sedia o un tavolo; non pregiati ma di discreto valore, invece l'omone usava quel legno per fare casse da morto.
Era piacevole riportare alla memoria le vittime che si era lasciato alle spalle, lo rendeva felice, fiero del proprio operato, specialmente quelle che aveva ucciso senza pietà, trucidate, assassinate, bruciate, violentate; senza badare al sesso o all'età.
A questo punto si chiese come era possibile che un guerriero; oddio guerriero... i guerrieri veri combattono seguendo anche un codice d'onore, un codice di cavalleria... il suo onore l'aveva perso fin da giovane, ma non per colpa sua! per colpa di altri! non perchè a lui «piaceva» trucidare... è stato costretto a trasformarsi in quello che era diventato.
Sorrise, stava mentendo a se stesso, e la sua mente gli disse senza ombra di dubbio che lui era nato assassino, un killer assetato di sangue, pietà e onore non gli appartenevano, si uccide e basta! senza farsi troppe storie... si uccide per divertimento, si uccide chiunque per non essere a sua volta uccisi, non serve dare spiegazioni che tanto non c'è nessuno che dall'alto manda una folgore punitrice! rise ancora e giunse alla conclusione ovvia che a lui piaceva uccidere, punto e basta!

L'omone non era terrorizzato, a dirla tutta aveva già preso le misure al gruppetto disegnando nella sua mente come avrebbe dovuto attaccarli, ma non era il caso di preoccuparsi di questo perchè apparve il Conducente.
Un omino basso e tozzo che alzò la mano in cenno di saluto, sorridendo verso l'omone mentre con il bastone picchiava sulle gambe dei mostri indicando loro dove andare a sistemarsi; il Conduttore parcheggiò i Mostri nell'angolo opposto della piazza dove via era una fontana che ancora faceva zampillare l'acqua; anche questa non era limpida ma i Mostri di Palude bevono litri e litri d'acqua al giorno, a loro poco importa del colore o del sapore, anzi un acqua putrida li rende più vivaci... del resto sono appunto e non a caso, dei Mostri di Palude.
L'omino arrivò di fronte all'omone e passandosi il fazzoletto sulla fronte «ehilà! amico mio, da quanto tempo!» porgendo la mano.
L'omone afferrò la mano dell'omino e strinse, una bella stretta vigorosa da maschi e fissandolo «sei sudato da far schifo! puzzi da far schifo! e sei diventato una schifezza umana!! porca... - segue imprecazione colorita - ...ma come sei diventato!? hai tempi in cui combattevamo insieme eri snello e agile! un assassino come me! memorabili le nostre imprese! ed ora... se ti vesti di marrone e ti sdrai per terra, ti scambiano per una torta di sterco di vacca!»
L'omino rise al dire dell'omone; umorismo da cameratismo... non è offensivo... ma questo dipende.
L'omino cercò un buon e solido posto dove appoggiare il suo «tondo e largo» fondo schiena «che devo dirti... hai ragione! hai ragione amico mio... la vita matrimoniale mi ha rovinato... ho messo su qualche chilo... ti ricordi la sgualdrina di quel bordello? la biondona dagli occhi verdi con il seno che gli esplodeva nel vestito?... bhe me la sono sposata...»

L'omone si lanciò subito in diverse colorite parole, furono circa 5, 10 minuti di un vera opera di parolacce, tutte in rima baciata da far invidia ad un rimatore «...qualche chilo... sei diventato sferico! a parte questo tuo aver preso peso... ti sei pure accasato! e bella scelta, la ricordo benissimo la biondona baldracca!! carne, tanta carne nei posti giusti! e bravo!
- dandogli una pacca sonora sulla schiena - ogni tanto gli dai qualche frustata? ha ben chiaro chi comanda in casa?
a letto la castighi?
- vedendo l'omino far cenno di no con la testa e piegarla in segno di rassegnazione -
boia cane!... che delusione! proprio tu!... ti sei fatto mettere i piedi in testa da una femmina! e non è neppure nobile ma di bassa, bassa lega... una baldracca!! bhe... in effetti quelle sanno esser furbe... se si trovano davanti un cretino... lo spennano... lo spolpano, lo succhiano a morte... ma direi che non è il tuo caso... non ti ha spolpato, la baldracca ti ha allargato... che dire... non ho parole... e magari con questa pezzente donnaccia ci hai pure messo al mondo dei figli?...
sei trasformato... e saresti tu, uno dei capi della rivolta?
- ridendo di gusto -
ma dai! è ridicolo! sei una palla di lardo! se devi scappare come fai? combatti in salita così se devi fuggire rotoli via in discesa!?»
Anche l'omino si lasciò andare al riso, anche se l'umorismo da cameratismo stava prendendo una brutta piega, il vecchio amico ridendo e scherzando gli aveva dato del cretino, di un uomo senza gli attributi e succube della moglie; in effetti, non ci aveva visto male, ci aveva beccato in pieno.

Digerita l'offesa in ricordo della vecchia amicizia; anche perchè contro di lui non avrebbe in nessun caso avuto scampo, e tornato serio
«amico mio come posso darti torto... tra l'altro, adesso che ci penso... è da tempo che mia moglie rifiuta la mia presenza a letto... no, non abbiamo figli... ma a parte queste cose... irrilevanti... anche se starò lontano dalle lotte, io offro appoggio logistico e strategico, ed anche soldi... parecchi soldi... riguardo a questo, ho saputo che non hai concluso nulla dai miei amici, così sono venuto a trattare di persona»

L'omone e l'omino conversarono a lungo e per tutto il tempo due occhi li fissarono, e quando si separarono i due occhi uscirono allo scoperto, era un elfa, alta, snella e corse via in direzione del bosco.
 

AnnaelSidel

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Hunien se ne stava con i piedi nudi a mollo nel torrente, ogni tanto sbuffava, si controllava le pieghe del vestito, lo smalto alle unghie e la chioma; si era tolta la tinta rossa per tornare al colore originale: nero corvino, il classico colore degli elfi Scuri.
Tra l'altro, per via del fatto di aver vissuto a lungo tra gli umani, Hunien era l'unica elfa ad aver perso quel classico colorito «bianco cadaverico» tipico degli elfi; vero che gli elfi Scuri hanno la pelle più scura rispetto ad altri elfi, ma Hunien se stava a lungo al Sole cambiava il colore della pelle... gli umani la chiamano: abbronzatura.
Qui ci sarebbe da chiarire alcune cose che fanno parte dei misteri che si celano dietro ad Hunien.
Intanto detto tra noi; nessuno deve andarlo a dire a lei altrimenti siamo fritti... quello che dice quando sostiene di essere l'elfa più forte e potente tra tutte le elfe ed anche tra tutti gli elfi Scuri... ha un che di vero... Hunien ha spinto la sua conoscenza, il suo ESSERE, oltre ogni limite conosciuto dagli elfi. E' una Curatrice ma anche una potente Protettrice. Conosce la magia degli Elementi, è una potente Telepate; si dice che sia in grado di essere in ogni mente delle elfe del suo clan; 499, è per questo che il suo clan è il migliore in assoluto, le elfe «sentono e percepiscono» i suoi comandi, Hunien è presente nelle loro menti.
Hunien è sicuramente «forte» ma ha delle lacune a cui non potrà mai porre rimedio, come ad esempio la Telepatia o l'arte di Incantatrice, sua sorella Luthien è più potente di lei, anche la «voce» di Annael è più incantatrice di quella di Hunien. Hunien conosce ed usa la necromanzia ma Laitale è la Necromante più forte in assoluto.
A parte questo, per tornare sul discorso «abbronzatura», gira voce che Hunien sia riuscita; non si sa bene come, a modificare la pigmentazione classica degli elfi. Gli elfi possono restare sotto il Sole per ore ed ore ma sempre bianchi restano, e manco si bruciano, la pelle non diventa rossa. Hunien no... Hunien riesce a prendere colore.
Su Hunien ci sarebbe da scrivere un capitolo a parte, per scoprire la vita di questa piccola ma grande tra le elfe scure.

[Hunien] «lo sapevo! dovevo farmi ancora la tinta rossa! il nero mi rovina l'estetica! le donne basse stanno male se sono more! meglio un colore chiaro... le mette in risalto...»
[Calime] «vero... in effetti il nero ti rende ancora più nana del solito... UH!! volevo dire bassa... non sapevo che il nero accorcia e il biondo slancia... lezioni di estetica? devo prendere appunti?»

[Hunien] «bada... io non sono piccola e nana, sono un concentrato di grande potenza!... allora, le morettone sono particolari, intendo quelle naturali che non usano la tinta... il nero riconduce allo scuro, al buio... quindi le rende misteriose e l'occhio non è particolarmente attirato dallo scuro... indi per cui, una morettona ha qualcosa di oscuro che nasconde! può essere che non sia sincera! anzi, direi che una mora è portata a mentire!
in compenso però le morettone possono indossare abiti di qualsiasi colore, il nero si porta con tutto!
le biondone invece attirano l'attenzione, le rosse pure! il biondo è vanità, voglia di essere catturata! insomma se ti tingi di biondo fai capire che sei in cerca di qualcosa! il biondo è come il miele, attira! e le api sono i maschi, indi per cui, una che si tinge di biondo è in cerca di un fuco! il rosso è spensieratezza, libertà, non facile da portare... morale bionde e rosse non si nascondo e sono sincere!»

[Calime] «morettone... biondone... termini umani da taverna... ma ti stai sentendo?
e queste teorie? immagino siano frutto della tua mente bacata... non so se ridere, piangere o provare compassione... mi sto seriamente preoccupando per te... io sono bionda naturale e non vado in cerca di niente! non sono una facilona! e non vado in cerca di pecchioni!... non mi tingo per il semplice fatto che gli altri colori non mi piacciono! è una questione di gusto personale! ma... ammetto che a volte è bello cambiare la propria estetica... una donna è più portata ai cambiamenti rispetto al maschio, le piace variare.... ma l'estetica non ha nulla a che vedere con la propria personalità, resti sempre te stessa sia da mora, bionda, rossa o calva! come fai a dire che le more non sono sincere! che nascondo qualcosa! magari si cambia il colore non tanto per un fatto estetico ma per l'umore... se una ha la luna di traverso si tinge di nero o di viola... se si sente felice, associa la sua felicità ad un colore più chiaro, sbarazzino! ...ma che sto facendo?... è assurdo venirti dietro... siamo qui in esplorazione e non a discutere di estetica... tra l'altro con una pazza... tu lo sai che questa è pazzia?...»

[Hunien] «vedi, con me ci si diverte sempre! io sostengo che una donna mora va presa con le molle! la maggior parte delle stirpi elfiche ha i capelli chiari, e sono elfi divertenti, spensierati... noi elfi scuri abbiamo in maggioranza la chioma scura e non siamo elfi con cui è possibile scherzare e non siamo di certo spensierati... me a parte!... bella... guarda che sto scherzando... U!... arriva qualcuno, sta tornando l'esploratrice»

E per fortuna, Hunien si stava nuovamente cacciando in un discorso troppo complicato da portare avanti per il suo carattere e sul fatto che stesse scherzando mettiamo un punto "?"

L'elfa mandata in esplorazione raccontò per filo e per segno ciò che aveva visto, non aveva potuto sentir nulla nonostante l'udito degli elfi sia in grado di percepire anche i sussurri.
[Hunien] «va bene, tranquilla, sei stata brava a non farti scoprire, alcuni mostri della palude sono in grado di fiutare gli elfi, torna pure nei ranghi...»
non perdendo l'occasione di stamparle un bacio sulla guancia con tanto di schiocco
[Calime] «ora? che si fa? dividiamo il Noss? inseguiamo sia uno che l'altro?»
[Hunien] «a che pro? mio padre mi ha mandata qui a controllare, abbiamo visto l'incontro tra due uomini...hai notato che Taina sta diventando sempre più carina... »

[Calime] «chi?.... l'esploratrice? cioè... scusa ma vorrei capire... sappiamo che due uomini ed un gruppo di mostri della palude s'incontrano in un villaggio perso e abbandonato tra i monti; che puzza di sospetto senza metterlo a cuocere sul fuoco... e noi non mandiamo nessuno ad inseguirli e manco avvertiamo tuo padre? e tu al posto di pensare a questo, pensi che l'esploratrice Taina stia diventando sempre più carina?! »
[Hunien] «ma si, ma si... manderò ad avvertire mio padre... uffaaa!!! anzi sai che faccio....

- battendo le mani -
forza ragazze! fate lavorare le vostre gambe! radunarsi! si torna a casa!»

[Calime] «no che non si torna a casa! io farei seguire quei due umani! ci sono altri villaggi abbandonati che dobbiamo controllare! tuo padre... o per meglio dire, il Sovrano ti ha dato un ordine... controllare tutti i villaggi... »
[Hunien] «Calime... mi sto scocciando... sei preoccupata? mio padre ti ho già detto che ha voluto mandarmi via dalla città con il pretesto di esplorare i villaggi! ma saranno due ladroni! due poveri morti di fame! dove vuoi che vadino?!
seguili tu... io torno a casa, dirò a mio padre di questo incontro e sai lui che farà? userà il suo sguardo per vedere se ci sono dei pericoli... quindi è inutile seguire due uomini ed un branco di mostri di palude... sei daccordo?... e poi...
qui comando io...»

[Calime] «non sei la Hunien che conosco, la tua testa è ancora impegnata a correre dietro a pensieri che riguardano tuo padre, Laitale e il trono e chissà quante altre cose... a Taina che diventa più bella, a rifarti la tinta... cara amica mia, tu comandi le tue elfe, non comandi me, io li seguirò perchè è un ordine del mio Re, e andrò a controllare altri villaggi... stai commettendo troppi errori amica mia... e gli errori si pagano... fammi arrivare un falco, se avrò messaggi l'invierò a tuo padre... namarie...»
[Hunien] «che perdita di tempo... ma sei libera di far quello che vuoi... io non commetto mai un errore! ...addio bella Calime...»

chiudendo gli occhi e concentrandosi.
Senza ricevere ordini a voce, il Noss Dagor di Hunien Sidel si muove e prende il sentiero che riporta ad Ire Loissea.
 

AnnaelSidel

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L'omone osserva le truppe con una voce che proviene dalle sue spalle
«questo è solo una parte dell'esercito, abbiamo ogni genere di unità... mostri di vario genere, maghi, un nutrito numero di balestrieri ed altri si uniranno a noi... paladini, abbiamo anche dei Golem e naturalmente abbiamo un buon accordo con gli orchi...»
l'omone si passa la mano sulla barba
«orchi... ho sentito che di recente nelle città di Umani e di Elfi, ci sono creature... mi dicono che siano proprio Orchi, che stanno collaborando con loro... mi devo fidare di questi orchi?»

la voce alle spalle dell'omone trema
«è un'altra stirpe di orchi... e per tenerli buoni... ci sono altre creature... proprio per tenerli a bada...
nelle città si è creato un certo... caos... problemi di spazio... di convivenza... siamo convinti che sia il momento giusto per... colpire... voi che ne pensate?... non conosco ancora il vostro nome...»

L'omone sorride ironico
«il mio nome non serve saperlo... un tempo ero conosciuto tra gli umani, ho guidato molte delle loro truppe per conquistare province, ho combattuto anche al fianco degli elfi, ho combattuto... diciamo... abbastanza, quel tanto per farmi la pelle dura come il ferro... o se preferite per farmi diventare quello che sono... - indicando gli orchi - non vorrei mai che fermino le loro mannaie quando vedranno che nelle città ci sono dei loro simili...»

Un'altra voce arriva alle spalle dell'omone, ed è quella dell'amico
«ed invece no amico mio! lieto di rivederti! questi orchi verdi andranno a scatenarsi contro l'altra stirpe che si è messa al servizio di Elvenar!»
il terreno inizia a tremare, l'omino ha sempre al seguito un gruppo di mostri di palude, ed uno di loro porta in spalla un sacco che lascia cadere a terra. Dal sacco esce un rantolo di dolore ed inizia a muoversi
«ohilà caro amico!! sempre un piacere rivederti... ohibò ma sto sacco si muove! non sono patate!
- disse l'omone -
che mi hai portato di bello amico mio?»

«aprilo, mai stai attento, è legata ma è sempre pericolosa»
rispose l'omino facendo due passi indietro
«oh santi!... mi hai portato tua moglie! vuoi che gli tagli la gola! ottima decisione!
te la tolgo io di mezzo questa donnaccia che ti ha rovinato la vita! gli amici sono amici!

- chinandosi slegando il sacco spunta fuori la testa di un elfa -
BOIA LADRA! ELFA!
- lesto torna in piedi mettendo un piede sul collo dell'elfa -
e dove l'hai trovata codesta bestia immonda e ladra? era meglio se mi portavi la moglie al posto di farmi vedere codesta schifezza! orecchie a punta, elfa.. come ti chiami prima che te lo chieda la mia lama?»

[Calime] «ringrazia che sono legata! il mio nome?... mornie caita i falmalinnar!!»

l'omone si abbassa fissando negli occhi l'elfa con la saliva che piove sulla faccia dell'elfa
«mi stai sfidando elfa? vuoi mettere fine alla tua inutile immortale vita?
- abbassandosi ancora di più -
ti strappo la lingua con un morso se usi ancora il tuo linguaggio!
sai... un tempo ero... come li chiamate voi elfi?...
ero un Curulum, un assassino nero, e tu sai cosa possono fare gli assassini neri agli elfi?»

[Calime] «stai solo parlando... io sono ancora legata...»

l'omone torna dritto, con forza estrae Calime dal sacco e come una piuma la solleva in aria
«qualcuno incocchi una freccia! sto per lanciare in aria un bersaglio!»

«FERMO!

- disse la voce dell'omino -
potrebbe servirci come ostaggio, ci stiamo muovendo troppo in fretta, manderanno qualcuno a cercarla...
guarda com'è vestita, non è un elfa vagabonda... forse proviene da una città...»

l'omone osserva a fondo l'elfa e lasciandola cadere a terra
«c'è solo una grande città elfica, ma è molto distante da qui... cosa l'ha spinta così lontano? non credo che arrivi da quella città... in Elvenar le genti sono ancora vagabonde, o forse ci sono elfi nomadi da qualche parte...
deve essere interrogata! e lo farò io personalmente!!
bene! se ci sono elfi nei paraggi direi che per il nostro esercito sarà un degno banco di prova!...
così vedremo subito di che pasta è fatto!
altrimenti tutto questo sarà l'errore più grande che abbiamo commesso»

 

AnnaelSidel

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Hunien entra tranquilla nella sala del trono di Ire Loissea, sorride mettendo a fuoco la figura del padre che seduto in fondo alla sala inizia a salutare la figlia con un gesto della mano.
Hunien prosegue annusando l'aria, facile percepire l'odore di gelsomino, un profumo che usa spesso il padre. Fatti alcuni passi nota che un'altra figura si siede sul trono al fianco di quello di Annael e l'odore di gelsomino viene coperto da un odore di cornacchia.
In pochi centesimi di secondo, Hunien da sorridente diventa seria, poi cupa, poi grigia, poi di svariati colori con un nuvola nera immaginaria sopra la testa da cui escono lampi e tuoni, focalizza l'altra figura e prende già la mira
[Laitale] «uuu... tira brutta aria l'ha in basso... forse non dovevo farmi vedere... guarda come ha cambiato colore... è vero che riesce a prendere il colore nero della pelle... io ho sempre pensato che è riuscita a cambiare colore grazie ad una magia fatta nelle tisane a base di carote...»
[Hunien] «strega! ti sento! come sempre sei tu che manchi prima di rispetto con il tuo...
basso... sarcasmo!! bambinetta dell'asilo infantile, taci! io sono una principessa elfica ereditaria!
e sono più anziana di te! rispetto alle regole! taci! alzati e china quella testa!»

[Laitale] «ohhh! certo principessa... ma io sono la tua regina... e come l'ha mettiamo adesso?»

Hunien si blocca restando a bocca aperta, farfuglia qualcosa e guarda il padre
[Annael] «si ci siamo sposati ieri»
Hunien scoppia a ridere toccandosi la pancia, si piega con la mani sulle ginocchia
[Hunien] «questa proprio non si può sentire! sei in grado di mentire padre! non ci casco!»
[Annael] «convinta tu... io dico... può essere... che stia dicendo il vero, come fai a capire che sto dicendo il falso?...
nessuno l'ha mai capito quando tesso un filo... sarà vero o sarà falso?»

[Hunien] «no! ci tieni troppo a questa cerimonia! un pavone del tuo stampo non può essersi sposato in segreto!

- osservandolo serio in viso - ...no... dico... mica è veramente vero...»
[Laitale] «io non posso mentire... - alzandosi ed inchinandosi - mia Signora, no, non siamo ancora sposati...
Principessa puoi ritrovare il sorriso...»

non lo dice con ironia, Laitale rispetta Hunien... dal punto di vista delle «regole», ma in viso non si nota una forzatura e Laitale non è in grado di mentire.

[Annael] «penso sia corretto che Laitale inizi a comportarsi da Sovrana, quello che so io, deve saperlo anche lei...
ti ho dato un ordine, sei già qui a riferire? hai fatto presto...»

[Hunien] «padre, quello che tu pensi non è detto che vada sottobraccio con quello che penso io... comunque si, sono andata nei villaggi abbandonati... villaggi... ne abbiamo visitato uno...»
[Annael] «uno solo? con un Noss di 500 elfe ti sei fermata solo in un villaggio... ed ovviamente immagino che non avrete trovato niente...»
[Hunien] «padre, ma sono tutti abbandonati!... ehm... niente proprio no... c'è stato... si, caso ha voluto che l'unico che abbiamo visitato, abbiamo incontrato due umani... e un gruppo di mostri di palude...»
[Annael] «e?»
[Hunien] «e basta... erano due straccioni!.. però... Calime; che come sempre mi ha voluto seguire... ha voluto seguire uno di loro... credo, o forse entrambi... e poi sarebbe andata ad esplorare altri villaggi... gli dobbiamo mandare un falco...»
[Laitale] «hai lasciato la tua grande amica ed amante da sola in mezzo ai monti?»
[Hunien] «necrotica nevrotica! attenta ad usare le parole! amante lo vai a dire a colui che è al tuo fianco! santo cielo è un elfa! che gli deve capitare?... e poi Calime è Calime!»
[Annael] «in effetti la parola amante associata a Calime mi ha fatto venire i brividi... non tocchiamo questo argomento... non si mettono in dubbio le qualità di Calime, il fatto è che ti avevo ordinato di controllare i villaggi abbandonati

- sospirando - manda subito un falco in cerca di Calime... se lo vengono a sapere i Kemmotar che abbiamo lasciato una loro parente da sola... mi linciano...»
 

AnnaelSidel

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[Hunien] «ci parlo io con i Kemmotar tranquillo padre... certo, non tocchiamo mai l'argomento perchè è un tabù!... guai a dire che Calime è la mia amante! tanto non lo è... magari lo fosse! tu sai che io di amanti ne ho tante! sono libertina...
come direbbero le mie amanti umane! eh si, perchè io ho pure amanti tra le umane! che a ben vedere sono di molto più passionali delle elfe! siccome noto dal tuo sguardo che già vorresti mandarmi via perchè questo argomento è un TABU'! ergo, che ci resto a fare qui... - facendo un inchino - prendo congedo... l'aria è troppo pesante... ci sono strani odori qua dentro...»
[Laitale] «e l'aria pesante sarà contenta di liberarsi di te»
[Hunien] «e insiste ad offendere!!!»
[Annael]
«ehm... penso che sia tempo di porre fine a questi screzi tra voi due, sinceramente non capisco neppure il motivo per cui sono iniziati - zittendo con un dito la figlia Hunien che come al solito voleva dire la sua - la nostra Casata è da secoli un esempio per gli elfi scuri, siamo stati odiati, disprezzati, criticati, ma ne siamo sempre usciti a testa alta...
- gettando uno sguardo serio sulla figlia - mi stavo chiedendo se tu hai delle vere intenzioni di prendere il mio posto e diventare la Regina degli Elfi Scuri... hai le doti e le capacità per essere sicuramente una grande sovrana... sicuramente più di tua madre... ma ti manca qualcosa... - schiarendo la voce - e quel qualcosa non è un marito... io non critico la tua scelta d'amare, ho sempre criticato il tuo modo di come hai cercato d'imporla al popolo degli elfi... sono pochi gli elfi che hanno 8000 o 7000 anni, e tu sei tra questi... ma ancora ti sei rifiutata di crescere... ti manca la responsabilità e ancora l'hai dimostrato lasciando Calime da sola e non portando a termine un preciso ordine del tuo Re... questa sedia e questa corona non sono un gioco di elfe... viziate... tu hai sempre dato per scontato che essendo la figlia di Annael, che essendo Hunien Sidel; una tra le elfe più forti, ti è tutto concesso, ti è tutto perdonato... dimostrami che sai prendere seriamente gli oneri e le responsabilità, i sacrifici e le rinunce che questa corona comporta ed io... lascerò che tu prenda il mio posto... il giorno delle mie nozze segnerà anche la mia definitiva abdicazione e prima di quel giorno devo trovare un degno sostituto... e tu sei erede diretta... allora te lo chiedo Elore, veramente vuoi salire su questo trono e regnare sul popolo degli elfi scuri?»

Visibilmente commossa e con voce bassa
[Hunien] «...padre... spesso... tu ed io ci siamo scontrati... abbiamo lo stesso carattere... siamo nati nello stesso giorno... il mio cielo è il tuo cielo... è vero... a volte esagero, dico cose che in realtà non penso... - guardando verso Laitale - anche se non sembra... amo mia nipote e sempre ricordo quando tempo fa lei era tra mie allieve... ti ho dato le basi della necromanzia... poi tu sei diventata esperta... molto più brava di me... - vedendo Laitale sorridere e chinare il capo - è anche vero che sicuramente e modestamente... io sarei una grande sovrana... ma mai... mai... vorrei prendere il posto di Annael... di mio padre... nessuno, me compresa, avrà mai il coraggio di prendere il tuo posto finchè sei in vita... non reggerebbe al paragone... si sentirebbe giudicato e costantemente messo a confronto... finirebbe nell'ombra... tu potrai avere le tue valide motivazioni di abdicare, cosa mai avvenuta... un sovrano resta sul trono a vita... le grandi casate e il popolo faranno di tutto per convincerti a non rinunciare... tu sul tuo destino non hai il potere di guardare e neppure nei tuoi affetti, ma non serve il tuo sguardo... se tu abbandoni il trono c'è il rischio... un enorme rischio... che il popolo degli scuri vadi allo sbando... se io non accetto per diritto ereditario, e le grandi casate non accetano un tuo candidato, loro stesse inizieranno a trovarne uno... segnerebbe la fine della Casata dei Sidel come casa regnante... hai parlato di responsabilità... io parlo di destino... tua madre ti ha dato un nome, in quel nome c'era il tuo destino... amato padre tu sei nato per fare il sovrano... non puoi fuggire al tuo destino... ti prego con tutto l'amore che ho per te e per la futura nostra sovrana, rifletti a lungo sulla tua decisione... io mi congedo e mi scuso per non avere rispettato gli ordini, è giusto se sarò punita, ma prima vorrei andare a riprendere Calime...»

Annael fa cenno di si con il capo, Hunien s'inchina e fa per uscire
[Laitale] «aspetta zia! - alzandosi dal trono e andando verso Hunien - chiedo il permesso al comandante di Noss Dagor di portare anche me con lei...»
[Hunien] «se il sovrano acconsente di restare senza la sua futura sposa... tu poi sei elfa femmina... bella...
non esageriamo, sei caruccia... sei mia nipote... sei una grande necromante... posso solo dire di si...»

lanciando uno sguardo verso il padre
[Annael] «e sia... darò ordine lo stesso di far alzare qualche falco, prima ritrovate Calime e poi finite di esplorare ogni villaggio sui monti, chiaro?»
vedendo le elfe inchinarsi
[Hunien] «così ha ordinato il mio Sovrano»
[Laitale] «afferrato mio Signore»


Questa fu la prima volta che venne fatto uno strappo alle «ligia regola» dei Noss Dagor che fissa il numero massimo a 500 unità. Quello stesso giorno il Noss Dagor di Hunien Sidel lasciò la città di Ire Loissea ed era formato da 501 unità, tutte elfe... tutte elfe scure.
 

AnnaelSidel

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L'omino era agitato mentre l'omone se ne stava tranquillamente sdraiato masticando un bastoncino di legno di liquirizia «...un tocca sana per la mia digestione... cipolle e peperoni crudi è da tempo che mi restano sullo stomaco... del resto non so rinunciarvi... sei nervoso amico mio? che succede? ci sono novità?»
L'omino sudava come sempre ed ovviamente emanava un odore poco piacevole dalle ascelle, diciamo simile al rancido, e il nervosismo non faceva altro che peggiorare questo «odore».
Fece anche l'errore di togliersi gli stivali e l'omone si alzò dalla branda spuntando il bastoncino di liquirizia e la prima parola che usci dalle sue labbra fu un bestemmione «....ma neppure un branco di nutrie stese al Sole puzzano come te! che odore ripugnante! ci credo che la tua consorte si rifiuta di stare a letto con te! e si cerca altri profumi riempiendoti di corna! fatti portare un catino con dell'acqua calda e metti i piedi a mollo! lavati! Dei Santi sto morendo per asfissia! e per fortuna che non hai mangiato i fagioli! altrimenti a quest'ora ero già belle che morto! tu devi assolutamente stare lontano dall'esercito, gli elfi ti fiuteranno a chilometri di distanza! - riflettendo un po - bhe... sapendo che la forte puzza potrebbe causare loro uno svenimento... saresti un arma perfetta...»
L'omino sorrise ma diventò subito serio «l'igiene è l'ultimo dei miei problemi... credo che sia anche una malattia questo mio... odorino di sudore... io ci convivo molto bene... - sbuffando - questa coalizione segreta dei mercanti inizia a vacillare... la gente ha paura...ho già speso troppo denaro e non sono più sicuro se ne ricaverò qualcosa.»
l'omino fa per togliersi i pantaloni.

L'omone strofinandosi e tappandosi il naso «...EHI! non vorrai mica spogliarti? non riesco neppure ad immaginarlo il fetore che potrebbe uscire da quelle mutande!!... perchè le porti vero??... un pesce marcio profuma, al confronto dell'odore che avrai in mezzo alle gambe! se tu convivi con il tuo odore non è detto che devo farlo pure io! l'igiene è importante, mostra parecchie cose di una persona... anche gli odori sono importanti ma dipende... ad un contadino che ha appena finito il suo lavoro di zappare la terra, se ti avvicini e gli dici che puzza di sudore, gli manchi di rispetto! mai vergognarsi del sudore guadagnato dal duro lavoro e dal sudore delle fronte! mai vergognarsi degli abiti da lavoro che puzzano! quell'odore è più nobile tra i nobili!! un contadino non si lava dal sudore, un contadino si lava dalla fatica della giornata!
- agitando l'aria con un pezzo di carta rendendosi conto di peggiorare le cose e dando qualche colpo di tosse- ...mamma mia... insopportabile... e cosa ti aspettavi? non sarà facile portare scompiglio sul mercato e sugli scambi, è vero che ci sono più mercanti delusi e ti sei assicurato anche l'appoggio di strozzini ed usurai, ma le Compagnie hanno solide sedi di scambio e scorte nei magazzini... vi avevo avvertiti che non sarà una guerra lampo... dipenderà dal loro tempo di reazione, se facciamo le cose fatte bene potremmo portare a casa qualche risultato... a che punto siamo con i sacerdoti?»
L'omino fece una smorfia e si riallacciò i pantaloni; le mutande in effetti non le portava, meglio evitare altri spiacevoli odori
«non bene, alcuni sono dalla nostra parte, altri siamo riusciti a corromperli... ma il numero è ancora basso...»
L'omone si alzò «è importante creare un diversivo, l'aspetto religioso è un vantaggio! una crociata è fonte di guadagno! una guerra santa è una vera manna! facciamo leva sulla religione!!.. io dico che siamo ancora molto lontani dall'essere pronti... ma abbiamo un problema...»
«un'altro? e sarebbe?»
rispose l'omino.
L'omone scostò il telo dell'entrata della tenda, a circa una trentina di metri c'era un palo conficcatto nel terreno e legata intorno ad esso la figura di una donna «quell'elfa... fossi in te darei l'ordine all'esercito di montare turni di guardia...»
L'omino guardò l'omone «hai detto che l'avresti interrogata, ancora non l'hai fatto? e non sei tu a capo del nostro esercito?»
L'omone continuava a fissare l'elfa «torturare un elfo... possono sopportare il dolore sette volte più di un umano... assentano la mente... non mi sono mai divertito a torturare un elfo... e no! caro il mio amico, ancora non abbiamo concordato il mio onorario... io costo molto caro e voglio delle garanzie...»
L'omino si alzò andando a prendere uno scrigno «questo è solo una parte... ti basta?»
L'omone lasciò il telo e guardò lo scrigno passandosi la mano sulla barba bianca «direi che come inizio può bastare, voglio anche la proprietà di alcuni terreni...»
L'omino rise «nessuno problema! quale vuoi e sarà subito fatto!»
L'omone andò verso il tavolo e prese la mappa, puntò il dito in un punto «voglio queste terre, e voglio questo villaggio abbandonato tra i monti... farò.... mi farai costruire la mia nuova casa!»
L'omino diede uno sguardo alla mappa «bel posto... ma... questo villaggio in riva al grande lago... non è quello che...»
L'omone diede una pacca sulla schiena dell'omino «esatto! in questo villaggio diedi esempio della mia grande crudeltà! fu un vero massacro! gli abitanti delle zone vicine fuggirono tutti! gli umani misero una taglia sulla mia testa! sono ricercato per crimini di guerra e atrocità!
impresa che solo pochi hanno raggiunto!
- una pausa e poi con voce pacata - inizio a prendere i 300 uomini migliori, parto per questo villaggio ed inizierò un addestramento, quando ti manderò a chiamare mi farai arrivare altri 300 soldati ed ovviamente il contratto firmato di proprietà!..
ed è chiaro che mi prendo anche quell'elfa...»

L'omino rise e fece un gestaccio con la mano.
 

AnnaelSidel

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Laitale fissò in modo uniforme il grande lago ghiacciato illuminato dalla luce soffusa lunare, poi girò lo sguardo in direzione dei ruderi del villaggio e si concentrò.
Un tempo qui vi era stata gioia e felicità, le risate dei bambini che usciti dal villaggio correvano verso le sponde del lago, sull'acqua fredda iniziavano a vedersi i modellini di legno di barchette fatte a mano. Donne che con una cesta di panni sulla testa, venivano sulle sponde a fare il bucato,
nell'aria profumo e bolle di sapone andavano a mischiarsi con i profumi dei fiori sui prati. Alla sera il fuoco dei falò che si alza in un bel cielo stellato, gli uomini intenti a cuocere alla brace.
Danze, musica, gioia e felicità in riva al quel grande lago; un tempo... vi avevano regnati sovrani... ora solo desolazione e tristezza.
Laitale si concentrò ancora di più, ora sentiva le urla degli abitanti del villaggio, sentiva l'odore acre di bruciato e delle carni vive andare a fuoco, orrenda morte che non si augura mai a nessuno.
La concentrazione della necromante fu totale, sentiva il sapore della paura e del dolore, il suo cuore si straziò e lacrime iniziarono a scendere sulle guancie della necromante quando le urla e le grida furono quelle dei bambini, chi mai può avere così tanta crudeltà? solo gli Umani.
Solo gli umani non hanno pietà verso i bambini, verso le donne, alla necromante vennero in mente le parole di Annael: «un popolo non sarà mai completamente sconfitto, finchè ci saranno le loro donne, sono loro la vera forza trascinante di un popolo...»
Mai... mai da quando sono nati, nessun elfo di qualsiasi stirpe conosciuta, ha ucciso le donne e i bambini inermi... l'uomo tra tanti mali e peccati,
è riuscito a macchiarsi anche di questo con vere e proprie Stragi.
Laitale si chiede se mai l'uomo si è fermato a farsi veramente un esame di coscienza... domandarsi il perchè, e perchè chi potrebbe fare tanto
e cambiare veramente il destino dell'uomo... non fa niente... anzi, si accanisce contro la povera gente che mai troverà, non la forza o il coraggio di ribellarsi, gli uomini scendono in rivolte, è che sono soli... tra loro non c'è... unione.
Gli eroi ed i ribelli sono tutti pazzi... è così che vengono mostrati agli umani. Ma una cosa manca da sempre agli umani: la verità.
Credono di essere liberi, ma sono governati da giochi di potere, da grandi interessi che loro non sanno perchè non sanno la Verità!

Ad occhi chiusi come una sonnambula seguì quelle grida sempre più strazianti, si fece forza nel cuore per non cedere e svenire a tale dolore che gli aveva attanagliato il cuore, lenta la necromante cammina verso il villaggio, consapevole che troverà di peggio.
Lieve una piccola mano si posa sulla spalla di Laitale, la voce è dolce e serena, sa di pace
[Hunien] «...Lai... ascolta ora la mia voce... non lasciare che questo antico dolore ti entri nel cuore... Lai... apri gli occhi...»
Laitale fermò il passo aprendo gli occhi. I suoi profondi occhi blu erano diventati rosso sangue.
La necromante indossava una nera e leggera armatura fatta con frammenti di osso, delicatamente tessuti in righe, coprivano il suo esile corpo come una ragnatela. Una corta gonna nera lasciava vedere le sue lunghe gambe ben modellate. I lunghi capelli neri sciolti al vento. Nella mano destra reggeva la sua amata falce e la lama brillò di odio e di vendetta colpita dai raggi della Luna.
Hunien fissò a lungo la nipote, quando fu certa che Laitale era tornata in se, le sorrise carezzondole il viso
[Hunien] «splendida elfa... mi piace questa armatura... lascia intravedere il tuo petto... e la gonna... mette in risalto le tue gambe...»
[Laitale] «ummm... ci stai provando con me Hunien?»
[Hunien] «giammai! però... un pensiero l'ho fatto... a ben vedere direi... sei assai... desiderabile elfa scura...
mi bolle il sangue! e fremo tutta al pensiero... cambiamo argomento...

- portando lo sguardo verso il villaggio -
che mi dici? hai sentito la presenza di qualcuno?»
[Laitale] «solo antico dolore...»
[Hunien] «potrebbe coprire la vera presenza di altre persone... in apparenza pare abbandonato...ordino al Noss di muovere all'interno... sei pronta?»

Laitale passò un dito sulla lama della falce facendosi un piccolo taglio, il sangue uscì, portò il dito alla bocca e succhiò, poi con un cenno del capo fece capire di essere più che pronta.

Il Noss Dagor lascia il bosco uscendo allo scoperto iniziando a sistemarsi sulle sponde del lago, gli elfi non si aspettavano «sorprese» ed Hunien non aveva dato ordini precisi di cambiarsi i vestiti, a parte Laitale che era vestita di nero, Hunien e il resto delle sue 499 elfe erano vestite di bianco; attenzione... va tenuto anche presente che quel vestito bianco doveva assolutamente rientrare nei «canoni» del loro Comandante del Noss Dagor: Hunien Sidel.
I Canoni di Hunien; che variano a secondo della sua Luna... non sono comunque «casti»... ad esempio il bianco di Hunien andava inteso come un bianco trasparente... Hunien adorava che le sue elfe scure mettessero sempre in risalto le loro forme e la loro bellezza, certo poteva essere un «piacevole» bel guardare, e anche in abiti "succinti" Hunien aveva fatto combattere le sue elfe, si dice che in una battaglia erano tutte a petto nudo
con un gonnellino corto, ed i nemici furono disorientati e finirono tutti uccisi. Però non ci vuole un genio di strategia militare nel rendersi conto che in piena notte, cielo libero e con una luna piena grande come una palla, sulle sponde di lago un ghiacciato di montagna con i riflessi che arrivano da ogni angolo, 500 elfe vestite di bianco sono dei facilissimi bersagli.

Hunien, Laitale ed altre 10 elfe stavano andando verso il villaggio quando improvvisamente Hunien arrestò il passo. La piccola elfa iniziò a mettere a fuoco i ruderi del villaggio cercando di bucare le ombre, neppure il tempo di dire qualcosa che nel cielo apparve una pioggia di frecce infuocate
[Hunien] «NEMICI! INCOCCARE E PRONTE A TIRARE! FUOCO! FUOCO!»
le elfe eseguirono ma tirarono alla cieca e non colpirono niente, mentre dai ruderi arrivò una seconda scarica di frecce che lasciò a terra altre elfe.
Hunien diede ordine di muovere verso il villaggio con la copertura delle arciere ma la mossa non diede molti frutti, in più iniziò a vedersi la sagoma di un uomo fermo dove un tempo vi era una delle entrate del villaggio, e sui ruderi delle torri e dei bastioni iniziarono a vedersi le prime teste dei nemici
[Hunien] «finalmente si fanno vedere i codardi!! tirate! tirate»

Laitale osserva la sagoma solitaria dell'uomo, mentre le frecce delle elfe riescono finalmente a colpire i primi nemici che volano giù dagli antichi bastioni cadendo a terra, chi ferito, chi già belle che morto. Laitale nota che l'uomo alza la mano in alto mentre nell'altra regge un bastone. La mano sollevata inizia a sanguinare, Laitale richiama l'attenzione di Hunien
[Laitale] «ritira il Noss nel bosco! veloce! veloce non perdere tempo!»
[Hunien] «adesso che stanno uscendo allo scoperto e riusciamo a colpirli lasciando a terra anche i loro cadaveri? ho già perso 60 elfe!»

Laitale indica l'uomo immobile
[Laitale] «zia, osserva i cadaveri e guarda bene verso i ruderi, guarda come sono vestiti! non hanno l'aspetto di una banda di predoni! quelle armature sono nuove! guarda bene quell'uomo cosa sta facendo, ancora non hai capito chi è?! osservalo bene!! se mandi all'attacco le elfe fai il loro gioco!»
[Hunien] «è un sacerdote... un mago...»
[Laitale] «ma dai! il problema è che è un sacerdote necromante! un necromante evocatore!»


Il sacerdote è in piena evocazione, da tempo aveva imparato ad ignorare il caos della battaglia per aumentare la sua potente magia nera, ha raccolto le sue forze ed iniziando ad agitare il bastone dai cadeveri sia di uomini che di elfe, iniziano ad animarsi esseri mostruosi.
30 cadaveri si contorgono e dalle loro carni e dalle loro ossa prendono forma 70 esseri abominevoli per la vista degli elfi. Sono i «servi fedeli» del Necromante Evocatore, i suoi servitori, serve moltissima concentrazione per tenerli sotto il proprio comando, è piccolo esercito privato del Necromante Evocatore. Se il Necromante Evocatore perde la concentrazione; o muore, questo piccolo esercito «perde» il padrone iniziando ad attaccare chiunque.
Se una di queste creature viene uccisa, dai suoi resti il Necromante Evocatore; a conforme della sua capacità, può essere in grado di animare altre creature, aumentando il numero del suo esercito. Ci sono leggende tra gli umani di Necromanti che sono stati in grado di controllare ben 100 creature!
Dietro al Necromante appaiono altri sacerdoti, anche loro iniziano ad eseguire lo stesso rituale di magia nera, presto un esercito di oltre 200 creature si regge in piedi ed inizia a marciare verso il lago.
 
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[Laitale] «NECROMANTI EVOCATORI!
MORGUL! MORGUL!
HUNIEN MAGIA PROTETTRICE PRESTO!»

appena in tempo, nelle menti delle elfe stavano entrando incubi ed ombre.
A peggiorare la cosa, una palla di fuoco venne lanciata dal villaggio andando a finire dentro nel lago sparendo in una nuvola di vapore, ed altre palle infuocate conparvero nel cielo
[Laitale] «catapulte! sono anche a lunga gittata! non entriamo nel bosco! correre! correre! Hunien dividi il Noss!»
[Hunien] «questi umani sono in combutta con i nanoli!!!
già fatto! io sono nelle menti delle mie elfe scure! sto incanalando la loro rabbia! ne ho inviate 200 dall'altra parte del villaggio! sicuramente ci sarà un lato non difeso! sfonderemo di là! avanti seguimi!»

[Laitale] «sfondare!?... zia questi sono soldati di professione! e non sappiamo quanti sono dentro al villaggio!
non serve a nulla sfondare!»

[Hunien] «tu non la riesci a sentire ma lei è nella mia mente! mi sta chiamando! dentro quel villaggio c'è Calime!
non me ne vado senza di lei! costi quel costi!»

Al fianco dei sacerdoti necromanti comparve un omone dalla barba bianca che iniziò a strillare verso un sacerdote
«TU! LA VEDI QUELL'ELFA VESTITA DI NERO! CONCETRATI SU DI LEI! LA VOGLIO VEDERE RANTOLARE A TERRA!»
Hunien aveva dato l'ordine al Noss di dividersi, 100 erano rimaste al suo fianco e stavano cercando un riparo, in quel momento la piccola elfa si accorse che qualcuna; una, non era più nella sua mente. Anche se non faceva parte del suo Noss, la mente di questa elfa la conosceva più che bene, era stata una sua allieva in tempi remoti, poi aveva preso la sua strada, inoltre quest'elfa gli era pure parente. Laitale non l'aveva seguita, rimasta ferma aveva accettato la sfida del necromante umano per dare anche il tempo ad Hunien di riordinare una difesa sul quel lato
[Hunien] «ferme ragazze! Laitale è rimasta indietro! e credo che l'abbia fatto volutamente!
eccola là! quella pazza vuole sfidare la magia degli Evocatori! ragazze! amiche! sorelle!
- alzando la spada -
stelle brillano in cielo!
il ghiaccio si è già tinto di rosso!
i nostri cuori piangono per la perdita delle nostre sorelle...
incanalate la mia magia!
scacciate via i fantasmi!
ricordate chi siamo!
se il cielo si frantuma
se i fiori dimenticano di sbocciare in primavera,
e la terra si è marcita!
Ricordate chi siamo!!!
Noi siamo nate per riportare ordine!
A voi mia care sorelle,
dalle labbra rosse e rosa,
che correte sulle ali di bianco cigno,
fissate con i vostri occhi il nemico!
eccolo là!
lo scorpione con la coda velenosa!
può essere che andremo a morire...
ma se così non sarà,
io tornerò a baciare le vostre belle guancie rosa!
e dormirò sui vostri bei e morbidi seni!!
vi amo!! splendide elfe scure!
questo è il clan da battaglia di Hunien Sidel!
voi siete me!
ed ordino! forza avanti!
SU IL MIO VESSILLO!
e nessuna pietà!»



Il Necromante raccolse il suo sacrilego potere e puntò lo sguardo e il passo verso Laitale.
Agitò il bastone, disse qualche parola lanciando un incantesimo. Laitale si ritrovò in ginocchio, si fece forza sulla falce e tornò dritta in piedi
[Laitale] «il tuo incantesimo agonizzante non è stato sufficente! io conosco la Morgul! il suo potere sacrilego!

tu non sai chi hai di fronte!»
Il sacerdote spronato dall'omone che gli urla dietro di caricare senza pieta, prosegue nella sua carica iniziando a sguainare una spada.
Poi... non si rende neppure conto di quello che accade.
L'elfa è veloce, dannatamente veloce, è anche troppo agile.
Una testa vola in aria e non è quella di Laitale che ruggisce mostrando la falce all'omone
[Laitale] «è solo l'inizio del mio trionfo! io sono Laitale! la crudele necromante!»
e la sua voce stridula e spettrale risuonò in quella notte macchiata di sangue.
Agitò il bastone e nel cielo comparve uno stormo di nere cornacchie.
L'omone, beffardo, osservò per qualche istante l'elfa, dando l'ordine ad altri sacedorti di uccidere l'immonda bestia.

Se fosse stato per Laitale non si sarebbe mossa di un metro, ritrovandosi sicuramente morta.
Nella mente prese forma una voce mentre la sua figura iniziò ad essere avvolta da un alone di luce grigia, simile ad una nebbia, ma non lo era.
La voce era quella di Hunien, l'alone un incantesimo di protezione.
100 elfe scure caricarono i necromanti.

[Laitale] «zia! grazie! se uccidi gli evocatori le creature evocate resteranno senza padroni!»
[Hunien] «non parlare! dovrei prenderti a sberle! non si combatte per la gloria personale!
dovevi seguirci! è la prima regola dei clan dei Sidel! uniti! sempre!...altre sorelle ho perso...
ora andiamo via di qui! sono ancora troppo giovane per morire!
la presenza di quelle orrende creature mi provoca rutti di cuore!»

Vedere Hunien con le lacrime non è cosa di tutti i giorni, per ogni sua elfa persa ha una lacrima e un grande peso nel cuore. Alcune erano state appena reclutate, ma altre erano con lei da tempo, sempre fedeli al suo fianco, compagne, amiche di tante battaglie.
Buone notizie arrivano dalle altre elfe. Sono riuscite ad entrare nel villaggio trovando e liberando Calime giusto in tempo. Un uomo alto e grosso e dalla barba bianca è subito intervenuto riprendendo la situazione in mano.
Alla vista di Calime portata a braccio dalle elfe, Hunien ritrova un po di felicità, è una liberazione. La piccola elfa la raggiunge e senza badare a niente la stringe e la bacia
[Calime] «...si...ehm... - rossa in viso - davanti a tutte... lieta di rivederti sorella...»

[Hunien] «le mie elfe non sono gelose! e ne avrò anche per loro! ...sorella?... ma non eravamo amiche?...»
stringendola e coccolandosela, mentre si sentono rullare i tamburi e squillare i corni
[Laitale] «ehm.... sorelle... amiche... o altro... non vorrei interrompere le vostre effusioni amorose, ma direi che sia il momento di tornare a casa e di avvertire Annael!»

 

AnnaelSidel

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[Dedicata ad Artanis]
"Anna Im Estel"

Annael venne a conoscenza dei fatti ed ovviamente la sua prima preoccupazione fu quella di mandare dei messaggi alle città amiche. Ancora una volta Elfi ed Umani si ritrovarono insieme, amici e uniti sotto un unica bandiera a porre fine a questa rivolta. Si venne poi a sapere che questa ribellione era stata portata avanti da una Corporazione di Mercanti; intesi quei mercanti che si ritrovarono senza villaggi e di conseguenza senza le loro possibilità di scambio. La Corporazione mirava a destabilizzare il mercato, la rivolta avrebbe distolto l'attenzione, dando la possibilità di inviare qualche loro spia all'interno delle città, abili mercanti capaci di fare un doppio gioco, avevano anche coniato delle monete e gioielli falsi. Insieme a loro si erano uniti anche dei soldati di professione, anche loro rimasti senza un villaggio di riferimento, ed anche gente comune che avevano perso tutto; lavoro, speranze e futuro, questi erano stati spinti alla rivolta dalla disperazione, impugnando le armi per una misera paga come se armarsi avrebbe potuto risolvere il problema. Qualche umano andrà a scrivere sui libri di storia che più che una rivolta ben organizzata in realtà era stata una «crociata degli sciocchi» e così venne ricordata.
I lettori si staranno chiedendo che ne è stato dell'omone e dell'omino, per dovere di cronaca storica viene riportato quello che sappiamo
(chi scrive è un elfo, quindi non è completamente al corrente dei fatti, essendosi in seguito; finite le lotte, disinteressato dei risvolti successivi)
Intanto gran parte dei mercanti ribelli venne catturato, subì un processo e la giusta condanna.
L'omino venne ucciso per mano dell'omone che si prese in schiava la moglie dell'omino.
La donna stanca delle continue violenze, una notte uccise l'omone e a quanto si dice con i soldi rubati all'omone si aprì un bordello da qualche parte.
Ci fu anche la vicenda delle «macchine d'assedio», gli Elfi e gli Umani andarono dai Nani per chiedere spiegazioni. I Nani non ne sapevano niente, erano Amici sia degli Elfi e degli Umani.
Un'inchiesta venne aperta temendo che tra i Nani ci fosse qualcuno che tanto «amico» non era.
Dopo 5 mesi d'indagini si venne a sapere che alcuni Nani si erano fatti corrompere, vendendo delle catapulte e delle torri d'assedio ed altre macchine da lancio più piccole. Vennero presi e anche loro subirono un processo Nanesco e questo mise fine alla «crociata degli sciocchi».

La «nota» lingua lunga di Hunien mise in giro la voce che suo padre e sovrano degli Elfi Scuri si sarebbe presto sposato. Ovviamente gli amici presero bene questa notizia al punto che Annael e Laitale; che avrebbero preferito una cerimonia più intima, furono costretti a decidere una data:
21 Gwirith [21 Aprile]

Annael affidò il compito di organizzare la cerimonia ai suoi cari amici: Bacham Falme e Orgof Fargil; che erano anche i suoi ViceComandanti del suo Noss Dagor. Ovviamente la figlia Hunien andò in bestia... ed Annael fu costretto a dare il compito anche alla figlia.
Hunien iniziò la sua «opera di demolizione» contro Bacham e Orgof, e alla fine i due elfi rinunciarono all'incarico e l'organizzazione passò completamente nelle mani di Hunein; si dice che quando Annael lo venne a sapere s'inginocchiò guardando in alto come fanno gli Umani quando rivolgono le preghiere ai loro cari defunti per chiedere loro un aiuto.
Ovviamente Annael non fece una cosa del genere; fu solo un cattivo pettegolezzo, quello che fece di certo fu il tentativo di usare il suo sguardo per vedere nel futuro, ma purtroppo essendogli vietato dal potere stesso di guardare nel suo destino, si limitò a «sperare» che tutto sarebbe andato per il meglio.

La capacità organizzativa di Hunien fu impeccabile, niente venne lasciato al caso, mise al lavoro l'interno Noss delle sue elfe.
La città venne adornata con l'aiuto delle amiche Fate; Hunien tentò di «farsi» una fatina ma questa prese il volo.
Arrivarono anche i Nani che fecero la loro parte. Hunien fu «restia» di usare anche i Goblin e gli Orchi, anche se erano «amici» vi era sempre un certo... «astio» latente, la piccola elfa disse loro di continuare a fare funghi che un matrimonio elfico era una cosa al di fuori della loro comprensione e partecipazione; si rischiò l'ennesimo scontro diplomatico ma la cosa finì a tarallucci e vino; si dice che Hunien provò pure a «farsi» una femmina di Goblin... ma la creaturina voleva concedersi all'elfa solo sei lei; l'elfa, si sarebbe spogliata e tuffata in una vasca piena di «concime per orco». Si dice che Hunien ci pensò a lungo, pare che questa Goblin fosse veramente molto carina, ma tuffarsi nel concime per provare l'esperienza con una Goblin, era troppo. Ma si dice che anche questo fu un pettegolezzo di pessimo gusto hai danni di Hunien, che per giorni andò in cerca del responsabile.

Il giorno delle nozze la città straripava! non era possibile muoversi! Hunien aveva invitato una marea di genti e la città non era in grado di contenerli tutti. Inoltre fu subito chiaro che non ci sarebbe stato «cibo» a sufficenza per saziare tutti quanti.
Hunien iniziò a pensare come porre rimedio a questa situazione; essendo lei la responsabile.
La piccola elfa diede alla luce un «brillante piano»... e i brillanti piani partoriti dalla mente di Hunien sappiamo tutti a che cosa possono portare.
La prima parte del piano fu quella di mettere una pozione «stimolante per la pancia» dentro qualsiasi bevanda; se non vi è chiaro... lo si scrive meglio:
«Hunien fece mettere nelle bevande un purgante! un lassativo!»

Però queste bevande "purganti" non furono servite a «caso», e non a "tutti" e per non sbagliarsi, le botti "corrette" con il purgante vennero marchiate da un "P" rossa. La seconda parte del piano fu quella di servire questa potente «purga» nel seguente ordine, secondo i precisi ordini di Hunien:
1° - obiettivo prioritario: gli Imbucati al matrimonio.
2° - obiettivo: agli antipatici [nello specifico: a coloro che risultavano antipatici ad Hunien]
3° - obiettivo: a coloro che erano «amici» ma non così tanto «amici» da essere chiamati «amici»
4° - obiettivo: ai Nani

Voi direte: ma perchè ai Nani? I nani sono amici degli Elfi e Annael aveva moltissimi amici tra i Nani per via della birra.
Vado a spiegare e ricordate sempre che dietro a tutto questo c'è Hunien.
 
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AnnaelSidel

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I Nani ci andarono di mezzo per 2 motivi, uno valido l'altro no.
1° - Motivo [Valido]
da subito iniziarono a fare i loro bagordi, in ogni angolo della città trovavi una banda di nani che suonavano trombette e tamburi, alcuni di loro furono trovati persino davanti alla porta della stanza di Annael sulla torre, stavano usando la testa di un nano a mo di ariete per tirare giù la porta. La cosa iniziò a dare fastidio agli elfi. Quindi Hunien ordinò di servire la «purga» ai Nanoli caciaroni e già belli che imbriachi marchi.

Ma la cosa non si fermò qui, con la 2a. Motivazione, Hunein "purgò" tutti i Nani presenti.

2° - Motivo [Filosofia Hunneiana]
I Nani lasciarono nelle loro profonde miniere le loro femmine; alias le NANE...
questa cosa diede "di parecchio" fastidio a livello personale e di femmina ad Hunien. L'elfa misandropa non digerì per niente questo gesto di «maschilismo nanolo» ma anche perchè le Nanole erano più «basse» di lei... alcune anche «belloccine» e ben messe sotto l'aspetto fisico...
«le elfe son tutte secche!... il che non è male... ogni tanto mettere le mani su un seno abbondante male non fa!»
penso sia inutile citare da chi vennero dette queste parole.
Per queste 2 motivazioni, Hunien decise di «purgare» tutta la Stirpe dei Nani.

Risultato, dopo 1 ora la città si svuotò più della metà, tutti colpiti da una strano virus che provocava una «diarrea squaquerella»...
con tremendi crampi allo stomaco... decisamente «poco» elfico «purgare» le genti per far diminuire il numero degli invitati, ma a male estremi...
[Hunien] «così imparano ad aver lasciato a casa le nanole!! adesso per toccare un bel seno mi tocca rompere le scatole alle umane!! e quelle sono tutte fatte a modo loro!! isteriche, nevrotiche, romantiche... le umane hanno sempre le paturnie!!»

Tutto questo venne fatto nel più assoluto segreto e tutto sembrava andare per il verso giusto ma le Fate; pure loro mezze imbriache, iniziarono ad andare in giro per le vie della città a cantare, essendo il loro canto pericoloso, Hunien diede l'ordine di prendere delle cerbottane.
Le punte dei dardi vennero imbevute in un potente sonnifero e iniziò la caccia alle Fate. Le poverette iniziarono a svolazzare come dei colibrì impazziti andando a sbattendo da ogni parte, alcune restarono incastrate su dei lampioni, le più piccole vennero catturate con una rete per farfalle.
Le elfe del Noss di Hunien; leste con non mai, se le caricavano in spalla e le andavo a «scaricare» in un grande prato fuori dalla città, si formò così una «catasta»... una «montonata» di Fate addormentate... decisamente poco elfico ma... a male estremi...
[Hunien] «coprite quel montone di Fate con un telo verde, da lontano sembrerà una collinetta d'erba! buttateci sopra qualche fiore e siamo a posto!»

Alla fine in città vi erano solo i vecchi e cari amici di sempre: elfi e umani; e quando la cerimonia ebbe iniziò qualcuno disse:
«ma dove sono andati tutti quanti? ma dove sono i Nani? ma dove sono le Fate?» ed Hunien alzando le spalle
[Hunien] «mah... magari stanno scavando un'altra miniera... i nani son fatti così... piccone e pala!.. le fate... bho!... sono fate del resto... creature strane... alcuni umani sono spariti ma... PORCA PALLA! non è che posso sapere sempre tutto di tutti! saranno tornati a casa! ...ma meglio così... ma che importa! andiamo ad iniziare!»

Gli sposi erano vestiti di bianco, lui reggeva il bastone ed aveva già sul capo la corona degli elfi scuri. Lei reggeva il bastone da necromante e sulla testa non aveva ancora niente.
Si presero per mano, si guardarono, lui disse qualcosa, lei rispose e partì una musica dolce.
«...bhè!? - disse un umano - tutto qui?»
[Hunien] «se hai fretta... torna a casa! ho appena saputo che ancora non abbiamo cibo per tutti! ragazze servite del vino Riserva Speciale a questo tale!!»

e il «tale» venne purgato e sparì dalla città.

Arrivarono Bacham e Orgof, portavano una corona. Annael la prese e la mise sul capo di Laitale e poi... sorpresa generale! da sotto il vestito estrasse e sguainò una spada che alzò al cielo
[Annael] «ecco la vostra regina! il suo nome è Laitale!»
tutti s'inginocchiarono ma gli occhi di tutti gli elfi scuri erano fissi su quella spada
[Laitale] «hai preso dall'armadio la Rilma Selda... la spada sacra...»
[Annael] «vista l'occasione...»
 

AnnaelSidel

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Partì una musica più pomposa, Annael prese per mano Laitale, le loro mani unite si ritrovarono strette sull'elsa della spada, la lama brillò e il Re baciò la sua Regina.
Poi Annael tenendo sempre la spada verso il cielo gridò
[Annael] «IAS BEREN ISTATHA CUIA!»
gli elfi scuri scattarono tutti in piedi, sfoderano le loro spade alzandole al cielo e risposero gridando in coro
AN UI!!
e sulla torre di Annael venne issato il suo stendardo.


Quando si aprì il banchetto gli umani si ricordarono di presenziare ad un «banchetto elfico» quindi la loro pancia diede un «addio» alle portate di carne.
Erbe, tante erbe strane condite in svariati modi da strane salse tutte a base di altre erbe.
Qualche umano ebbe il miraggio di vedere in cielo, pezzi di pancetta salata volante, inseguita da un serpente volante a forma di salsiccia piccante.
Annael si accorse; solo allora, per via della tensione e agitazione della cerimonia, che mancavano i nani e diede uno sguardo alla figlia Hunien che alzò le spalle come per dire: "che vuoi da me?"

Frutta, tanta frutta servita in svariati modi. Fiumi di miele da uccidere un diabetico solo a sentire il profumo. Funghi, tanti funghi, ed alcuni provocarono agli umani strani effetti «allucinogeni»; un umano venne trovato a testa in giù appeso ad una pianta credendosi un pipistrello.
Una donna umana si diede ad una danza folle iniziando a togliersi i vestiti; fu presa di peso e porta via, al che si sentì una vocina urlare
«NOOOOO!!! MA PERCHE'!!!!...SEMPRE SUL PIU' BELLO!!! MA LASCIATELA CONTINUARE!!»
penso sia inutile citare a chi apparteneva questa vocina.

Dolci, tanti dolci che al primo morso si veniva già colpiti da minimo 3 carie.
Vino e birra elfica a litri.
Morale: gli umani capirono che dalle tavole degli elfi bisognava stare lontani, o ti alleni la pancia prima, perchè se vai allo sbaraglio ti trovano sotto il tavolo stonato dal vino elfico o in cerca di cibo tra i prati. Qualche umano «malignò» che di questa cosa gli elfi lo fanno «volutamente» per prendersi gioco di loro, perchè gli elfi sanno essere parecchio «dispettosi» e a tavola lasciare gli ospiti con un «buco» da riempiere non è una cortesia.
A costo di cariarsi tutti i 32 denti in una sola botta, gli umani «spazzolarono» i dolci elfici, alcuni erano a base di formaggio, altri a base di frutta, quello che andò anche mangiato fu il pane elfico, sia salato che dolce, con i semi o senza
«la prossima volta mi porto una pentola di carne da casa...» disse un ospite umano, venne sentito dal fine udito degli elfi e qualcunA disse: «ragazze! portate del vino Riserva Speciale a quel tale!!»
e il «tale» venne purgato e sparì dalla città, anche se ormai aveva già mangiato.
Inutile citare a chi apparteneva la voce che diede questo ordine.


Fu il turno dei regali agli sposi. Gli amici umani non portarono doni «materiali» si avvicinarono ai Sovrani e strinsero loro la mano, rinnovando così la loro amicizia sincera, un bel gesto che venne molto apprezzato; è il miglior regalo che si possa fare agli elfi: FIDUCIA, SINCERITA', AMICIZIA.
Gli elfi invece si diedero alla pazza gioia, vestiti, gioielli, profumi, trucchi; che poi Annael e Laitale andarono a donare agli amici umani o ad altri amici elfi.
Il regalo di Hunien lasciò tutti a bocca aperta, la piccola elfa arrivò con una culla in legno, intarsi e pietre preziose l'adornavano. Lenzuola profumate, un morbido cuscino in piuma, tutto in colore rosa
[Hunien] «...sai mai... tu hai una certa età... padre... ma credo che ancora ti ricordi come si fa... del resto lei è più giovane di te... di quanto?... 2 o 3 mila anni? o forse 4? ...già ti vedo in viso sciupatino... stare dietro ad un elfa... vigorosa... che fa rima con vogliosa... perchè la regina di voglie ne ha... parecchie... anni e secoli di arretrati... ma anche tu come arretrati non scherzi... vi siete ben accoppiati sotto questo aspetto... spero che qualcuno vi abbia regalato delle lenzuola che non prendono fuoco e che non si strappano!... un lato di me... invidia la tua possibilità... di... godere di questo Focoso piacere... che dire... auguri e figli... femmine! ovviamente...»

A notte tarda venne il turno delle danze e delle canzoni, il premio della coppia più bella venne dato ad Hunien e Calime; cioè, «dovette» essere dato ad Hunien, altrimenti apriti cielo.
Certo che vedere Hunien ballare stando sui piedi di Calime che la faceva girare, e la piccola elfa stretta a lei con la faccia «incastrata» tra i seni di Calime, ed ogni tanto apparire boccheggiate, rossa in viso e con la lingua fuori aveva un che di divertente.
Gli umani iniziarono a dar segni di cedimento, assonnati sbadigliavano coprendosi la bocca, per poi sorridere e dire:
«tutto a posto! sono sveglissimo! anche la fame fa sbadigliare... essendo la pancia vuota, il diaframma si contrae e l'aria viene espulsa con uno sbadiglio, e...»
«non m'interessa!... avete sete? ragazze portate del vino Riversa Speciale a questo tale!»

ma il «tale» rispose «no grazie... ho notato che ogni volta che è stato servito del vino da quelle botti marchiate con la lettera Pi, il tipo è stato preso da dolori di pancia... ed è sparito... non vorrei fare la stessa fine...»
l'elfa sorrise all'umano
«state forse alludendo a qualcosa...?»
l'uomo, giovane e carino, sorrise a sua volta e sempre gentile «non date per scontato che tutti gli umani siano degli stupidi... alcuni sanno vedere, valutare e ragionare... voi siete una principessa elfica, so che siete sempre stata molto vicino agli umani...»
l'elfa non tolse il sorriso e rispose di nuovo all'umano
«di genere femminile... perchè le vostre femmine sono molto... ma di molto diverse da voi maschi... è così anche per gli elfi... ma a parte questo, quello che dite è vero... conosco molto bene gli umani e siete un potenziale... solo che non sapete di esserlo...»
l'umano prese la mano dell'elfa, l'avvicinò alla sua bocca e come prevedono le regole della galanteria, non la baciò, la sfiorò con le labbra
«lieto di conoscervi principessa Hunien... voi non mi conoscete ma senza di voi io a quest'ora non sarei qui... voi anni fa salvaste la vita alla mia trisnonna...»
Luthien osservava la scena, l'elfa pareva molto concetrata... troppo concentrata, e questa concentrazione venne catturata
[Hunien] «SORELLA! HAI INCANTATO L'UMANO PER FARMI LA CORTE!!»
[Luthien] «ti pare!!?? diciamo che gli stavo dando un aiutino... o forse a te una lezione... o forse mi volevo divertire...»

Hunien si colorò di viola, ma la piccola elfa non esplose e abbozzò, e per chiudere la cosa diede un "bacio" sulla fronte dell'umano
[Hunien] «non ricordo la tua antenata... ho salvato tante persone... in te però vedo ancora la sua bellezza... grazie a te giovane umano...»
[Luthien] «ohhhh! ci sono elfi maschi che darebbero la vita per essere baciati da Hunien Sidel! e tu baci un umano!... adesso li farai morire d'invidia!»
[Hunien] «gli elfi non sanno cosa sia l'invidia... ed io non ho nulla contro i maschi della mia stirpe... questo giovane umano non sa niente di me, non ha paura di me... per lui io non sono diversa... egli ha un cuore puro e gentile... mai rifiutare un bacio se il cuore è libero da pregiudizi... perchè questo ho letto nei suoi occhi...»
[Calime] «dolce... piccola elfa... dal grande cuore... questa è la Hunien che conosco... ben tornata sorella...»


Poi qualcuno urlò di dare inizio alla gara di poesie, al che la solita vocina urlò
[Hunien] «NOOOO! PER CARITA'!
NON ROVINIAMO LA GIOIA DELLA FESTA!
SE SI METTONO A RECITARE POESIE I DUE GUFI DELLA TORRE SIAMO SPACCIATI!
RAGNI, CORNACCHIE, TELE E PESTE E CORNA!
DI ALLEGRO NON SANNO RECITARE NIENTE!»

[Calime] «paura di perdere? se tuo padre recita... e tu odi perdere...»
[Hunien] «potrei sorprenderti... del resto son la figlia del maestro!»

Annael però decise di non partecipare, Hunien sussurro a Calime
[Hunien] «ecco chi ha paura di perdere! è talmente permaloso che se per caso non vince...
gli resta il muso per 100 anni!!... speriamo che non abbia mentito...
se non partecipa alla gara è meglio...»

 

AnnaelSidel

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Non fu una vera e propria «gara di poesie» però sotto sotto ci percepiva quell'amichevole competizione.

Iniziarono gli umani, anche perchè erano i più stanchi. Ovviamente gli elfi fecero finta di «apprezzare» le loro poesie, considerate sempre «noiose». Il giovane baciato sulla fronte da Hunien recitò anche lui una poesia e fu questa, e la recitò guardando negli occhi la piccola elfa

«Cantami una canzone di pace
così ti posso dimenticare...
anche se... non ci siamo mai incontrati.
Raccontami una storia,
di un eroe che cambia il destino,
che lotta malvagi avversari,
e porta la pace a tutto il paese...
Cantami una canzone oscura
che non dimenticherò... mai...
la canzone di un eroe pazzo,
che da solo combatte i nemici del mondo.
Cantami una canzone silenziosa e vuota,
vuota come il mio rammarico...
di quando mi sveglierò e non ti vedrò...
Cantami la canzone
dell'elfa che svanisce,
e diventa tutto nero...
e nel cuore un pesò avrò...»

Applausi ben meritati, la poesia del giovane venne votata come la migliore tra quella degli Umani.
Annael regalò al giovane, una pennnino ed un calamaio d'oro e della fine pergamena pregiata, per un suo roseo avvenire, dicendogli di non smettere mai di scrivere e di sognare.
Hunien ascoltò sorridendo e ringraziò nuovamente il giovane regalandogli una fiala contentente un liquido rosa «un giorno, quando vorrai far cadere ai tuoi piedi una donna; cosa che un maschio non riuscirà mai a fare!... a meno che sia armato di frusta... quando vorrai arrivare al suo cuore e tu di lei sarai... SINCERAMENTE!! innamorato... falle bere questo elisir... non è un pozione d'amore!... lei ti vedrà per quello che sei veramente... spesso le donne umane perdono la fiducia nei contronfi di voi maschi... perchè siete tutti uguali... lei ti vedrà per come sei veramente... ma attento! e ricorda, se avrai perso la tua purezza e sincerità che hai cara nel cuore, con questo elisir lei ti vedrà per come sei!
e la perderai!!... per sempre... morale... sii sempre te stesso...auguri giovane uomo...»

Luthien invece cancellò dalla mente del ragazzo l'incanto e tolse il ricordo del bacio in fronte ricevuto da Hunien.
 
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AnnaelSidel

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Venne il turno degli elfi, e gli umani fecero finta di apprezzare le loro poesie, altri non riuscirono a sentirle perchè crollarono dal sonno, un po vuoi per la stanchezza, per il vino, ma anche perchè la voce melodiosa ed incantatrice di alcuni elfi può causare sonnolenza.

Venne il turno di Hunien, la sua poesia fu questa.

Una stanza scarsamente illuminata è tutto ciò che tiene
il mio sonno tranquillo,
con una melodia triste che mi permette di vedere
anche attraverso le lacrime che cadono dal mio mento
Cadono dai ricordi...
quelli che vorticano all'interno di questa mente
come miserie...
che desiderano pizzicare, tagliare e macinare...
i miei rimpianti abbandonati e irraggiungibili...
consapevole di non avere,
alcuna speranza di porre rimedio.
Eppure io continuo,
giorno dopo giorno, nella mia convinzione...
non ipocrita!...
che il cielo non sarà sempre grigio,
danneggiato dal mio dolore di non trovare una vero amore...
Io so chi sono,
felice o triste, sono io!
Continuo a cercare... forse impazzirò!
Non temo di decantare il mio amore,
verso coloro che sono uguali a me...
donne!
Il mio viso può apparire calmo e felice,
ma dentro di me,
proprio non posso smettere di gridare!
chi desiderio liberamente amare!

Timidi applausi, ma le elfe del Noss Dagor di Hunien acclamarono la loro comandante tra salti di gioia e lei le ringraziò tutte baciandole e stringendosele intorno a se "le MIE!... elfe scure... che care... commossa... che farei senza di voi..."
Poi venne il turno di Laitale, subito ci fu un silenzio generale; anche se vestita di bianco e con la corona in testa, gli elfi ricordavano molto bene che si trattava pur sempre della stessa Laitale, ed una vocina commentò a bassa voce
[Hunien] «prepararsi alla botta... arriva la regina lugubre... la sovrana cornacchia... »
manco a dirlo... Laitale allungò il braccio e subito una cornacchia arrivò e si posò sopra.
La necromante soffiò sulle nere penne e la cornacchia beccò le labbra di Laitale.
La necromante iniziò e gli elfi fecero delle smorfie e si tapparono le orecchie, stava usando quella vocina stridula che metteva i brividi e la sua poesia fu questa

Un tuono si gonfia oltre l'orizzonte e frantuma i cuori!
un profondo senso di presagio cade inesorabile dal cielo...
Copre gli occhi, anche quelli dei buoni...
li copre di paura e buio tetro e vuoto!
che subito entra nei cuori...
Cuce le labbra, le serra strette!
Il buio incatena anche i forti...
annienta e brucia i sogni e le speranze!
i cuori cedono, temeno di aprire una semplice porta...
la porta del Destino!
di un destino diverso e nuovo...
di un amore che non sia freddo e vuoto!
di un amore che non li trascini in un baratro...
di un amore di soli baci vuoti!

Ascolta la voce di Laitale
io vivo nel buio! io sono LA!
Necromante!!
Abbraccia il buio, abbraccia il vuoto...
vaga con loro nelle notti fredde senza fine!
punta lo sguardo verso un MAI nascente...
Ascolta il nero parassita che ti consuma l'anima!
quello che ti fa adorare ciecamente false credenze...
che ti innonda la mente di bugie!
Cadi in ginocchio...
guardandoti dentro...
allora e solo allora in quel buio che ti sta mangiando...
sentirai il tuono frantumarti il cuore!
e se lo vorrai... rinascerai dalle tue TENEBRE!
ed ogni volta rinascerai diverso...
sempre meno vittima...
e sempre più libero!!
Non si fugge al buio...
lo si abbraccia...
lo si abbraccia sempre!!
è una FEDE!
la Fede del Necromante!!

La cornacchia volò via ed una vocina disse
[Hunien] «caspita... che allegria a fiumi... nel giorno delle sue nozze... si ma!! mica potrà vincere lei!! la mia era di molto! ma di molto meglio!»
 
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AnnaelSidel

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Gli elfi chiesero a gran voce che anche Annael partecipasse alla gara. Il Sovrano aveva altro per la testa, e quello che disse non si capì se era una poesia o una oscura ragnatela, interpretare e scovare le parole dentro altre parole, del «ragno» Annael è un impresa.
Inoltre il Sovrano usò il potere della sua voce, capace d'incantare le menti e lasciarle nel dubbio costante, saranno vere o false? Quello che disse Annael fu questo

Mi si chiede di fare il poeta... ma cos'è la passione di un poeta? la sua carta? la sua penna?
la sua voce? la sua persona? chi è un poeta?...
può essere...
che sia l'immagine che voi disegnate nella vostra mente,
di colui che con passione e con preghiera scrive su carta o canta...
Cos'è per voi un poeta?
una fessura che si apre nella vostra mente e anela a bruciarla?
Uno spirito di luce che maestoso si eleva sulla vostra testa?

Può essere...
che sia il sussurro di un salice nel vento,
il saluto di un fiore...
ogni emozione ed ogni passione è poesia...
che il poeta sa disegnare con le sue frasi e parole.

Cos'è la passione? è fantasia? un dolore sigillato? una lacrima non versata?
o una tela di follia e di furore?
La passione è piena di luce, è oscura... è un caso singolare, infernale o divina...
ogni parola detta con passione è amata o odiata, e si cerca il suo significato.

Non posso dirvi cosa sia un poeta, io non lo sono...
non sono capace di unire le parole per farvi contenti...
facendovi credere che sia trascinato dalla passione...
la passione è la fine... la pura passione è nefasta!
La passione diventa ostinazione, ostentazione...
non si cura più di nulla, un profondo piacere per il cuore,
la passione toglie la coscienza.
La passione brama, brama maestria o si concede così alle smancerie,
si manifesta nella mente come una passione allegra,
ma è macabra e cupa...
La passione non deve soffocare il poeta,
lo rende insensibile, non cattura più l'attenzione...
lo distorce dal reale ed egli vaga.
Il poeta cade nel buio senza alba,
con nel cuore il disprezzo totale,
diventa banale...
le parole riempiono solo le frasi...

La passione di un poeta si accede,
quando gli occhi del lettore danno luce alle sue parole e la sua poesia diventa,
la nostra fiamma!

Chi è un poeta? tutti siamo in realtà poeti... la poesia è un gesto, uno sguardo...
la poesia è sovrana nei bambini... perchè sono poesie viventi...

Se mi si chiede chi è un poeta, vi dico questo...
...un poeta vive nel suo regno delirante,
che raduna sulle righe della carta...

Poi il sovrano fece una lunga pausa di silenzio e riprese a parlare, e gli elfi li tutti attenti a cercare sempre di catturare qualche strano messaggio

«stasera non voglio passare per chi non sono...
un poeta...
e non posso neppure fare il giudice, ogni poesia che ho sentito, era dettata dal cuore... impossibile dare un giudizio...
quindi...

lascio a voi... ascoltatori di decidere quale sia la poesia migliore...
voglio chiudere questa stupenda giornata facendo quello che faccio da oltre 5000 anni... il Re... e questo Re è stanco...
ho violato la mia legge, ho un erede mezzelfa e cui voglio molto bene... altre leggi ho violato nel corso dei secoli, leggi scritte di mio pugno riuscendo a tenervi nascosta la verità, perchè io riesco a mentire...

fili di ragnatela ho tessuto negli anni che mi hanno valso il nomignolo di...
il Signore degli Inganni... la Saggia Tela...
ho sempre ingannato le forze del male, mai un loro piano è sfuggito al potere del mio sguardo lungimirante,
ed alcuni li ho piegati con il potere della mia voce...
gli elfi scuri sono sempre stati dieci passi avanti nei confronti dei loro nemici...

merito mio? merito solo mio?
in tutto questo io ancora oggi mi chiedo se sono un sovrano onesto e giusto...
sia verso di voi che verso me stesso...
abbiamo fermato i nemici grazie forse al mio sguardo, ma quelle decisioni sono costate morti... ed io ancora oggi ricordo ogni elfo scuro perso in battaglia...
era un mio fratello... era una mia sorella... e il mio sguardo ha segnato il loro destino...
noto che siete pallidi... credo che il vostro intuito abbia già afferrato quello che sto per dire...
lascerò il trono...
chiamerò i capi Clan in seduta e farò sapere le mie decisioni... voglio che comunque sia la mia voce a far sapere agli elfi scuri le mie decisioni più importanti...
io stesso troverò il mio successore,
ho parlato con Hunien e lei non vuole salire al trono come previsto dalla legge...»

[Hunien] «per il semplice motivo che ne io ne nessun altro può prendere il tuo posto!! stai dando dolore al popolo con queste parole padre! io non lo posso permettere!! ai capi Clan che vedo presenti io dico... non ascoltate le sue parole! egli è l'unico elfo che può mentire!! ed egli ora sta mentendo!! lo sappiamo ormai... quando fa così è perchè il suo sguardo avrà visto qualcosa che non vuole farci sapere! per non farci andare in pena! egli mente per tenere le nostre menti lontane dai VERI problemi!!
Lui ci vuole sempre felici e sereni!! si danna lo spirito se un elfo scuro soffre!
combatte per la nostra serenità!!
sappiamo tutti quanti che da 5000 anni mio padre siede sul trono non perchè ha deciso lui, gli elfi scuri l'hanno scelto!! nessuno di noi l'ha votato!! nei nostri cuori abbiamo visto che l'unico era lui! senza di lui saremmo estinti da tempo! e mai ci siamo pentiti di questa decisione! non esiste nessuno in grado di prendere il suo posto!!»


[Annael] «apprezzo le tue parole, ma il fatto che tu sia una principessa non ti autorizza ad interrompere il tuo sovrano...
nessuno può farlo... le tue parole non sono arrivate alle mie orecchie...
la mia decisione è presa...
valuterò e deciderò colui che prenderà il mio posto...»


Alcuni elfi chiedono il consenso di parlare, Annael lancia un'occhiata a Laitale e l'elfa capisce al volo
[Laitale] «mio signore, la vostra regina è stanca, vorrei andare a riposare, il nostro sovrano ha parlato, manderà a chiamare i capi Clan»
alzandosi e porgendo il braccio ad Annael.

I due sovrani chinano il capo e tra il mutismo generale si avviano verso il palazzo.
Bacham Falme che dovrebbe fare il ciambellano di corte, scorda le regole, il povero elfo biondo dagli occhi blu, il primo amico di Annael è il lacrime. Aveva 10 anni quando conobbe e diventò amico di Annael e lui si faceva chiamare Min... Annael forse ne aveva 15... forse di più... l'età di Annael è misteriosa quanto i suo ricordi. Torna l'immagine di quando Annael corse in suo aiuto a salvargli la vita, erano giovani elfi allora e lui decise di mettersi al suo servizio, e quando gli venne concesso lo stendardo della Casata, tutti i Falme entrano a servizio dei Sidel...
a servizio da amici... non servi... i Sidel "aborriscono" la schiavitù di qualsiasi genere e forma.
Bacham è stralunato come tutti gli elfi scuri. Si sente una voce che riporta all'ordine
[Hunien] «scordiamo le buone maniere!! i sovrani degli elfi scuri se ne stanno andando!!
A LAITA TE... LAITA TE!!»
mettendosi in ginocchio
ANDAVE LAITUVALMET!
rispondono gli elfi scuri mettendosi in ginocchio.

Albeggia e nel cielo non c'è il Sole e neppure qualche uccello che vola o canta. Ire Loissea si spegne e spera, in attesa delle decisioni del Sovrano degli elfi scuri... una sola parola circola in città e dentro nei cuori, la parola più "sacra" per tutti gli elfi

ESTEL
 
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AnnaelSidel

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[nota: essendo questo un «diario» e come da regolamento «personale» e quindi vietato scrivere ;) in attesa della decisione di Annael; che da buon elfo anziano :rolleyes: si prenderà il suo tempo... e il tempo per gli elfi è del tutto insignificante... in attesa, io ringrazio veramente chi sta leggendo tutto quanto!! :eek::D:) ma veramente leggete?? :):) io da elfo sono dannatamente curioso... :D ma vedendo i mi piace e il numero di visite, che dire... spero che ogni tanto vi sarete pur fatti quattro risate :D:D e grazie ancora]
ANNAEL SÍDÊL
 
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